Nosy be con i beach boys

di Pamela Sgombra –

Dopo aver desistito, lo scorso febbraio, a causa delle avverse condizioni climatiche ed aver cambiato meta (Akumal-Messico) finalmente si è materializzato il tanto desiderato viaggio in Madagascar: eccomi di ritorno da quello che sarà un viaggio indimenticabile. Ad oggi, sebbene ne abbia avuto solo un assaggio con Nosy Be e dintorni, penso che dopo il Madagascar per la flora, la fauna terrestre e marina si debba pensare al Borneo. Il 24 agosto 2009 parto da Fiumicino – via Milano Malpensa- con Air Italy (unico vettore diretto da Roma – altro vettore, ma da Milano, è Neos) alle 23,00 (in ritardo come al solito….). In volo festeggio i miei 40 anni, scusa in + per raggiungere questa meta….

25/08: Arrivati all’aeroporto di Fascene- Nosy Be (ore 11,15 ovvero +1 h rispetto all’Italia) già al controllo passaporto siamo soggetti alle prime richieste di denaro ma facciamo gli gnorri fingendo di non capire, in fondo il francese non lo parliamo!
Sbrigate le solite formalità (la tassa d’ingresso non si paga fino al 31/12/2009) attenderemo gli altri compagni di viaggio diretti all’ Ambaro Beach e all’Ambaro Jardin (Ex Coral Noir) per arrivare a destinazione dopo 50 minuti di minibus. Dal finestrino scorgiamo le prime somiglianze con Zanzibar dove,anche lì all’aeroporto,avevamo avuto richieste di denaro…D’altronde siamo in Africa e si sa che la corruzione è un grosso problema. Arrivati in hotel solito rito di benvenuto con coctail di frutta, assegnazione delle camere, pranzo ed il tanto odiato breefing del tour operator…! Partecipiamo malgrado sapessi che non avrei fatto nessuna escursione con loro: Enrico e Flavio, beach boys tanto pubblicizzati su internet da altri viaggiatori, mi aspettavano. Finito il breefing, con tanto di raccomandazione “terroristica” per scoraggiarci a servirci dei beach boys, chiediamo info per fare immersioni con il diving interno (Acqua Diving) che provvede anche alle altre escursioni: già partono col piede sbagliato con prezzi elevati e clausole contrattuali veramente assurde. Per fare un esempio: una volta prenotata una escursione se si rinuncia per cause anche di salute (la dissenteria colpisce quasi tutti…) si deve pagare il prezzo stabilito. Follia pura! Il pacchetto per 5 escursioni costa ben euro 295,00 a testa contro gli euro 200,00 di Enrico che, oltretutto, ti permette di spostare le date delle escursioni (anche se non per motivi di salute) e di pagare degli acconti senza versare subito tutta la quota prevista. Altra cosa importante: durante le escursioni con Enrico i tragitti via mare vengono abbreviati imbarcandosi a Madirokely (raggiunto con confortevole minibus) ed a pranzo si fanno dei suggestivi ed abbondantissimi (avanza sempre tanto cibo che viene distribuito ai bambini locali) pic-nic a base di aragosta (pescata la notte prima e non surgelata), granchio (king crab, per capirci), spiedini di gamberetti-gamberoni e zebù, riso al cocco, insalata russa, baguette, pesce alla brace (in genere Angù o Cernia o Carangio, dipende dal pescato della notte precedente) Ananas e papaya (in stagione anche mango), birra -coca cola ed acqua incluse. Se non si vuole fare tutte le escursioni si possono anche fare singolarmente, con una lieve differenza rispetto al pacchetto ma notevole rispetto a quelle del tour operator…Alla fine comunque la maggior parte di noi ha poi deciso x il pacchetto perchè ogni escursione è diversa dall’altra e non voleva perderne neanche una, inoltre la spiaggia di fronte alla Ambaro Beach è pressochè inesistente anche se a pochissimi metri a sx ce ne è una attrezzata con ombrelloni e lettini (l’Ambaro Jardin è interno e non ha vista mare, solo una grande piscina rettangolare, non vale assolutamente i soldi richiesti!).

