Il nostro viaggio in Scozia

di Silvia Minarelli e Luca Ariati –
E’ mattina intorno alle dieci quando il taxi ci viene a prelevare a casa per accompagnarci all’aeroporto per partire per il nostro tanto agognato viaggio, ed io e Luca non stiamo più nella pelle, non vediamo l’ora di arrivare in Scozia! Prendiamo un volo della British che da Bologna fa scalo a Londra per poi arrivare a Glasgow.

Il viaggio si svolge senza intoppi, arriviamo nel pomeriggio a destinazione dove andiamo subito a ritirare la macchina di categoria economica, che abbiamo noleggiato con la compagnia Alamo.

Ci consegnano le chiavi di un Opel Astra, ci va anche troppo bene, non speravamo tanto, il bagagliaio è enorme, così con la nostra nuova compagna di viaggio partiamo verso la Argyl Guest House che abbiamo prenotato per la notte a Glasgow.

L’Hotel non ci delude, è semplice ma, confortevole ed ovviamente rivestito in tartan quasi ovunque…

In serata decidiamo di visitare la città, visto che domattina la lasceremo subito, ma come due incoscienti, partiamo a piedi, sotto un cielo nero di nuvole, senza un ombrello e senza la minima idea di quanto disti il centro città. Dopo pochi minuti è ovviamente cominciato a piovere, fortuna che c’era la pensilina di una fermata dell’autobus…

Quando finalmente riusciamo ad arrivare in centro, con l’autobus, ci fa un impressione un pò triste, visitiamo la cattedrale, la zona universitaria e le vie principali ma, tutto ci sembra avvolto da un alone di grigiore…e certo il tempo non aiuta. Alle undici di sera stanchi e un po’ frastornati dal continuo rumore di sirene della polizia che passano ogni due secondi decidiamo di fermare un taxi per tornare indietro, e qui abbiamo avuto la prima dimostrazione della gentilezza degli scozzesi. Non solo non avevamo portato con noi una cartina della città ma, nemmeno l’indirizzo dell’hotel, di cui sapevamo dire al taxista solo il nome! Il problema si è posto quando a causa della nostra scarsissima pronuncia dell’inglese il poveruomo non riusciva proprio a capire dove dovevamo andare ma, non si è perso d’animo e facendo telefonate ai colleghi e con tanta pazienza alla fine ci ha ricondotto alla nostra Guest House, inoltre il viaggio in taxi, che credevo un vero salasso, è costato invece più o meno quanto il biglietto dell’autobus…

2 AGOSTO 2008 OBAN

Dopo la colazione all’hotel partiamo per le Highlands, la famosa zona dei laghi, prima tappa Oban.

Il tragitto tra Glasgow e Oban non è molto lungo ma, si possono trovare talmente tanti begli scorci sulla strada panoramica, che Luca dà sfogo alla sua passione fotografica e ci fermiamo un sacco di volte per ammirare le graziose spiaggette sui laghi, uno dei primi che incontriamo è Loch Lommond. Il tempo è scuro ma, non piove fino a quando arriviamo al castello di Inveraray. Fortunatamente i nuvoloni decidono di sfogarsi mentre siamo dentro il castello. Gli interni sono molto belli, dalle finestre vediamo anche degli splendidi giardini ma, visto il tempo sono deserti.

Usciti dal castello c’è il sole, che per tutta questa giornata si alternerà con la pioggia ad intervelli più o meno di mezz’ora. Continuiamo sulla strada verso Oban e incontriamo il Dunstaffnage Castle.

Ci fermiamo a visitare le rovine del castello, poco prima c’è una baia con parecchie barche ormeggiate, fortunatamente siamo nella mezz’ora di sole, si sta anche abbastanza bene come temperatura, siamo sui diciotto gradi. Sono molto suggestive anche le rovine della cappella del castello, con dietro i resti di quello che era un cimitero, che si raggiungono in pochi minuti attraversando un boschetto, che vista la destinazione, rende il tutto un po’ inquietante…anche perché non c’è nessuno.

Essendo ormai pomeriggio ci avviamo verso la nostra destinazione finale di oggi, Oban.

Il nostro bed & breakfast “An- Struan” a pochi chilometri da Oban, è una casetta bianca con un piccolo portico adornato di fiori, è un posto carinissimo, ci accoglie la proprietaria seguita da Alfie, uno dei tanti golden retriver che alleva. E’ molto docile e non fa nulla di più che camminarci sui piedi invece sentiamo provenire dall’altra stanza un gran abbaiare di altri tre o quattro cagnetti confinati dietro un cancello, si agitano come delle piccole belve…ci sarà un motivo se li tengono chiusi…

La nostra camera è fantastica, molto curata in tutti i dettagli, ci sono a nostra disposizione addirittura gli accappatoi e pensiamo che un posto meglio di questo sarà impossibile trovarlo…ma è solo l’inizio…

La serata la passiamo ad Oban, mangiamo una pizza schifosa in una strana catena americana, poi siccome Luca quest’anno si vuole superare con le foto, ha deciso di fotografare più tramonti possibili, ci sediamo in una delle tante panchine del porto ad aspettare, perché qui il sole tramonta molto tardi rispetto all’Italia, quindi aspettiamo infreddoliti e con i gabbiani che ci puntano, fino a dopo le dieci di sera…e non è ancora buio.

