Da Madrid al cielo

di Marco –
Su una cosa concordano tutti i viaggiatori che visitano Madrid: è la città cosmopolita per eccellenza. La cordialità dei suoi abitanti verso gli stranieri aiuta i nuovi arrivati a sentirsi cittadini di Madrid, gente del posto, di un posto accogliente, del luogo giusto dove vivere, il migliore che la sorte può riservare: da qui l’essenza del detto madrileno “da Madrid al cielo”. Il mio viaggio nella capitale spagnola è stato breve ma intenso, soltanto tre giorni ma molto tempo l’ho recuperato rubandolo alle notti e al sonno. Appena arrivato in città incontro il vecchio amico Miguel che aveva insistito, appena saputo che mi sarei recato a Madrid, per ospitare me e i miei compagni di viaggio nella sua casa di famiglia. Per non essere troppo invadenti, eravamo in quattro, abbiamo preferito alloggiare in un appartamento prenotato tramite Only-apartments vicino al centro storico, nella zona de Las Huertas.

La nostra prima passeggiate per Madrid inizia dal “Cortile della Spagna”, la Piazza Maggiore. BIghellonando sotto i portici punteggiati di locali di ritrovo, negozi e pittori ambulanti con un po’ di fantasia provo a rivivere l’atmosfera dei secoli scorsi quando la piazza era il luogo dove si svolgevano le feste popolari, le corride, le cerimonie religiose e dove i banditori informavano i cittadini delle decisioni delle autorità. La passeggiata continua verso il mercato di San Michele e poi verso l’arco dei Coltellai fino alla Calle Cerrada uno dei confini della città in epoca medievale.

Arrivati alla Plaza de la Villa decidiamo che e’ il momento di concederci una pausa e ci rifugiamo nella pasticceria El jardin del convento per assaporare gli ottimi dolci preparati nel monastero e godere della splendida atmosfera del luogo. Un saluto a Don Alvaro de Bazan che presidia immobile il centro della piazza e ci dirigiamo verso l’edificio civile più antico della città: la torre dei Lujan costruita nel XV secolo, certamente il miglior esempio di architettura mudejar di Madrid. Proseguiamo passeggiando in Calle Mayor verso il palazzo Abrantes dove ha sede l’istituto italiano di cultura e dopo un percorso non breve arriviamo finalmente al Parco dell’Emiro Mohamed dove si possono vedere i ruderi della Muraglia araba di Maherit ma soprattutto ammirare la recente ma elegantissima Cattedrale dell’Almudena.

Nel pomeriggio, visita al Palazzo Reale che sorge dove un tempo gli Asburgo avevano eretto il loro Alcazar, e alla Piazza d’Oriente senza disdegnare lo spettacolo della cerimonia del cambio della Guardia Reale che si svolge davanti al portone principale del Palazzo. Al tramonto ci dirigiamo verso il quartiere Malasana per raggiungere la plaza Dos de Mayo ed iniziare il nostro ‘’pellegrinaggio notturno” nei caratteristici locali della zona.



Malgrado la considerevole quantità di birra bevuta e le poche ore di sonno la mattina successiva siamo pronti per iniziare il nostro tour per le pinacoteche della città. Prima tappa il Museo del Prado dove e’ esposto il meglio delle opere di Goya, Velazquez, Ribera e Murillo oltre ad una incredibile raccolta di dipinti fiamminghi ed italiani. Non tralasciamo di visitare il museo Thyssen-Bornemisza ospitato in un bel palazzo di stile neoclassico, e, per il gran finale, ci rechiamo al Centro d’arte Reina Sofia per vedere finalmente ‘’dal vivo’’ il “Guernica” di Picasso.

Giovedi’ siamo invitati a casa di Miguel per pranzo. E’ una vera e propria riunione di famiglia, con i genitori, il nonno paterno, alcuni zii, cugini e altri parenti. Riusciamo a sentirci a nostro agio malgrado lo spagnolo stentato, quasi membri della famiglia. E’ un giorno festivo a Madrid, si celebra il Corpus Christi, quello che noi chiamiamo il Corpus Domini. C’e’ un grande televisore acceso nel salone che catalizza l’attenzione degli ospiti, le immagini che scorrono sono quelle di un evento storico per il paese iberico: nel Palazzo Reale e’ in corso la cerimonia per la firma dell’abdicazione di Re Juan Carlos in favore di suo figlio, il principe Felipe. Cerco di comprendere questo strano rapporto tra un Paese dove vige una democrazia parlamentare e i Reali attraverso i commenti e le riflessioni dei presenti. Ma più che al significato del gesto di Re Juan e ai segnali di rinnovamento della casa reale o agli scandali che di recente hanno coinvolto il sovrano, tutti sembrano interessati agli abiti e alla pettinatura della Regina Sofia e della consorte del nuovo Re, Letizia.
Soltanto qualche ora più tardi il nonno di Miguel rende un doveroso omaggio a Re Juan Carlos ricordando il suo ruolo, dopo la morte di Francisco Franco, nel cammino che ha condotto la Spagna verso la democrazia. E poi i ricordi dell’anziano scivolano sugli anni terribili della guerra civile e della dittatura franchista.
Una cosa è leggerle sui libri di storia le grandi tragedie che hanno colpito i popoli, altra ascoltare il racconto di chi le ha vissute.

La sera, immerso nell’atmosfera allegra del barrio de Chueca, un bell’ esempio di integrazione e tolleranza, la zona dove sono nati i primi locali dedicati alla comunità omosessuale che si sono poi diffusi in tutta la città facendo di Madrid un modello nell’ambito del riconoscimento dei diritti della comunità lgbt, ripenso ai racconto del nonno di Miguel e sorrido all’idea che i giorni dell’oscurantismo e dell’intolleranza siano stati sconfitti dal tempo e dalla ragione

 

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