Capodanno in Andalusia

di Edo Gerbaudo –
Inizio: 29 dicembre – Fine: 03 gennaio
Tappe: Granada, Cordoba, Siviglia Partecipanti: Edo (41), Laura (40), Marco (13), Luca (10)
Mezzi di trasporto: Aereo, auto a noleggio, bus, piedi 29-12-2007 Partenza (Orio al Serio – Granada)
Quest’anno abbiamo scelto come meta per il Capodanno l’Andalusia. Il nostro primo assaggio di Spagna. Preso, con qualche patema per il nostro, ormai patologico, ritardo un volo RyanAir da Bergamo per Granada siamo giunti a destinazione in tempo per fare un prima passeggiata i questa città. Abbiamo avuto, in verità ben più di un patema: prima l’aereo preso anche se siamo arrivati al check-in 5 minuti dopo la sua chiusura. La gentilezza dell’operatrice e la sua ostinazione a farci partire nonostante gli addetti al volo non volessero farci imbarcare ci ha aperto le porte per l’Andalusia. Purtroppo non so come si chiami ma sappia che le siamo veramente grati per l’impegno che ha profuso. Partite in orario! Noi non lo facciamo mai e non potrà sempre andarci bene. Il secondo intoppo l’abbiamo avuto quando, arrivati all’albergo, ci hanno comunicato che per un errore nella prenotazione non c’era più posto per tutti (avevano prenotato una stanza invece di due). Per fortuna siamo riusciti a dimostrare che l’errore era da parte loro e ci hanno trasferiti, senza spese aggiunte, in un altro albergo a 5 stelle (Hotel Nazaries, vicino al centro commerciale Neptuno) invece del nostro che ne aveva 3 (Hotel Luna Arabial. 260? 2 doppie con colazione). Un lusso! Tornando alla passeggiata: le vie di Granada sono piene di gente. Per me, di Savigliano (Cuneo), che sono abituato a vedere qualcuno in giro dopo la messa domenicale delle 10 è stata una bella scoperta. Un bravo turista, però, non può perdersi in passeggiate e così abbiamo dato un’occhiata alla Cattedrale. Eravamo, io almeno, troppo stanchi e provati dai disguidi avuti che non abbiamo apprezzato molto questa visita. Forse era meglio passeggiare! O forse non siamo dei bravi turisti. Per cena siamo andati in un bar ristorante, il Bibalferax, in Plaza Bib Rambla (subito a destra del ristorante Manolo, più famoso) per una paella ed un assaggio di Jamon Serrano. Il bar era pieno di gente per le tapas, un bel modo di passare la serata. Con i figli, però, è troppo complicato. Stare in piedi per molto tempo e mangiare al banco non è l’ideale per una famiglia, molto più fattibile se si è in coppia o con amici. Anche da seduti, comunque, si gode dell’ottima atmosfera.

30-12-2007 Granada (Alhambra)

