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V I S U A L I Z Z A D I S C U S S I O N E |
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Inserito il - 18 marzo 2004 : 19:42:36 La Turba, sacra rappresentazione del Venerdì Santo, trae origine, anche se non direttamente, da movimenti popolari di invocazione alla pace che si diffusero in terra di Marche ed Umbria intorno alla metà del sec. XIII, portati sulle strade e nelle piazze dalle genti più umili e in condizioni di miseria, sofferenti ed esauste delle continue lotte tra il Papa e Manfredi, del continuo guerreggiare tra guelfi e ghibellini. Uomini e donne di ogni età si riunirono in processioni ed invocando la santa intercessione della Vergine Madre di Dio, presero a percorrere le strade dell’Umbria spingendosi fino in Romagna. Anche Cantiano accolse in quel anno 1260 la “turba” di pentiti e imploranti di ogni età e condizione che, in povertà di abiti o seminudi, nella luce incerta e tremula delle torce, accompagnati dai canti del “miserere” procedevano nella sofferenza e nella redenzione, battendosi e flagellandosi, implorando il perdono, invocando la pace e la fratellanza. Si formò così la compagnia dei Battuti che, al fine di tramandare la devozione, si rifece nel tempo al supremo esempio di penitenza e sacrificio, la Passione e Morte del Cristo. Nello sviluppo della processione, che con il tempo accolse la figura del Cristo insieme a quelle degli attori nel ruolo dei personaggi, prese corpo la sacra rappresentazione della Passione con la ripetizione delle ritualità, dei personaggi, dei dialoghi, dell’azione. Nacque così, nell’ordine immutabile del Gesù e dei Ladroni, dei Sacerdoti e dei Soldati, la sfilata scenica che ancora oggi per ricordare le antiche origini viene chiamata “Turba”. La Turba non è una rappresentazione teatrale né una manifestazione folcloristica: è la giornata più attesa nella vita dei cantianesi, il loro evento nel quale si specchiano, si proiettano, si misurano. Cantiano abbraccia amorevolmente la Turba e ad essa dedica la propria genialità creativa. Passa il carnevale, arriva la quaresima e Cantiano si anima: si aggiustano le scene, si adattano i costumi, i personaggi si preparano nei ruoli e nei dialoghi. Le famiglie si mobilitano, padri madri e figli da cent’anni tornano a vestire gli abiti della tradizione, a scegliere le stoffe, a cucire i modelli, in un sentimento misto di religiosità ed orgoglio cittadino. La Turba non ha conosciuto interruzioni, tranne che per il periodo bellico, crescendo sempre negli anni. |
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