Out of many one people

di Manuela Perego –
La nostra prima giornata in Jamaica passa sotto una specie di diluvio universale, Marco, la nostra guida, ci spiega che si tratta di una semplice “tempesta tropicale” poca cosa da queste parti, come un temporale estivo da noi… a me sembra in realtà quasi la fine del mondo, lampi pazzeschi, acqua a secchiate, palme che ondeggiano fino quasi a toccare terra… se questa è una “semplice tempesta tropicale” chissà che diavolo sarà un uragano!!!!! La giornata passa chiacchierando con i compagni di viaggio e con Marco che, oltre a illustrarci le possibili escursioni, ci racconta di lui: è un ragazzo romano ormai da dieci anni residente qui, si è sposato con una ragazza jamaicana ed ha un figlioletto.
Ci racconta inoltre del popolo jamaicano, del suo incredibile miscuglio di razze, da cui il motto nazionale “da tanti un solo popolo”, dello spirito sarcastico con cui affrontano la vita.
Ci insegna inoltre il saluto alla Jamaicana, a pugno stretto, pugno contro pugno accompagnato dalla frase “yeah mon”.
Verso fine giornata riusciamo a scorgere un po’ di sole, e facciamo un giro per il villaggio, il favoloso “Riu Tropical Bay” , il villaggio è imponente, bellissimo e curatissimo, ricco di vegetazione affacciato su una splendida spiaggia di finissima sabbia bianca…. Speriamo solo per il tempo!!!!

10/07/2003 Da Belmont all’ Appleton estate

Alla mattina di buon’ora iniziamo il nostro primo giro in Jamaica ed Il tempo sembra aver preso il verso giusto.
Prima tappa è alla Tomba di Peter Tosh, a quello che dovrebbe essere il “memorial museum” a Belmont, in realtà, vista la mancanza di fondi, ciò che si può vedere è solo la sua piccola tomba a pochi metri dalla casa natale, una costruzione bianca con strisce verdi gialle e rosse, con accanto un piccolo edificio in costruzione che sarà adibito a Museo.
Nonostante Bob Marley e Peter Tosh siano stati riconosciuti in Jamaica come veri e propri eroi nazionali, le cose non sono andate in maniera uguale per entrambi, e questo posto ne è la dimostrazione.
Dietro la tomba visitiamo la piccola piantagione di ganja, ed il cugino di Peter ci offre il tè alla ganja e per chi lo desidera è pronto a preparare uno spliff (semplicemente uno spinello). Da specificare che per i veri rasta la ganja non è un vizio e non è vista come droga, ma anzi i rasta credono che la ganja metta in comunicazione con Dio.
Finita la visita alla tomba di Peter Tosh riprendiamo il nostro giro diretti alla cittadina di Black River per effettuare un’escursione sull’omonimo fiume. Ci dirigiamo verso il vecchio ponte di ferro passando attraverso case in legno in stile georgiano, e finalmente arriviamo sul fiume dove prendiamo una piccola imbarcazione a motore. Le acque di questo fiume appaiono incredibilmente nere per l’effetto del tannino e dei suoi fondali, ma raccolta un po’ d’acqua in un bicchiere ci si accorge invece di quanto l’acqua sia in realtà nitida.
Risalendo il Black River arriviamo alla Great Morass, una palude di 200 kmq dove visitiamo la foresta di mangrovie che in alcuni tratti va a costituire delle vere e proprie architetture vegetali, tra cui la rinomata “cattedrale delle mangrovie” (antica di ben 350 anni) e facciamo conoscenza con gli abitanti di questo luogo: i coccodrilli che, quasi ammaestrati, al suono di “come-come-come” arrivano di corsa in attesa del pranzo gettato dalla imbarcazione. Vengono talmente vicini a noi che riesco persino a toccarne uno sul dorso. …la sensazione è davvero particolare….la sua corazza è davvero durissima!!
Continuando il giro ci imbattiamo in alcuni pescatori su canoe scavate nei tronchi che stanno posizionando della nasse per le aragoste ed i granchi, il metodo usato per la pesca è antichissimo e si basa ancora sui metodi usati dai loro antenati africani.
Terminato il giro proseguiamo la visita alle YS fall’s un luogo davvero incredibile dove otto cascate precipitano da 36 metri formando laghetti dove è possibile fare il bagno.
Una sorta di trenino ci porta dall’ingresso al parco ai piedi di un percorso che attraverso una scala di pietra ed un sentiero risale fino a monte delle cascate.
Ad uno dei laghetti è possibile lanciarsi con delle liane, Andrea ed altri ragazzi del gruppo, decidono di provare questa incredibile esperienza ed aiutati da ragazzi del posto, si lanciano ad uno ad uno in questo favolosissimo specchio d’acqua.
La giornata prosegue poi alla “Appleton rum estate” la più grande e antica distilleria della Jamaica. La fabbrica produce la famosa marca di rum Appleton fin dalla metà del ‘700, un rum non destinato alla esportazione ma solo al mercato interno, ma che è estremamente buono e persino migliore del suo più conosciuto fratello cubano.
Dopo una visita al museo storico ed alla distilleria, dove l’odore della melassa in fermentazione è davvero fortissimo, ci attendono ben 25 assaggi di rum diversi. Si passa da rum con gradazione leggere, a quelli aromatizzati alla frutta, fino ad arrivare a quelli con gradazioni alcoliche fortissime più simili all’alcol puro che ad un buon bicchiere di rum!!! Nella strada del ritorno anche se un po’ stanchi e assonnati facciamo una breve sosta alla famosissima Bamboo avenue, alcuni km di strada all’ombra di grandissime piante di bamboo che hanno formato una sorta di navata naturale, resa famosa anche dalla pubblicità di una nota marca di automobili e dalla squadra di bob jamaicano.

