Manco Capac

di Marco Ciccone –
Un Viaggio non comincia nel momento in cui si sale su un aereo, e’ quello che credo, ed e’ quello che sto pensando in questo momento mentre sto cercando in internet le ultime informazioni prima di partire.
E’ la mia prima avventura in solitaria, e forse per questo motivo la sto preparando con maggior cura … da diversi mesi mi sono immerso nella cultura Inca, la loro storia, la loro evoluzione … non ho trascurato neppure la civiltà attuale, le incongruenza di un tipico Stato Sudamericano, diviso e legato da un doppio filo dall’economia e della politica degli Stati Uniti, e dalle lotte rivoluzionarie dei movimenti filo-marxisti. Partirò per il Perù tra tanti dubbi, perplessità e perché no, paure che si mescolano con la voglia di conoscere una nuova cultura, genti diverse, luoghi magici, il desiderio di mettersi alla prova e la consapevolezza di tornare arricchiti da nuove esperienze … è questa la filosofia di ogni viaggio.

I pensieri attraversano velocemente la mia mente quando l’aereo sta per atterrare a Lima … credo di immaginare cosa mi aspetterà oltre la dogana … tassisti e procacciatori di clienti che mi “assaliranno”, spero che le indicazioni lette su Internet siano veritiere …

Ok! E’ meglio di come me l’aspettavo, subito prima dell’uscita sulla destra ci sono una serie di banconi, un cambia valute, un servizio taxi e … “Urbanito”, l’agenzia di shuttlebus che per 6 USD accompagna i turisti in ogni albergo della città (8 USD per Miraflores) … salgo senza pensarci, l’hostal in cui sto dirigendomi mi aveva chiesto 8 dollari per il taxi e 3 per la persona che sarebbe dovuta venirmi ad accogliere all’aeroporto …

L’Hostal des Artes (singola 28 soles, 8 USD) in Chota 1469, e’ una bellissima casa coloniale, anche se le stanze sono spartane (la mia ha il bagno in comune); l’aspetto nell’insieme e’ un po’ nostalgico, ma il fascino non gli manca.
Sono le 19, poso lo zaino e mi avventuro subito in strada …
Sono partito con l’idea e il pregiudizio che Lima non fosse una città in cui soggiornare … la pericolosità con la quale viene dipinta sulle guide turistiche, mi ha indotto a credere che devo far di tutto per allontanarmene al più presto … voglio arrivare sulle Ande !!!
In strada però, mi tranquillizzo, non mi sento in pericolo (sarà perché in questa zona ci sono tantissimi edifici pubblici, con un numero incredibile di poliziotti e militari a presidiarli)… ma così pensando arrivo in pochi minuti in Av. Quilca, una traversa di Av. Bolivia al terminal della Cruz del Sur (che quindi non e’ solo in AV Javier Prado Este, come indicato dalla EDT), dove acquisto un biglietto per la prima corsa mattutina diretta a Nazca (ore 9.30, costo 25 soles).

L’impressioni su Lima
Lima e’ … non si vede il cielo, c’e’ una fortissima puzza di smog, amplificata dall’umidità … anche se dico la verità la credevo più frenetica … gli edifici (spesso costruiti a metà) perdono colore a causa del Garua e degli scarichi fatiscenti delle auto; mi ha impressionato cosa mi ha detto il ragazzo del bar in cui ho fatto colazione …”è inverno, il sole non c’è !!!”.
Tutto questo le dà un’aria triste e malinconica, che comunque mi attrae, mi chiedo se non avrei dovuto fermarmi di più …
Si nota una calma incredibile nel fare le cose, ma più di tutto un’approssimazione caotica, forse tipica di noi latini … se c’è qualcuno che deve fare qualcosa, altri cinque si occupano di organizzarla, creando una confusione tale da obbligare altre dieci persone a fermarsi per attendere che sia finita … abbiamo fatto una seconda sosta ad un terminal in cui non scende e non sale nessuno, si aspetta …

Mi trovo sulla Carrettera Panamericana, il paesaggio attorno è monotono, si passa da panorami desertici a piccole oasi di verde, piuttosto che a piccolissimi agglomerati di baracche in adobe, anche se in giro si vede poca gente … dall’altro lato ci accompagna la vista sul Pacifico …
Al Terminal ho conosciuto due ragazze svizzere, abbiamo deciso una volta arrivato a Nazca di fare un pezzo di viaggio insieme per dividere le spese.

Finalmente la città delle Linee … abbiamo superato i pochi procacciatori e siamo arrivati dove avevamo deciso, all’Hotel Alegria, che a dispetto dell’apparenza elegante e costosa, offre anche stanze semplici, ma pulite a 10 soles, con bagno in comune e acqua calda; subito di fianco c’è un’agenzia collegata all’hotel, in cui per 40 USD (una mia amica ad agosto ne ha spesi 70) + 5 soles di tasse aeroportuali abbiamo prenotato il volo per domani (la visita al cimitero di Chauchilla costa 5 USD).

Abbiamo deciso di ripartire dopo solo una notte, prenotando intanto il bus, per dirigerci ad Arequipa, dove sicuramente dovrò rallentare i ritmi.
Per questo tragitto ho trovato conveniente il pullman notturno, che in 8-9 ore ci porterà a destinazione: la Cruz del Sur offre corse praticamente a tutte le ore con la classe economica (40 soles), meno frequenti, ma piu’ comode (con bagno) le classi superiori : Imperial (60 soles, partenza ore 22.30) e Cruzeiro (110 soles).

Questa sera ,stanchi, abbiamo cenato al ristorante El Porton in av Lima pagando 14 soles (cibo discreto, ma non eccezionale), anche se più che quello che ho mangiato, ricordo la serata per il ghiaccio rotto tra di noi sebbene tra loro parlino un incomprensibile tedesco.