L’Ambaro Beach vale sicuramente i soldi spesi: camere spaziose, accoglienti e sempre pulite (a richiesta si può avere un bungalow) immerse in un bel giardino tropicale tra piante di frangipane ed Ylang Ylang dove crescono parassite le orchidee (peccato che fossimo in inverno pertanto non fiorite..). Il personale sempre efficiente e sorridente, pronto a socializzare ed a soddisfare ogni ns esigenza/capriccio; Il ristorante ha menù alla carta con piatti eccellenti e ricercati sempre guarniti con decorazioni floreali / ortaggi, velocissimo nel servire ed attento alla qualità del cibo, il maitre (Abu) è estremamente attento al personale ed al cibo e spesso propositivo (nel caso di malesseri intestinali è lui a consigliare riso e pollo alla griglia con tanto di the in caraffa termica da portare in camera..). Si sparge la voce del mio compleanno ed il direttore dell’hotel (Fabrice, italiano nativo di Narni anche se poi giramondo) carinissimo mi invita a servirmi gratuitamente del bar per festeggiare. Nel corso della vacanza si mostrerà sempre cordiale e ci inviterà a lasciare un recapito telefonico con l’indicazione dell’escursione giornaliera in modo che, se non ci vedesse tornare entro una certa ora, saprebbe dove cercare.
Terminata la cena decidiamo di uscire e dopo aver contrattato con 2 tassisti per 45.000 ariary ciascuno (euro 36,00 ) partiamo in 14 (nella station wagon eravamo in 8! ci ha ospitato anche il bagagliaglio…) alla volta di Ambatoloaka. Dopo una ventina di minuti arriviamo in questo vivace paese dove ci sono diversi locali, bar, con musica anche dal vivo ed un paio di discoteche. Assicuratoci che il tassista ci aspettasse entriamo al Nosy Taxi, piccolo bar con concertino dal vivo di musica internazionale e malgascia. Scopriamo che bere costa veramente poco….La birra in bottiglia da cl 66 costa 4000 ariary (euro 1.60), il rhum speziato alla cannella/cardamomo/vaniglia/banana… 8000 ariary (euro 3,20), coca cola e fanta in btg da cl 33 ariary 3000 (euro 1,20). Dopo un pò entriamo nel locale a fianco (“Le biliard”), pieno di gente e con le pareti tappezzate di batik locali. Oltre ad una piccola pista da ballo con tanto di Dj ci sono slot machine (con 1 euro ho giocato una vita….) e 4-5 tavoli da biliardo dove si può giocare ad 1 euro….
Qui appare + evidente quanto raccontato da altri turisti: ragazze giovanissime e tirate di tutto punto aspettano uomini soli (anche vecchi e bavosi, bleah!) per “vendere le proprie prestazioni”….che pena che mi fanno! Se avessi potuto avrei dato tanti calci in bocca a tutti ‘sti maschi (per lo + italiani e pochissimi francesi…) che approfittano di queste ragazzine… Nei giorni a venire faremo tappa fissa qui dove ad attenderci ci saranno alcuni amici/che locali ed un paio di italiani che fanno la spola con l’Italia.

26/08: Al contrario di tutti gli altri oggi preferiamo starcene tranquilli e dopo colazione contattiamo telefonicamente Manina per un appuntamento per la stessa mattinata. Ci eravamo sentite via mail dall’Italia per sapere cosa potesse esser utile da portare ai bambini; mi aveva confermato che farmaci (antibiotici, vitamine e disinfettanti intestinali), abiti e palloncini gonfiabili andavano bene e così prima di partire ne ho raccolti sacrificando metà della mia valigia ed i bagagli a mano per portarmeli dietro (sia a Roma che a Nosy Be sono molto fiscali con il peso del bagaglio: per ogni kg eccedente i 20 della valigia ed i 5 del bagaglio a mano viene fatto pagare 15 euro!!! Noi femminucce abbiamo l’opzione borsetta, xciò se ci portiamo uno zaino capiente recuperiamo peso…). Dopo 20 minuti di taxi arriviamo a casa di Manina, una casetta in legno su 2 piani immersa in un bel giardino nato quasi spontaneo (tutto ciò che vi cresce è stato piantato dai bambini per contraccambiare in qualche modo i servizi di Manina, un piccolo cadeux……), sempre aperta a tutti dove ad attenderci troviamo 2 donne malgasce che ci fanno accomodare in un divano all’ingresso: Manina arriverà dopo un pò scusandosi per il ritardo (aveva accompagnato una donna all’ospedale…). Ci intratteniamo piacevolmente con lei che ci racconta delle sue attività, dei bambini che vanno a scuola con molto profitto e tanta voglia di fare (mi vien da ridere a pensare ai bimbi italiani….a molti ci vorrebbe una bella sessione scolastica nelle baracche di legno che fungono da scuola con matite e penne donate dai turisti…vedi poi se smettono di fare i capricci!), dei dispensari medici che ha creato, del tetto (da lei riparato) del reparto di ginecologia dove le donne partorivano mentre l’acqua piovana cadeva loro addosso,del carcere dove si reca tutti i giorni per verificare che il riso da lei portato venga servito ai prigionieri invece di esser rivenduto (da quando ha capito l’inciucio lo porta già cotto in modo che non possa esser + venduto…) e di come è nata questa sua passione. Circa 10 anni fa venne in vacanza a Nosy Be e ne rimase entusiasta tanto che al suo ritorno in Italia iniziò le pratiche per il pre-pensionamento (era insegnante a Napoli) e per trasferirsi definitivamente. Al suo arrivo neanche poteva immaginare di quanto avrebbe poi fatto: inizialmente usciva con la sua piroga a vela per pescare e progettava di scrivere un libro, ma poi si rese conto della situazione ed inizio’ il suo cammino da benefattrice. Per farla breve torna in Italia solo quando deve raccoglier fondi o le viene impartita qualche onoreficenza (tempo fa è stata insignita di un titolo anche dal ns Presidente della Repubblica!), visto che non condivide + certi stili di vita (la capisco benissimo!) ed i figli non comprendono per quale motivo si dia tanto da fare per una terra che non le appartiene….
A malincuore ci congediamo da lei e ripercorriamo a piedi la strada tutta buche e sassi (che solo un carrarmato potrebbe percorrere…) che ci riporta al taxi, incontrando bambini e donne intente a preparare cibo, vecchi e handicappati mentre fanno piccoli lavori seduti in sgangherate sedie a rotelle (anche queste regalate da Manina) che ci salutano e si prestano volentieri al mio obbiettivo. Per andare da lei basta dire ” A la maison di Manina..” chiunque sa dove si trova…ed è un bel dire….. Tuttavia c’è qualcuno che non la vede di buon occhio dicendo che non si sa che fine facciano i soldi a lei donati dall’Italia…Io comunque alla fine ho toccato con mano quello che lei ha costruito e se dovessi tornare porterei ancora + cose, non solo a lei ma anche da distribuire personalmente in giro ai bimbi, come ho comunque già fatto. In fondo lei stessa ci ha riferito che nell’isola viene salutata solo dai malgasci ed invece ignorata dai residenti esteri (italiani e francesi) che (mio pensiero personale) non la vedono di buon occhio perchè contribuisce ad acculturare un popolo che prima o poi deciderà di diventare economicamente autonomo e porra’ definitivamente fine al colonialismo dello “straniero”.
Nel pomeriggio attendiamo il ritorno dalle escursioni e prendiamo atto che chi era partito con l’organizzazione dell’hotel aveva avuto problemi (mare grosso e pioggia a catinelle, mal di mare e motoscafi senza tendalino di protezione…) mentre chi era uscito vs altre mete con i beach boys se l’era cavata egregiamente: l’esperienza dei locali per quanto riguarda le condizioni climatiche e del mare è eccellente, a tal punto da cambiare, destinazione il giorno prima se percepiscono variazioni dei venti e di conseguenza del mare.