Alla fine decidiamo di andare a goderci gli ultimi sprazzi di luce nel punto più alto della città, che è una sorta di riproduzione del colosseo ma, molto più piccolo e si trova su un’altura.

E’ un luogo che per principio, non avremmo mai voluto visitare, perché ovviamente col colosseo non ha niente a che fare ma, da lì la vista sulla baia di Oban è bellissima, anche se fa davvero freddo, quando torniamo in macchina il termometro segna dieci gradi…ma, ne è valsa la pena.

3 AGOSTO 2008 OBAN – ISOLA DI SKYE

Stamattina ci viene servita una ricca colazione scozzese, veramente abbondante che facciamo fatica a finire, salsicce, uova, pesce fritto…io non mangerò più per tutto il giorno…

Partiamo presto perché dobbiamo arrivare a Mallaig per prendere il traghetto per l’isola di Skye alle due del pomeriggio e abbiamo letto che la strada è ricca di luoghi stupendi e ci fermeremo trecento volte a fotografare.

Il paesaggio è incredibile, prima attraversiamo una zona di montagne, il Kincraig Highland Park poi una fermata è d’obbligo quando arriviamo al famoso viadotto ripreso nel film “Harry Potter”.

Arrivati al bivio tra la strada normale e la strada panoramica delle isole, scegliamo la seconda anche se più lunga ma, veramente splendida. Qui è tutto un susseguirsi di laghi ricchi di piccoli isolette ricoperte di alberi, che ricordano un pò i paesaggi primordiali, e montagne, è impossibile non fermarsi ad ammirare questo spettacolo. Poco prima di Mallaig, nei pressi di Morar ci imbattiamo invece in una spiaggia dalla sabbia bianchissima, ci fermiamo anche lì a fare qualche foto e poi ci precipitiamo a prendere il traghetto per l’isola.

Sbarcati a Skye, c’è un bel sole finalmente, il paesaggio è estremamente variegato, sorpassiamo prima delle cascate, poi delle vallate pianeggianti ricche di laghi, e infine passiamo in mezzo a grosse rocce rossastre ai lati che formano uno spettacolo da gran Canyon. Procediamo tutti in fila con le stesse macchine scese dal traghetto fino a Portree, la cittadina più grande dell’isola.

Arrivati a Portree cerchiamo il nostro bed & breakfast, che per una volta è in centro e la sera si può andare a piedi. Il bed & breakfast è il Dumbordale, ha solo quattro camere e la nostra se è possibile è anche più bella di quella della sera prima. Concludiamo la serata in un ristorantino scovato sulla via principale di Portree, dove ci sono solo tre ristoranti in fila, nel primo c’è una fila lunghissima, il secondo smercia untissime fish and chips ed il terzo, che tutti snobbano, è il Deck Seafood Restaurant. Il posto è minuscolo ha solo tre tavoli e bisogna aspettare fuori finchè non se ne libera uno, ma per meno di trenta sterline mangiamo zuppa, pesce alla griglia e dolce, sarà il pasto migliore di tutto il viaggio! Facciamo qualche foto ma, siamo troppo stanchi per aspettare il tramonto che qui arriverà ancora più tardi di ieri.

4 AGOSTO ISOLA DI SKYE

Oggi possiamo girare l’isola in tranquillità visto che la sera torneremo di nuovo qui a dormire. Il tempo è di nuovo brutto, partiamo sotto la pioggia alla ricerca di un fantomatico ponte che Luca dice di aver letto non so dove, ovviamente giriamo a vuoto senza trovarlo per parecchio tempo ma, questo ci permette di assaporare una realtà così diversa da quella delle città caotiche. Le strada sono quasi tutte ad una corsia e quando s’incontra qualche macchina nel verso opposto bisogna fermarsi e imbucarsi in appositi spazi ai lati della carreggiati, chiamati passing place.

Dal momento che continua a piovere decidiamo di visitare il Dunvengan Castle, nella parte nord dell’isola.



Il castello è molto bello, in particolare i giardini che contengono anche una cascata, è tutt’ora abitato e di proprietà del clan MacLeod.

Finita la visita al castello, visto che sembra che abbia smesso di piovere ci dirigiamo verso Coral Beach, famosa spiaggia dove si possono trovare coralli.

Per arrivare alla spiaggia c’è da fare una camminata di una ventina di minuti in terreno piuttosto dissestato, ci avviamo e quando siamo a metà percorso comincia a piovere forte, ci copriamo con gli impermeabili, e procediamo, quando arriviamo ormai ha smesso di nuovo e possiamo ammirare la spiaggia, è molto bella ma, coperta di alghe e sicuramente col sole avrebbe fatto tutto un altro effetto. Per non perdere neanche un minuto torniamo alla macchina e continuiamo nella nostra esplorazione dell’isola e ci dirigiamo verso Quiriraig, un altopiano vulcanico visibile dalla strada. Il percorso per arrivarci è molto affascinante, si passa in una stradina piccolissima in mezzo ad un parco naturale, intorno a noi solo pecore, montagne e lande intervallate da laghi.

Ci fermiamo ad ammirare le grandi rocce di Quiriraig, il paesaggio è lunare, e poi proseguiamo per Kilt Rock. Qui lo scenario che si apre ai nostri occhi è molto suggestivo, da una balaustra si possono ammirare le enormi scogliere con la spettacolare cascata, essendo ormai pomeriggio inoltrato decidiamo di andare a mangiare di nuovo al bel ristorantino di ieri sera, qui si cena già alle sei e mezza…e tornare a Kilt Rock per vedere il tramonto, su quest’isola le distanze sono così piccole che da Portree si possono raggiungere agevolmente tutte le località.

