Egitto 2004… Inshallah

di Manuela Perego –
Questa volta scegliamo l’Egitto: quattro giorni di crociera sul Nilo da Luxor ad Aswan, tre al Cairo e una settimana a Sharm el Sheikh… questo agosto abbiamo optato per il caldo!!!! 22/08/2004 Italia/Luxor

Arrivati a Luxor ci attende Reefath, nostro assistente di bordo sulla nave, il quale ci accompagna nel tragitto in pullman fino alla motonave.
Arrivati al porticciolo notiamo una miriade di motonavi attraccate, per raggiungere la nostra passiamo attraverso altre due, sapevamo di questa eventualità: le banchine per l’attracco sono poche, mentre le motonavi sono in numero sempre crescente.
Dopo un cocktail di benvenuto veniamo accompagnati nelle nostre cabine, la nostra è magnifica, siamo al ponte più alto, con ampia vetrata da cui si può ammirare il paesaggio esterno.
Ci rechiamo al ristorante per la cena dove il personale ci attende con canti e musiche per darci il benvenuto, sono davvero molto calorosi e lo saranno per tutto il tempo della crociera. Dopo cena ci si ritrova nella discoteca-pub della nave dove ci illustrano l’organizzazione del tour e dove ci vengono presentati alcuni membri dell’equipaggio.
Passiamo il resto della serata con Elena e Francesco, due amici conosciuti in aeroporto a Milano, a chiacchierare seduti sul ponte sole della nave con una leggera brezza che rende il clima veramente incantevole.