27/08: Eccoci alla ns prima escursione. Alle 9.00 ci si trova fuori dall’hotel e con il minibus si raggiunge Madirokely per l’imbarco. Prima tappa Nosy Sakatia (l’isola davanti al ns hotel) dove lasciamo Nata e Flavio che ci prepareranno il pranzo) poi ci dirigiamo a nord vs l’Andilana per raggiungere Nosy Fanhy (l’isola delle conchiglie). Mare turchese, spiaggia composta da coralli e conchiglie a grossi pezzi, il contrasto del bianco della “sabbia” con il nero degli scogli di origine vulcanica abitati da miriadi di grossi granchi colorati. Dopo un bel bagno gironzoliamo per l’isola (piccola e disabitata) mentre Enrico aveva creato un piccola tenda,con foglie secche di palma, per far ombra a mio marito..(che carino….).
Ovviamente non manca la cesta refrigerata con le bevande (birra-acqua-coca-fanta) compresa nel prezzo dell’escursione e che ci seguirà in tutte le altre giornate. Entusiasti di questa isola da Robinson Crousue’ ripartiamo alla volta di Nosy Sakatia, bellissima spiaggia di sabbia fine orlata di palme. All’arrivo ci aspetta una tavola apparecchiata con un pareo ed imbandita di abbondante e squisito cibo.Di tutto quel ben di Dio ne avanza tanto e preghiamo pertanto Enrico di darlo ai bimbi che, nel frattempo, erano comparsi ed,in maniera discreta, giocavano tra loro a pochi passi dal ns banchetto con i palloncini che avevo portato loro.
Tanto belli per quanto vestiti di stracci…che tristezza! Seduti a terra in cerchio iniziano a mangiare avendo cura di seguire la bimba + piccola che avrà avuto circa due anni…Si dividono tutto e senza capricci:…mi si spezza il cuore nel guardarli mangiare.dai loro occhioni neri sprizza gioia. Finito il pasto le due bimbe + grandi ( 7-9 anni circa), per ricambiare la ns cortesia, portano le pentole in mare ed iniziano a lavarle con la sabbia, da non credere… Lasciamo i bimbi ai loro giochi e ci arrampichiamo su per la foresta arrivando al punto + alto dell’isola da cui scorgiamo l’Isola del “cimitero dei bambini” dove anni fa venivano appunto seppelliti solo i bambini e poco più avanti anche l’Ambaro Beach. Riscendendo giù ci fermiamo al piccolo villaggio (4-5 capanne in tutto) dove le donne pestano il riso con un enorme palo, raccolgono acqua da un pozzo (un semplice buco sul terreno…) ed annaffiano un piccolo e stentato orticello di pomodori.
Tornati alla spiaggia regalo 2 t-shirt (ad averlo saputo ne avrei portate altre per tutti i bimbi…) ed aspetto il tramonto. Dopo cena torniamo ad Ambatoloaka dove facciamo un giro a “Le Biliard ” e poi a “La Sirene”, una delle 2 discoteche dove veniamo accolti da Paola, la proprietaria italiana, che ci dice che di solito gli italiani rimangono chiusi in hotel e difficilmente si mischiano con i locali (a parte i soliti vecchi bavosi in cerca di sesso low cost!). Alla irrisoria cifra di 2 euro paghiamo l’ingresso e, con la stessa cifra, una bottiglia da cl 66 di birra…