Dopo cena le ragazze sono tornate in camera, mentre io ne ho approfittato per girare in città … in piazza stasera c’è uno spettacolo, sembra una recita scolastica … c’e’ tantissima gente, e le mie paure sulla pericolosità di un viaggio solitario cominciano a dissolversi … anzi quasi mi dispiace di passare inosservato da tutti, tranne che qualche timida ragazza che mi sorride …

Non ho dormito benissimo, forse risento ancora del fuso orario, comunque ora mi trovo nell’atrio dell’albergo con Regula e Tina in attesa di andare all’aeroporto; come immaginavo la partenza è rimandata visto che da queste parti la nebbia è ancora bassa di prima mattina; ne abbiamo approfittato per un breve giro in città, che sembra ancora sonnecchiare, e per acquistare qualcosa da mangiare, visto che non mi sono fidato di fare colazione stamattina.
Da quando mi hanno caricato sul pulmino, il tempo è sembrato volare, non ho avuto modo di pensare a quello che avevo intorno, che mi sono trovato di fianco al pilota che controllava la mia cintura di sicurezza su un Piper a 4 posti …
Il decollo è facile, i problemi cominciano a nascere in volo, quando il vento fa sobbalzare nell’aria il piccolo aereo o quando il pilota vira a destra e a sinistra per far fotografare meglio le linee.
E’ qualcosa di meraviglioso vedere quei segnali messi lì chissà per quali motivo, il Colibrì è il più visibile, ma l’Astronauta, le Mani e i Trapezi fanno una certa impressione, questi ultimi poi sembrano delle piste di atterraggio …
Il mio stomaco ha resistito bene, fin quando le figure sono terminate e abbiamo fatto ritorno all’aeroporto; il tragitto di 5 minuti in balia del vento, mi ha creato un po’ di scombussolamento, tanto che una volta in albergo ho salutato le mie compagne di viaggio e mi sono messo a letto, con il risultato che loro hanno preso i loro tempi e ora mi trovo solo ad aspettare l’orario della partenza per Arequipa alle 22.00 …

Ho deciso di passare il pomeriggio a girare ed osservare la città di Nazca, non c’è molto da fare qui, oltre a visitare i siti, per cui ne approfitto per raccogliere i miei pensieri; qui in piazza si raduna tantissima gente … gli studenti passeggiano senza meta, gli adulti chiacchierano spensieratamente sulle panchine, solo il rumore delle auto ricorda che qualcuno si sta muovendo … chissà per dove, poi …anche i pochi turisti sono immersi in questa atmosfera, rimango qui tranquillo a mettere in piedi il programma per la nuova città che visiterò …

Ho rincontrato per caso Regula e Tina prima di cena (intorno alla Plaza de Armas ci sono numerosi locali anonimi in cui si mangia per 10 soles), ora siamo al terminal della Cruz del Sur … spero di non patire il freddo stanotte sull’autobus …

La notte è passata bene, credo che la scelta dell’autobus Imperial sia stata buona, mi sono svegliato alle 6 e per la prima volta ho visto l’inizio delle Ande in una splendida mattinata di sole …
Ora mi trovo all’Hostal Santa Catalina (Santa Catalina 500), un gradevole alberghetto in cui per 15 soles ho una ampia stanza con il bagno in comune; è possibile far colazione (da 4,5 a 7 soles) e c’e’ un servizio di lavanderia per 3 soles al chilo … anche se conviene recarsi direttamente e autonomamente in una lavanderia …
Sono di nuovo in viaggio da solo, questa mattina al terminal ho semplicemente preso un taxi diverso dalle ragazze svizzere (costo del taxi 3, 4 soles).

Dopo un breve riposo, ho deciso di passare la prima giornata ad Arequipa passeggiando senza meta, così per ambientarmi … mi sono fermato per pranzo in un banchetto vicino al mercato … una Paparellena e un Soltenos, più una pepsi per meno di mezzo dollaro …
Arequipa è attraente, anche se purtroppo è molto caotica e rumorosa, il calore invernale del sole la rende molto viva, molto diversa da Lima o Nazca …
Mi ha molto impressionato lo spettacolo canoro che ho incontrato nella chiesa de la Compana (2 soles per entrare nella cappella di Sant’Ignazio), i fedeli cantavano una canzone molto ritmica, strano per una chiesa cattolica, tra l’altro decorata con colori molto vivaci …

Ho cenato al Govinda di calle Sta Catalina (non Jerusalen come sulla Lonely Planet), in cui con 15 soles si può avere un menu fisso buono e abbondante; ricordo con piacere questa serata, perché qui ho conosciuto i primi ragazzi italiani del viaggio (comunque a settembre sono veramente pochi): Elisa e Fabrizio … abbiamo chiacchierato un po’, finché abbiamo scoperto che ci eravamo “conosciuti” nel forum di Gabriele Poli, sul sito www.magiadelleande.it … stranissimo e bellissimo incontrare nuovi amici in questo modo …