11/07/2003 Negril

In mattinata facciamo una ricca colazione che accompagna ai piatti più tradizionali buonissimi frullati fatti con frutta scelta al momento da noi, dolcissimi pancake, e leccornie di ogni tipo.
Il tempo è davvero splendido e la giornata la passiamo rilassandoci sulla bellissima spiaggia di Negril. Negril è il posto probabilmente più frequentato di tutta la jamaica ,e possiede una lunga spiaggia di ben 11 km ed un calmissimo mare dai riflessi verdi e blu che sono uno spettacolo veramente incredibile.
La lunga spiaggia chiamata Long Bay, termina a nord con un promontorio roccioso “Rutland Point” al di la del quale si trova la magnifica “Bloody bay” , una spettacolare insenatura naturale dove ha sede il nostro villaggio. Il nome deriva dal fatto che nel XIX° secolo la baia veniva usata dai cacciatori di balene per macellare le loro prede (da qui il nome baia del sangue).
La giornata passa al sole a ritmo di musica reggae, proprio dietro le nostre sdraio ci sono delle casse musicali dimensione grattacielo, e da canti e balli del personale (tutto jamaicano) del villaggio.
Abbiamo modo di conoscere le canzoni di un’artista Jamaicano che qui va davvero forte: Sean Paul, da noi diventerà famoso solo circa due mesi dopo il nostro rientro in Italia.
Le sue “Gimme the light”, “get busy”, “like glue” sono state il tormentone di tutte le nostre giornate passate in jamaica.
Dopo le 16.00 il tempo cambia e le nuvole cominciano a imperversare sulla Bloody bay, un’altra costante del viaggio sarà il repentino cambio del tempo tra le 16.00 alle 17.00, che porterà quasi sempre una spruzzata di pioggia per poche ore.

