Il Paradiso verde

di Virna – 
Viaggio effettuato dal 5 al 31 dicembre 1998 da Virna e Savio

5/12/98
Torino ore 7.15 suona la sveglia. Incubo. ore 7.30 suona il campanello è Peppo! di già? ci deve accompagnare all’aeroporto, ma è un pò in anticipo….Raccattiamo ‘gniccosa e via verso nuove avventure.
Ore 8, 40 siamo all’aeroporto è presto, prestissimo l’aereo parte alle 10,55, mah!……. I terminali non funzionano e quindi tutto và a rilento, talmente a rilento che il check-in viene fatto a mano e l’aereo parte con un’ora di ritardo. Arrivati a Roma ci assicuriamo che non ci scarichino i bagagli…..Mentre aspettiamo per l’imbarco scambiamo 4 chiacchiere con un ragazzo italiano che vive in Australia e che lavora per la Quantas, compagnia con cui voleremo tra poco. Sull’aereo ci aspetta una bella sorpresa abbiamo 4 posti tutti per noi Waohhh!!! Volo tranquillo visto XFile il film.

6/12/98
Ore 7, ora di Bangkok arriviamo, solite formalità, poi cerchiamo di capire dove fare il biglietto per Hanoi. Sembra complicato, forse perchè è l’alba e non c’è molto movimento. Più tardi, mentre Savio “tacchina” una cinese, come farà???? capisco dove fare i biglietti e per la modica cifra di 6385 Bath = 290.000 circa, a testa il Vietnam sembra più vicino. Al controllo bagagli si accorgono del coltellino “Opinel” nel marsupio e ce lo spediscono “a parte”, speriamo arrivi!. Sono le 13.30 ed ho un sonno becco! Si riparte, finalmente, spuntino a bordo, non male l’aereo, alle 16,20 siamo ad Hanoi, cielo grigio, non fa molto caldo. Solito casino per controllo passaporti più solito mercanteggiare per pulmini e taxi, alla fine si và. Per fortuna è ancor chiaro e riusciamo a vedere un primo pezzo di Viet-nam. E’ una bella impressione: donne col cappello conico e campi coltivati, biciclette e buoi al pascolo. Girovagato un pò col minibus prima di trovare un albergo senza spendere troppo ma la media è sui 15$. Ci sistemiamo in uno di questi, il Thuy Lâm nella parte vecchia della città, non è male stanza grande appena ridipinta, bagno decente frigorifero, tele. che si può volere di più? Doccia veloce e poi via verso la prima cena vietnamita. Abbiamo assaggiato il Châ cá un miscuglio di spaghetti di riso saltati in padella con verdure, pesce e menta fresca, noccioline e la famosa salsa Nuoc-mam, salsa a base di pesce fermentato, di odore sgradevole ma di buon sapore. Buona la birra, esagerato il prezzo 17 mila lire in 2. Qui fuori fanno da mangiare ovunque per strada e sicuramente costa meno. Domani vedremo. Il quartiere vecchio è bellissimo , un grandissimo mercato ci si trova di tutto. ognuno vende qualcosa, si chiama 36 Pho Phuong = 36 strade. Qui le 36 corporazioni occupano ognuno una strada diversa ed ogni strada ha il nome della merce che viene venduta. Si trova davvero di tutto e girovagare per questi vicoli è decisamente affascinante,Per il momento andiamo a dormire, dire che siamo pesti è poco!