Anche per quello che ho letto sul libro di Poli, stamattina ho deciso di visitare i sobborghi di Arequipa, mi sono fatto coraggio e ho fermato per strada uno dei tanti bus collettivi con la scritta Cayma … (è stata un’altra prova superata per acclimatarmi al luogo).
Per 0,5 soles sono arrivato in piazza di questo paesino per visitare la chiesa di San Miguel Arcangel; di fianco all’ingresso della chiesa, sulla destra potete chiedere al custode di farvi visitare l’intero complesso (5 soles), nel quale oltre al chiostro e il bellissimo mirador, c’e’ un’interessante pinacoteca con dei dipinti cuzqueni del XVI secolo, oltre che le stanze in cui ha alloggiato Simon Bolivar e dei libri autentici dell’epoca, maneggiati però con poca cura …
Dalla cima della chiesa si possono osservare un gruppetto di palme, è Yanahuara, un altro sobborgo della città; arrivarci è semplice, ho chiesto informazioni al custode, che mi ha indicato la direzione per una breve camminata …
Sulla strada del ritorno verso Arequipa, sempre a piedi, mi sono fermato al museo della Recoleta (ingresso 5 soles), un luogo piacevole e tranquillo, in cui più che gli animali impagliati, meritano la visita la biblioteca e gli oggetti precolombiani (tra cui una mummia).
Ora mi trovo nella mia stanza, è ancora mattina, e sto raccogliendo i soldi per pagare l’escursione al Canyon del Colca; da quello che ho potuto notare le agenzie viaggio offrono pressappoco gli stessi servizi, visto che comunque i turisti vengo raccolti in un pulmino unico per diverse agenzie … quello che segue perciò è solo la lista di quelle che ho girato io :
Viajes y turismo Arequipa, calle S.Francisco 319 : 22/26 USD a seconda della sistemazione alberghiera;
Hilton Tour Operator, Calle Sta Catalina 217 : 18 USD;
Caframi Tour, Calle Jerusalen 402 : 19 USD ;
Peru Andes Expedition, Calle Jerusalen 442 : 37 USD x due notti, trekking con un itinerario molto diverso dagli altri operator, viaggiando con i mezzi pubblici;

Tutti questi (tranne l’ultima) includono trasporto privato (quindi con soste), pernottamento, la colazione del secondo giorno e la serata folklorica, cioè il gruppo musicale nel ristorante prescelto, anche se non è obbligatorio (e ci mancherebbe) cenare in quei locali.
E’ previsto inoltre (almeno con la Caframi) che si venga accompagnati alle terme La Calera, il cui ingresso non compreso è di 5 soles.
Ho chiesto, indicazioni per il sito archeologico di Toro Muerto, ma queste agenzie mi hanno risposto non meno di 70 USD (!!!); una piccola speranza, però, me l’ha offerta l’impiegato della Caframi Tour, segnalandomi la Transporte del Carpio, come compagnia di bus pubblici, la quale effettua servizio giornaliero verso Corire.
Su quel mezzo dovrei domandare per scendere ad una località che si chiama Punta Colorada e da qui a piedi dovrei raggiungere il sito … fiducioso anche di quello che leggo sulla Lonely Planet decido di andare dopo pranzo al Terminal Terrapuerto per informarmi sugli orari … magari ci andrò al ritorno dal Colca …



Sono le 13, per cui decido di fermarmi a pranzo in un altro locale vegetariano, il Lakshimiwan in Jerusalen, dove il menu fisso costa 7,5 soles o piatti unici a 8 soles; è gradevole, c’è un bel giardino ed è frequentato da solo gringos … ottimo posto per organizzare le idee …
Dopo pranzo mi sono recato al Terminal, utilizzando i comodi ed economici bus locali (0,5 soles), ho trovato il banco de Transporte del Carpio, dove l’impiegato mi ha confermato le partenze mattutine verso Corire, raggiungibile in 3 ore circa (Punta Colorada si trova pochi chilometri prima di Corire) al costo di 15 soles … molto meglio dei 70 USD delle agenzie …

Sto scrivendo questi appunti nell’attesa di entrare nel Museo Santuarios Andinos, sono curioso di vedere Juanita … l’ingresso costa 15 soles (più la mancia per la guida … c’è anche quella parla italiano !); questo piccolo museo è interessantissimo, ricco di oggetti preziosissimi ritrovati nelle tombe di questi giovanissimi sacrifici umani.
Juanita è una Vergine del Sole, allevata dagli Inca secondo rigidi insegnamenti, ma credo che forse proprio per questo non si legge nessuna smorfia di dolore o sofferenza sul viso di questa mummia, quasi che fosse consapevole e onorata della fine cui era destinata.

Oggi ho girato anche un po’ per mercatini, ho scoperto che oltre al mercato centrale ci sono diversi “centri Commerciali” per la città, tra questi El Comercio Artisanal in Mercaderes a circa 200 metri da Plaza de Armas sulla destra, venendo da quest’ultima; per chi cerca merce di qualità superiore (anche nei prezzi) può provare ai magazzini la Uruguaya (nella stessa via a poche decine di metri dalla Piazza), al cui interno ci sono i negozi di “Alpaca111”.

Chivay ore 15.
Sono in pullman da questa mattina alle 9.00 con l’escursione organizzata, sto condivivendo il viaggio con una ragazza giapponese in viaggio in Centro e Sud America da diversi mesi, con cui ho chiacchierato mentre ammiravamo paesaggi stupendi, tra cui il passo a oltre 4800 metri s.l.m.; questa cittadina è figlia di un turismo in grossa espansione, ma credo che si possa trovare ancora qualche angolo di vero Perù, ad esempio nella chiesa principale si può vedere la statuetta di un conquistadores !!!!
Ho alloggiato al Hostal Municipal in Plaza de Armas, incluso nel prezzo della gita, un posto decente ma niente di eccezionale; in paese ci sono diversi ristoranti e il mercatino costoso e molto turistico.
Ho notato diversi mezzi pubblici che fanno spola con Arequipa, il che dimostra che è semplice arrivare qui in maniera economica, anche se le persone che ho incontrato mi hanno confermato che ci vuole del tempo, oltre al fatto che i mezzi pubblici non permettono le soste per acclimatarsi all’altitudine.
Chi passa nel Colca, comunque, usa Chivay o Yanquee come base di appoggio per la visita il giorno successivo al Cruz del Condor; si rimane in estasi a testa alta ad ammirare quegli uccelli planare e fendere l’aria, immersi nel silenzio del luogo, rotto dal suono del vento che attraversa il Canyon … sembra strano ma i numerosissimi turisti che affollano le rocce, osservano silenziosamente, nella speranza di disturbare il meno possibile questi stupendi animali, che già gli Inca onoravano quale simbolo di conoscenza infinita (il paradiso Inca e’ simboleggiato dal Condor, o Mallku in lingua Quecha, da cui il primo Re Mallku Kapac, o tradotto Manco Capac).