12/07/2003 Mayfields fall’s

Dopo aver trascorso una mattinata sdraiati al sole partiamo subito dopo pranzo per le Mayfield Falls, sulle Dolphin Head Mountains; qui una serie di cascate formano 21 laghetti definite “jacuzzi naturali”.
Sulla strada facciamo una sosta a una sorta di “autogrill” molto artigianale dove ci viene offerta della frutta fresca. La strada per arrivare alla Mayfields fall’s è abbastanza lunga e tortuosa e sinceramente non vediamo l’ora di scendere dal pulmino. Finalmente arriviamo all’ingresso dell’azienda agricola-tropicale dove lasciamo i nostri indumenti, gli asciugamani e quant’altro in alcuni armadietti e solamente in costume da bagno e scarpette antiscivolo ci dirigiamo verso le cascate.
Per primo attraversiamo un ponte di legno e poi cominciamo a seguire il percorso del fiume, arrampicandoci sulle pietre e risalendo fino alle cascate. L’acqua è incredibilmente gelata, ma per salire fino in cima si deve necessariamente passare sul fiume ed attraversare i suoi laghetti, perciò armati di tanta buona volontà compiamo tutto il percorso. Le nostre telecamere e le macchine fotografiche sono state trasportate per tutto il tempo da un ragazzo jamaicano in un sacco impermeabile giallo che, con tutta tranquillità, si è fatto saltellando tutto il tragitto, con il suo immancabile spliff in bocca, mentre noi annaspavamo in cerca di qualsiasi appiglio possibile!!
Nonostante l’acqua sia gelatissima, è di un colore splendido ed il bagno nei suoi laghetti è comunque una bellissima esperienza, lungo il tragitto, inoltre, possiamo ammirare una folta vegetazione, tra cui gli alberi del pane e la bellissima “spatodea” una pianta con degli splendidi fiori rossi vermiglio conosciuti come “tulipani africani”. Alla fine del tragitto si ritorna al punto di partenza passando attraverso una piccola foresta dove vediamo una pianta simile alla felce che appoggiata al corpo lascia una colorazione biancastra ed una pianta detta “saponaria” che a contatto con l’acqua e sfregata tra le mani produce una schiumetta simile al sapone.
In serata torniamo esausti al villaggio dove concluderemo la giornata godendoci lo spettacolo offerto dai ragazzi dell’animazione.

13/07/2003 Negril

La mattinata passa piacevolmente in spiaggia, con altri ragazzi decidiamo di fare una passeggiata lungo la baia e così facendo facciamo conoscenza di alcune persone del posto che stanno nella porzione di spiaggia libera al confine con il nostro villaggio. Fare amicizia con i jamaicani è davvero facile, basta fermarsi a parlare un minuto ed è fatta. L’approccio iniziale è quasi sempre stato da parte loro per interesse a venderti ganjia (che comunque in jamaica è illegale) , ma una volta chiarito il nostro disinteresse, il dialogo è sempre continuato piacevolmente, con il loro immancabile sorriso e le parole “respect” con cui facevano notare il loro rispetto verso le tue scelte e “no problem” con cui cercavano di rassicurarti su tutto.
Il resto della giornata passa piacevolmente tra bagni e sole, ed al ritorno in serata nella nostra camera trovo un gruppo di musicisti che sotto il mio balcone intonano “my girl”…. una serenata commissionata da Andrea apposta per me!!!
Per cena andiamo al “Blue Horizont west”, un ristorantino fantastico sulla West end, a strapiombo sul mare, dove la Mamy ci prepara un succulentissimo piatto di spaghetti con pomodoro ed aragosta e per secondo un’altro piatto di aragosta con contorno di riso e verdure. Le aragoste, freschissime e buonissime arrivano direttamente dal mare sottostante il ristorante e vengono preparate li davanti a noi.
A pancia piena torniamo al villaggio a bordo di un piccolissimo pulmino accompagnati da un ragazzo del ristorante, dove poi termineremo la serata godendoci lo spettacolo in spiaggia.