5 AGOSTO ISOLA DI SKY – ULLAPOOL

L’ultima mattina che passiamo al bed & breakfast Dumbordale ci rimpinzano di colazione scozzese nella verandina con vista sul mare…andarsene da questo posto è veramente un dispiacere ma, fortunatamente il viaggio è ancora lungo. Salutiamo la proprietaria ed i suoi piccoli cagnetti e ci dirigiamo di nuovo verso la terraferma attraverso il ponte che a sud-est collega l’isola. La nostra prima tappa è Eilean Donan Castle, il castello famoso perché fu lo sfondo del film Highlander. Fortunatamente oggi la giornata è limpidissima e ci sono quasi venti gradi! Il castello è affollatissimo, soprattutto di italiani, è la classica tappa molto turistica, l’esterno è molto bello, l’acqua che lo circonda è talmente limpida che si vedono i fondali, l’interno è ben ricostruito ma c’è veramente troppa gente e non si gira, sembra di essere in via Indipendenza il sabato prima di Natale, quindi lo giriamo in fretta. Ripartiti continuiamo il nostro viaggio verso il nord della Scozia, anche questa volta scegliamo la strada panoramica costiera a quella ordinaria, e non ce ne pentiamo, cominciamo ad incontrare una serie di spiagge bianche bellissime, che con il sole di oggi sembrano quasi caraibiche, l’acqua è talmente blu da non credere. Ne incontriamo una dove ci sono parecchie famigliole che fanno pick nick, c’è la bassa marea e non resistiamo ci togliamo le scarpe e camminiamo un po’ nell’acqua…che a dispetto del sole e dei bambinetti inglesi in costume, è gelida…Come nel resto degli altri posti visti sino ad ora si respira un clima estremamente tranquillo e pacifico, le persone che ci sono sembrano particolarmente dedite a farsi gli affari propri, noi lasciamo le scarpe abbandonate sulla spiaggia per un po’, e quando torniamo…ci sono ancora!

Raccattate le nostre cose…un po’ dispiaciuti, in fondo è il primo giorno di sole continuativo e qui si sta così bene, ci avviamo verso Ullapool, che sulla guida è descritta come “uno dei più graziosi villaggi della costa occidentale”. Arrivati al bed & breakfast è tutt’altro che grazioso…la proprietaria ci spiega che purtroppo proprio la nostra stanza ha subito un allagamento…e si sente…certo che la moquette in bagno non aiuta per l’umidità…

Per una notte ci adattiamo senza storie, anche se la proprietaria non ci fa neanche lo sconto vista la circostanza. Ullapool in compenso è una piccola cittadina carina, in cui si respira un’aria da sagra paesana, ci imbuchiamo a mangiare in un locale dove sembra si mangino hamburger perché in questi luoghi non esistono Mcdonald e co. Appena entrati ci dicono che servono solo “tapas”, a noi vengono in mente solo le patatine messicane, in realtà sono piccoli antipastini. Ci fanno accomodare su dei divanetti con dei tavolini bassi e ci arrangiamo come possiamo a mangiare della zuppa in una scodellina, senza sporcarci completamente. Usciamo da lì e andiamo da Tesco a comprare dei muffins…che mangiamo aspettando il tramonto più bello che vedremo in tutta la vacanza.

6 AGOSTO ULLAPOOL, DURNESS, THURSO, JOHN O’ GROATS

Partiamo dallo squallido bed & breakfast non troppo pieni, qui non ci siamo fidati a prendere la solita, nauseabonda colazione scozzese. Siamo in fermento, anche se la giornata non è limpida come ieri, almeno non piove, perché stiamo iniziando il viaggio verso il grande nord della Scozia, prima tappa Durness. Poco prima di arrivare ci sono le indicazione per Cape Wrath, si accede con un traghetto dice la guida, in realtà è una piccola barchetta che vediamo allontanarsi dal porticciolo con cinque persone a bordo, il massimo che può trasportare…La giornata è ancora nuvolosa il prossimo trasporto è fra più di due ore, non abbiamo tanto tempo, per cui anche se con dispiacere decidiamo di soprassedere e proseguiamo verso Durness, dove incontriamo una spiaggetta, un po’ triste, soprattutto sotto questi nuvoloni, con di fianco un cimitero che ci fa subito un po’ pentire di non aver visitato le scogliere di Cape Wrath…Al primo impatto Durmess è un agglomerato di quattro case un pochino deprimente, l’unico motivo per cui è citato sulle guide turistiche è la Smoo Cave, una caverna scavata nel calcare, ci si accede agevolmente a piedi, e poi si può poi visitare la parte più interna salendo su delle barchine con degli elmetti, tipo minatore. Troviamo comunque più suggestive di questo luogo, troppo frequentato da pulmann di centri anziani, le scogliere di Durness, con gli enormi scogli su cui s’infrangono le onde, che in una giornata come oggi sembrano minacciosi e malinconici.