23/08/2004 Luxor/Esna

Alla mattina ci alziamo davvero presto, vediamo nascere il sole dalle rovine del tempio di Karnak, l’emozione è davvero incredibile…..qui facciamo conoscenza con i primi miti dell’antico Egitto grazie ad Ahmed, la nostra guida, un giovane egittologo molto preparato che riempie le sue spiegazioni di aneddoti e curiosità, tutte nozioni che non troveremo mai in nessun libro di storia. Il tempio dedicato al Dio Ammon è splendido, in particolare la grande sala ipostila con le maestose colonne a forma di papiro, riccamente decorate lasciano senza fiato, Ahmed ci spiega che tutti i bassorilievi che noi vediamo erano a suo tempo anche colorati…già così il lavoro degli artisti Egiziani è spettacolare, poterli immaginare completi anche di colore è davvero estasiante…
Prima di lasciare il tempio di Karnak, per dirigerci a Luxor, compio cinque giri attorno al grande scarabeo in segno di buon auspicio, ed esprimo il mio desiderio come consigliato da Ahmed.
Arrivati al tempio di Luxor, anch’esso dedicato al Dio Ammon, ammiriamo in modo particolare il bellissimo viale delle sfingi davanti all’ingresso e la maestosità di questo tempio. Dopo Karnak e Luxor ci dirigiamo al tempio di Hatshepsut; invece di passare sull’altra riva con il pullman subendoci un tragitto piuttosto lungo (i ponti sul Nilo sono davvero pochi e per raggiungere quello che ci porterà sull’altra sponda c’è parecchia strada) Ahmed chiede all’autista di andare da solo ed aspettarci sull’altra sponda, mentre noi lo raggiungeremo, dopo aver fatto una piacevole passeggiata lungo il Nilo, con una imbarcazione a motore.
Per gli Egizi la riva occidentale del grande fiume era la terra dei morti, ed è lì che visiteremo oltre il tempio di Hatshepsut, la valle dei Re e delle Regine.
Preoccupati di evitare i saccheggi che avvenivano alle tombe visibili dell’Antico Regno (come per le piramidi), i faraoni del Nuovo Regno pensarono di farsi costruire tombe più nascoste, scavate nella roccia. Per questo motivo i templi funerari, che costituiscono la parte visibile del complesso funerario, furono edificati a notevoli distanze dalle tombe stesse. Arriviamo così al Tempio di Hatshepsut, (Deir el-Bahri) un splendido tempio incastonato nella roccia, sviluppato su più piani, con due ampie terrazze da cui mi fermo ad ammirare in lontananza il Nilo. Ahmed ci racconta della storia di amore e potere tra Hatshepsut (potentissima faraone donna) e il suo architetto Senenmut, la sua ascesa al potere in sostituzione del figlio Tutmosi, la sua nomina a Re dell’Alto e Basso Egitto, il suo vestirsi con abiti maschili, parrucca e barba, ed infine la rivincita di Tutmosi il quale fece persino cancellare dalle pareti del tempio il nome e le immagini di Hatshepsut sostituendole con le sue. Resto incantata ad ascoltare tutte le spiegazioni ma quello che più mi colpisce è il cielo stellato pitturato nella prima sala del tempio, ricordo vagamente che questo tipo di rappresentazione ne ricorda altre che si trovano nei templi maya in Messico…mi estraneo così dalla guida, dal resto del gruppo e da tutto quello che mi sta attorno e resto in estasi ad ammirare questo splendido cielo.
Ritorno in me solo quando Ahmed ci chiama per continuare la visita presso la Valle delle Regine e dei Re. Arrivati alla Valle delle Regine purtroppo non visitiamo la Tomba di Nefertari “la bella delle belle” amata moglie del Faraone Ramses II, ma ci viene concesso di visitare la Tomba del giovane principe Kha, riccamente decorata e coloratissima.
Nel passaggio tra la Valle delle Regine e quella dei Re il caldo (e anche la fame) comincia a farsi sentire, Ahmed ci porta sotto un pergolato vicino alla tomba di Tutankhammon e li ci spiega come gli artisti decoravano le splendide tombe che andremo a visitare; ci parla di quattro categorie di artisti impiegati in questo lavoro: il primo disegnava con rosso le immagini sulle pareti, il secondo (più abile del primo) ritoccava con il nero i disegni fatti precedentemente, il terzo con lo scalpello incideva seguendo i disegni sulla pareti ed il quarto, infine, dipingeva con i colori. Dopo la spiegazione siamo liberi di andare a visitare tre tombe a nostra scelta, sconsigliata quella di Tutankammon, (praticamente tutto il materiale è al museo egizio) visitiamo la Tomba di Ramses III°,Ramses IV° e Ramses VI°.
La più bella in assoluto trovo essere la Tomba di Ramses VI° , è decoratissima, i soffitti sono tutti dipinti di blu, e la volta della sala funeraria è affrescata con un’incredibile immagine di corpo di donna, si vedono benissimo testa e braccia da una lato e gambe dall’altro, l’affresco riempie l’intera volta….è stupendo!!!
Finito il giro nella Valle dei Re (all’interno delle Tombe l’umidità era altissima) facciamo una sosta al villaggio degli artigiani dove è possibile comprare pezzi in alabastro, ed infine ai colossi di Memmone, due giganti estremamente logorati dal tempo e dai terremoti.
Tornati alla motonave durante il pranzo si inizia la navigazione verso Esna, prima di arrivare alla chiusa (nella quale fortunatamente passiamo quasi subito) numerosi piccole imbarcazioni ci si avvicinano per venderci stoffe, tovaglie ma soprattutto le galabeya, costumi tradizionali egiziani con cui la sera dopo faremo un bellissimo party.

24/08/2004 Esna/Kom Ombo

In mattinata arriviamo ad Edfu, scesi dalla motonave ci attende un calesse che ci porterà al tempio di Horus. Sul nostro calesse saliamo in quattro: Io , Andrea, Elena e Francesco, e a tutta velocità, e a tratti gareggiando con gli altri calessi, arriviamo al tempio passando nell’abitato di Edfu. Nel paese vediamo passare donne con borse della spesa, uomini con lunghi filoni di pane, bambini che corrono festanti e tanta gente che ci saluta.
Il tempio di Horus è davvero imponente, risale al periodo Greco-Romano, e ciò si può ben vedere dalle iscrizioni e dalle figure femminili che hanno qui le loro forme più esaltate.
Notiamo una scultura di Horus, rappresentato come un falco (raffigurazione tipica di questo Dio) ma dall’espressione corrucciata, Ahmed ci spiega che l’artista ha volutamente rappresentato il Dio così per esprimere il dissenso suo e degli Egiziani alla dominazione romana. L’interno del tempio è piuttosto rovinato: I cristiani per sfuggire alle persecuzioni vi si rifugiarono e per scaldarsi accesero fuochi che fecero diventare neri pareti e soffitti del tempio, inoltre usandone parti per celebrare la messa, cercarono di cancellare il più possibile le parti nude dei corpi (braccia e gambe) rappresentati sulle pareti e per far questo martellarono i basso rilievi rovinandoli completamente.
Terminata la visita al tempio, torniamo con lo stesso calesse dell’andata alla nostra motonave dove salpiamo diretti a Kom Ombo.
Dopo una piacevole navigazione, passata sul ponte sole in piscina ad oziare ed a fare merenda con tè alla menta e prelibati pasticcini offerti dal personale, arriviamo a Kom Ombo in tardo pomeriggio.
Scesi dalla nave visitiamo il tempio di Sobek e Haroeris, unico tempio dedicato a due divinità, e dal tempio stesso facciamo una sosta ad ammirare il tramonto sul Nilo.
In serata prendiamo parte alla “galabeya party” , festa in costume organizzata dal personale, e poi decidiamo di andare con Ahmed ad un locale vicino al porto dove passeremo una piacevole serata fumando narghilé (buonissimo con tabacco alla mela) ed ascoltando musicisti egiziani.