7/12/98
Sveglia alle 9! abbiamo dormito 12 ore. Ci voleva. Colazione con uova strapazzate e poi via nel traffico caotico di Hanoi fatto di bici, motorini, ciclopousse, pulmini, gente a piedi. Un rumore infernale, tutti suonano, attraversare la strada è un terno al lotto. Sembra che ti puntino, poi si spostano. sui marciapiedi non si può camminare sono ingombri di motorini, merci, cucine e persone che mangiano o lavorano, percui si cammina per strada. Cerchiamo una stazione dei pulman, che non troviamo, in compenso per attraversare un ponte saliamo su 2 motorino guidati da locali. Esperienza da brivido sia all’andata che al ritorno, ma qui è normale farsi dare un passaggio, a pagamento, in questo modo. Banche chiuse, nessun bancomat, brividi… Poi la Vietcom Bank apre e riusciamo a cambiare dei soldi. Molto carino il lago Hoan Kien, nel cui centro, su un isolotto, sorge la pagoda della tartaruga, uno dei simboli della città. Abbiamo camminato molto e siamo stanchi, forse ancora fusi dal fuso, sono solo +6 ore, (è la prima volta che mi sento così schifezza) decidiamo di prendere un ciclopousse per andare in un’altra stazione dei bus. Non è quella adatta alla nostra destinazione, riprendiamo un altro ciclopousse (per chi non lo sapesse sono dei “carretti” trainati da una bici, che può essere sistemata indifferentemente davanti o dietro) e ci facciamo portare al mercato che è grande ma niente di particolare. Stanchissimi torniamo in albergo, dove ci riposiamo un pò prima di cena che facciamo in un posto adocchiato nel pomeriggio, rist. Dô Thanh un misto di cinese-viet niente ma per pochi Dong (moneta vietnamita = 0.12 lire). Ottimo caffè, che sapeva di cioccolata, in un minuscolo bar nascosto. Si va a dormire stanchi domani dovremmo ripartire.
8/12/98
Dopo colazione con un taxi andiamo alla stazione dei pulman che ieri non abbiamo trovato. Partiamo alle 10.30 direzione Cao Bang, paese vicino al confine cinese abitato da gruppi di etnie diverse. Questo pulman ci scarica in una stazione di un non precisato paese verso le 13,30. Qui ci fanno salire su un altro pulman che partirà solo alle 15. Non siamo molto contenti dell’attesa, ma nel frattempo facciamo amicizia con i locali che ci offrono dei mandarini, cerchiamo di comunicare in qualche modo. E’ divertente. Stressante invece, il fatto che l’autista ogni tanto metta in moto il suo scassatissimo trabiccolo o che decida di andare avanti ed indietro per il paese a cercare clienti. Per fortuna alle 15 si parte definitivamente. Noi siamo stanchi, abbiamo sonno da quando ci siamo alzati, non so come mai ma non riusciamo ad adeguarci all’orario, questo viaggio, anche se all’inizio, comincia ad essere faticoso. Anche la posizione sul pulman non è delle più comode. Alle 18 ci fermiamo a Bac Can, dove ci consigliano di mangiare qualcosa .Conosciamo così un simpatico vecchietto, proprietario del “ristorante” che parla un pò di francese e che ci ospita alla sua tavola. Gli chiediamo così qualche informazione e scopriamo che la nostra strada è ancora lunga, mancano infatti 118 km di strada brutta, in salita e piena di curve. Niente male davvero, la cosa più simpatica è che volevamo vedere il paesaggio, ma ormai è buio e non vedremo nulla. Il panorama fin qui non è stato male, risaie, alcune in secca altre verdi, campi, mucche, capanne molto bucolico e rilassante. L’umore a questo punto non è dei migliori, la stanchezza non è passata, anzi…Quando scopriamo che l’autista ci ha “venduti” ad un altro autista e che gli unici posti liberi sono i peggiori che potevano esserci cadiamo nello sconforto più totale. Il nuovo autista è uno che vuole comunicare a tutti i costi. Ci scrive USA su un foglio e quando gli facciamo capire che siamo italiani” è più felice. Anche noi! Poi cerca di capire quanti anni abbiamo e così via…tanto non si parte ancora. Io ho i piedi in un buco dove già uno ci sta a malapena e il mio “sederino” è dentro un buco della panca sfondata. Savio non sta certo meglio, con gli zaini addosso e un viet a fianco. Finalmente si riparte, la strada che fino ad ora era stata normale si trasforma in un’unica striscia di cemento con buche e terra ai lati . E’ un massacro, siamo stanchi e doloranti, non sappiamo dove mettere le gambe ed i piedi iniziano a formicolare e sono roventi, a causa della vicinanza col motore. Le ore sono interminabili, come il viaggio, l’autista cerca di fare il gentile offrendoci anche una terribile bevanda a base di Ginseng… ci fermiamo più volte per vari motivi, tra cui lo scontro con un camion in curva. Per fortuna niente di grave e poi a 25 km dalla meta a mezzanotte e mezza, l’autista decide di dormire. Si risveglia verso l’1,30. Alle 2,15, più morti che vivi, i nostri eroi giungono finalmente a Cao Bang. Ci facciamo aprire l’albergo che sta a fianco della stazione dei bus e dopo una doccia, eravamo neri di polvere, verso le 3,30 finalmente si dorme!!!!