14/07/2003 Dintorni di Negril

In mattinata, dopo aver fatto un giro per la baia, mi faccio fare le “treccine” da una signora in spiaggia per entrare in pieno nello spirito jamaicano! La mattinata passa facendomi tirare per bene la testa e chiacchierando allegramente con la “parrucchiera” e con ragazzi del posto che sostavano per fare amicizia.
Nel pomeriggio decidiamo di andare con Marco (io e Andrea e altre due coppie) a trovare un suo amico rasta e la sua famiglia, un rasta vero, conosciuto da Marco qualche tempo prima. Partiamo a bordo di un piccolo pulmino per un paesino non molto lontano da Negril, ma fuori dagli itinerari turistici, immerso in una natura lussureggiante. Lungo il percorso ci fermiamo ad un piccolo bar dove assaporiamo una sorta di ghiacciolo in un sacchettino di plastica, da cui, praticando un foro, si succhia il prodotto.
Ripreso il tragitto arriviamo al paesino dove incontriamo per primo il proprietario delle terre su cui sorgono le case di questo piccolo agglomerato, poi una signora anziana molto gentile che ci viene incontro per salutarci e che ci racconta con le lacrime agli occhi dei suoi problemi di salute, ma che ci mostra anche con soddisfazione il suo giardino ed i suoi alberi da frutto, poi è la volta di una donna che ci chiama a vedere il suo piccolino appena nato ed infine attorniati da numerosi bambini arriviamo all’ultima casa, in fondo all’unica via del paese dove ci aspetta l’amico di Marco.
L’incontro con questa famigliola è davvero bellissimo: insieme al padre ci sono due dei suoi figli, mentre la moglie insieme al figlio più piccolo è in città a trovare la madre.
Il capofamiglia ci saluta con il tipico “yeah mon” e poi ci offre i frutti della passione che lui stesso coltiva (devo dire veramente buoni) e ci porta a vedere la sua piccola piantagione di ganjia offrendo uno spliff a chiunque lo desideri.
I rasta con la loro tipica capigliatura a dreadlock sono la parte più tipica e pura della jamaica: la loro è una fede che si fonda sull’amore e la non violenza: i principi del rastafarianismo si fondano sulla credenza che la razza africana sia una razza eletta da Dio, discendente dagli ebrei in seguito alla diaspora e che la Jamaica è la babilonia in cui i rasta sono in esilio; un giorno Dio (jah) li condurrà fuori da Babilonia per portarli a Sion, la terra promessa. I seguaci di questa fede fumano ganjia (ma non tutti) ed osservano rigide regole bibliche che esortano a vivere in armonia con le tradizioni del vecchio testamento, sono inoltre vegetariani, astemi e disprezzano il consumismo.
Tutti questi principi sono ben radicati nella famiglia in cui siamo ospiti, persino i bimbi crescono con queste idee, ma ci viene spiegato che a volte rappresenta un problema fare capire ai bimbi che è vietato bere bibite come la coca cola, avere la televisione, la corrente elettrica ecc. Questa famiglia vive a stretto contatto con la natura, cibandosi di ciò che la natura gli offre, vivendo alla giornata.
Dopo circa un’oretta dal nostro arrivo inizia a piovere e ci viene offerto di entrare nella piccola e umile casa, dove ci sdraiamo tutti assieme su di un grosso letto nella prima stanza e continuiamo allegramente a chiacchierare. Uno dei bambini ci mostra la cameretta dove lui e i suoi fratellini dormono, è piccola con un altro grande letto che li accoglie tutti, alle pareti ci sono appese una miriade di foto fatte dalle persone che sono passati a trovarli e che gliele fanno avere per ricordo. Finito di piovere salutiamo i nostri nuovi amici e ci incamminiamo per la strada del ritorno; prima di giungere al pulmino il proprietario terriero che ci aveva visto all’andata ci chiama e ci offre del cocco che accettiamo tutti di buon grado.
Sulla strada del ritorno ripenso soddisfatta a questa insolita giornata, passata in casa di persone a noi fondamentalmente sconosciute eppure così gentili e disponibili.
Sicuramente questo sarà uno dei ricordi più belli che porterò con me da questo viaggio.

15/07/2003 Negril

Per oggi abbiamo deciso di passare una giornata a rilassarci sul bellissimo mare dei carabi: in prima mattina partecipo al solito corso di aerobica in acqua agitandomi per circa un’ora al ritmo della musica diffuse dalle casse (sempre formato grattacielo) posizionate sulla spiaggia, e poi con Andrea decido di fare la nostra solita gradevole passeggiata lungo la baia.
Nel primo pomeriggio accompagniamo una coppia del nostro gruppo al pulmino che li riporterà in aeroporto, mentre il resto della giornata la passeremo ancora in spiaggia.
In serata decidiamo di cenare in un ristorante tipico all’interno del villaggio dove veniamo serviti da camerieri elegantissimi in guanti bianchi.
Il locale è davvero molto bello ed il servizio impeccabile, ma il cibo (probabilmente “novel cusine” jamaicana) è decisamente meno di quello che siamo abituati a mangiare al ristorante centrale e così, usciti dal ristorante, con ancora un posticino disponibile nello stomaco decidiamo di andare a mangiare tutti assieme una pizza nell’ottima pizzeria all’interno del villaggio!!!. La serata terminerà come al solito godendoci lo spettacolo organizzato dai ragazzi dell’animazione.