Proseguiamo verso Thurso, dove “crediamo” di aver prenotato il bed & breakfas, in realtà ci rendiamo presto conto, che non è propriamente in centro come sembrava dal sito internet, ma è una di sorta stramba fattoria nel bel mezzo del nulla, sulla strada per John O’ Groats. Vedendolo dal di fuori non vorrei entrare, vorrei andarmene a cercare un altro posto ma, Luca mi convince-costringe ad entrare. In realtà dentro è tutta un’altra cosa, è molto carino, i proprietari sono una giovane coppia, ed hanno arredato tutto in stile moderno, ci accolgono calorosamente, gli diciamo che domattina dovremo partire presto per prendere il traghetto per le isole Orcadi e ci dicono che sono disposti a prepararci la colazione a qualunque orario vogliamo! Sono così disponibili che mi sento un po’ in colpa per aver pensato di andarcene…

Essendo più vicini a John O’ Groats che a Thurso, visto che nel frattempo la giornata si è aperta e c’è un bel sole, decidiamo di andare a visitare Duncansby Head, il punto più nord- orientale di tutta la Scozia. Appena arrivati ci accoglie il solito faro bianco e giallo che qui è un classico, poi ci avviamo a piedi verso le scogliere di Duncansby Head, il percorso è tutto disseminato di “ricordini” di pecora, e mentre Luca come al solito è tutto impegnato con il suo cavalletto a scattare la foto perfetta, non si accorge che un ragazzino sta imprudentemente spingendo la sua mandria di pecore verso di noi…mentre sono ad un passo dall’essere travolta da quest’ammasso lanaso di animali…curvano e lasciano solo altri “ricordini”.

Proseguiamo ancora a piedi, la camminata è un po’ faticosa perché ci sono continuamente salite ma, quando finalmente vediamo le famose punte di Duncasby Head battute dal mare, lo spettacolo è davvero meraviglioso. Il mare è talmente blu che sembra finto ne è valsa la pena di morire quasi sotto le pecore per venire qui…

Affamati, sono già quasi le nove di sera, andiamo a cercare un posticino dove mangiare a John O’ Groats, che sulla guida è definito come un “posto molto turistico”.

Talmente turistico che ci passiamo davanti senza nemmeno renderci conto di esserci arrivati…

Il centro è composto da tre case più il porticciolo da cui partono i traghetti, inutile dire che non ci sono posti per mangiare e non c’è anima viva in giro…

Decidiamo di andare a Thurso, dove troviamo tutto chiuso perché qui si cena intorno alle sei ed i ristoranti alle nove e mezza chiudono, troviamo un posto solo che è aperto, chiude fra mezz’ora ci permettono di mangiare fino alla chiusura, non c’è nessuno a parte noi ma, ci servono degli hamburgher molto abbondanti.

7 AGOSTO ISOLE ORCADI

Fatta colazione all’alba salutiamo i cordiali Mcnamara del Bed & Breakfast East Mey by Thurso e ci fiondiamo a prendere il traghetto per le isole Orcadi, il tempo è bellissimo siamo fiduciosi che duri.

La prima tappa che decidiamo di fare è al villaggio preistorico di Skara Brae, lo visitiamo anche se arrivati scopriamo che il biglietto è molto caro, dodici sterline in due, e c’è veramente tantissima gente, soprattutto pulmann di vecchietti, che sembrano usciti dal centro anziani incontrato il giorno prima a Durness. Giriamo velocemente e proseguiamo verso le Standing Stones di Stenness ed il Ring of Broadgar, che è composto da trentasei grandi pietre verticali messe in circolo, che ricordano Stonenage, molto più suggestivo di Skara Brae, solo che il centro anziani ci ha seguito, stanno facendo il nostro stesso giro, dobbiamo assolutamente precederli in tutto!

Decidiamo di girare un po’ l’isola senza una meta precisa percorrendo la costa, così facendo arriviamo in un posto molto bello, il Brough of Birsay, sono degli scavi archeologici ritrovati su un’isoletta sulla quale c’è anche un faro, che sarebbe raggiungibile, come dice il cartello a vari orari durante la giornata con una piccola barca, noi aspettiamo parecchio e con noi altri turisti ma, non c’è ombra della barca e non si presenta nessuno per trasportarci. Siamo un po’ delusi, magari riproviamo più tardi a tornare, intanto giriamo un po’ i dintorni, la spiaggetta per l’isola è bianchissima e intorno ci sono delle rocce rosse.

Intanto decidiamo di andare a scaricare le valigie al bed & breakfast e poi organizzare bene questi due giorni alle Orcadi.

Ci mettiamo un po’ per trovare il posto perché qui non ci sono i numeri civici nelle strade ed i vari cottage e bed & breakfast sono riconocibili solo dai nomi, quando finalmente riusciamo a trovare il nostro, un’imponente casa rossa, è tutto spento, non ci sono macchine fuori, sembra chiuso, forse non è il posto giusto, vediamo una signora uscire dalla casa di fronte le andiamo incontro e ci dice che il posto è chiuso per lutto e che ci conviene andare a cercare un’altra sistemazione per la notte!

Siccome sono solo le tre di pomeriggio non ci preoccupiamo più di tanto, un altro posto si troverà!