Per oggi abbiamo i biglietti prenotati per l’Alhambra alle 13:00. Mattinata dedicata alla Capilla Real (dopo una colazione imperiale nel nostro 5 stelle!). La cappella è molto interessante: una cancellata imponente, molto elaborata con diverse figure, divide l’edificio in due ambienti: scopriremo un ampio uso di queste inferriate. La zona dedicata al sepolcro dei Re Cattolici Ferdinando I e Isabella di Castiglia è quella principale. I Re Cattolici (dovevano esserlo veramente tanto, cattolici: sono sempre ritratti in ginocchio e preganti) sono quelli che avevano finito di “liberare” la Spagna dagli arabi ed avevano dato tre canotti (no, caravelle! Viste le loro dimensioni la differenza è poca) a Colombo per mandarlo a cercare le Indie ad ovest. Il sepolcro è imponente ma le bare, custodite nella cripta sottostante, sono veramente modeste, in nome della devozione che impediva loro di essere troppo sfarzosi. Preso un autobus (il 30 che provvisoriamente passa in Plaza Isabel la Catolica, sempre lei) siamo arrivati all’Alhambra: centinaia di persone in coda! Prenotate gente, prenotate! (www.alhambra-tickets.es). Noi, belli belli, abbiamo ritirato i nostri biglietti alle casse automatiche, senza nessuna coda, e siamo partiti per una visita, credetemi, paradisiaca. Abbiamo iniziato dal Palacio Nazaries (dei Nasridi) che, sinceramente, non ci si aspettava fosse così . rilassante. È la parola giusta per spiegare cosa si prova nel passare in stanze completamente adornate di stucchi delicati (sembrava di stare in una pasticceria per la quantità e la qualità delle decorazioni) e giardini con vasche, fontane zampillanti e piante di aranci. Gli arabi avevano capito bene come ci si gode la vita, quelli ricchi per lo meno. Non so descrivere bene i luoghi ma la sensazione che si prova è: la pace. Pensare, poi, che a visitare l’Alhambra saremo state 5/6000 persone! Meno soddisfacente e appagante è il Palazzo di Carlo V. Stona un po’, secondo me, all’interno di un ambiente “moresco” un palazzo rinascimentale (e non dei più belli. Noi italiani, padri del Rinascimento, eravamo più bravi). Dall’Alcazaba si gode una stupenda vista sulla valle del Darro e di Granada. La nostra visita è stata fatta con l’ausilio delle audioguide. Lo consiglio vivamente (3 ? l’una), soprattutto se avete dei figli. Riescono a seguire molto meglio l’itinerario. L’Alhambra . non potete venire in Andalusia senza visitare questi luoghi. Finita la visita siamo saliti su un bus (n° 32. 1? a persona) diretti all’Albayzin, il quartiere arabo. Dopo aver girato un po’ a vuoto abbiamo, finalmente, trovato il Mirador San Nicolàs dove abbiamo atteso il tramonto tra flamenco suonato da ambulanti e la vista stupenda sull’Alhambra. Eravamo talmente presi che abbiamo saltato pranzo (anche perché nell’Alhambra non si può mangiare). Dopo una pennichella ristoratrice per questa stancante giornata abbiamo cenato sempre nella stessa Plaza Bib Ramala ma in un altro ristorante (Alhambra nell’angolo opposto alla Cattedrale). Ieri 62? oggi 64? mangiando paella e calamari per i ragazzi.

31 Dicembre Cordoba-Siviglia



Con la nostra solita calma partiamo, alle 10:30, alla volta di Cordoba. La strada è una provinciale non velocissima ed, in più, per parecchi chilometri abbiamo dovuto seguire una macchina della polizia che rispettava, ovviamente, i limiti di velocità.
Morale: la cattedrale di Cordoba (obiettivo principale della nostra visita) chiudeva alle 14 e noi alle 12:45 eravamo ancora alla ricerca di un parcheggio (credo di aver nominato tutti i santi del calendario. Non pregavo, però!). Finalmente entriamo nella Mezquita Catedral. Immaginate un vivaio di pioppi e sostituite ai pioppi le colonne: ecco, avete davanti il colpo d’occhio che da l’interno della Moschea. Già è stupefacente l’ambiente così com’è ma la meraviglia aumenta quando, varcato un arco, ci ritroviamo in una grande cattedrale rinascimentale. Anche se lo si sapeva che era così ci si stupisce ugualmente. Dall’islam al cristianesimo in due passi: impossibile pensare due religioni così lontane nella realtà e così vicine, invece, nell’architettura.
I cristiani ed i mussulmani, probabilmente, rispettano più le cose delle persone, ora come allora. Va detto che le proteste dei cittadini del 1500 hanno impedito che i cattolici radessero al suolo la moschea per erigere la cattedrale e così abbiamo quest’edificio che ha dell’incredibile. Dopo questa visita che mi ha veramente colpito, ed un pranzetto a base di bocadillos (panini,ma è più bella la parola spagnola), facciamo due passi nel quartiere della Juderìa. Decine di viuzze su cui si aprono i cortili delle case (patii): dei piccoli gioielli con fiori e fontane. Proviamo a immaginare la bellezza di questi posti con i vasi di gerani, presenti ovunque, fioriti. Che pace dev’essere vivere qui! Saltiamo in macchina e ci avviamo verso Siviglia. Luca, calciatore in erba, ha apprezzato molto che il nostro hotel (Novotel 331? tre notti in una doppia con due letti aggiunti senza colazione) fosse di fianco allo stadio Pizjuan del Siviglia Futbol Club. Stasera è Capodanno ed andiamo in cerca di un posto dove mangiare. Un’impresa in cui sono impegnate, oltre a noi, altre centinaia di persone resa ancor più ardua dai numerosi locali chiusi. Scegliamo un posto vicino alla Cattedrale (se non abbiamo una Cattedrale vicino, noi non si mangia!) con la coda di gente in attesa più corta e qui conosciamo Fabio & Anna, una coppia di Roma molto simpatica. Il locale non è un ristorante ma un bar dove si sono organizzati per lo spennamento di polli: è capodanno e non ci facciamo molto caso. Per questo non vi dico né posto né costo. Passeggiatina con Fabio e Anna e poi loro alla ricerca di un caffé noi in Plaza Nueva epicentro dei festeggiamenti sivigliani ad attendere il 2008. Un’usanza dice che mangiare un acino d’uva ad ogni rintocco della mezzanotte porti fortuna. Ci attrezziamo della nostra dozzina di acini ed aspettiamo: scocca la mezzanotte ma la campana suonerà solo 4 minuti dopo .e tutti ci eravamo già mangiato l’uva. Porterà bene ugualmente? Ai posteri. Feliz año!! Buon 2008! 1 gennaio – Siviglia

