Fatima

di Ferny Forner e Rita Risoli –
Rita ed io avevamo programmato il viaggio a Lisbona anche per visitare questo luogo, uno dei luoghi più sacri della religione cattolica, naturalmente la nostra visita aveva più finalità turistiche che di pellegrinaggio.

Il mattino dell’11 ottobre 2010 con la metropolitana, destinazione Jardim Zoologico (decorata con simpatici azulejos raffiguranti animali), siamo andati al terminal dei bus Rodoviario (attiguo alla stazione ferroviaria di Sete Rios), per prendere il bus per Fatima, avevamo consultato sul web gli orari da Torino, sapevamo che ne parte quasi uno ogni ora.
I pullman sono diretti e comodi, impieghiamo circa 1 ora e mezzo per arrivare a destinazione, quindi percorrendo un breve tratto di strada, attraverso il paese (che non pare offrire molte attrattive), arriviamo alla Cova da Iria, luogo delle apparizioni 
Arriviamo in un grande piazzale rettangolare, asfaltato, lungo circa 500-600 metri e largo circa 200, non c’è molta gente e appare quasi deserto, considerando le dimensioni degli spazi.
Gli edifici sono situati ai lati, piuttosto bassi, quasi tutti di colore bianco e di stile molto moderno.

Iniziamo la visita dirigendoci verso la Basilica, edificio di stile neoclassico, con un alto campanile posta su di una monumentale scalinata, il tutto mi pare di marmo bianco, ai lati un bel colonnato stile neoclassico.



Notiamo il passaggio, in lastre di marmo, riservato ai fedeli che lo percorrono in ginocchio, e che termina praticamente davanti alla Cappellina delle Apparizioni. La Cappellina delle apparizioni, è il luogo più sacro, costruita in vetro trasparente con struttura in cemento, all’interno la minuscola cappella e la colonna di marmo che indica il luogo esatto delle apparizioni della Vergine, descritta dai pastorelli come “una signora più brillante del sole” davanti la statua della Madonna dove papa Giovanni Paolo incastrò una delle pallottole estratte dal suo corpo. All’interno si svolgono in continuazione funzioni religiose (rosari, messe, preghiere, canti), inutile dire che è il luogo più frequentato, infatti, l’abbiamo vista sempre piena di pellegrini in raccoglimento e preghiera.
Passiamo davanti alla fornace ardente dove i fedeli gettano le candele in segno di devozione.

Ci dirigiamo verso la Basilica, dedicata alla Madonna del Rosario, una costruzione di colore bianco, come quasi tutto il complesso del santuario, non molto grande, considerando che ogni anno milioni di persone si recano al Santuario.
I visitatori per entrare si dispongono in fila, anche l’interno è bianco, si passa davanti ai quindici altari laterali, dedicati ai misteri del rosario, si cammina da destra a sinistra, vediamo le cappelle dove ci sono le lapidi mortuarie dei tre pastorelli.
Ci soffermiamo brevemente sui banchi della chiesa (in questo caso non è necessario fare la fila)
Tutto il complesso è molto semplice. Il messaggio è semplice a Fatima non si va per vedere opere d’arte.
Usciamo dalla basilica per continuare la visita, passiamo davanti alle bianche statue dei due pastorelli (Francisco e Giacinta Marto) situate in un piccolo prato sopraelevato, poi andiamo verso alla chiesa della Santissima Trinità, un grande complesso situato sul lato opposto della Basilica
E’ di forma circolare, in marmo bianco, molto grande (circa 130 metri di diametro), quando sono arrivato sulla piazza, da lontano, l’avevo scambiato per un centro congressi, sul piazzale davanti alla chiesa una grande e altissima croce in metallo scuro di stile modernissimo, e le statue di Giovanni Paolo II e Paolo VI, i papi che si sono recati in pellegrinaggio nel luogo, poi un bellissimo portico d’entrata con sculture di angeli, sospese tra due travi, la porta è in bronzo dedicata a Cristo, ai lati pannelli che illustrano i misteri del rosario, vi sono altre 12 porte sempre in bronzo dedicate agli apostoli,

Entriamo quindi nella chiesa le pareti sono bianche, una sola navata di forma circolare con un diametro di circa 130 m, un solo altare posto al centro della parete, con un grande mosaico rettangolare che raffigura la Gerusalemme celeste e i santi, di color oro. Il mosaico si ispira all’Apocalisse di S. Giovanni, mi e parso diviso in due parti ed è molto complesso, tutto quello che viene rappresentato ha implicazioni teologiche complesse con precisi riferimenti alla luce, quale manifestazione di Dio, concetto già presente in Platone e che ispirò anche gli architetti delle cattedrali gotiche ed in particolare Chartres.

Nel mosaico Dio è rappresentato dall’Agnello, i santi a destra e sinistra sono raffigurati con tonalità diverse, per comunicare che sono stati illuminati dalla luce e quindi da Dio, non mancano naturalmente i riferimenti a Fatima.
Sopra l’altare un grande Cristo crocefisso in bronzo.
Scendiamo quindi nel seminterrato dove notiamo un lungo corridoio con pareti rivestite con azulejo con scene della vita dei santi Pietro e Paolo, dal corridoio si accede ad una serie di cappelle e confessionali.
Terminiamo la visita andando allo shop e verso le 16 ci dirigiamo verso il terminal per tornare a Lisbona.

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