Ci mettiamo a chiedere porta a porta a tutti i bed & breakfast che incontriamo e con nostra grande sorpresa, sono tutti pieni! Ci dicono che questo è il week end dell’agricoltore e non si trova un buco da nessuna parte! Alle sei e mezza abbiamo già fatto il giro dell’isola maggiore non so quante volte senza trovare nulla ed il centro visitatori è già chiuso perché qui chiudono alle 4! L’ipotesi di dover dormire in macchina diventa sempre più probabile, quando ad un tratto, in una stradina, in un punto imprecisato delle Orcadi, leggiamo l’ennesima scritta bed & breakfast! Giriamo con una mossa da freno a mano, la strada è sterrata chissà che posto è…! Suoniamo non risponde nessuno, stremati stiamo per andarcene quando esce una donna tutta trafelata, che ci dice che c’è posto per una notte! Abbiamo un’altra notte scoperta prima di riprendere il traghetto già prenotato ma, accettiamo poi domani si vedrà! Il luogo è Stennes, il bed & breakfast si chiama Kaya, è una casa appena costruita, il giardino e l’esterno sono ancora da completare ma, l’interno è nuovo, faretti ai muri, tutto arredato in bianco, ci accompagna in una camera con una doccia enorme e la cabina armadio e vuole solo quarantotto sterline! Peccato che non possiamo stare qui anche domani! Ma la proprietaria ci dà di nuovo prova della grande disponibiltà degli scozzesi, senza neanche chiederglielo telefona ad un altro bed & breakfast per trovarci un posto per domani! Ovviamente è tutto pieno ma il gesto è stato gentile!

Distrutti dalla giornata, andiamo a Stromness, l’unica cittadina degna di questo nome nelle vicinanze ma, non c’è l’ombra di un ristorante o fast food o qualunque cosa produca cibo! Afferriamo due o tre cose in uno squallido supermercato ancora aperto e andiamo a mangiare nella nostra cameretta fortunatamente trovata.

8 AGOSTO 2008 ISOLE ORCADI

Purtroppo stamattina dobbiamo rifare armi e bagagli e rimetterci in cerca di un bed & breakfast per la notte, la proprietaria, forse per rinfrancarci, ci prepara una super colazione, comprensiva, oltre che di uova, salsicce, funghi, pomodori e pancetta, anche di una cosa nera, solida, a forma di tondo, che non abbiamo capito cosa fosse ma, che abbiamo cercato di mangiare per non essere scortesi nonostante avesse veramente uno strano sapore…

La prima tappa la facciamo ad un hotel che abbiamo visto nelle vicinanze ma, chiede cento sterline per notte…per quanto disperati è veramente troppo, per cui forse piuttosto dormiamo in macchina stanotte. Decidiamo di farci furbi e andiamo al visitor center e lì finalmente per tre sterline ci trovano un posticino abbordabile a cinquanta sterline, ci fanno notare che per essere il week end dell’agricoltore è un buon prezzo ed è una fortuna che abbiano ancora un posto…facciamo segno di si con la testa, come se non lo sapessimo dopo l’epopea di ieri…

Finalmente a posto ci fiondiamo in macchina ed essendo ancora, almeno per ora un giorno di sole partiamo alla volta di Mull Head, un’altra riserva naturale dove abbiamo letto si dovrebbero vedere foche e delfini. Il posto è molto bello, si percorre un lunghissimo sentiero a piedi sopra le ripide scogliere, che si affacciano sul mare del nord. Avvistiamo una quantità enorme di uccelli di tutte le specie ma, di foche e delfini neanche l’ombra, continuiamo ad andare avanti per parecchio con la convinzione che alla prossima curva sicuramente vedremo le foche adagiate sulle rocce al sole ed invece oggi si vede proprio non hanno voglia di uscire…

Ripartiamo e percorriamo la costa fino a S. Mary e poi attraversiamo i ponti che collegano le isole fra di loro, da qui si possono vedere le navi affondate a Scapa Flow durante la guerra, fanno un po’ impressione. Finiamo il nostro tour delle Orcadi tornando alla spiaggetta di ieri, Brough of Birsay per vedere se oggi è possibile fare il tour sulla piccola isola, aspettiamo aspettiamo ma, anche oggi non si fa vedere nessuno, desistiamo e andiamo a riposarci al bed & breakfast.

Stasera non ci proviamo neanche ad andare a cercare un inesistente ristorante alle Orcadi, e prendiamo tutto direttamente al supermercato, quando però arriviamo al bed & breakfast Narvik, vicino a Kirkwall, abbiamo una piacevole sorpresa…la proprietaria di questa villa, ci accompagna sul retro in una specie di depandance, che è un piccolo appartamento con l’entrata indipendente, ci dà le chiavi e ci dice che possiamo fare quello che vogliamo, c’è la cucina, ci ha riempito il frigo di roba affinchè la mattina dopo ci cuciniamo da soli la tipica colazione scozzese…c’è talmente tanta roba, che ci facciamo anche la cena, siamo estasiati, è anche più bello di quello di ieri sera…

9 AGOSTO 2008 ISOLE ORCADI, INVERNESS

Stamattina ci svegliamo e dopo tre giorni di sole, è arrivata la pioggia, siamo un po’ tristi di dover lasciare le Orcadi, e anche il mini appartamento…alle dieci ci aspetta il traghetto per cui partiamo verso il porto. A differenza del viaggio di andata stiamo tutto il tempo al riparo dentro la nave anziché sul pontile…fa un freddo! Arrivati a terra facciamo tappa a Lybster Harbour, sulla guida ci sono delle foto bellissime di queste rocce in mezzo al mare. Mentre arriviamo a Lybster la pioggia s’intensifica notevolmente, dal punto di vista meteorologico è davvero la giornata peggiore di tutto il viaggio, arrivati li è praticamente un suicidio avviarsi a piedi per i sentieri, c’è una strada molto lunga da fare a piedi per cui desistiamo visto che abbiamo ancora parecchie ore di macchina da fare.