16/07/2003 Negril..di nuovo aragosta!!!

La mattinata passa allegramente in spiaggia con un magnifico sole ed una temperatura gradevolissima, i ragazzi dell’animazione hanno preparato una festa in spiaggia, si balla, si canta si sorseggia copiosamente rum e si mangia pollo fritto sugli spiedini.
Le ragazze hanno coloratissime ghirlande di fiori mentre i ragazzi improvvisano danze incredibili tenendo in testa un bicchiere colmo di rum e cercando di non farlo cadere.
La musica di Sean Paul la fa da padrone, ma anche i vecchi miti del raggea si fanno sentire dalle solite enormi casse.
Per pranzo decidiamo di tornare al Blue Horizont West a mangiare aragosta, e così ci facciamo venire a prendere dal solito pulmino e ci facciamo accompagnare al locale.
Questa volta la strada la percorriamo di giorno, così possiamo ammirare al meglio i luoghi lungo il tragitto. Il locale si trova nella zona nota come West End o “the Rock”, praticamente un altopiano roccioso di diversi chilometri, dove in cima alla parete rocciosa sono sorti una miriade di piccoli hotel e ristoranti.
La West end Road si snoda lungo la sommità della scogliera è stretta e tutta curve e la percorriamo quasi tutta per arrivare al ristorante.
Arrivati troviamo la mamy che ci attende mostrandoci le fresche aragoste che da li a poco andremo ad assaporare.
Nell’attesa di pranzare ci affacciamo sulla grande terrazza a picco sul mare, la vista che si gode è favolosa, la volta prima essendo buio, non avevamo apprezzato in pieno tanta bellezza, ma ora riusciamo a goderci tutto lo spettacolo.
Mediante piccole scalette è possibile accedere alla parte bassa del promontorio da cui ci si può anche tuffare per fare il bagno; Andrea con altri ragazzi scende per raccogliermi delle piccole conchiglie ma non fa il bagno per via delle onde un po’ troppo forti.
Il pranzo è come la volta scorsa magnifico, e ultrasazi ed estremamente soddisfatti ci riaccompagnano al villaggio.
Il resto della giornata la passeremo ad oziare beati al sole.

17/07/2003 Negril

La mattinata trascorre piacevolmente tra bagni, camminate, tuffi e tanto sole.
Purtroppo subito dopo pranzo su Negril si scatena il diluvio universale, la pioggia è veramente intensa, il vento fortissimo ed i lampi e i tuoni dominano tutto il pomeriggio.
Passiamo buona parte della giornata a giocare a giochi di società nei locali del villaggio, un po’ amareggiati per il brutto tempo ed assistiamo alle prove dei ragazzi dell’animazione per il musical “cats”…. d’altronde è luglio, siamo ai caraibi….. lo sapevamo anche prima di partire di questa eventualità ed in fondo c’è andata anche bene!!!!
Non appena si calma un po’ la pioggia (ma solo poco prima di cena) decidiamo di fare un giretto a piedi fuori dal villaggio. Arriviamo in una stazione di servizio con annesso un piccolo negozio dove ci fermiamo per comprare dei dolcetti e delle caramelle. Qui ci accolgono con l’immancabile “yeah mon” e ci accorgiamo di essere diventati una specie di attrazione, probabilmente non molti turisti si fermano ad una stazione di servizio….
Nel piazzale vicino alle pompe di benzina ci sono numerosi ragazzi vestiti con un abbigliamento molto hip-hop, addobbati con vistose collane, bracciali e anelli in oro che trafficano con le loro macchine truccate dai bellissimi disegni sulle carrozzerie, e dagli accessori molto vistosi e anche un po’ pacchiani.
Prima che si scateni di nuovo il diluvio decidiamo di tornare al villaggio dove ci ritireremo nelle nostre stanze in attesa della cena, e poi finiremo la serata riguardandoci nuovamente cats…