9/12/98
Alle 10, a fatica, ci alziamo, non abbiamo fame, ci mettiamo a girovagare per questa cittadina. Il mercato è simpatico, ci sono donne con sciarpe colorate in testa, altre con i cappelli conici ed il bilanciere a spalla. Ho visto vongole gigantesche. Ci siamo, poi, arrampicati sulla collina dove c’è il monumento ai caduti, da cui si vede un bel panorama e per fortuna è uscito il sole e comincia a scaldare. Ieri sera c’era la nebbia quando siamo arrivati, ma non è che ci sia poi molto da vedere in questo posto. Qualche momento di nervosismo tra di noi sull’organizzazione di questo giro, sul fatto che se non si è con un viaggio organizzato non si riesce a vedere niente. Si perchè qui intorno ci sono un sacco di grotte ed un lago ma i bus sono già partiti e non c’è modo di schiodarsi. Suggerisco di noleggiare una moto ma la mia proposta cade nel vuoto….(forse perchè qui, oltre alla moto, bisogna “noleggiare” anche il suo proprietario/autista cosa non certo entusiasmante visto come guidano!) E così cazzeggiamo per il paese, ci informiamo per il bus di domani, partenza ore 4 del mattino per Lang Son, dalle 6 alle 8 ore di pulmann che goduria!!!
10/12/98
A volte ritornano. Si anche gli incubi più brutti tornano, anzi questo non è ancora finito. Abbiamo dormito poco, ci siamo alzati alle 3,30 alle 4 eravamo sul pulmann. Freddo, freddo e ancora freddo. Pulmann con saracinesche al posto posto dei vetri e buchi nelle saracinesche. Si parte aria dappertutto Fa freddo!. Siamo un pò più comodi dell’altro giorno, ma non troppo. E’ buio quindi anche oggi lo splendido panorama non si vede. La strada è peggio dell’altra…Rischiara, io gelata, mi addormento, quando mi sveglio non riesco a vedere niente perchè le saracinesche sono abbassate, data l’aria. Qualcuno vomita grazie alla delicatezza delle curve….finalmente alle 10,30 arriviamo. savio è esausto, distrutto sfiduciato, non ha dormito nè stanotte nè sul pulmann. Lang Son non ci entusiasma e così, nel giro di poco, siamo dinuovo su un pulman, piccolo questa volta una specie di bemo come quelli dell’Indonesia, alla volta di Hanoi. L’autista, tanto per cambiare, è un pazzo, Savio è sempre più esasperato. Verso le 16 siamo finalmente ad Hanoi dove decidiamo, saggiamente, di prendere un “pacchetto” viaggio attraverso il circuito dei “SINH CAFE'”, per la baia di Halong per domani. I Sinh Cafè sono agenzie di viaggio statali, come i Kim Cafè i Linh Cafè ecc, potete scegliere quello che vi soddisfa di più. Tanto per cambiare al sveglia sarà alle 6.