28/08: alle 8.15 solito appuntamento con l’autobus x Madirokely dove partiremo per Nosy Iranja, la famosa isola congiunta a Piccola Iranja (proprietà privata di un
resort) da un lembo di sabbia che con l’alta marea scompare…arriviamo giusto in tempo per vederle ancora unite e poco dopo assisteremo all’incontro dei due fronti del mare che ingoieranno rapidamente il passaggio. Che sensazione strana! Dopo il solito pranzo luculliano facciamo due passi per raggiungere una spiaggia molto bella (+ bella di
questa???mah!?) ma poi desistiamo e tornando indietro ci arrampichiamo su per un sentiero in mezzo alla foresta scortati da Manuel e 2 amichetti.
Manuel è un dodicenne estremamente sveglio e con le idee chiare (parla correttamente italiano-francese-malgascio ed inglese….qualcuno dei ns a quell’età neanche l’italiano!) che alla solita domanda “cosa vuoi far da grande” prontamente mi risponde: Il medico o la guida turistica. Mi complimento con lui sia per la scelta di medico, visto che ce ne sono veramente pochi, sia per quella di guida turistica che già a questa età sa fare molto bene: sembra tagliato per questo lavoro. Ci porta sino al faro di fronte al quale c’è una piccola scuola che, per ns fortuna è aperta (in questo periodo i bambini sono in vacanza) e mi permette di entrare per ammirare le lavagne ancora scritte, gli sgangherati banchi che sembrano le panche di una vecchia chiesa, qualche libro di uso comune ed addirittura un quaderno dove noto un ordine ed una precisione spaventosa: aveva ragione Manina! La porta del faro è chiusa e ci limitiamo ad osservarlo da fuori.
Lungo la discesa vs la spiaggia ci soffermiamo per osservare il panorama mozzafiato ed un bellissimo uccello del paradiso dalla livrea turchese come il mare; chiedo se ci sono camaleonti e in un batter d’occhio Manuel ne scorge uno in lontananza: io lo vedrò solo quando sarà ad un palmo dal mio naso! Arrivati alla spiaggia frugo nello zaino e tiro fuori un cappellino, qualche penna (sempre molto gradite ed addirittura richieste!), ed un paio di portachiavi in gomma che vengono prontamente accettati dai bimbi che ci ringraziano con un enorme sorriso…per me ogni volta è una emozione….
Dopo poco più di un ora di navigazione siamo di nuovo a Madirokely dove ci organizziamo per la serata: ormai ad Ambatoloaka ci aspettano tutte le sere…

29/08:oggi ci dedicheremo al tour “Animista” ovvero ad una panoramica dell’isola. Alle 8.30 partenza in minibus alla volta di Dzamanzar, un villaggio a circa 10-15 minuti (dove abitano anche Enrico e Flavio) dove gironzoliamo per il mercato e “respiriamo” un po’ di vita reale : dal macellaio ambulante con pezzi di carne,gocciolanti di sangue, legati a penzolone su di un ramo di albero portato a traverso sulle spalle, alla signora che scuote il riso su di un enorme vassoio di rafia per separarne le scorze, al tizio che si improvvisa meccanico per tentare di riparare una vecchia Renault 4 (ricordate la “mucchina”) che contribuisce a formare il parco macchina dell’isola (in giro si vedono solo Renault, ricordo dell’epoca coloniale francese, un po’ come a Cuba con le auto americane anni ’50). Ripartiamo alla volta di Diego Hely per raggiungere a piedi la cascata sacra di Ampasindava scortati da un fiume di bambini che ci prendono per mano appena scesi dal bus. La scena che ci si presenta è alquanto particolare: da una roccia sgorga un piccolo ruscello,decorato ai lati con tessuto bianco e rosso (i colori della sacralità) dove, a turno, sia uomini che donne si lavano purificando le proprie anime. Successivamente si siedono sotto un’albero dove una vecchia donna, con il viso percorso da mille rughe, custode del luogo funge anche da spirito guida e con la preghiera da’ loro la benedizione. A breve distanza molte persone aspettano il proprio turno sedute sull’erba di fronte alla cascata principale che si getta su di un lago dai colori cupi x il riflesso del verde della vegetazione circostante.
Prossima destinazione visita all’albero sacro. Si tratta di un Ficus Bengalensis millenario (sembra proveniente dall’India) dalle lunghissime radici aeree che, insieme ai rami, occupano una vasta superficie con un diametro di circa 50 mt, e per accedere al suo interno è necessario seguire un cerimoniale che inizia con la vestizione. Dopo esser stati vestiti con teli variopinti che ricordano molto il sari indiano, veniamo accompagnati dalla guida che presta attenzione che il ns ingresso avvenga con il piede destro e scalzo. Nel groviglio di radici aeree tra le quali fatica ad entrare anche la luce solare, vediamo penzolare i teli bianchi e rossi già visti alla cascata sacra e teste di zebù ormai mummificate con banconote inserite negli anfratti delle ossa. Nel cuore dell’albero è stato creato un piccolo altare,nascosto tra i teli di tessuto, dove un piattino accoglie le offerte dei fedeli che si soffermano a pregare. Entriamo anche noi e, come già in altre parti del mondo, assecondiamo questa “credenza” ed esprimiamo il ns desiderio.