Domenica 8 settembre, ore 5
Stanotte non ho dormito granché, forse perché ero preoccupato dalle parole lette sul Forum di Magia Delle Ande, visto che Gabriele Poli mi ha messo in guardia sulla possibilità di imprevisti e inconvenienti sulla riuscita del mio obiettivo …
Non so se lo faccio per uscire dagli itinerari turistici, vissuti fin troppo al Colca, ma credo di avere voglia di immergermi nel Perù ancora poco contaminato dai gringos, ho voglia di incontrare la gente vera delle Ande, ho voglia di conoscere qualcosa in più su questo paese chi mi ospita … è anche per questo, oltre che per appagare la mia curiosità e la mia voglia di “viaggiare” e per combattere le mie paure, che mi sto dirigendo verso i Petroglifi di Toro Muerto.
Sull’autobus per Corire, parcheggiato al Terminal, mi rendo conto che difficilmente incontrerò degli occidentali, anche se noto che stranamente il mezzo è semivuoto … spero che non ritardi la partenza per aspettare di “fare incasso” …
Dopo poco scopro il mistero: salendo al Terminal si paga una tassa i 0,5 soles, troppo per i peruviani, che attendono il bus sulla strada a poche decine di metri dalla uscita dello stesso …
Sono in viaggio da quasi due ore, mi sento tranquillo, quelle poche preoccupazioni di essere l’unico turista sono svanite, tutto i passeggeri sono assorti nella visione di un film trasmesso da una vhs di seconda scelta, per cui mi sto abbandonando alla vista di tanti paesini minuscoli, ma solari, animati da una vita frenetica e con tantissima gente in giro.
Alle 8.40 (dopo 2h e 40 di viaggio), in perfetto orario, scendo alla località prestabilita, Punta Colorada; qui sulla sinistra imbocco una strada sterrata che attraversa una bellissima e verde vallata, dove incrocio diverse persone che sorridono, mi salutano, e mi indicano la strada … si vede che non sono abituati alla vista dei gringos.
Come previsto dopo un’oretta di cammino giungo all’ingresso del sito; pago il biglietto di ingresso 3 soles (meno di 1 USD) e firmo il registro delle presenze … il giorno prima due norvegesi, oggi solo io !!!!
Sembrava una giornata fantastica, ma ora iniziano i problemi … la persona preposta all’ingresso mi fornisce di mappa (probabilmente trovata in regalo su una rivista per bambini), mi vende il “giretto” fattibile in un’ora e mezzo al massimo due … e soprattutto mi indica una scorciatoia …
Morale inizio il giro al contrario, ma quando me ne accorgo decido si proseguire confidando nelle due ore di camminata … continuo così per 4 ore senza incontrare nulla, prima di arrendermi sconsolato, con le scorte d’acqua quasi esaurite e tornare alla base …

Tutto questo mi serve per raccomandare e avvisare chi vuole affrontare Toro Muerto, qui c’è il pericolo di trovarsi in situazioni veramente pericolose :
Nonostante quello che c’è scritto sulla guida EDT/Lonely Planet l’escursione indipendente da Arequipa è impossibile (visto che l’ultima corsa per il ritorno è alle 18) !!
Il sito non è di 2 kmq (??) come si legge ma molto di più (secondo me ci vogliono almeno 5/6 ore per il giro completo nella giusta direzione), il dislivello totale è di oltre 1000 metri (lo si capisce dalla mappa (??) consegnata all’ingresso), il personale all’ingresso è incompetente e soprattutto i sentieri non sono segnalati, le uniche tracce di passaggio umano (e quindi di indicazione) sono le decine di bottiglie di plastica abbandonate sul terreno (e meno male che ci sono).
Se si vuole arrivare al sito in maniera indipendente l’unica possibilità è alloggiare a Corire, per poi visitarlo all’alba, altrimenti scegliere le escursioni organizzate e stracostose da Arequipa.

Mi trovo da Bonanza in calle Jerusalen 114, ho deciso di concedermi una cena abbondante dopo la faticata di Toro Muerto… un ottimo Lomo a la Povre, i meni fissi sono da 13 soles, mentre i piatti unici (non compresi nel menu) vanno da 18 a 26 soles; ho deciso che domani partirò per Puno.

L’indomani, sicuramente riposato, ho rivisitato con più calma l’avventura del giorno prima nel deserto, tanto che riesco addirittura a riderci sopra, ricordando anche i due avvoltoi che volavano sopra la mia testa, attendendo … credo di banchettare … sorrido, mentre attraverso le Ande, verso nuove avventure, ancora in viaggio solitario, ma carico di energie e di emozioni nello scoprire luoghi sconosciuti.
Il paesaggio è uguale, ma affascinante, non ci sono paesi, c’è solo la strada che chiede permesso alle montagne, e così i miei pensieri volano verso il limpido cielo azzurro; ripenso al mio viaggio, quando è nato, quando ho dovuto scegliere se rinunciare o partire da solo, ai miei dubbi di allora, ma soprattutto alle mie paure, al fatto di non poter condividere le esperienza con persone amiche in un paese con una cultura diversa dalla mia, e con solo la lingua simile.
Tutto questo è svanito, in questo momento mi sento libero, come quelle rarissime persone che fermano l’autobus per questa strada, non so da dove compaiano, probabilmente da una dura giornata di lavoro con il gregge, e ora stanche, ma soddisfatte chiedono di scendere a delle invisibili fermate per raggiungere la propria dimora.