Parte della mattina la passiamo a letto e parte a cercare un locale per la colazione. Trovato un bar, in Avenida de la Costitucion davanti alla Cattedrale (e dove se no?) scopriamo che, quasi sicuramente, è l’unico aperto nel raggio di parecchio (si dice?) e quindi . coda! Abbiamo guardato con occhi piangenti la gente seduta e finalmente e non grazie ai nostri sguardi viene il nostro
turno: tè cappuccino croissant e tostadas con Jamon York y mantequilla
(prosaicamente: panino caldo al prosciutto cotto e burro).
Oggi è tutto chiuso: Cattedrale, Alcazar, bar . tutto o, come scopriremo, quasi. Ci dirigiamo verso il Guadalquivir e, sotto la bella Torre del Oro, ci imbarchiamo su un battello per una piccola crociera sul fiume. Avanti e indietro sotto i tanti ponti: belli quello di Triana, progettato dalla scuola di Eiffel, la Barqueta e el Alamillo di Calatrava. Penso che l’esposizione universale che si è tenuta qui nel ’92 (cinquecentenario della scoperta dell’America) abbia radicalmente cambiato il volto di questa città vista la quantità di edifici costruiti per l’occasione: palazzi, torri, ponti, auditorium, ecc. Nonostante il clima qui sia meraviglioso (16-19° di media) sul battello abbiamo decisamente battuto i denti. Dopo pranzo (al McDonald, i figli so’ pezz ‘e core!) abbiamo scoperto che la Plaza de Toros era aperta e l’abbiamo visitata: è un luogo affascinante, è l’arena più antica di Spagna o la seconda. Penso la corrida sia una tradizione che va scomparendo: la guida (parla solo spagnolo e inglese) diceva che raramente l’arena si riempie, ormai. Travolti dall’atmosfera da toreador abbiamo fatto fare un poster, di quelli soliti, a Marco & Luca con il loro nome. Marco desiderava vedere Plaza de España e quindi ci dirigiamo là passando dalla riva opposta del fiume, a Triana che è abbastanza desolata con tutti i locali chiusi. Ragazzi, non fate come noi, usate il bus! La scarpinata è stata interminabile ma ne valeva la pena. La piazza, a semicerchio, è molto scenografica (è stata girata una scena di Episode II di Star Wars, controllate) con le panchine tutte ricoperte di ceramiche e ponticelli sul canale che la circonda rivestite di azulejos. Un po’ di riposo in piazza e poi ritorno in albergo. Alla sera ceniamo all’aperto! Il 1° gennaio! Non è stata proprio una nostra scelta (anche perché non faceva così caldo): non si trovava un buco neanche a pagarlo. Comunque da Carmela in Calle Santa Maria la Blanca si mangia proprio bene ed io ho anche apprezzato la cameriera: simpatica e carina. Laura ha apprezzato solo la simpatia, boh! Ho anche mangiato una cosa buonissima, per me: torticas con manzana y queso, una, diciamo, piadina con mele e formaggio. Una delizia!

