Fra Olimpia e Delfi

di Ilaria –
Quando si nomina la Grecia si pensa quasi subito e a isole, spiagge, sole, mare e movida (e non necessariamente in quest’ordine). Quello che abbiamo fatto noi invece è stata una vacanza “alternativa”, e cioè una visita della Grecia Classica, fatta di monumenti, statue, rovine e teatri immersi nei boschi. Grazie ad un numero funambolico per avere le ferie nello stesso periodo, io e il mio ragazzo siamo partiti alla fine di Maggio, primo perché le vacanze di massa non ci piacciono, secondo perché le temperature vicino ai 40° tipiche dell’interno della Grecia in estate tendono a guastare lo spensierato clima vacanziero.
Anche se non sono un genio dell’organizzazione, devo dire che è stato facile organizzare il viaggio da casa prenotando tutto dal computer….risparmiando pure!!! Perché prenotando online il traghetto sul sito della Anek Italia (http://www.anekitalia.com) andata e ritorno per Patrasso ci hanno fatto pure lo sconto! Presa dall’entusiasmo, ho anche prenotato alcuni hotel consigliati sullo stesso sito, perché si trovavano sul percorso che avevamo già stabilito, e che corrispondeva alle mete classiche del Peloponneso e dell’Attica, da Olimpia, zigazagando fino alla magica Delphi! Il traghetto da Venezia partiva alle 12 in punto, il tragitto è stato un po’ lungo, ma per fortuna il mare era splendido, come il tempo. All’arrivo, siccome era già sera, siamo andati dritti dritti nella camera prenotata per la notte e il giorno dopo siamo partiti per Olympia con la nostra macchina a noleggio.

Le rovine di Olimpia sono circondate da viali alberati, in primavera tutti meravigliosamente in fiore. Se vogliamo è proprio la patria dello sport come lo intendiamo oggi, con lo stadio, l’ippodromo, la palestra e il ginnasio, dove gli atleti si allenavano prima dell’inizio delle gare! Ci ha fatto un certo effetto pensare all’atmosfera religiosa in cui venivano percepiti i Giochi in Grecia…e toccare con mano un braciere olimpico di qualche migliaio di anni!!!

Il mattino seguente, memori di una cena pesantissima a base di formaggi locali caprini e di una carne veramente gustosa, partiamo dal nostro bed & breakfast alla volta di un altro pezzo di storia antica: Micene. La città è incredibilmente ben conservata: da lontano, le mura ciclopiche sono la prima cosa che spicca in mezzo al paesaggio brullo e assolato. La porta dei leoni, sotto cui passiamo per entrare, è impressionante per le dimensioni e il fascino che trasmette. Passeggiare fra le vie di Micene dà i brividi, perché si ha la strana impressione che gli antichi abitanti se ne siano andati da poco, lasciando quasi intatto dietro di sé l’ambiente in cui vivevano.
Nella tappa seguente del nostro viaggio raggiungiamo una tappa che mi incuriosisce parecchio: il teatro di Epidauro è stato famoso fin dall’antichità per l’acustica perfetta. Ancora oggi chi si siede nelle ultime file di gradinate riesce a sentire perfettamente la voce di chi parla al centro della scena, circa 20 metri più in basso. Facciamo le nostre prove anche noi, ma un gruppo di ragazzini italiani intenti a declamare “O sole mio” al centro della scena ad un cielo sempre più scuro vanifica i nostri sforzi. Pazienza. Anche ammirare il panorama della vallata di fronte al teatro è uno spettacolo unico. Facciamo un giro fra le rovine del santuario di Asclepio, che in età ellenistica era un centro religioso molto importante per tutta la Grecia.

Al termine della visita, ci mettiamo a cercare un bed & breakfast per la notte e, come ogni sera, un localino caratteristico che ci stuzzichi con la cucina locale, i suoi colori e la sua allegria. Cominciamo a fare il gusto ai pasticci di carne, la feta e la salsa di yogurt, così asprigne ma così buone, mentre io ho già acquistato confidenza con i tipici dessert greci, come il Baklava, una sfoglia farcita di mandorle e miele che richiede una seria motivazione e una salda passione per il dolce. Fantastico!