25/08/2004 Kom Ombo/Aswan

La mattinata trascorre navigando verso Aswan, tra un bagno e l’altro in piscina, ci dirigiamo con un piccolo gruppo a visitare il ponte di comando della nave, le cucine, la sala macchine, accolti sempre con il sorriso dall’intero personale.
Sul ponte di comando conosciamo il timoniere, un signore anzianotto che guida la motonave stando seduto con le gambe incrociate su di un alto seggiolone, ed usando un semplicissimo joystick ; ci spiegano che questo mestiere è tramandato di generazione in generazione e che questi uomini conoscono il letto del Nilo perfettamente, e navigano praticamente “a memoria” evitando innalzamenti dei fondali, rocce e quanto altro.
Nel pomeriggio facciamo una sosta alla Grande Diga di Aswan, dove ammiriamo il Nilo divenire il lago Nasser, grande invaso artificiale creato grazie allo sbarramento della diga.
Da qui ci dirigiamo alla Sacra isola di Philae e sulla strada facciamo una breve sosta al Palazzo delle essenze, dove si creano essenze base per i profumi più famosi…durante la sosta (dove non compriamo nulla visto i prezzi secondo noi troppo alti) facciamo conoscenza con Peter, uno studente egiziano che vuole imparare l’Italiano per lavorare come interprete, il quale ci chiede di aiutarlo nella pronuncia di alcune parole. Con Peter ci scambieremo l’indirizzo e-mail e ci risentiremo una volta tornati in Italia.
Attualmente tutto il complesso di Philae è stato ricostruito sulla vicina isola di Agilkia, in quanto con la costruzione della grande diga, le acque del lago Nasser avrebbero ricoperto l’intera isola con i suoi monumenti. È stato essenzialmente grazie all’intervento dell’ UNESCO che tra il 1976 e il 1979 l’intero complesso fu smontato da Philae e rimontato sulla vicina isola di Agilkia. Del complesso degno di particolare nota è Il tempio principale, quello di Iside, a cui si accede attraverso uno splendido portico con decorazioni di epoca romana, ed il Padiglione di Traiano piccolo chiosco di forma rettangolare costituito da un colonnato ed usato per cerimonie di gruppo.
Ritorniamo solo a tarda sera in nave dove vi passeremo l’ultima serata.