Usciti dall’albero sacro incontriamo finalmente una coppia di lemuri, che, anche se un po’ diffidenti per la gravidanza della femmina, accettano di buon grado una banana spuntata fuori dal mio zaino..Dietro una fitta rete fanno capolino da una vasca un paio di caimani che, dopo aver morso diversi sprovveduti turisti, sono stati “messi in galera”..poverini. La tabella di marcia ci impone di ripartire per la distilleria di Ylang Ylang, nelle vicinanze di Hell Ville, dove vengono distillati anche citronella ed altre essenze. Arrivando si scorge in lontananza una vecchia struttura immersa nelle meravigliose piantagioni di Ylang Ylang. Gli alberi assumono delle forme strane, come se i propri rami si prostrassero al terreno per render grazie, immaginate una ballerina di danza classica che ringrazia il pubblico al termine della sua esibizione. Questa sembianza viene assunta dalle piante che, in giovane età, subiscono dei tagli tali da impedirne la crescita in altezza, ciò per far si che sia di facile accesso la raccolta dei fiori.
Fiori molto strani, di forma elegante ma dal colore verde per cui si fa fatica a distinguerli dalle foglie se non fosse per il profumo intensissimo che ne pervade l’area circostante.un profumo che resterà per lungo tempo tra le mie memorie.Per estrarre un litro di essenza sono necessari 100 kg di fiori! Ovviamente anche qui hanno visto bene di allestire una boutique dove poter acquistare essenze varie ed oggetti in rafia (pianta molto diffusa, quasi quanto quella dell’Ylang Ylang.) che risultano poco economici.. Dopo la visita ad un piccolo museo che espone vecchie macchine distillatrici, utilizzate all’inizio del secolo, ripartiamo alla volta di Hell Ville dove ci dedicheremo allo shopping. Visitiamo inizialmente il mercato di Hell Ville dove le geometrie ed i colori della frutta/ortaggi/spezie continuano ad affascinarci come i volti espressivi degli ambulanti: ciascuno sembra un libro da leggere. Ci dedichiamo poi al puro e “sano” shopping sia al negozio Maki (una firma locale che produce dalle t-shirt alle bandane -borse e cappellini) sia da Chez Abud di Fifa un’indiana dalla “parolaccia” facile e da un italiano molto fluente,che scopriremo avere le mani in pasta in molte attività dell’isola (proprietaria di diversi appartamenti, terreni e circa 30 bus da noleggio). Faremo dei buoni affari….
Approfitteremo anche della farmacia per acquistare una crema (miracolosa!) contro le punture dei Muccafui che avevano “banchettato” sul corpo di mio marito rimasto, 2 giorni prima, a pisolare al tramonto sotto una palma di Nosy Sakatia… Torniamo in hotel e dopo un pranzo veloce ripartiamo alla volta della spiaggia dell’Andilana dove ci rilasseremo per un paio di ore prima di ripartire alla volta di Mont Passot, punto più alto dell’isola (poco + di 300 mt s.l.m.) dove aspettare il tramonto. Durante il tragitto ci fermiamo ad osservare dall’alto uno dei laghi sacri scorgendo in lontananza un enorme coccodrillo che nuotava : anche qui siamo accompagnati dai bimbi che ci rincorrono x venderci bellissime collane di semi. Manco a dirlo cediamo di nuovo allo shopping! Arriviamo sulla “vetta” di Mont passot giusto in tempo per il tramonto. I colori dell’Africa sono inimitabili e si ripresentano con tutta la loro maestà. Nel silenzio del ns stupore per lo spettacolo che la natura continua ad offrirci osserviamo le ultime piroghe in mare di ritorno vs la terra ferma e la sagoma delle isole circostanti, tra cui le Mitzio, meta del giorno successivo. Calata la luce incontriamo tanta gente ai margini della strada che al buio ed a piedi nudi torna vs casa: la vita di molti è ancora scandita dal ciclo naturale della luce.