Corinto, la nostra tappa successiva, adesso è famosa anche per il canale artificiale lungo poco più di 6 Km. che divide il Peloponneso dal resto della Grecia. Tra le rovine della città spiccano le colonne del Tempio di Apollo. L’Acrocorinto, costruito in età bizantina, è la parte alta, completamente distaccata dal resto dell’abitato, come una fortezza, che si risalta come un’apparizione grazie all’aria intensa e sottilmente di questi luoghi…

Poi, abbiamo bisogno di riposarci, visto che i giorni successivi della nostra vacanza sono completamente assorbiti dalla visita di Atene! Nonostante la grande trepidazione, all’arrivo in città sono rimasta un po’ delusa dal suo aspetto di grande metropoli dall’atmosfera vagamente orientale, caotica…e inquinata! Dal nostro albergo al centro della Plaka, un quartiere tipico ateniese, partiamo ogni mattina per le nostre incursioni ai siti più importanti, primo fra tutti, naturalmente, l’acropoli!
La vista da lassù è veramente magnifica, ma fa rimanere perplessi la striscia nera di smog che aleggia sopra la città. Da vicino però il marmo del Partenone è spettacolarmente bianco e l’edificio è impressionante per la maestosità e anche per il solo fatto di essere uno dei templi greci meglio conservati…e quasi intero!

In mezzo a una folla di turisti cerchiamo di immaginarci la vita che si svolgeva qui nel pieno dell’età d’oro di Atene: il Partenone, l’Eretteo, il teatro di Dioniso e tutto il resto dovevano offrire una vista incredibile a chi arrivava in città per la prima volta.
Oltre alle visite ai musei e ai monumenti, non ci lasciamo sfuggire la possibilità di visitare i localini caratteristici, le taverne, i ristorantini e i caffè che si trovano in sovrabbondanza nei quartieri Plaka (il più antico della città), Psirì (l’antico quartiere degli artigiani) e Monastiraki…al punto che anche passeggiare per la strada diventa un’impresa, e si deve fare letterlamente lo slalom in mezzo ai tavolini per non urtare la gente a cena!

L’atmosfera ad Atene, comunque, è del tutto diversa da quella che si respira, sonnolenta e pigra, in tutto il resto della Grecia. E’ proprio in quella che ci rituffiamo quando ripartiamo alla volta di Delfi, l’ultima tappa, ma anche la più attesa del viaggio. Le rovine si distribuiscono in altezza sul monte Parnaso e per visitare il sito si deve camminare lungo la Via Sacra. La fatica è ampiamente ripagata dalla vista che si gode sul paesaggio e dall’incredibile emozione che comunica. Sembra di essere veramente in un’altra dimensione, per le rovine immerse in una natura imcantevole…qui si trovava il più importante santuario panellenico dell’antichità, l’oracolo più importante di Grecia, nonché l’omphalòs, l’ombelico del mondo, una pietra ovoidale su un piedistallo di pietra squadrata. L’area archeologica si compone di vari monumenti, fra cui i resti del santuario di Apollo, il Teatro (la cui vista sulla valle e le montagne circostanti coperte di boschi toglie il fiato), il tempio circolare di Atena Pronaia e i vari “thesauroi”, i tempietti costruiti in voto dalle città che partecipavano ai Giochi e che contenevano i loro tesori.
Per il resto del pomeriggio indugiamo qua e là fra le rovine, fermandoci a mangiare un panino e a fare fotografie che non rendono la magia di Delfi.

Il viaggio purtroppo è giunto alla fine. Scendiamo sulla costa, dove lasciamo la macchina a noleggio e prendiamo il traghetto locale che ci riporta a Patrasso. Qui comincia il nostro (comodo) viaggio prenotato per il ritorno….sulla una nave abbiamo riguardato le fotografie fatte sulla camera digitale e visto allontanarsi, già con un principio di nostalgia, le coste rocciose di una Grecia incantata.

Il Viaggio Fai da Te – Hotel consigliati in Grecia

 

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