11/12/98
Naturalmente si parte in ritardo, Il gruppo è eterogeneo e nemmeno troppo numeroso. Dopo 1 ora di viaggio su un pulmann grande e finalmente comodo, ci fermiamo a fare colazione, chiaramente a carico nostro. Il posto è ovviamente uno spelaturisti ma, se hai fame, ti fai spelare volentieri. Dopo altre 3 ore e mezza di strada sconnessa, in rifacimento, da fare ecc. siamo in vista della famosa baia di Halong immortalata in più film. Il cielo è grigio e non fa particolarmente caldo, il dubbio di aver scelto la stagione sbagliata per questo viaggio ci assale! Ci sistemiamo in un albergo simile ad altri, senza infamia e senza lode, al 4° piano senza ascensore naturalmente! Pranzo ottimo ed abbondante. Conosciamo così una simpatica ragazza belga che parla italiano. Navighiamo,su un grosso barcone, per circa 3 ore nella baia in mezzo a pinnacoli e pan di zucchero che emergono dal mare. Il posto è bello, niente da dire, ma con questo cielo grigio, il freddo, la barca un pò troppo vaporetto per Venezia, l’effetto non è certo quello sperato. Finita la gita, cena non male e 2 passi per le vie di Bay Chai.
12/12/98
Bel giro, con barca più piccola, in mezzo alle rocce e visita alle grotte. Meglio di ieri, in più c’è il sole e fa bello, che si può volere di più?
Pranzo tuttiinsiemeappassionatamente, stile gruppo vacanze, e ritorno ad Hanoi. Arrivo in serata, dopo una doccia andiamo a cercare un posto dove mangiare. Troviamo così un “ristorante” che cucina la carne sui piatti di ghisa. Mangiato benissimo. Dopo cena decidiamo di vedere lo spettacolo delle Marionette sull’acqua, Water Puppet Theater molto bello e suggestivo. Curioso per il fatto che i burattinai sono immersi nell’acqua fino all’anca, cosa tipica dei vietnamiti che nell’acqua ci vivono, dietro una tenda di bambù che li nasconde al pubblico. Le marionette sono fissate a lunghe aste di bambù e manovrate tramite corde. L’effetto è incredibile in quanto sembra che camminino sull’acqua., il tutto con sottofondo di musica viet. Finiamo la serata in un Cyber cafè per comunicare con casa.
13/12/98
Altra levataccia per andare in gita ad Hualù, prima capitale del Vietnam sempre con i Sinh Cafè che diventeranno il nostro punto di riferimento in ogni città. Hualù è definita la baia di Halong terrestre perchè il panorama che offre canali navigabili sono costellati di spuntano Visitiamo i due templi/palazzi imperiali, saliamo circa 300 scalini per ammirare il panorama da un cucuzzolo, spettacolo proprio niente male. La cosa più incredibile sono i ragazzini che corrono su e giù per questo ripidissimo e stretto sentiero, a piedi scalzi, senza il minimo sforzo. Dopo un magro pasto ci portano in giro per i canali su piroghe fino alle grotte (donne che pagaiano con i piedi) e ritorno. Molto suggestivo, sia il posto che le imbarcazioni. Very good! sosta a Ninh Binh da cui prenderemo il bus per Don Ang. Dopo un giro per il mercato della città, molto grande torniamo all’albergo che fa da punto di riferimento per i pulmann del Sinh Cafè. il padrone ci avvisa che la guida della Lonely planet, che tutti usano, parla male del suo hotel a sproposito e ci tira su una filippica mai vista sul tipo che ha scritto la guida. ceniamo lì e per un pò ci lascia in pace, poi, dopo cena un gran ridere con lui, la moglie ed un giapponese di nome Caruto San e 2 ragazze tedesche in un mix di italo-anglo-giappo-viet-francese che non si può raccontare…nottata in pulmann.
14/12/98
Dormito così così, mi sveglio che piove e come piove….Ieri sera le doitch ci avevano avvisato che giù il tempo era brutto, ma così nemmeno nei nostri incubi peggiori! Quando arriviamo a DongAng ci passa la voglia di fermarci quindi, dopo aver discusso col tipo del Cafè che voleva farci fermare a tutti i costi perchè il nostro biglietto era valido solo fin lì, proseguiamo per Huè, città storica più interessante del paese, dove arriviamo verso le 11 ed il tempo è sempre schifoso. Prendiamo una stanza nell’albergo dove si ferma il bus per non stressarci la vita più di tanto, poi dopo aver lavato i panni e rivestiti per benino decidiamo di affrontare il vento e la pioggia. Vediamo così la cittadella ed il palazzo imperiale di Huè sotto l’acqua. Faccio giusto una dico una foto. Nonostante le mantelle lunghe della Ferrino siamo zuppi. I piedi marci ed gelati dai piedi alla testa. Che palle! Ma il sole dov’è???? In albergo stendiamo i nostri abiti bagnati e ci mettiamo ad asciugarli con il phon…..