Durante il percorso che ci separa da Inverness, ci fermiamo tutte le volte che avvistiamo un molo o un faro, troviamo dei posticini bellissimi ma, non accenna ancora a smettere di piovere!

Più tardi arrivati finalmente ad Inverness, pare esser uscito il sole, andiamo subito al bed & breakfast, ci accolgono i proprietari della Dionard guest house, che ci inondano con un fiume di parole, di cui capiamo il giusto, ma ci suggeriscono parecchie cose e posti da visitare, la camera, anche se ormai dopo i posti strabilianti visti nei giorni scorsi non c’è confronto, è carina e pulita.

Per cena andiamo ad Inverness che dista solo dieci minuti a piedi dal bed & breakfast, e per mangiare non abbiamo che l’imbarazzo della scelta, non siamo più abituati a tutte queste strade, con tanti ristoranti, questo brusio di persone, la città! Non capiamo niente, siamo frastornati e ci buttiamo al Mcdonald poi domani sera miglioreremo…

10 AGOSTO 2008 INVERNESS

I signori Dionard ci preparano la solita colazione scozzese, riempiendoci la testa con un migliardo di cose, che per lo più non capiamo ma, gli scozzesi, ormai abbiamo capito, sono così, espansivi, molto accoglienti ed po’ logorroici.

Partiamo presto per andare a fare il tour in barca sul Loch Ness. La giornata è serena, e poi il buon Joh Dionard del bed & breakfast ci ha garantito: oggi è bello, si apre!

Fra i tanti tour in barca proposti sul lago scegliamo quello che dura un’ora, che ci sembra più che sufficiente, essendo tutto in inglese.

Il viaggio è piacevole, il paesaggio anche, non avevamo troppe aspettative su questo luogo, che ritenevamo dall’inizo troppo turistico e legato alla favola di Nessy, che peraltro non abbiamo visto…L’acqua del lago è molto scura, spiegano perchè è molto profondo e questo ha dato adito allo svilupparsi di varie leggende nel corso degli anni, inoltre da qui si può ammirare anche il famoso Urquart Castle.

Appena finito il tour, tempo di scendere dalla barca e improvvisamente il sole scompare e ci coglie di sorpresa un diluvio violentissimo, ci ripariamo in macchina ridendo del buon Joh e delle sue previsioni metereologiche…

Nel pomeriggio dopo aver girato varie spiagge e località presenti nei dintorni di Inverness, dove era segnalato che si potevano avvistare i delfini, e che ovviamente non abbiamo avvistato, nonostante lunghe ore di attesa…decidiamo, per non concludere il viaggio senza averli visti, di fare uno di quei tour organizzati che ti portato proprio a vederli. Ci appostiamo al molo all’ora prevista sul cartello e con noi tante altre persone ma, non arriva nessuno! Il tour dei delfini deve partire alle quattro e mezz’ora dopo non è ancora arrivata anima viva! Ma è assurdo è già la seconda volta che ci capita una cosa di questo genere! Aspettiamo ancora un po’ ma, ormai anche gli altri turisti sconsolati stanno andando via, per cui ce ne andiamo. Stasera, essendo la nostra ultima sera ad Inverness, andiamo a mangiare in una specie di steak house, e poi giriamo un po’ la città. Il castello di Inverness è molto bello, anche se l’esterno non è in arenaria rossa come dice la guida ma, c’è un prato verde, non è possibile visitarlo perché ospita la polizia ed il tribunale. In generale Inverness è una cittadina molto carina, sa più di paese che di città con le sue fioriere appese ai lampioni, è un miscuglio di antico e moderno.