30/08: Oggi giornata speciale…Sono riuscita a coinvolgere alcuni amici nell’escursione a Tsarabajina – Isole Mitzio, isola da mille e una notte a circa h 1,45 di catamarano dall’Andilana. Superata la diffidenza iniziale (appena proposta l’escursione mi avevano guardato come se fossi una marziana….) i miei compagni di viaggio, dopo la lunga attraversata in mare aperto, si son resi conto che era una escursione da non perdere: una lingua di sabbia bianchissima immersa in un mare cosi cristallino da permettere di vederne i fondali ricchi di coralli e pesci (non a caso paragonano le Mitzio alle Maldive degli anni ’80). Purtroppo ma anche per fortuna, le Mitzio sono abbastanza lontane e in molti temono il mare, inoltre non sono ancora molto pubblicizzate. Si tratta di una località molto esclusiva dove solo 2 tour operator propongono un pacchetto presso l’unico resort dell’isola (prezzo 256,00 euro a testa a notte!!!!!), composta da bellissime cabanas in legno sulla spiaggia, ciascuna con l’ amaca davanti all’ingresso e scalini di accesso alla propria spiaggetta dotata di tutti i comfort…. Neanche a dirlo che ho passato la maggior parte del tempo sott’acqua! Il fondale offre una incredibile varietà di coralli (dal c. cervello, all’alcionario, alle canne d’organo,etc..), stelle marine, pesci e vermi, tartarughe, murene,…..così tante varietà da far perdere la cognizione del tempo a chiunque indossi una maschera ed un boccaglio: sono stata oltre h 1,5 a nuotare in quell’acquario, e, se non fosse stato per i morsi della fame che si facevano sentire, chissà quanto sarei ancora rimasta ! In effetti appena fuori dall’acqua il “solito” pic nic ci attendeva in un angolo ombroso di quel paradiso…(inutile soffermarsi sul cibo, sempre ottimo ed abbondante). Dopo pranzo mi sono avventurata ( direi free-climbing…..) sugli scogli al di là dei quali ho scoperto una spiaggia favolosa la cui sabbia era costituita da enormi pezzi di corallo e gigantesche conchiglie. A malincuore,verso le 15.00, Flavio ci fa cenno di ripartire visto che al ritorno avremmo incontrato un corrente marina che ci avrebbe potuto creare qualche difficoltà. Manco a dirlo aveva ragione di nuovo….Percorsi oltre tre quarti del tragitto il mare ha iniziato a farsi grosso ma non esageratamente, diciamo che siamo arrivati a destinazione giusto in tempo per evitare di esser sbattuti dalle onde. Il costo totale della giornata (tutto incluso, anche il minibus che ci ha condotto all’Andilana per l’imbarco) è stato di euro 70,00 , cifra ragionevole considerando che ci siamo spostati in catamarano bi-motore cabinato. Nei giorni successivi altri hanno ripetuto la ns esperienza,ma NON con Enrico e Flavio, ed hanno speso 60,00 euro andando con una piccola barca ed impiegando dalle h 2,5 dell’andata alle 3 ore del ritorno inoltre senza aragosta a pranzo… E’ tutto un dire…!

31/08: Oggi ci attende un’altra esperienza degna di nota: la Riserva di Lokobe. Ancora eccitati dalle Mitzio del giorno prima partiamo in minibus alla volta di Ambatozavavy, un piccolo villaggio di pescatori a sud est di Nosy be, da dove ci imbarcheremo su una piroga a 6 posti: che esperienza, sembra la scenografia di un film, alla Pocahontas! Dopo 45′ di pagagliata attraverso le mangrovie (e gli insulti di mio marito…”…sono in vacanza e devo pure pagare per faticare!…), costeggiando la fitta foresta, arriviamo ai piedi della riserva dove ci aspetta la guida. Indossiamo pantaloni lunghi, t-shirt a manica lunga e facciamo una “doccia “di spray antizanzare prima di iniziare l’arrampicata, zaino in spalla e macchina fotografica sempre pronta. Ad “aprire le danze” un grande camaleonte dispettoso che non voleva esser fotografato e qualche bambino che, con la solita grazia e cordialità, chiedeva penne e caramelle. Inoltrandoci nel fitto della vegetazione ci viene mostrata la Palma del Viaggiatore, così chiamata in quanto utilizzata dai primi esploratori per abbeverarsi con le riserve di acqua contenute nei suoi fusti carnosi. Di lì a poco scorgo, nascosto tra le fronde di un albero, il primo lemure nocturno: sembra un fantastico “peluche” dai grandi occhi tondi ed arancio, di piccole dimensioni ma con un bellissimo pelo corto e folto come quello del cincilla’. Che fortuna! E dire che è difficile vederli…..ma non finisce qui, perchè + tardi ne avremmo incontrato un altro in un altro punto della foresta (lo stesso che ci avesse seguito? Mah!). Ecco i primi lemuri Maki che scorrazzano da un ramo all’altro degli alberi. Ascolto il loro richiamo e provo a ripeterlo: incredibile funziona! Ne arrivano altri, sia maschi che femmine, che attirati dalle banane ci saltano sulle spalle e sulla testa. Che emozione….anche se emanano uno strano odore tipo gasolio, il caldo-umido della foresta è opprimente e camminiamo tra nuvole di zanzare, il contatto con loro è fantastico! Ad un certo punto mi son ritrovata un maschio sulla spalla sx che si puliva le mani sulla mia t-shirt ed un altro sulla testa che con le lunga dita soffici mi toccava il naso….
Da brividi x quanto emozionante! Mi sarebbe venuta voglia di adottarli tutti! Sigh, è ora di lasciarli andare e tornare a camminare. Facciamo il primo incontro con un pitone che striscia via a pochissima distanza e subito dopo, sopra la nostra testa,fa sfoggia della sua maestosità un enorme boa costrictor appollagliato sul ramo di un albero. Tranquillo e beato ci osserva e ci “annusa” agitando la sua lingua biforcuta. Superfluo dire che gli ho fatto un book fotografico…..troppo bello così, immerso nel suo ambiente naturale, lontano dalle teche dove siamo abituati a vederlo….Incontriamo poi alberi carichi di enormi jack fruit, liane (quelle di Tarzan, ricordate?) ritorte simili a tronchi, ed alberi dal tronco strano, addirittura curvato a tal punto da formare una enorme escrescenza laterale.
Lungo un ruscello eccoci di nuovo di fronte un altro pitone color panna con strisce scure che percorrono tutta la sua lunghezza. Spaventato si allontana un po’ per poi mettersi dritto su se stesso, in posizione di difesa. Colpita dai colori di una farfalla,con gli occhi incollati all’obbiettivo della macchina fotografica, mi allontano dalla guida ma poco dopo sento strisciare qualcosa sotto i piedi…caccio un urlo’: era un altro serpente che, placido, stava scaldando il corpo sotto l’unico raggio di sole filtrante tra gli alberi! Dopo 30 secondi eccomi a dargli la caccia col mio obbiettivo….anche lui (come l’altro) si era fermato a poca distanza in posizione di difesa e pronto ad essere immortalato. Quest’ultimo era scuro e molto grande (circa 2 metri di lunghezza con un diametro di almeno cm 5) ma anch’esso innocuo. Torniamo al villaggio dopo un paio d’ore di camminata, per niente stanchi anche se puzzolenti (l’odore del lemure si è infilato nel naso e non se ne va +…) e sudaticci. Dopo esserci tolti gli abiti facciamo un po’ di shopping (una bellissima tovaglia ricamata a mano a soli 15 euro) prima di ripartire in piroga.