15/12/98
Sveglia alle 5,45 Tour sulla DMZ, che cos’è la DMZ? non avete visto i film sul Vietnam? La DMZ è l’area smilitarizzata che faceva da linea di demarcazione tra i due Vietnam in guerra. La zona a sud della DMZ fu teatro di alcune tra le più sanguinose battaglie del conflitto, tra cui il famoso Hamburger Hill. La giornata, tanto per cambiare è brutta e piove. La gita non sarebbe male, i posti sono belli, colline ricche di vegetazione, il fiume che scorre con le sue anse, ma dal finestrino si vede poco tanto è sporco di fango….In realtà e per fortuna non è rimasto nulla della base americana e del loro passaggio. I Vietnamiti hanno tolto tutte le mine antiuomo che infestavano queste colline ed hanno impiantato delle coltivazioni di tabacco. Non male i tunnel di Vinh Moc scavati a mano dai vietnamiti durante la guerra e dove, per 2 anni questi hanno vissuto, nelle viscere della terra. La gita è lunga perchè questi posti sono lontani tra di loro e le strade…beh le strade….
16/12/98
Si parte alle 8. Piove, che bello un pò d’acqua….Dopo colazione si parte verso Hoi An. Ritroviamo un ragazzo canadese che avevamo conosciuto alla baia di Halong. E’ un tipo un pò fuori, ma per questo simpatico, chiacchieriamo un pò con lui. La distanza tra Huè e Hoi An è di soli 140 km, ma noi riusciamo a coprirla in “sole” 7 ore di pulmann, Incredibile!!! La strada è brutta d’accordo, ma le soste forzate per ammirare non si sa bene cosa, rendono il viaggio un’agonia. Alle 15 siamo ad Hoi An dopo qualche problema per l’hotel, partiamo alla scoperta di questa città che sembra fatta per i turisti. Sartorie ovunque, gallerie d’arte, negozi di magliette, ristoranti e tanti turisti. In realtà la città non è male avrebbe bisogno di una rinfrescatina ai palazzi. E’ tranquilla non ci sono motorini o quasi. Facciamo shopping, 10 magliette, un sacco di scarpe di seta ed io mi faccio fare un vestito su misura, che è pronto in meno di 3 ore. Incredibile. Savio non sta bene, forse a cusa di un biscotto un pò ammuffito datogli dal canadese….A cena digiuna io invece assaggio il Cao Lau, piatto tipico del posto a base di tagliatelle, carne di maiale, germogli di soia, e una specie di caramello croccante, niente male. A nanna presto perchè domani la sveglia è alle 5 si va a Nah Trang. Solo 11 ore di bus!!!! AIUTO!
17/12/98
Sveglia e poi via verso il bus, che però è in attesa di altri passeggeri, così noi possiamo fare tranquillamente colazione. Savio non è ancora in forma per cui prendiamo un toast col formaggio, se non chè il “toast” si rivela del pane fritto ed imburrato, che lui non mangia. Si va, il tempo è brutto, un pò piove un pò no, le nuvole ci tengono compagnia. Il paesaggio è bello, risaie, colline, gente che lavora a mollo il verde predomina in tutte le sue sfumature. Il viaggio dura 13 ore! Per fortuna ci fermiamo solo in paio di posti. Alle 19.30 belli stanchi arriviamo a Nah Trang. Dopo una doccia andiamo sul lungo mare a cena. Il paese a prima vista sembra una nostra città dell’Adriatico, viale alberato e passeggiata lungomare. Il ristorante è carino con terrazza sul mare. Un ciclone o un tifone, non saprei, è passato da poco di qui e si è portato via alcune costruzioni sul mare…..volevo mangiare i serpenti e…mi sono accontentata delle anguille!