26/08/2004 Aswan/Abu Simbel/Cairo



In mattinata prendiamo una feluca a motore e facciamo un giro intorno all’isola elefantina, dalla feluca ammiriamo il mausoleo dell’Aga Khan ed i piccoli villaggi nubiani situati lungo il fiume.
Ritornati sulla terra ferma, salutiamo tutto l’equipaggio della nave e partiamo per l’aeroporto di Aswan; lungo il tragitto ci fermiamo a raccogliere sabbia del deserto orientale: finissima, di un ocra intenso, ne riempio un sacchettino che mi porterò di ricordo in Italia. (questa cosa è permessa, anzi più sabbia del deserto prendiamo più facciamo un favore agli egiziani!!).
Ad Aswan ci imbarchiamo su un aereo diretti ad Abu Simbel, il tragitto è breve e dalla mia posizione riesco persino a vedere il complesso di Abu Simbel mentre ci avviciniamo, è davvero maestoso!!! Anche questo complesso è stato salvato dalle acque a seguito della costruzione della diga, e probabilmente la sua nuova posizione (ricostruita fedelmente nella forma e nella posizione) isolata nel deserto e affacciato sul lago Nasser fa ancora di più risaltare le sue enormi dimensioni.
Ad Abu Simbel ci aspetta una temperatura attorno ai 50 gradi, smorzata in parte dal forte vento che per fortuna ha soffiato ininterrottamente durante tutta la nostra visita. Sotto uno dei pochi alberi presenti Ahmed inizia la sua spiegazione e poi, dopo aver fatto una foto ricordo tutti assieme davanti al Tempio grande, iniziamo singolarmente la nostra visita.
I templi costruiti da Ramses II sono due ipogei scavati nella roccia, la facciata del tempio grande è alta circa 30 metri e larga 35 e presenta quattro grandi enormi statue del faraone con ai piedi delle statue più piccole. L’edificio è stato costruito in modo tale che due volte all’anno i raggi del sole penetrando nella porta del tempio ed attraversando la varie sale illuminino le statue custodite nel santuario.
Il tempio piccolo è invece dedicato alla Dea Hathor e alla regina Nefertari. La facciata è scolpita con sei colossali statue, mentre l’interno è una versione più piccola del tempio grande. Entrando nel tempio grande si rimane esterrefatti davanti alla magnificenza della sala ipostila, con maestose colonne scolpite con l’aspetto del faraone, e dai magnifici dipinti che ornano pareti e soffitti. Mi sento davvero piccola dentro a questo monumento gigantesco, dall’esterno se ne intuisce la maestosità ma dentro è ancora più accentuata questa sensazione.
Il tempio piccolo invece è meno maestoso al suo interno, ma anche qui la prima sala con le sue colonne Hathoriche lascia senza fiato.
Finita la nostra visita prendiamo l’aereo diretti al Cairo, ancora una volta fortunata, dalla mia posizione riseco a vedere in volo la spianata di Giza, è impressionante!! Le piramidi si trovano praticamente a diretto contatto con la città!!! E pensare che le credevo nel bel mezzo del deserto!!!!

27/08/2004 Cairo

La nostra visita al Cairo inizia dal famosissimo museo, passiamo quasi tutta la mattina ad ammirare favolosi reperti praticamente stoccati in un museo ormai divenuto troppo piccolo per contenere l’alto numero di oggetti, sculture, papiri ecc.. in esso contenuti.
Tutto all’interno del museo emana fascino, ma certamente l’area dedicata a Tutankhammon è quella più suggestiva: partendo dalle quattro cappelle di legno dorato, originariamente incassate l’una dentro l’altra, e contenenti a sua volta i tre sarcofagi antropomorfi a loro volta inseriti l’uno dentro l’altro, passando poi per gli utensili, gli oggetti, i mobili, tra cui lo splendido trono d’oro con la raffigurazione del faraone e della sua sposa, ed arrivando alla famosissima maschera pesante ben 10 chili, in oro battuto, ceramica e pietre preziose.
Come donna resto inoltre esterrefatta dinanzi ai magnifici gioielli, ricchi di fascino e magia come gli splendidi pettorali, i cartigli, i bracciali.
Dopo la visita al museo ci si ritrova con Ahmed e si parte per la cittadella di Saladino dove visiteremo la bellissima moschea di Mohamed Alì identica a Santa Sofia in Turchia, con splendidi decori alle pareti ed un maestoso lampadario centrale.
Nel tragitto abbiamo modo di vedere parte del Cairo islamico, la città dei morti, la ultramoderna e lussuosissima city, ed i sobborghi periferici ultracaotici. Il Cairo è una città di sedici milioni di abitanti dove convivono diverse religiosi, usi e costumi, il Cairo non si dimentica ha un fascino tutto suo.. è uno di quei posti che ami o che odi….
Dopo pranzo giungiamo al mercato di Khan El Khalili dove ci perdiamo nelle sue vie alla ricerca di ricordi da portare a casa, ed infine andiamo al “Blue Nile Papyrus” un ente statale dove si producono, ancora con gli antichi sistemi, i papiri che vengono poi decorati da artisti della scuola d’arte del Cairo. I prezzi dei papiri non variano solo in base alle dimensioni, ma indice di qualità è soprattutto la lavorazione del papiro stesso e la bravura dell’artista che l’ha dipinto.
Io ed Andrea restiamo subito affascinati da un lungo papiro scuro, chiediamo ad Ahmed spiegazioni sul significato della rappresentazione ed ancora più convinti lo compriamo. Ora fa bella mostra di sé sul muro del nostro salotto…