Arrivo a Puno in serata, dopo un tragitto di 5 ore con la compagnia Cruz del Sur (che offre i collegamenti da Arequipa 4 volte al giorno per 20 soles alle 7.15, 10.30, 14.00, 20.00); devo ammettere che non ho avuto una bella impressione della città.
Stanco e affamato sono arrivato con il taxi (3 soles) all’ Hostal Manco Capac, dove ho scoperto che non è, come segnalato, tra gli alloggi economici, dato che mi hanno chiesto 35 soles per una stanza con bagno e 25 senza; gli importi scendono se si decide di acquistare un’escursione sul Tititaca con l’agenzia loro collegata.
Purtroppo il pensiero di fermarmi a Puno solo per le isole sul lago, non mi ha permesso di trattare come volevo sul prezzo, tanto che alla fine mi sono accordato per 20 soles per la stanza (senza bagno, ma con l’acqua bollente tutto il giorno) e 50 soles per l’escursione con pernotto ad Amantani, 3 pasti, trasporto e guida … tutto compreso, quindi, tranne un pranzo …

La brutta impressione continua più tardi quando cerco un ristorante per cenare … nei dintorni di jr. Lima, la strada principale, è solo un susseguirsi di pizzerie … rimango deluso dalla loro vista e in particolar modo dalle espressioni gioiose degli altri turisti (stranieri) all’ingresso di questi locali.
Le mie aspettative, infatti, vengono confermate quando infilo il primo boccone di questa immangiabile pizza … meno male che al tavolo incontro le due ragazze svizzere con cui avevo condiviso i primi giorni di viaggio … è nella terza città diversa che ci “salutiamo” …

Durante la notte la delusione si è dissolta insieme alla stanchezza, sono in navigazione sul lago da un’oretta e ho già fatto amicizia con altri due viaggiatori solitari, e con la guida che ci accompagna, un ragazzo peruviano che conosce 6 lingue oltre che ai due idiomi Andini; stiamo commentando il libro che sta leggendo, “l’Alchimista” di Coelho, lui mi chiede se credo a quella filosofia … beh, penso che non sarei qui altrimenti …
Il Tititaca sembra avvolgerci tanto è immenso, credo che se si voglia godere del silenzio e degli spazi qui sia il posto ideale; peccato che ormai le tre isole (Uros, Amantani e Taquile) siano molto sfruttate dal turismo, anche se negli occhi della signora che ci ha ospitato nella sua casa di Amantani (a proposito si mangia benissimo) si può leggere ancora l’orgoglio e la dignità di un popolo che combatte ancora tra le tradizioni e i comfort occidentali (a proposito non capivo il perché dei pali della luce).
Ripensando al mio viaggio penso proprio che ricorderò questi giorni come qualcosa di molto rilassante, di riappacificante verso le meraviglie silenziose della natura.

Al ritorno dalle isole ho deciso di fermarmi direttamente al terminal per acquistare i biglietti per Cusco (o Qoso, l’ombelico tradotto dal Quecha, la città del mito incaico), con la compagnia Power per 15 soles, partenza 9.30 e 6 ore di viaggio.

Sono di nuovo a Puno per cena, ora che ho avuto modo di girare per la cittadina con calma, ho potuto scoprire altri ristoranti diversi dalle solite pizzerie, in uno di questi l’Ukuku’s di jr. Lima 332, ho cenato con un menù fisso a 12 soles e conosciuto una ragazza francese che vive nella parte amazzonica del Perù da diversi mesi.
Abbiamo chiacchierato della situazione sociale fuori dalle tratte turistiche, e ho scoperto (ma lo immaginavo) che la guerriglia di Sendero Luminoso è ancora attiva nel paese, che è controllato in buona parte dai trafficanti di droga che sono (probabilmente) complici di quel personaggio ambiguo che è stato Montesinos… il quale sta addirittura per ricevere un’amnistia per i reati che ha compiuto negli anni del regime Fujimori …

Cusco, ultima parte del viaggio.
Alloggio all’Hospedaje Mileniun in Avenida Garcilasio (tel. 084-22424), un posto carino e pulito, anche se dista dal centro 10 minuti a piedi (qui per 20 soles, 6 USD ho un bagno privato).
Confrontandomi con altri turisti ho scoperto che, specialmente a Cusco, gli alloggi recensiti sulla EDT-Lonely Planet hanno lievitato i loro prezzi, sfruttando la pubblicità gratuita.
Per questo motivo elenco un altro consiglio di viaggio :
Hostal Iquique, in calle Recoleta 574 (tel. 084-225880) 7 USD inclusa la prima colazione.
I numeri di telefono sono utili, perché chiamando dalla città da cui si parte (1 sol dalle cabine pubbliche), i proprietari verranno prendervi al terminal pagando il taxi.

Sono arrivato nella mia stanza di pomeriggio, ho mollato lo zaino e sono uscito, girando senza mete, così per orientarmi …scoprendo una città sicuramente abituata al turismo, ma lo stesso tempo affascinante; ho notato che tutto quello che ho letto su furti e rapine non credo che risponda a verità, visto l’alto numero di poliziotti per le strade.