11 AGOSTO 2008 INVERNESS EDIMBURGO

Oggi ci alziamo senza essere consapevoli che è l’ultima mattina che facciamo una colazione decente, dobbiamo infatti arrivare fino ad Edimburgo dove lasciaremo l’auto a noleggio e passeremo gli ultimi giorni. Nel mezzo però abbiamo due tappe, la prima è la distilleria del whisky. Appena arrivati ci accoglie un buffo ometto vestito ovviamente da scozzese, che ci allunga subito due whiskyni…poi inizia il pallosissimo tour della distilleria, tutto in inglese, viene spiegato per filo e per segno come viene prodotto il whisky. Alla fine del tour ci danno altri due whiskyni…non so come faremo ad arrivare ad Edimburgo la strada è ancora lunga… La seconda tappa di oggi è una cosa che mi sono fissata di andare a vedere sin dal primo giorno di viaggio in cui il caso ha voluto che trovassi questo volantino nella hall dell’hotel…il secret bunker! Allora arriviamo in questo fantomatico bunker che si trova nelle campagna vicino a St. Andrews, appena arrivati ci rendiamo subito conto che c’entra qualcosa l’esercito! Nella mia ingenuità, mi ero convinta che dopo la guerra una famiglia avesse costruito un bunker segreto sotto la loro fattoria per sfuggire ad un’eventuale guerra nucleare, e non che fosse tutta una specie di base militare sotterranea… Mi sa che ho visto troppi film dell’orrore, ad ogni modo ormai che siamo arrivati fin qui, entriamo. Innanzitutto il biglietto d’ingresso è piuttosto caro, otto sterline a testa! Ci incanaliamo giù in una scala stretta che porta ad un lungo corridoio illuminato solo da un’alogena verde, e poi comincia il vero e proprio bunker, che si estende fino a due piani sottoterra. Altro non è che un rifugio militare costruito negli anni della guerra fredda, nell’eventulità ci fosse una guerra nucleare. Non c’è assolutamente niente di misterioso ed oscuro in questo luogo, solo una gran puzza di cantina, assolutamente sconsigliato! Ripartiamo per Edimburgo, arrivati all’aeroporto l’operazione di svuotamento macchina è un po’ triste…raccogliamo tutte le nostre cartacce e prendiamo l’autobus per il centro città. Ci vuole circa mezz’ora ad arrivare, la città è un turbinio di persone, auto, taxi, autobus che vanno ad una velocità frenetica per noi che non eravamo più abituati a tutto questo. Sono le otto di sera e siamo stanchi morti, arrriaviamo al nostro hotel che si trova su Prince Street una delle vie principali, in pieno centro e ci rendiamo conto che questo è l’unico motivo per cui questo hotel ha tre stelle, l’interno è veramente orrido e la nostra stanza è anche peggio, moquette e carta da parati macchiata di non si sa bene che cosa, ci sarà stato forse un omicidio qui dentro? Ma la vera chicca è il bagno…rubinetti con la ruggine e vasca da bagno con la muffa ai lati… L’hotel è al completo visto che c’è il festival di Edimburgo fino alla fine di agosto e non ci sono altre stanze libere un po’ più decenti, ammesso che ce ne siano. Amaramente ci adattiamo e andiamo a mangiare da pizza Hut, dopo tanti giorni almeno una pizza decente ce la meritiamo.

12 AGOSTO EDIMBURGO

La colazione stamattina è perfettamente in linea con il resto dell’hotel ma, abbiamo talmente tante cose da vedere oggi, che staremo fuori da questo squallido posto tutto il giorno. Visto che la giornata appare piuttosto piovosa già dal mattino decidiamo di rimandare a domani la visita al castello di Edimburgo e come prima cosa andiamo alla biglietteria del famoso spettacolo che si tiene tutto gli anni in questo periodo il Military Tatoo, è una parata militare, in cui vengono suonate musiche scozzesi accompagnati da giochi pirotecnici molto suggestivi ma, i biglietti purtroppo sono esauriti, ce l’aspettavamo ma, abbiam voluto tentare lo stesso. A questo punto speriamo almeno di trovare i biglietti per fare uno dei tour organizzati nei sotterranei della città vecchia. Un tempo i cittadini di Edimburgo abitavano sotto il Royal Mile, il miglio reale, la strada che porta al castello, luoghi in cui mancava acqua, luce e aria pulita per cui a causa di gravi epidemie una gran quantità di persone morirono. Questi vicoletti furono murati e da alcuni anni è possibile visitarli. Riusciamo a trovare posto per oggi alle due per fare il tour sotterraneo che parte dal vicoletto Mary King’s Close. Tutto ciò è molto affascinante perché essendo morte parecchie persone in questi luoghi a causa della peste, questo rende la città una delle zone più infestate d’Europa. Ci sono parecchi tour di questo genere qui, alcuni partono di notte, sfruttando appunto questa scia di leggende sui fantasmi, uno molto famoso è chiamato City of Dead, parte a mezzanotte dal Royal Mile, davanti alla cappella di St. Giles, e si va a visitare il cimitero infestato ed una prigione, dove, dicono, abiti il poltergeist Mackenzie, responsabile, sempre dicono, di migliaia di aggressioni fisiche…il tutto è caricato all’inverosimile di atmosfera macabra dalle guide che si presentano vestite da becchini e truccati a dovere. La cosa è molto affascinante per me, ma appunto la mia credenza eccessiva in queste cose mi impedisce di avventurarmi in questo cimitero, proprio non ce la faccio… Nel frattempo che aspettiamo le due del pomeriggio, visitiamo una delle maggiori attrazzioni di Edimburgo, la camera obscura. In origine era un osservatorio sulla città, oggi all’ultimo piano rimane l’osservatorio, e nel resto del palazzo ristrutturato ci sono giochi di specchi, fotografici, immagini in tre D che permettono di passare qualche ora divertente soprattutto quando, come oggi, fuori piove. Mangiamo velocemente qualcosa da Starbucks, e siamo pronti per inziare il tour Mary King’s Close. Nel nostro gruppo c’è anche una bambina, per cui se ce la fa lei, ce la farò anch’io… Si apre la porta e la nostra guida ci accompagna giù, nei sotteranei, è ovviamente molto buio, visitiamo alcune tipiche case dell’epoca, non c’è da stupirsi se sono morti di peste, ci raccontano varie storie di personaggi che presumibilmente hanno abitato qui. La guida fa di tutto per rendere la cosa più mistica e paurosa possibile, tipo far cadere le cose all’improvviso quando nessuno se l’aspetta, vengono raccontate ovviamente parecchie storie sui fantasmi, e per quanto tutto qui sia portato all’eccesso, con tanto di ricostruzioni plastiche dei moribondi, questo luogo oscuro è comunque molto inquietante, si ha come la sensazione che da un momento all’altro debba succedere qualcosa, di sicuro non verrei mai qui da sola… Resterei ad approfondire questi argomenti tutto il giorno ma, abbiamo poco tempo e tante cose da fare. Finito il tour siccome continua a piovere ci rintaniamo in un altro palazzo dove c’è un’attrazzione chiamata Lochness 3D. Non è altro che un documetario sul mostro di LochNess, visto in 3D, una cosa che se non stesse piovendo a dirotto non faremmo mai. Quando usciamo ha finalmente smesso, almeno per ora, giriamo un po’ a zonzo nella città vecchia facendo qualche foto, il Royal Mile è brulicante di ragazzi che distribuiscono volantini dei più svariati spettacoli che si svolgono in questi giorni del Festival. Rendono tutto molto allegro e colorato, in questi giorni si può fare veramente tutto qui ad Edimburgo, dai sonetti di Shakespeare alle commedie moderne, qualunque cosa è messa in scena da queste giovani compagnie teatrali. Finiamo la giornata da pizza Hut e poi siamo costretti a rintanarci nel nostro squallido hotel perché ha ricominciato a piovere a dirotto e non si riesce nenanche a tirar fuori la macchina fotografica.