18/12/98
Sveglia con calma, poi si affitta, un motorino e via verso nuove avventure. Fa caldo per fortuna, anche se ci sono le nuvole. Visitiamo le torri Cham, non male, la spiaggia di Hong Cong, il grande Budda bianco ed il suo monastero, poi al porto in un risto frequentato dai locali ci fermiamo a mangiare dei granchi buonissimi. Pennichella sulla spiaggia poi dinuovo in giro per questa città che è piuttosto grande. Per cena una signora, trovata sul lungo mare, ci aveva proposto un kilo di gamberoni alla griglia che ci avrebbe cucinato lei direttamente ai giardini pubblici. ma un temporalone ci ha impedito di mettere in pratica questa proposta “indecente”. Come dice la legge di Murphy: se una cosa può andare male lo farà! Ci accontentiamo di cenare di fronte all’albergo.
19/12/98
Partenza alle 8, solite palle sul pulmann, si dorme, si legge si guarda il panorama. Bisogna dire che i pulmann della Sinh Cafè sono, in linea di massima, comodi e questo è già buono. Oggi si va in montagna, 1400mt. Si passa vicino a d alcune torri Cham e per la sorgente My-A dove l’acqua sgorga calda e viene poi imbottigliata. Arriviamo a Dalat alle 16. Albergo schifoso, ma non ci va di cercarne un’altro è già tardi e siamo pigri. Giro della Città e del mercato, Contrattiamo un pò per delle scarpe, ma alla fine non le compriamo. Cena in un risto proprio giusto a lume di candela dove mangiamo proprio bene.
20/12/98
Siamo in marcia verso Saigon dove arriveremo nel tardo pomeriggio. Infatti arriviamo verso le 4 pm, dopo aver sostato in un paio di posto più o meno interessanti. Il problema è che a noi non interessano questi stop quanto piuttosto arrivare prima possibile e questo non succede mai. Giro perlustrativo intorno all’albergo, cena e un pò di shopping. L’albergo è infatti in una zona turistica con parecchi negozi.
21/12/98
Si parte per il Delta del fiume Mekong. Dopo il tragitto via terra arriviamo ad un attracco, saliamo su una barca di quelle basse, con tutto lo scafo immerso nell’acqua, ed iniziamo la navigazione, niente di emozionante. Dopo aver pranzato in un capanno in mezzo ai canali prendiamo delle piroghe e percorriamo gli stretti canali che attraversano la giungla che ha fatto da sfondo alla guerra con gli USA. Decisamente affascinate. Tornando verso il pulmann ci sorprende un bell’acquazzone. Visitiamo un villaggio di coltivatori di fiori, niente di speciale. Interessante invece la “fabbrica” di spaghetti di riso, dove alcune donne fanno delle crepes con la farina di riso, le fanno cuocere al vapore, le mettono ad asciugare su taglieri di bambù, poi le arrotolano e le tagliano et voilà gli spaghettini sono pronti! Disavventura sul finire della serata che fa si che arriviamo a Cantoh verso le 8. L’albergo fa abbastanza schifo, puzza di muffa i muri sono scrostati ecc…
22/12/98
Si va a vedere il mercato galleggiante, mi aspettavo qualcosa di più, ma….è comunque affascinante. Un bel groviglio di saipan, piroghe, simil-gondole, gente che pesa, che compra, per capire cosa vendono basta guardare in alto verso il pennone dove sono appese, una per tipo, le verdure che vendono. in assenza del pennone vengono issate su un’asta, così si va a comprare a colpo sicuro. Facciamo poi un lungo giro per i canali con una piroga, ma dopo mezz’ora io do segni di insofferenza. Verso le 10,30 ci “scaricano” davanti ad un chiosco in mezzo al fiume, dove “gli altri” mangeranno alle 11,30. Ma se hanno finito di far colazione alle 8??? come fanno ad avere fame? Dopo pranzo si riparte alla volta di Saigon Evviva! Lungo. lunghissimo viaggio di ritorno 6 ore 2 traghetti un autista fuori di testa e 2 pitoni nel bar dove ci fermiamo per pausa fisiologica. Questo è quanto. Ore 19 siamo al Sinh cafè a ritirare i biglietti per Bangkok, Si perchè durante i viaggi in pulmann abbiamo elaborato che era ora di vedere un pò di sole, di caldo, e che sarebbe stato un bel regalo di Natale spararci su una bella spiaggia per qualche giorno……….