Dopo una buona dormita mi sento pronto per conoscere quello che resta della culla della civiltà incaica … ho deciso che oggi organizzerò la visita alla Valle Sagrada e al Machu Picchu senza le agenzie … un fai da te insomma …
Per prima cosa mi sono procurato il Boleto Turistico (10 USD) e mi sono informato per acquistare il biglietto d’ingresso per il Machu Picchu, in modo da poter arrivare molto presto la mattina e non rimanere fuori in attesa che apra la biglietteria.
L’unico posto a Cusco che vende il tagliando è l’Istituto Nacional de Cultura in calle San Bernardo; qui mi hanno fatto storie, perché mi hanno chiesto di esibire il biglietto del treno turistico (!!), solo dopo cortesi insistenze, me lo hanno rilasciato … già timbrato con una data (per cui è da acquistare solo se si è certi di arrivare quel giorno, visto che si tratta di 20 USD)
Punto due, ho voluto informarmi per arrivare in maniera economica ad Aguas Calientes; con i mezzi pubblici si deve fare tappa ad Ollantaytambo (da dove parte il trenino locale) e prima ancora ad Urubamba.
Questo mi permette di sottolineare un errore della EDT … il terminal dei bus per Urubamba è in calle Poputi, una traversa di Av. della Cultura (nella zona di av Garcilasio); i bus partono molto frequentemente e costano 3 soles per 1h e 40min di viaggio.

Ho deciso che partirò domani per qualche giorno nella Valle Sagrada, intanto comincerò a conoscere Cusco; sono rimasto estasiato dal museo di Q’orinkacha e da quello che rimane (sotto il convento di Santo Domingo) delle sua mura … l’energia che si respira qui se si cerca di immaginare come doveva essere questo luogo in origine è enorme.
La potenza di questo popolo è pienamente dimostrata dalla maestosità di questo enorme tempio … la stessa sensazione di potenza l’ho respirata solo ad Angkor in Cambogia o camminando per Roma.
L’ingresso a S.Domingo non è incluso nel Boleto Turistico (costa 4 soles, poco più che 1 USD); sulla porta sono stato avvicinato da una guida che mi ha accompagnato nella visita, e mi ha fatto scoprire particolari che sui libri non sempre si trovano:
Nella Pinacoteca ci sono dei quadri della scuola cuzquena in cui i santi sono disegnati con la guancia sinistra rigonfia (come le statuine inca), perché intenti a masticare la coca …
La Madonna è spesso rappresentata in modo da ricordare la forma di una montagna, la Pachamama incaica …
El Senor de los Temblores, simbolo cattolico di Cusco indossa la tipica vestaglia inca, non il solito indumento con cui siamo abituati nelle raffigurazioni delle nostre chiese cattoliche …
Il più piccolo pezzo di muro di tutto il tempio (nella stanza dedicata al dio Arcobaleno), frutto di un errore di costruzione …

La giornata è filata via tra visite a chiese e musei … ora sono a tavola in un ristorante in calle Triunfo 350, menu a 10 soles per una cena discreta (compresa di pisco sour); oggi ho pranzato a base di chicharrones in uno dei localini in Pampa del Castillo, veramente buono, anche se non perfettamente a rispetto di tutte le norme igieniche. Sono curioso di provare il cuy, anche se qui nei pressi di plaza de Armas mi chiedono dei prezzi esagerati.

Questa mattina sento i brividi di tensione e di emozione, mi sono svegliato molto presto e ho camminato verso calle Poputi; ho viaggiato su un microbus strapieno di gente e di bagagli, ci sono altri quattro turisti sul mezzo, e la cosa mi rassicura, in quanto penso che perlomeno non sto sbagliando strada; siamo passati per Pisac dopo 50 minuti e loro quattro sono scesi.
Il viaggio è filato liscio tanto ero assorto dal panorama che avevo attorno: fuori il rio Urubamaba che attraversa quei luoghi un tempo abitati da una civiltà ormai remota e dentro il pulmino una calca incredibile di persone impegnate nella routine quotidiana … e io in mezzo a questo quadretto quasi mi sento invisibile.
Come previsto dopo un 1h e 40 min., siamo arrivati ad Urubamba, dove avrei dovuto cercare un mezzo per proseguire.
Neanche mi stessero aspettando, è bastato pronunciare una volta la mia destinazione che una persona mi ha accompagnato verso un microbus, dove a mio giudizio non c’era più posto; questo era almeno quello che pensavo, visto che io ho completato il numero di passeggeri per permettere la corsa.
Il tragitto verso Ollantaytambo è servito benissimo (le corse sono molto frequenti di giorno, fino alle 19 circa) ed in maniera economica (1 sol) dai bus collettivi, che lo coprono in soli 20 minuti.

Dal centro del paese (e dalle interessantissime rovine, sembra incredibile immaginare a come gli Inca abbiano potuto rubare roccia alla montagna) ho raggiunto dopo una breve camminata la stazione dei treni per Aguas Calientes.

La biglietteria e’ aperta nei seguenti orari :
6.30 – 10.30
14.30 – 15.30
17.00 – 20.00 (in questo orario c’e’ coda)
Il biglietto più conveniente costa 10 USD per il treno che parte alle 20.00, e non è possibile da questa stazione acquistare il biglietto economico per il ritorno… stranamente lo si può fare per quelli più costosi.

E’ pomeriggio e mi trovo ad attendere il treno serale in compagnia dei viaggiatori (una cinquantina in questo periodo) che hanno scelto questa soluzione; Ollantay non offre granchè, ci sono alcuni ristoranti economici in piazza oltre che qualche hostal.
Dopo aver gironzolato per il paese, che tra l’altro è veramente grazioso, mi trovo seduto ad un tavolo di un bar, con il mio immancabile mate de coca a programmare le prossime giornate.
Stanotte sarò ad Aguas Calientes, spero di trovare in fretta un alloggio in modo da poter partire presto, prima dell’alba verso il Machu Picchu.
Non so dove passerò la notte di domani, forse ancora ad Aguas Calientes, se la riterrò interessante o se farò tardi alle rovine, oppure scenderò ancora qui ad Ollantaytambo, dove intanto mi sono informato sui prezzi degli unici due alberghi aperti (siamo al 14 di settembre e il calo del numero dei turisti è impressionante, per fortuna): Hospedaje Los Andes (di fronte al tetro hostal Miranda) 40 e 25 soles per una doppia con o senza bagno in camera (la metà per la singola) e un nuovo albergo a 3 stelle proprio di fianco, in cui non sono entrato ad informarmi sui prezzi, dato che a prima vista l’ho ritenuto fuori dal mio budget.
Ho anche pensato che probabilmente, con un certo sforzo, potrei arrivare già domani sera ad Urubamba se non addirittura a Pisac.