13 AGOSTO 2008 EDIMBURGO

Oggi ci svegliamo e tanto per cambiare piove…decidiamo quindi di andare a visitare una mostra fotografica, che ovviamente ha scovato Luca, alla National Galleries. Per arrivare prendiamo uno dei tanti autobus di linea, che in realtà corrisponde ad uno dei nostri pulmann gran turismo… La mostra riguarda foto del periodo 1918- 1945, per quel che me ne intendo di foto, sono belle, Luca è sicuramente più interessato. Una volta usciti è finalmente venuto fuori il sole, corriamo subito a visitare il castello, sfruttando questa tregua del tempo che probabilmente è momentanea. C’è parecchia fila per entrare, e intorno a noi mi sembra ci siano solo italiani! Una volta entrati c’è una confusione tale che non si riesce a visitare niente con calma. Per fare una foto bisogna fare la fila come anche per affacciarsi alle mura e guardare il panorama. Il castello è sicuramente più suggestivo da fuori, lo giriamo velocemente e ce ne andiamo. Dopo questa bellissima esperienza…ne facciamo un’altra altrettanto sconcertante… Leggo sulla guida che c’è un museo chiamato Surgeons’ Hall, è descritto come “un’emporio di incredibili fatti e storie” che ovviamente attira una persona come me… In realtà non so per quale motivo questo posto sia segnalato sulla guida turistica perché è un museo di anatomia per studenti di medicina, infatti alla biglietteria ci scambiano per studenti, e non ci mettiamo molto ad accorgercene in mezzo a tutti questi resti di organi umani in salamoia, mani mozzate, piedi in cancrena e tanto altro che è meglio non descrivere… Visto che stasera è l’ultima del nostro viaggio, e visto che il tempo per una volta è clemente ci organizziamo per restare in giro fino a tardi e fare delle foto notturne della città. Di sera, quando si accendono i palazzi, Edimburgo è molto suggestiva ed elegante, riusciamo a vedere dal di fuori i fuochi d’artificio del Military Tatoo, che cambiano colore in continuazione ed illuminano intorno. Giriamo il centro in lungo ed largo, facendo foto a questa moltitudine di svariati personaggi, la cosa che non mi stancherò mai di ammirare qui è la piena libertà che hanno le persone, ognuno si veste e si concia nei modi più disparati ed assurdi e qui riesce a passare inosservato ed a non esser giudicato.

14 AGOSTO EDIMBURGO BOLOGNA

Ci alziamo e chiudiamo le nostre valigie, è l’ultimo giorno, stasera saremo di nuovo a casa. L’unica cosa per cui dobbiamo ringraziare questo squallido hotel è che ci ha fatto venire la voglia di tornare nella nostra casa pulita… Passiamo la mattina a girare per i negozi di Prince strett e royal Mile a comprare souvenir, tra cui una bellissima coperta di tartan. Facciamo il nostro ultimo pranzo in Scozia da Starbuks, e poi andiamo a raccattare le nostre valigie all’hotel e andiamo all’aeroporto. Il nostro volo, come all’andata, fa scalo a Londra, quando ripartiamo per Bologna è ormai sera, mentre l’aereo sale c’è il tramonto, penso che è l’ultimo che vediamo qui, improvvisamente mi passano davanti agli occhi tutti i paesaggi stupendi visti nelle Highlands, le verdi praterie, le scogliere e le spiaggie bianche delle isole…non so se rivedremo mai più questi bellissimi luoghi ma, resteranno comunque con noi per sempre.

Scritto da Silvia Minarelli.
Foto Luca Ariati

I migliori Bed & breakfast del nostro viaggio:

Oban : www.anstruan.co.ok

Isola di Skye :

Orcadi : Kaya Bed and breakfast Stennes Orkney

Orcadi : Narvik Bed and breakfast e- mail Kirkwall gwynnarvik@hotmail.com

Inverness: Dionard guest house www.dionardguesthouse.co.uk

Potete leggere altri scritti di Silvia nel suo blog Parole nella Rete

Il Viaggio Fai da Te – Autonoleggio Low cost in Scozia
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