18/07/2003 Da Negril Village al Rick’s Cafè

La mattinata ci riserva un sole che a tratti scompare e a tratti riappare, ma riusciamo a goderci comunque la vita da spiaggia fino all’ora di pranzo. Da mezzogiorno a circa le 14.30 si abbatte ancora su di noi il diluvio, per fortuna a differenza del giorno prima durerà solo circa due ore, e ci permetterà di andare a fare un giro in paese così come avevamo preventivato.
Con un sole piuttosto debole ed una umidità davvero alta ci dirigiamo a Negril village, dove per primo facciamo tappa ad un centro commerciale (da non immaginare come i nostri centri commerciali, ma in realtà come un’insieme di negozietti specializzati in souvenir ed abbigliamento molto turistici) e poi ad un mercato artigianale dove in semplicissime baracche vi sono una miriade di pittori, scultori, creatori di collanine ecc.
Qui acquistiamo una stupenda scultura in legno scurissimo raffigurante il viso di un rasta, scolpito nei minimi dettagli con particolare attenzione ai dreadlock e alla lunga barba.
Finito il giro al mercatino prendiamo il nostro pulmino diretti sulla west end road per andare a visitare il Negril Lighthouse, un faro bianco alto 20 metri che illumina il punto più occidentale dell’isola. Il faro eretto nel 1894 è resistito ai grossi uragani che hanno imperversato sull’isola e non a torto è considerato uno degli edifici più antichi rimasti intatti in jamaica. Il guardiano del faro ci guida per tutti i 103 gradini che bisogna salire per ammirare il panorama dall’alto, tutto il percorso è abbastanza semplice tranne l’ultimo strettissimo tratto, dove gli scalini sono diventati ripidissimi, quasi come in una scala a pioli. Arrivati in cima ed usciti sulla balconata attorno alla lanterna si ha davvero una vista mozzafiato che ripaga di tutta la salita, peccato per il tempo un po’ incerto che non ci ha fatto godere appieno del panorama.
Scesi dal faro ci dirigiamo verso il Rick’s Cafè un raffinato bar-ristorante alla moda dove possiamo ammirare il tramonto dalla scogliera sulla quale è abbarbicato il locale.
Dalla scogliera (alta parecchi metri) è possibile gettarsi in una porzione d’acqua dal colore veramente incredibile: qui la colorazione è di uno smeraldo intenso, mai visto un colore simile. I turisti più temerari possono cimentarsi in questi tuffi pagando circa due dollari, mentre i ragazzi del posto si lanciano da altissimi alberi sulla scogliera per pochi dollari in più. Mentre ammiriamo le acrobazie di tuffatori esperti e non, il paesaggio si colora di un tramonto color pesca, in parte mitigato dal tempo un po’ incerto e nell’aria si diffonde la musica di uno dei tanti gruppi musicali che si esibiscono abitualmente nel locale.
A sole ormai calato si decide di tornare al villaggio dove termineremo nella discoteca la nostra serata.

19/07/2003 Negril

Già dalla mattina una bellissimo sole si affaccia sulla nostra baia, finalmente il tempo incerto degli scorsi giorni ci abbandona e lascia il posto allo splendido sole caraibico.
Decidiamo di prendere dei pedalò e facciamo un giro su un mare incredibilmente calmo.
La giornata è così bella che l’acqua è stra-popolata di una miriade di mezzi: pedalò, piccoli catamarani, moto d’acqua, banana boat ecc. ci vorrebbe un “vigile d’acqua” per tenere a bada tutti questi mezzi che per fortuna possono circolare solo a largo della costa, al di là delle boe di segnalazione, per non creare pericoli ai bagnanti.
Il resto della giornata passa ad oziare al sole allietati dalla solita musica e appagati per una così splendida giornata.
Al tramonto la spiaggia si colora di tonalità intensissime, lo spettacolo è meraviglioso, Andrea ne approfitta per fare l’ultimo bagno della giornata.
In serata partecipiamo al “Toga party” alla discoteca del villaggio, da far notare è il modo di ballare del Jamaicani, che si basa su movimenti lenti, sinuosi strusciandosi tra uomini e donne. È un modo di ballare molto sensuale ed esplicito, forse un po’ esagerato per le nostre abitudini, ma a quanto pare molto gradito da turisti e turiste sole in cerca di divertimento….