In questo modo, oltre che chiacchierando con qualche viaggiatore si raggiungono le 20.00, ora in cui stanchissimo mi trovo sul treno (più) economico per Aguas Calientes; per gli stranieri è riservata una carrozza (quindi i posti non sono tantissimi), mentre il resto del treno è per i pendolari peruviani che tornano a casa.
Alle 21.40 (in perfetto orario) si arriva a destinazione, dove si viene assaliti dai procacciatori di clienti (qui veramente tanti); io ho fatto da me e sono arrivato all’ Hospedaje Las Bromelias, adiacente a Plaza de Armas, in cui le stanze sono spartanissime (oltre al letto ci sta una persona in piedi) e una notte costa 15 soles.
Ho accettato, visto che comunque ho in previsione di rimanerci poche ore, dopodiché ho raccolto le ultime energie, ho posato lo zaino e sono uscito 10 minuti per orientarmi e per capire dove sono gli autobus e la strada per Machu Picchu.
Il primo bus parte alle 6.30, secondo me tardi se si vuole godere l’alba alle rovine, quindi ho deciso di puntare la sveglia alle 4.30 e provare a salire a piedi.

La notte è passata velocemente e ancora più animatamente ora sto risalendo la montagna, cercando di anticipare i raggi del sole; il percorso e’ faticoso ma non impossibile (il sentiero e’ indicato benissimo e con una buona andatura ci si impiega poco più di un’ora) ma in questo modo si arriva al Machu Picchu alle 6 e si gode uno spettacolo mozzafiato !!!
Eravamo in pochi (solo chi sceglie di salire a piedi e i reduci dall’Inca Trail) a gustarci in doveroso silenzio l’alba e l’energia emessa da un luogo tanto particolare … non voglio aggiungere altro perché sono convinto che ognuno debba trovare il proprio angolo magico.

Non mi sento di affermare che la mia scelta per arrivare alla cittadella sia la migliore, probabilmente il Cammino Inca è più suggestivo (e molto più costoso), probabilmente è possibile gustarsi il sito anche salendo poco più tardi con l’autobus, pagando 5 dollari per la sola andata, ma sicuramente mi sento di sconsigliare la visita in giornata con il trenino turistico appoggiandosi ad un’agenzia.
Quest’ultima soluzione è costosa, si arriva alle rovine alle 11 insieme alla bolgia dei turisti in pantaloni bianchi e scarpe di cuoio (!!!), si scende prima delle 14, perché il pranzo è compreso nell’escursione, e si visita in maniera frettolosa (e senza apprezzarne il valore) la cittadella, bivaccando all’ombra dopo venti minuti per il caldo, chiedendosi perché si è speso così tanto per vedere quattro sassi … sì, purtroppo questo è lo spettacolo osceno del turismo mordi e fuggi, offerto dal Machu Picchu all’orario di punta …

Sono ridisceso ancora a piedi e ora mi trovo alla biglietteria di Aguas Calientes per il treno del ritorno; purtroppo le sorprese non mancano …
La biglietteria e’ aperta in maniera continuata (tranne un’ora a pranzo) dalle 6 alle 17 (in questo periodo non serve affidare ad un incaricato dell’albergo l’acquisto del tagliando) e il costo per tornare a Ollantaytambo è
27 USD per il treno delle 13.30,
20 USD per quello delle 17.20 e
10 USD per quello delle 6.00 del giorno dopo.

Ho scelto di essere a Pisac questa sera, per cui ho preso quello delle 13.30, che mi ha permesso di percorrere il tragitto di ieri a ritroso, con gli stessi mezzi, fino a destinazione.

Pisac è famosa per il mercato, ma tranne che nel periodo di massimo afflusso (luglio e agosto), il paese di sera regala la sua vera anima sonnolente.
Ho trovato un solo albergo aperto (!) che raccoglieva gli unici 8 turisti, l’Hospedaje Kinsa Ccocha in Plaza de Armas, che offre delle camere pulite e spaziose nel retro del negozio (entrata da calle Arequipa ad una quadra dalla piazza), con bagno in comune (l’acqua è fredda) a 15 soles.
Anche per la cena ci sono dei problemi: tutti i ristoranti della piazza chiudono quando le bancarelle vengono smontate, per cui se non si “prenota” la cena al Kinsa Ccocha si è costretti ad andare fino a uno dei locali sulla via principale del paese, vicino al ponte; io ho provato i chicharrones de troucha al Ristorante Sagrado de Los Incas per 18 soles.

Non sono deluso da questa situazione, anzi sono contento di aver visto la vera Pisac, non quella costruita ad arte per i turisti nei giorni di mercato (domenica, martedì e giovedì, o tutti i giorni ad agosto), non quella invasa dai pullman granturismo che scaricano gringos che comprano a più non posso (la merce è più costosa rispetto a Cusco), ma quella pacifica e tranquilla in cui il pomeriggio si sonnecchia al bar sorseggiando il rigenerante mate de coca.

Più che per il mercato, sono attratto dalle rovine, per cui (sempre molto presto) mi sono avventurato per il sentiero a piedi verso la collina che domina il paese; il percorso è semplice, almeno molto più facile rispetto a quello per il Machu Picchu, inoltre in questo modo si scoprono le rovine un po’ alla volta e si rimane affascinati nello scoprire dietro ogni angolo una costruzione diversa, realizzata tra dei terrazzamenti imponenti, le cui linee sembrano dei armoniosi disegni scavati tra le asperità della montagna.