23/12/98
Sveglia con calma, abbondante colazione americana con lettura delle mail spedite da casa, poi via verso il casino di Saigon o Ho Ci Minh City se volete, che per quanto riguarda il traffico fa veramente impressione. Motorini e bici ovunque, come loro del resto, sono tantissimi e dappertutto! Dopo 2 settimane in questo paese abbiamo capito come fare ad attraversare la strada senza essere investiti dal fiume di motorini. Anche se fa impressione vederseli arrivare addosso, bisogna attraversare con calma senza correre, sono loro a scansarti. E’ più facile di quello che sembra! Visita al museo degli orrori di guerra, molto crudo ma ben fatto. Visitata un tempio e poi con il cyclopousse siamo andati a Cholon il quartiere cinese, dove nessuno parla inglese. Bellissimo, girato e stragirato per vie e vicoli, visto templi e negozi pieni di ogni stranezza. I più incredibili sono le erboristerie con serpenti, pipistrelli, scarafaggi ed altri animali essiccati. Chissà cosa ci curano….Compriamo balsamo di tigre per stare sul sicuro….Giriamo finchè io, stanca morta, esprimo il desiderio di rientrare in albergo. Serata in giro per ristoranti, ne visioniamo ben 3 prima di fermarci e non mangiare un gran chè. Ci siamo rifatti con un cornetto per tirarci su.
24/12/98
Vigilia di Natale. Dopo colazione ultimo girotto per il quartiere e poi partenza per l’aeroporto. Ore 11.30 si parte!!!!!!!! Alle 13 siamo a BANGKOK però ci mettiamo ben due ore prima di schiodarci tra riconferma voli del rientro, telefonate di rito a casa, capire come fare ad uscire dall’aeroporto e soprattutto dove andare a dormire. Alla fine ce la facciamo e così approdiamo al Miami Hotel, che forse una volta si poteva definire tale, ma adesso…è una schifezza, ma ha la piscina! Ci mettiamo subito in marcia per arrivare alla bus station e chiedere informazioni sui bus per Koh Samet, isola vicina alla famosa spiaggia di Pattaya suggerita dal ragazzo canadese conosciuto in Vietnam. Vorremmo andarci già domani. La camminata è lunghissima, il traffico infernale, lo smog disumano. Si sono inventati dei servizi di trasporto alternativi, per brevi tratti, con dei motorini per uscire dagli ingorghi in cui rimangono intrappolati anche i mezzi pubblici. In pratica scendi dal bus o dal taxi, sali sul motorino e, zizzagando tra le auto, forse, arrivi a destinazione. Dopo aver capito come fare a prendere il bus per Koh Samet ritorniamo sui nostri passi e ci fermiamo in un grande magazzino a curiosare. Cena al Kentuky Fried Chiken, pollo fritto insomma, persino troppo io alla fine ero nauseata. Bel cenone di Natale! Dopo in giro per le vie della città che di sera si trasformano in un gran mercato di cose taroccate dalle magliette agli orologi, agli occhiali tutto falso
25/12/98
NATALE!
Prendiamo il bus per Koh Samet sul presto, il bus sembra un freezer, ci mettiamo 3 coperte prima di star bene. Alle 11 siamo al Ferry boat ed alle 11,45 siamo già sull’isola. Cerchiamo di capire come funziona e, quando finalmente troviamo un bungalow decente sul mare, sono le due. Sull’isola circolano pochissime auto e non ci sono grandi alberghi e piuttosto basic e naturale, non è stata deturpata perché, come ci aveva spiegato il canadese, è protetta tipo parco nazionale. Meno male!!. In spiaggia non resisto alla tentazione di farmi fare un bel massaggio thai tanto famoso. Devo dire che ho passato quasi due ore di assoluto piacere. Alla sera passeggiata in cerca di un posto dove cenare. Qui è pieno di locali ma non c’è molta gente, qualcuno fa i fuochi d’artificio sulla spiaggia per festeggiare il Natale.