28/08/2004 Cairo

Il nostro albergo è davvero a due passi dalle piramidi, le possiamo scorgere in lontananza, ma solo una volta giunti sotto di esse ci si accorge della maestosità di questi complessi funerari.Il complesso di Giza fa parte di quella che una volta era la città di Menfi, città che, nonostante sia stata la capitale di un grande regno, oggi è solo un complesso di rovine di cui rimangono solo poche tracce.
Le piramidi furono edificate da tre diverse generazioni: la prima, la più grande è quella del faraone Cheope, poi viene quella di suo figlio Chefren (più piccola anche se per effetto ottico sembrerebbe più grande di quella del padre) ed infine quella più piccola di tutte del nipote Micerino.
Ancora oggi il l’enigma delle piramidi, i calcoli matematici usati per costruirle, il sistema di costruzione, sono un vero mistero.
Entriamo a visitare solo la piramide di Micerino, (quella di Chefren è chiusa mentre quella di Cheope ha una fila allucinante) il passaggio che porta alla camera funeraria è stretto e molto basso, lo possiamo percorrere solo camminando con le ginocchia piegate, l’aria all’interno della piramide è rarefatta ed il caldo allucinante…fortemente sconsigliata a chi soffre di claustrofobia, la visita interna alle piramidi è per tutti gli altri una esperienza da non perdere assolutamente.
Alla base della piramide di Cheope visitiamo il museo della barca, in cui è posta la sua barca funeraria, in legno di cedro lunga circa 43 metri, ritrovata negli anni cinquanta durante alcuni scavi.
Custode del tempio funerario di Chefren, vi è poi la magnifica Sfinge, immagine del faraone stesso rappresentato con il corpo leonino; la statua è colossale, magnifica, ma purtroppo estremamente logorata dal tempo. Ci appollaiamo su un muro vicino per poterla ammirare in tutta la sua maestosità.. la sfinge è lunga 73 metri ed alta 20… è stupefacente, come tutto quello che abbiamo fino ad ora visto del resto!!
Finita la visita a Giza andiamo al complesso funerario del faraone Zoser con la grande piramide a gradoni, la prima piramide d’Egitto, il prototipo per tutte le piramidi successive, ed infine al Parco Archeologico in cui sono conservati alcuni reperti ed in particolare la colossale statua di Ramses II.
Prima di tornare il albergo passiamo da “Rosetta” un bazar del Cairo dove è possibile comprare davvero di tutto, qui in particolar modo prenderemo dei cartigli d’oro con i nostri nomi, tanti ricordini da portare agli amici a casa, ed anche un narghilé con tanto di tabacco e carboncino per il funzionamento per noi.
In serata partecipiamo allo spettacolo “suoni e luci” , riusciamo abilmente ad accaparrarci la posizione migliore consigliata da Ahmed: prima fila tutta a destra, tra la sfinge e la piramide di Cheope.
Rientrati in albergo salutiamo tutte quelle persone che hanno preso parte con noi al tour, ma che domani rientreranno in Italia e non proseguiranno il soggiorno con noi a Sharm el Sheikh.

29/08/2004 Cairo – Sharm El Sheikh
30/08/2004 Sharm El Sheikh

Con un volo interno partiamo dal Cairo diretti a Sharm el Sheikh, del gruppo iniziale, quello capitanato dal bravissimo Ahmed (27 persone) restiamo solo in otto.
Il villaggio è molto bello ed accogliente, la spiaggia ampia ed il mare invitante, ci troviamo lontano dal caos di Na-aama Bay, e all’interno del Parco naturale di El Nabq, proprio di fronte all’isola di Tiran.
I primi due giorni a Sharm li passiamo praticamente riposandoci!! Dopo le faticacce del tour siamo tutti vivamente intenzionati a rilassarci un po’.
La spiaggia non è decisamente adatta per fare delle passeggiate, perché ai tratti sabbiosi si affiancano numerosi tratti rocciosi su cui è difficile camminare, ma lo spettacolo qui è offerto dal mare: oltre ad una caletta naturale vicino alla riva dove è possibile fare il bagno, un pontile collega la terra ferma con la piattaforma oltre il reef da dove è possibile tuffarsi armati di pinne e boccaglio, per ammirare la splendida barriera corallina.