Questa breve avventura nella Valle Sagrada sta giungendo al termine, domani sarò di nuovo sul bus collettivo direzione Cusco, scenderò a Tambo Macay e percorrerò a piedi la distanza verso la città, fermandomi a visitare le rovine lungo il tragitto che dominano la città.
Per ora mi sto godendo la stellata seduto nel cortile dell’Hospedaje ripensando al modo in cui ho organizzato (o meglio disorganizzato) questi ultimi tre giorni : mi sono mosso con i mezzi che incontravo, ho cambiato l’itinerario di volta in volta così come veniva, mi sono adattato alle situazioni che mi capitavano, trovando sempre l’aspetto positivo delle cose, mi sono sentito libero e ho gustato ogni momento della giornata … credo che l’avventura nella Valle Sagrada possa riassumere il significato di questo mio primo viaggio in solitaria.

Questa serata a Pisac mi ha regalato comunque un’altra sorpresa : sono convinto che quando si cerca una cosa con tutto se stessi, poi accade … la prima sera ho chiesto alla signora che mi ospitava dove potevo trovare il Cuy, e lei mi ha detto che me lo avrebbe preparato per il giorno successivo … 15 soles per un Cuy e patate al forno … non c’è dubbio che la carne è buona, bisogna solo essere preparati al fatto che viene servito intero, compreso di testa, zampe, artigli ed interiora …

Cusco ultimi due giorni.
Ormai ho completato la visita delle chiese e dei monumenti della città, nel mio diario segnalo solo alcuni ristoranti :
Ristorante Chicharroneria Yoli, in calle Teatro 352 (di fronte al Colegio Nacional Educandes) a pranzo offre un buon Adobo a 7,5 soles;
Nella via pedonale Procuradores ci sono diversi ristoranti, dove si radunano la maggior parte dei turisti, nei quali si può cenare con menù a prezzi fissi a 13 soles, anche se nei periodi di minor afflusso i prezzi scendono a 10 soles, incluso un pisco sour “di cortesia”.

Ormai è ora di tornare, ho prenotato un volo interno per Lima, cercando tra quelli più economici e spendendo 69 dollari, partirò domani mattina all’alba e avrò la giornata libera da passare nella capitale, visto che il mio volo dell’Iberia parte in serata (a proposito chi ha un volo Iberia, a Cusco puo’ confermare la prenotazione gratuitamente andando all’agenzia Pisonay di Calle Santa Catelina).

Lima ultimo giorno.
Volo interno, una sola raccomandazione, Attenti al Talloncino : al check-in a Cusco, l’impiegata ha applicato un talloncino color oro sul mio biglietto, su cui stava scritto un numero al momento insignificante … bene quel codice è il numero di volo su cui verrà caricato il bagaglio… cioè, per un motivo imprecisato l’impiegata ha deciso che il mio (e quello di altri viaggiatori) zaino venisse caricato sull’aereo successivo (quello segnato appunto sul talloncino oro) !!!
In questi casi, bisogna prendere la cosa con filosofia sudamericana e aspettare …

Lima prima dell’imbarco.
E’ stato il mio primo viaggio in solitaria e (anche) per questo avevo scelto un paese in cui la lingua assomigliasse alla mia … e’ nato tra mille problemi e preoccupazioni … la bomba all’ambasciata USA di qualche mese fa, lo stato di emergenza di giugno, l’inverno freddissimo di luglio … con uno stato d’animo molto preoccupato sono partito ….

E invece ora posso dire di aver portato a casa ricordi bellissimi, ho conosciuto persone meravigliose, ho vissuto paesaggi incredibili e anche se per poco ho cominciato a conoscere questo splendido paese … non voglio approfondire, ognuno lo viva a suo modo il Perù, voglio solo raccontare la mia ultima giornata a Lima … potrà, forse, essere utile …

Ho lasciato i bagagli (quando sono arrivati) al deposito (10,5 soles o 3 USD) e sono uscito dall’aeroporto (seguendo le indicazioni della EDT/Lonely Planet) e ho preso un taxi per strada, verificando che si risparmia tantissimo (contrattando): io mi sono fatto portare al museo de Oro per 20 soles.

Finito di visitare il museo (25 soles o 7 USD), sentivo che dovevo combattere le mia paure su Lima, non volevo tornare pensando che fosse una città in cui si viene rapinati appena si mette piede in strada … così ho chiesto indicazioni alla commessa de La Casa de la Empanada (all’incrocio tra Sta Elena Norte e Av Primavera).
Usciti dal museo, si percorre AV Sta Elena Norte verso AV Primavera, si attraversa la piazzetta prendendo calle Cayalta, dopo 2 quadre si incrocia la AV Encalada; qui passano i bus che per 1 sol portano a Miraflores, percorrendo tutta la AV Benavides.
Io ho superato le mie paure e sul pulmino mi sono reso conto che non mi avrebbe fatto del male nessuno, che a Lima ci vivono persone normali e i delinquenti ci sono, ma come in tutte le città del mondo … e pensare che sono partito dall’Italia pieno di timori e paure per quello che ho letto… può succedere ma non e’ legge …

Per finire … sono sceso a AV Larco e mi sono diretto verso il lungomare per ammirare l’Oceano … lo spettacolo era suggestivo, ma ero deluso perché mi trovavo su uno strapiombo e il mare era li’ a 100 metri, ma irraggiungibile … camminavo senza meta, quando sul ponte sopra la diagonal (di fianco al parco dell’amore) ho visto una scaletta pedonale che scendeva verso la spiaggia … sono stati solo 20 minuti, però toccare il Pacifico penso che sia stata la giusta conclusione di questo indimenticabile viaggio !!!!!

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