Marocco on the road

di Giada Martinelli –  

Amiamo viaggiare via terra, vedendo la vita degli altri scorrere davanti ai nostri occhi fuori dal finestrino, vedere paesaggi cambiare colore sotto il sole.

Viaggiare è confrontarsi ed è per questo che abbiamo scelto un paese cosi diverso dal nostro. Un paese dove la cultura araba e la cultura berbera si fondono, dove la religione ha un ruolo primario.

Il Marocco è meraviglia di luoghi sfarzosi, di antiche Kasbah; è villaggi sperduti che si confondono con il colore delle rocce e della terra.

E’ il thè alla menta versato dopo essere stato mescolato con rito antico e lento, dove il profumo si mescola agli aromi.

Il Marocco è pazienza, abbondanza, calura, siccità… è la vita nella sua fragilità. E’ deserto, oasi, mare e montagne.

Il paese è splendido, ma la sua gente… è la sua gente che vi ruberà davvero il cuore!

Giorni: 8, dal 05 agosto  al 12 agosto

Tappe: Rabat > Casablanca > Marrakech > Agadir > Ait-Ben-Haddou > Ouarzazate > > Rissani > Merzouga e Deserto del Sahara (Dune Erg Chebbi) > Midelt > Azrou > Mèknes > Rabat Chilometri totali: 2000 km

Persone: 2

Spesa totale del viaggio: 1000 € a testa tutto compreso (aerei, riad, auto, escursioni, mangiare,  shopping nei souk). Mezzi utilizzati: aereo, auto.

Giorno 1:  Rabat

Arrivati a Rabat in serata  ritiriamo la nostra auto a noleggio e decidiamo di dirigersi subito al Riad Marilena per passare la notte.

Dopo vari tentativi girovagando senza meta per trovare il Riad, chiediamo informazioni ad un distinto francese per trovare un parcheggio  e cortesemente ci accompagna in una specie di parcheggio a patto che avremmo lasciato le chiavi dell’auto al “custode”. Diffidenti, decidiamo di andarcene e di cambiare hotel.

Arrivati in centro veniamo accolti dal buio della notte e da un’ atmosfera araba che scandiva il tempo a suon di  preghiera  dall’altoparlante della moschea.

Giorno 2: Rabat-Casablanca (2 ore)



Giro a Rabat e partenza per Casablanca. Pranzo al porto e visita della maestosa moschea di Hassan II con una guida molto spiritosa.

Giorno 3: Casablanca-Marrakech (4 ore)

Caldo infernale. Arrivo a Marrekech verso l’ora di pranzo.

Marrakech è una città abbastanza stancante, cerchi di distogliere lo sguardo non appena quello di qualcun altro incrocia il tuo. Sei diffidente, ma abbiamo imparato che non c’è nulla da temere!

Si viene a Marrakech per perdersi nei souq, per gettarsi in mezzo al traffico impazzito e senza regole.

Abbiamo visitato la  piazza Djemaa el Fna, il cuore commerciale, sociale e gastronomico della città e girovagando per i vari souq abbiamo acquistato due vestiti tipicamente arabi.

Pomeriggio rilassante nell’unico hotel un pò più lussuoso che abbiamo scelto. (80 euro a notte nonostante fosse molto lussuoso).

Giorno 4: Marrakech -Agadir (3,5 ore)

Agadir, è una città tipicamente di mare, spiagge, musica, ombrelloni e tantissima gente che ad una prima impressione ci ricorda l’Occidente. Arrivati in questa cittadina all’ora di pranzo, sotto un sole cocente, abbiamo cercato un posto per poter mangiare un gustosissimo tajine vegetariano e un tajine al pollo e limone che abbiamo dovuto condividere con  delle fastidiosissime mosche.

Nel pomeriggio decidiamo di andare a visitare le cascate Immouzer, nella valle del Paradiso,che in realtà non siamo mai riusciti a trovare e essendo ormai quasi calata la sera decidiamo di raggiungere la nostra casa marocchina. Siamo accolti da un  tipico marocchino che  insieme al suo cane e ai suoi piccioni ci invita ad entrare.

Nottata infinita  sia per il forte caldo 49 gradi, sia per la musica  che proveniva dalla strada che  ci ha accompagnato tutta la notte con canti e strumenti.

Giorno 5: Agadir-Ouarzazate (5 ore)

Partenza verso l’alto Atlante. Paesaggio fantastico, vegetazione e colori che regalano uno spettacolo ad ogni tornante. Montagne piene di fossili e minerali, uno spettacolo cromatico ,rocce rosse e viola, cactus e palme, ulivi sempreverdi.