26/12/98
Sveglia tardi, un’abbondante colazione all’americana e poi si và a scoprire l’isola. Ci siamo fatti un bel po’ di strada, a piedi naturalmente, per vedere le altre spiagge. Siamo capitati in una bella baia dove abbiamo trovato due ragazzi italiani con cui abbiamo scambiato quattro chiacchiere prima di rimetterci in marcia. Dopo un ora di salite e discese nella “giungla” dell’isola siamo finiti in un’altra baia, meno bella della precedente, dove però abbiamo fatto un bel bagno. Devo dire che quest’isola non è niente male ha le spiagge di sabbia bianca finissima, il mare è azzurro e pulito, non caldissimo ma pazienza, è disseminata di tanti piccoli bungalow di legno e foglie di palma ed in questo periodo non c’è nemmeno molta gente.
Cenato in un ristorante self service, bella idea devo dire, mangiato bene.
27/12/98
Girovagato per l’isola dalla mattina fino al pomeriggio alla scoperta di spiagge e scoglie anche difficili da raggiungere, ogni sentiero era nostro. Faticoso ma ne è valsa la pena questo posto è proprio bello.. Al ritorno ci siamo premiati con un bel massaggio rigenerante.
Cenato nello stesso posto di ieri.
28/12/98
Ancora qualche ora in questo posto meraviglioso e poi, facendo a ritroso la strada, torniamo nella incasinatissima Bangkok. Per due giorni giriamo senza sosta per visitare il più possibile: dal bellissimo Palazzo reale al Tempio del Budda di smeraldo, la più celebre e venerata statua della Thailandia; al Tempio di Wat Pho, dove i monaci insegnano l’antica arte del massaggio, con il gigantesco Budda sdraiato; il Budda d’ora del tempio di Wat Traimet, ai quartiere dello shopping di Silom e Pat Pong. Dopo aver fatto il pieno di souvenirs per amici e parenti il 31 dicembre dobbiamo, con dispiacere ritornare a casa dove arriviamo per festeggiare l’arrivo del nuovo anno.

Informazioni, spero, utili:
1 Dong (valuta vietnamita) = 0.12 Lire; 10.000 Dong=1.200 £
! Bath (valuta Thailandese)= 45 Lire
Volo aereo Torino-Roma-Bangkok a/r Lire 1.250.000 a testa
Volo Bangkok-Hanoi 3193 Bath = Lire 143.500 a testa
Volo Saigon Bangkok = 172 Dollari = 326.000 a testa
Hotel in Viet-Nam: con valutazione da 1* a 3*
Thuy Lam ad Hanoi 15$ (**)
Hong Ngoc ad Hanoi 15 $ (***)
Hunh Vuong a Hue = 8$ (*)
Pho Hoi-ad Hoi An = 7$ (*!/2)
Huu Nghi a Nah Trang 10$ (*)
Huy Hung a Dalat= 7$ (n.c)
Lan Anh a Saigon (**)
Hotel in Thailandia:
Miami Hotel a Bangkok = 600 Bath (*)
Ao Phai Huut a Koh Samet = 500 Bath (**)
Silom Street Inn a Bangkok = 1000 Bath (***)
Escursioni con il Sinh Cafè ( a testa)
Baia di Halong 18$
Escursione ad Hoalù = 18$
DMZ Tour = 14$
Escursione Delta Mekong = !8$
Ristoranti da segnalare in Viet-Nam
Trung Bac ad Hoian (***)
Mandarin a Hue(**)
Quattro stagioni a Nah Trang (***)
Clay Pot a Dalat (***)



Guide consigliate: Vietnam Guide EDT (Lonely Planet)
Vietnam Guide du Routards (in francese)
Thailandia guide EDT

Totale spesa circa £.2.800.000

www.virna.it

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