2 Gennaio – Siviglia (Cattedrale – Alcazar)

Piove! Non ci scoraggiamo: io in vena ottimistica per me inusuale ho detto: “Entro poco smette”. Colazione in un posto segnalata (così come “Da Carmela”) dall’immancabile
Lonely: la Cervecerìa Giralda. Laura, più salutista, ha optato per una colazione normale mentre io, Luca e Marco abbiamo mangiato una buonissima tostadas con jamon serrano y mantequilla (prosciutto crudo e formaggio) che ha preso residenza nel mio apparato digerente e “ancor non m’abbandona”. L’ambiente è veramente bello, era un vecchio bagno arabo con le arcate tipiche e le ceramiche alle pareti. Usciamo e . piove ancora ed io: “Entro poco smette”: 10 minuti e non piove più! D’ora in poi faccio il meteorologo. Ci mettiamo in coda per la Cattedrale. Dall’esterno si capisce che è proprio grande ma è disordinata, per me, inoltre non ha la facciata. Ho bisogno di certezze, io. L’interno è maestoso (è la 3a chiesa più grande del mondo) ed ospita, tra l’altro, il corpo di Cristoforo Colombo che qui trovò soldi e barche
(canotti) per le sue imprese.
Colombo ha, almeno, due tombe: una qui ed una a Santo Domingo e sembra sia presente in entrambe (così dice il test del DNA): è stato veramente un uomo fuori dal comune. Saliamo sulla Giralda per ammirare, anzi vedere, il panorama così così di Siviglia. La Giralda, invece, è un bel campanile ricavato dal minareto della moschea presente qui ai tempi della dominazione araba. Finita la visita della Cattedrale, pranzo (McDonald, di nuovo .). Usciti abbiamo incontrato Fabio e Anna che stavano partendo per Roma: baci, abbracci ed un arrivederci in qualche altro posto d’Europa. Chi lo sa? Al nostro programma manca solo l’Alcazar, l’Alhambra di Siviglia. Purtroppo per Marco & Luca, ma anche per noi, le audio guide sono terminate (le abbiamo sempre usate perché le trovo utili). Giriamo quindi con le indicazioni stavolta non proprio chiarissime della Lonely (nessuno è perfetto). La residenza è bella ma, secondo me, va vista prima dell’Alhambra altrimenti lascia un po’ delusi. Anche qui c’è un misto tra architettura araba e rinascimentale. Pedro I credo fosse uno strano individuo: crudele, spietato e libertino (uccideva e fornicava in ugual misura) ma dai gusti raffinati. Il palazzo che porta il suo nome è stupendo: patii, stanze completamente arabescate. Un paradiso. Dopo l’Alcazar ci sediamo in piazza del Triunfo e conosciamo una coppia di arzilli vecchietti ‘d Turin (noi siamo della provincia di Cuneo) con cui chiacchieriamo, anche un po’ in dialetto. Ecco, vorrei invecchiare come
loro: è un mese che sono qui in Andalusia e l’hanno visitata tutta, con calma. Rispetto chi invecchia guardando i cantieri c’è una bella differenza! Qualche acquisto (Laura fa collezione di calamite, Marco & Luca hanno una piccola mostra di souvenir da integrare) e poi due passi nel Barrio Santa Cruz. Bellissimo: stradine con case tenute benissimo con i balconcini e piazzette come quella di Doña Elvira con gli aranci e panchine inceramicate (neologismo). Da non perdere soprattutto se siete una coppietta di
innamorati: è un luogo romantico e pieno di poesia.
Dormitina in albergo e poi cena da Modesto consigliato dalla Lonely. La miglior paella del nostro viaggio ma il locale, forse, è più adatto a gente più vecchia di noi (che siamo giovanissimi!). Il nostro viaggio è finito. Domani si torna a casa.

L’Andalusia lascia in noi un ottimo ricordo. Abbiamo trovato una organizzazione eccellente. La gente di qui non è affabilissima ma noi, che siamo piemonteis, ci siamo abituati.

Qualche nota tecnica:
Per un viaggio come il nostro credo non sia necessario noleggiare la macchina. La nostra è stata più nei parcheggi, a pagamento, che altro. Per l’Alhambra prenotate assolutamente i biglietti, vi viene dato una fascia oraria entro la quale dovete entrare nel Palacio Nazaries ma poi potete stare quanto volete all’interno del complesso (www.alhambra-tickets.es). Un piccolo sovrapprezzo vi ripaga dall’evitare la coda più lunga che abbia mai visto. Fate l’itinerario inverso al nostro: Siviglia, Cordoba, Granada. L’Alhambra, secondo me, va lasciata per ultima così da non offuscare il resto dei luoghi visitati. Non so dare consigli su come risparmiare perché noi non ci riusciamo mai. Anche se vorremmo, almeno io. Buen viaje! (Buon viaggio!)

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