01/09: Alcuni compagni di viaggio ripartono per l’Italia e noi restiamo in hotel per rilassarci un po’ in attesa dei nuovi arrivi e della serata ad Ambatoloaka dove saremo accompagnati da nuovi amici.

02/09: Rigenerati dalle “fatiche” di Lokobè partiamo da Madirokely alla volta di Nosy Komba e Nosy Tanikely. A Komba siamo accolti da bambini che ci accompagnano a vedere i lemuri: che bello averli di nuovo addosso! Dopo il primo gruppo di lemuri saliamo ancora per vedere diverse specie di tartarughe terrestri, altri lemuri (anche una femmina col cucciolo….) e per giocare un po’ con un povero serpente (un mansueto pitone reticolato) che penso sara’ passato dalle mani di qualche migliaia di turisti! Di seguito incontriamo un camaleonte verdissimo che si offre ai ns “giochi”: mentre tento di scattargli una macro (foto) inizia ad arrampicarsi sul mio obbiettivo per poi salirmi in testa facendomi calare gli occhiali sugli occhi. Roba da film…. Scendendo alla spiaggia ci fermiamo ad osservare la bravura degli uomini nel trasformare pezzi di legno di palissandro e tek in bellissime maschere, e l’abilità delle donne nel ricamare tovaglie una + bella dell’altra. Ci spostiamo a Tanikely, riserva marina dai colori sgargianti. Approdati sulla spiaggia ed in attesa del pranzo ci arrampichiamo su per la foresta verso il faro eretto nel 1908.
Prima di salire in cima al faro ci fermiamo ad osservare una colonia di “volpi volanti” enormi pipistrelli che popolano i rami di qualche albero; veramente grandi! Ci avventuriamo su per le “scale” (tondini in ferro arrugginito attaccati alla meglio alle mura…) del faro per arrivare alla lanterna da cui si gode un panorama mozzafiato: da un lato Komba, da un altro il contrasto tra il bianco accecante della sabbia ed il turchese intenso del mare, da un altro ancora la “grande terra” (Madagascar).
Torniamo alla “base” incontrando strane lecertole colorate molto + grandi delle nostre. Dopo pranzo tutti in acqua! Inutile ripetere lo splendore dei suoi fondali….resto a giocare per 40′ con un grosso polpo che si nascondeva tra le pareti coralline di una roccia….per non parlare dei numerosi anemoni e pesci pagliaccio tropicali (diversi da quelli a cui siamo abituati, alla Nemo per intenderci..).
Finora la maggior parte dei ns compagni di viaggio avevano avvistato le balene mentre noi non ancora perciò al rientro in hotel chiedo all’Aqua diving se è possibile organizzare Whale watching ma mi sento sparare un prezzo assurdo: euro 60 a testa con un minimo di 6 persone! Son fuori di testa….Alzo il telefono e contatto Cinzia del Manta Diving di Madirokely che mi chiede come mai non avevo contattato il diving interno. Mi richiama dopo poco e mi conferma l’appuntamento per la mattina successiva per andare a caccia di balene alla modica cifra di euro 15,00 a testa senza un minimo di persone…

04/09: Alle 8.00 arriviamo in 4 a Madirokely dove Cinzia e Roberto ci aspettano. Partiamo in barca e mentre un coppia si immerge noi restiamo di vedetta e di tanto in tanto ci tuffiamo in un mare color cobalto dove galleggiano enormi catene di Plancton. Purtroppo non siamo fortunati e niente balene anche oggi:pazienza!… Ci accordiamo per fare immersione due giorni dopo: Cinzia e Roberto sono splendidi e molto professionali senza tralasciare l’aspetto economico: 2 immersioni compresa l’attrezzatura mi costano 90 euro mentre all’Aqua ne avrei spesi 145!

05/09: oggi giornata dedicata agli ultimi acquisti; In taxi raggiungiamo la spiaggia dell’Andilana dove ci perdiamo tra le capanne di artigianato. Molti penseranno che è diventata una malattia ma vi assicuro che, con i prezzi irrisori che si trovano,anche chi non è malato di shopping lo diventa!