31/08/2004 Sharm El Sheikh – motorata

Il terzo giorno siamo già stanchi di oziare soltanto, e dopo aver passato la mattinata alla ricerca di una zona ancora più isolata dove fare il bagno e prendere il sole, decidiamo che nel tardo pomeriggio prenderemo parte ad una motorata nel deserto del Sinai.
Partecipiamo così al Moto quad runner: abbigliamento consigliato pantaloni lunghi, maglietta, una bandana sul viso ed una in testa sotto il casco.
Arriviamo dove affittano i quad, e dopo una breve lezione di guida ci incolonniamo dietro l’insegnante ed iniziamo il nostro giro nel deserto.
Il giro è davvero molto bello, passiamo per accampamenti beduini, ad uno dei quali ci fermiamo a bere un tè, sfrecciamo tra dune polverose e paesaggi quasi lunari, salutiamo i beduini in giro con i loro cammelli, ed infine arriviamo alla “Valle dell’eco” dove arrampicati su delle rocce ammiriamo in lontananza il tramonto sul mare.
Quando torniamo alla base è ormai buio, e tutti noi abbiamo sabbia dappertutto, dentro i vestiti, nei capelli e persino nelle orecchie!!!
Nel riaccompagnarci al villaggio l’autista del piccolo bus mette della musica egiziana (a noi del tour già conosciuta) e tra canti, battiti di mani e risate torniamo felici al villaggio.

01/09/2004 Sharm El Sheikh

Il giorno seguente lo dedichiamo al sole e al mare: passiamo buona parte della giornata a fare snorkeling oltre il reef e a prendere pacificamente il sole.
I ragazzi dell’animazione riescono a costringerci a partecipare a qualche gioco, e tra un tuffo e l’altro, sole e giochi la giornata passa allegramente. Dopo cena prenderemo parte ad una piacevole serata danzante in spiaggia.

02/09/2004 Sharm El Sheikh- Ras Mohammed

Di buona mattina siamo in partenza per il Parco naturale di Ras Mohammed, attraversiamo con il pulmino l’unico tratto dove, ci viene spiegato, il territorio è tutto smilitarizzato e gli Israeliani possono circolare liberamente senza problemi.
Passiamo dalla Porta di Allah, conosciuta anche come Porta della Pace, regalata dagli Israeliani agli Egiziani in seguito all’accordo di Pace trai due paesi.
La porta è costituita da blocchi cementizi che formano la parola “Allah”.
Arriviamo alla zona dove faremo dello snorkeling, in questo tratto di costa la barriera corallina è davvero molto bella, e la nostra guida , in acqua con noi, ci spiega di volta in volta tutto sui tipi di pesci che incontriamo.
La corrente è però molto forte e dopo la lunga visita, il ritorno alla riva è più difficile e stancante del previsto.
Giunti a riva, dopo esserci asciugati e riposati al sole, andiamo a visitare il canale delle mangrovie, la grande frattura nel terreno dovuta ad un forte terremoto, ed infine il lago magico, il cui nome sembra derivare dal fatto che tale lago non sia visibile dall’alto perché ricco di piombo nei suoi fondali (spiegazione un po’ strana, ma sufficiente per farmi decidere di non farvi il bagno…)
Sulla strada del ritorno ci fermiamo su di uno strapiombo, un belvedere lungo il Sinai, dove l’acqua del mare assume dei colori intensi davvero spettacolari.

03/09/2004- 04/09/2004-05/09/2004 Sharm El Sheikh

I restanti giorni a Sharm el Sheikh li passeremo allegramente tra mare, sole, giochi e risate. ..fino purtroppo al nostro rientro in Italia dove sarà veramente triste lasciarsi con i compagni di viaggio.
Alla luce degli ultimi fatti di cronaca mi fa davvero male pensare a questi posti che ho tanto amato e che hanno portato ultimamente molta tristezza e dolore, ma dell’Egitto comunque io porto in ricordo i sorrisi, il rispetto e l’onesta di tanti egiziani che mi hanno fatto davvero sentire ben voluta, i canti i balli le urla di festa del personale della nave, la gentilezza di Ahmed e il suo “inshallah” con il quale ci rispondeva sempre, I luoghi, l’atmosfera, la maestosità del Nilo ed i colori del deserto….
Ed infine gli indimenticabili compagni di avventura:
Leo e Donatella, Luigi e Liuba, Michele e Michela, Fabio e Manuela, Cristian e Luisa
Francesco e Elena, Tiziana la casinista con il suo “12…francoroooosso”, il vero tormentone dell’estate, e tutti gli altri…… questo racconto è dedicato a tutti loro.

Il Viaggio Fai da Te – Hotel consigliati in Egitto

 

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