20/07/2003 Negril Italia-Jamaica

Anche questa giornata si svolge sotto un sole fantastico, neanche la consueta spruzzata di pioggia serale decide di farsi vedere.
Dopo una piacevole mattinata passata sdraiati al sole, Andrea ed altri ragazzi decidono andare a fare una partita a calcetto in un campo non molto lontano dal villaggio, l’idea è quella di fare una partita Italia-Jamaica con alcuni amici chiamati da Marco.
L’evento partita non ha però molto successo e all’invito di Marco risponde solo un jamaicano (trovato per caso nei pressi del campo) che si giocherà tutta la partita con il suo immancabile spliff in bocca….
Al ritorno dei ragazzi decidiamo di ritornare al centro commerciale visitato qualche giorno prima per fare gli ultimi acquisti e ci facciamo chiamare un pulmino dal personale alla hall che ci porterà al centro.
Qui compriamo soprattutto piccoli ricordi per amici e parenti e un cd dello stra-ascoltato Sean Paul in ricordo di questa vacanza…peccato che il cd è masterizzato, con tanto di copertina fasulla e falsi “autentici” sigilli sulla confezione.
Beh… poco male in fondo in Italia siamo stati comunque tra i primi a possederlo!!!
Al ritorno ci fermiamo nuovamente in spiaggia per goderci gli ultimi momenti di luce ed assistere anche oggi ad uno splendido tramonto.

21/07/2003 Negril

Questa è l’ultima giornata piena che passeremo in jamaica, ci godiamo in pieno il mare, il sole, la sabbia bianca, le palme….
La musica fuoriesce dalle solite casse e parecchia gente balla in spiaggia a ritmo di musica. Girovaghiamo un po’ per il villaggio per fare alcune foto ricordo nei posti più belli, comincio a sentire un po’ di tristezza, si avvicina inesorabilmente il momento della nostra partenza. Facciamo un salto a salutare anche un grosso granchio che ha la tana proprio vicino la nostra stanza e che uno dei primi giorni ci siamo ritrovati in camera (e non con poco spavento!!) e poi riprendiamo a goderci per il resto della giornata la vita da spiaggia.
A fine giornata arriva la solita piccola spruzzata di pioggia caraibica, ma non torniamo di certo in stanza…..anzi!!! come i ragazzi jamaicani nella spiaggia libera accanto, optiamo per un lungo bagno in un’acqua incredibilmente calda.
In serata assistiamo alla premiazione dei tornei fatti nel corso della nostra vacanza, Andrea vince numerose bottiglie di vino che però evitiamo (sia per il peso che per la scarsa bontà) di portarci in Italia, ed infine assistiamo allo spettacolo di addio al teatro del villaggio.

22/07/2003 Negril

E’ purtroppo arrivato il giorno della partenza, passiamo circa un’oretta a preparare i bagagli (come al solito pieni il doppio rispetto all’andata) e poi ci godiamo la mattinata in spiaggia sotto un sole davvero caldo.
Dopo pranzo il pulmino ci attende per riportarci all’aeroporto di Montego Bay, la vacanza è davvero giunta al termine, salutiamo i ragazzi dell’animazione e tutte le persone conosciute alla Jamaicana, con l’immancabile “yeah mon” e poi saliamo sul pulmino.
La vacanze è davvero finita.
Della Jamaica ricorderemo soprattutto la gente: un popolo caloroso e gentile, estremamente spiritoso ed ironico. Non abbiamo mai trovato durante il nostro soggiorno la scorrettezza e la cattiveria delle persone nei nostri confronti, così come molti ci avevano riferito prima della nostra partenza. Ho trovato però un popolo comunque povero che sta tentando di risalire la china, un popolo che ha vivo il ricordo dello schiavismo e del razzismo e che per questo a volte stenta a fidarsi subito delle persone estranee.
Ritorniamo così dalla Jamaica, paese fantastico ed indimenticabile, carichi di ricordi nelle valigie e nei cuori, portando un cd tarocco in tasca ed un pizzico di ironia in più, ma in fondo… Jamaica… no problem!!!!

Il Viaggio Fai da Te – Hotel consigliati in Giamaica

 

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