06/09: Finalmente riesco a fare un paio di immersioni con Cinzia del Manta Diving ed Enrico (turista anche lui, di gran lunga + esperto di immersioni di me…). La serietà e serenità che caratterizzano Cinzia e Roberto spingono anche una coppia di amici del villaggio a tentare l’avventura “immersioni” che rimarra’ a lungo nei loro ricordi: decidono per un “discovery” (immersione guidata per neofiti, accompagnati dall’istruttore a poca profondità, dopo un breefing generale).. Le mie due immersioni sono entusiasmanti: sono riuscita a veder di tutto, dalle tartarughe alle stelle marine, ai mitici pesci foglia (l’avevo visti solo nei documentari in tv prima d’ora….). Due delle + belle immersioni che abbia mai fatto.. Gli ultimi due giorni di vacanza li trascorriamo in relax e ad organizzare le valige che sembrano abbastanza piene…..con tutto ‘sto shopping! In aeroporto ci sentiremo chieder soldi per chiuder un occhio sul sovrappeso della mia (sempre la mia…) valigia…. Ma anche al controllo passaporti tornano a batter cassa….Pazienza, anche se così facendo sappiamo di fomentare la corruzione, oltre alla povertà, unica nota dolente di questo paradiso. Al ritorno in Italia abbiamo mantenuto i contatti con Enrico e Flavio, sia tramite telefono che sms, e,cosa che mi rende veramente felice, son riuscita ad inviar loro abiti, farmaci ed altro tramite amici partiti dopo di me. Invito chiunque in partenza per il Madagascar (ed altri posti poveri nel mondo) a portare abiti, farmaci, giochi penne e colori: l’emozione che susciteranno i sorrisi della gente nel consegnar loro queste cose vi ripagherà per qualche “sacrificio” fatto nel rinunciare a metter in valigia la scarpa alla moda o l’abito di tendenza. Concludo con l’auguro di tornare presto in questa terra magica dove ho avuto modo di incontrare tanta gente bella dentro. Non dimenticherò mai i loro sorrisi.

Alcuni numeri ed indirizzi utili:

Enrico tel 00261 320232908
Flavio tel 00261 327000691 oppure
Cinzia Manta diving 00261 320720710
Karibo ristorante italiano a Ambatouloaka tel 00261 033149542 o 0330466475 o
033028217 (in 5 speso tot euro 54 con aragosta e grigliata di pesce) Discoteca La Sirene ad Ambatouloaka Bar Nosy taxi ad Ambatouloaka Bar Le Biliard ad Ambatouloaka Ambaro beach resort 00261 20892052/3 e-mail coralnoir@moov.mg fax 00261 208692054 Sim telefonica Zain x cellulare: costo sim ariary 12500 – costo ricarica ariary 10000 (invio sms 7 cent di euro contro 75 cent di vodafone) Manina Consiglio: 00261 324066354 e-mail Manina@freenet.mg sito www.bambinidimanina.net

Vocabolario: Fadi = sacro, Mora-Mora = piano piano, Mouccafui = sand fly /mosquitos

Souvenir: Collane di semi, collane e bracciali in corno di zebu’, tovaglie ricamate, maschere in legno di palissandro ed ebano, suppellettili varie in corno di zebu’, animali- tovagliette americane – tappeti- e borse in rafia, estratti di Ylang Ylang e citronella, spezie come bacche di vaniglia -cannella-cardamomo – zafferano, rhum (non di qualità.come quello caraibico, direi piuttosto alcolico) speziato con vaniglia-cannella-banana-etc), colorati batik, abbigliamento firmato Maki o Baobab Company.

Da non fare: Estremamente offensivo ed irrispettoso indicare con il dito qualcuno o qualcosa, per far cio’ utilizzare il palmo della mano aperta (come se si dovesse allontanare qualcuno). Bagnarsi nei laghi sacri (tra l’altro popolati di coccodrilli…) significa profanare un luogo sacro ai malgasci.
I malgasci sono estremamente cordiali e disponibili perciò se non vogliono esser fotografati o ripresi rispettate la loro richiesta. Rispettate l’ambiente,ovunque vi troviate, evitando di lasciare in giro cartacce,cicche di sigarette, chewingum e quant’altro. Evitate inutili sprechi di acqua, soprattutto in Africa dove ce ne è forte carenza e,girando nei villaggi vi renderete conto che i + non hanno acqua corrente e potabile: ciò vi faccia capire quale bene prezioso state sprecando. Usate sempre il buon senso e anche se la contrattazione è d’obbligo non esagerate, arrivati ad un prezzo consono all’articolo concludete l’affare, chi vi sta di fronte deve sopravvivere.

Le immagini del viaggio nell’ album fotografico

 

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Genni
Genni
4 anni fa

Ciao sono Genni
Da ciò che ho letto il viaggio è stato una meravigliosa esperienza, io ne ho lette anche altre in cui si parlava di mosquito della sabbia e dei loro effetti nefasti, essendo io un soggetto particolarmente sensibile alle punture di insetti comprese la zanzare volevo chiederti se, per tua esperienza, la presenza di questi insetti e diffusa ovunque o solo in alcune spiagge, grazie.