Ogni villaggio che  incontriamo è costruito con terra e paglia. Le case non hanno elettricità o acqua corrente. Allevamento e coltivazione sono l’unico sostentamento. Tutto è incontaminato e cresce con ritmi  naturali e se a Marrakech incontri un atmosfera calda e maleodorante, verso sud impari la calma dei berberi e la loro gioia.

Nel primo pomeriggio arriviamo a Ouarzazate, la Hollywood marocchina. Pranzo tipico, giro in un piccolo souq e visita alla Kasbah Taourirt .

Chiudiamo la nostra giornata con un  giro in quad prima del rientro al Riad.

Giorno 6: Ouarzazate-Merzouga (5 ore)

Alla scoperta del deserto del Sahara!

Per arrivare a Merzouga, la città del deserto, attraversiamo l’Anti Atlante, la parte più antica della catena montuosa.

Per l’ora di pranzo arriviamo a  Rissani, un paesino completamente in costruzione e veniamo accolti da una bufera di sabbia. Presi alla sprovvista un ragazzo del posto ci invita a salire in una specie di ristorante, se cosi possiamo definirlo. Stanza vuota, qualche tavolo e alcuni marocchini intenti a fumare e a chiacchierare su dei divani. Molto intimoriti prendiamo la pizza berbera (Medfouna)  che ci è stata servita su un pezzo di cartone e un’insalata. Abdelaaziz, il ragazzo marocchino è rimasto con noi per tutto il tempo, ci ha mostrato i suoi libri dove studia inglese e ci siamo scambiati qualche foto.

Dopo esserci salutati, riprendiamo il viaggio e arriviamo  a Merzouga nel tardo pomeriggio, stanchi e accaldati ma vicini al sogno del deserto . Eravamo pronti a cavalcare le dune come un’antica carovana e a sostare in un accampamento per la notte. Il piccolo centro abitato appare spoglio, le basse case color sabbia si confondono col terreno.

Uno dei tratti più belli del Viaggio sta per iniziare. Veniamo accompagnati da un berbero nello spiazzo dove sostano i dromedari, veniamo fatti salire in sella e la marcia ha inizio. La sella del dromedario è molto scomoda, costruita con coperte di stoffa per renderla più morbida. L’emozione del deserto è talmente grande da farci dimenticare la scomodità e i passi lenti e ondeggianti del dromedario. Superate le prime dune il silenzio è l’unico rumore.

Con le luci del tramonto, dopo quasi due ore di cavalcata, raggiungiamo l’accampamento.

Dopo una cena buonissima,a base di tajine di cammello con ceci e uova, i berberi suonano per noi con  bonghi  e canti tradizionali e finiamo la serata, insieme a loro, a fare indovinelli in varie lingue.

L’aria calda ci porta ad osservare il cielo sulle dune un pò più in là dell’accampamento e sdraiati sulla sabbia,in piena libertà, chiudiamo gli occhi. L’alba e qualche gocciolina ci svegliano e notiamo sulla sabbia, intorno a noi, orme e impronte che segnano il passaggio di piccoli insetti. Pronti per il ritorno con i nostri dromedari Bob Marley e Scooby Doo ripartiamo per tornare alla realtà, non ricordando che il viaggio sul dromedario sarebbe stato cosi fastidioso per le nostre natiche doloranti.

Giorno 7: Merzouga- Azrou (5,5 ore)

Dopo la nottata nel deserto riprendiamo il nostro viaggio on the road verso Midelt dove ci fermiamo per pranzare, e qui voglio raccontarvi un aneddoto che ci è rimasto molto a cuore.

Mentre mangiavamo si sono avvicinati due bambini affamati e assetati. Rubavano il cibo dai tavoli e scappavano.Li abbiamo chiamati e inizialmente gli abbiamo dato dei soldi (10 dirham) che non hanno accettato molto volentieri, allora abbiamo cosi deciso di regalargli delle bottiglie di acqua. Erano felicissimi, ci hanno abbracciato e baciato con un sorriso a 32 denti.  Porterò sempre nel cuore quei visi felici di chi non ha niente e con poco ha tutto.

Nel pomeriggio siamo arrivati nel bosco di cedri di Azrou, dove ci accolgono delle furbette  scimmie, ghiotte di noccioline, pane e biscotti al cioccolato!

Dopo aver passato un po di tempo con loro, riprendiamo il viaggio verso Mèknes, passando per Al Rashidyya, il lago Barrage Al Hassan Addakhil.

Giorno 8: Rabat-Roma

Visita al centro di Mèknes,  e partenza per Rabat. Pranzo eccezionale a Boutnika a casa di una coppia di amici del posto Aida e Filippo.

Passeggiata sull’oceano e partenza per Roma.

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