Emozioni di Viaggio

di Eno Santecchia
Franco è un viaggiatore di lungo corso, iniziò verso la metà degli anni Sessanta. In un precedente reportage ho raccontato dei suoi lunghi soggiorni in Kenya.

È tanto sensibile che si commuove anche davanti ad un tramonto. Facciamo un esempio.

Ammirò lo scorrere tranquillo del Nilo, le imponenti vestigia dell’ antico Egitto, il tempio di Karnak, l’isola di File, la valle dei Re e delle Regine, il tempio di Abu Simbel e tantissime altre meraviglie. Dopo aver vissuto intensamente ed orgogliosamente quel viaggio, quando arrivò sotto la piramide di Cheope, si sedette sulla sabbia e pianse commosso!

Sostiene che durante un viaggio, oltre al fascino di ammirare qualsiasi luogo, panorama, sito e museo, ossia oltre a ciò che si vede, bisogna aggiungere qualcosa di proprio e costruirci una storia. Franco non scatta foto, gli bastano la memoria e limmaginazione.

In Brasile

È il quinto paese del mondo per estensione, ha circa 216 milioni di abitanti.

Quando Franco si affacciò dalla finestra dell’hotel a Copacabana, osservando la spiaggia di Rio de Janeiro, oltre ad essere affascinato dalla grandezza e maestosità di quel litorale gli venne in mente Wanda Osiris quando cantava nei suoi spettacoli “Laggiù a Copacabana”. Ricorda i larghi e decorati marciapiedi brasiliani. La spiaggia di Ipanema gli ricorda la canzone “Garoda di Ipanema”, opera dei cantautori della Saudagi brasiliana, un po’ più colorita del Fado portoghese. Pan di zucchero è la piccola montagna che sovrasta la spiaggia di Copacabana, visitata nei primi anni Duemila. Gli ricorda un’esperienza molto preoccupante. La funivia che li stava riportando a Copacabana, dopo una ventina di metri dalla partenza, per un improvviso blackout, si fermò provocando forti oscillazioni. I passeggeri restarono sospesi nel vuoto e impietriti, la ripartenza avvenne dopo una ventina di minuti. La statua del Cristo Redentore, situata sul monte Corcovado, alta 38 m, oltre alla sua imponenza permette di avere una visione in 3D di tutta la baia di Rio de Janeiro.

Iguazù

Un tardo pomeriggio arrivò sul lato brasiliano di quelle famose, imponenti cascate al confine tra Brasile e Argentina. Oltre alla suggestione delle cascate, nella sua mente comparvero le immagini del film “Mission” (1986) dove Robert De Niro risaliva un corso dacqua per arrivare ad una missione gesuita. Dalla parte argentina le cascate sono veramente estese e con maggiore portata d’acqua. Arrivò sotto la cascata principale con un battello: provò delle sensazioni uniche nell’avvicinarsi a quell’estesa massa d’acqua che precipita creando vapore e bagnando tutto: un’esperienza emozionante.



Le cascate di Iguazù

Manaus

Capitale dello stato di Amazonas, per Franco è la città più umida del mondo. Alloggiò in un hotel a cinque stelle, dove tutto era bagnato, il pavimento e anche il letto! Tanto che pensò un po se trascorrere la notte su una poltrona anziché sul letto. Dopo quella iniziale impressione risalì il Rio Negro ed immergersi nella foresta pluviale fu unesperienza da vivere comunque: si udiva il richiamo dei pappagalli, le urla delle scimmie. Soggiornò in un resort per cinque notti nel cuore della foresta amazzonica, dove un piccolo generatore forniva energia elettrica per sole due-tre ore al giorno: le camere erano illuminate a lume di candela. Al mattino si faceva colazione all’aperto e poteva capitare che un pappagallo ara si appoggiasse su una sedia, per fare uno spuntino anche lui. Tra le varie escursioni fatte approdò su una isola detta delle Scimmie. Dove può succedere che le piccole scimmie salgano addosso, per salutare e vedere se si ha qualcosa da mangiare. In un villaggio di nativi osservò la vita degli indigeni, i riti e il folclore che coinvolgono in modo pieno. Comprese bene i ruoli all’interno della tribù ed anche il rispetto verso gli anziani. Se si lasciano i pregiudizi si può vivere un’esperienza indimenticabile.

Alla scoperta dei coccodrilli

Una notte fece una escursione in barca per vedere i coccodrilli. Ad un certo punto, nel buio pesto della notte amazzonica, dalla barca un uomo del villaggio illuminò con una torcia il pelo dellacqua: sporgevano gli occhi lucenti di quei rettili. Nel caso ci fosse stata una caduta accidentale in acqua lasciamo al lettore immaginare cosa poteva succedere. Con tanta paura ma con mille emozioni. Viaggiare vuol dire anche assumersi qualche rischio.

Franco ammirò la confluenza del rio Negro, affluente di sinistra proveniente dal nord, con il Rio delle Amazzoni: la divisione delle acque è marcata: scure quelle del Rio Negro, più chiare quelle del Rio delle Amazzoni. Larea è talmente ampia che sembra un mare, con diverse navi da carico, dice il nostro protagonista.

Salvador de Bahia

Franco concluse quel viaggio in Brasile con una settimana al mare in quella città patrimonio Unesco per i palazzi e la storia. Quel soggiorno fu importantissimo perché gli consentì di conoscere anche la realtà schiavistica nera in Brasile.

Capoeira, birinbao e balangadan

Sono tre vocaboli che si riferiscono ad una danza-lotta afrobrasiliana, uno strumento a corde afrobrasiliano e lultimo un amuleto brasiliano, un tempo usato come ricompensa agli schiavi, per consentire loro di comprare la libertà.

I balangadan sono dei piccoli accessori d’argento che gli schiavi dovevano portare addosso, una volta che li avevano ricevuti in regalo. Quando camminavano quegli oggetti-campanelli creavano un suono da cui nacque la parola balangadan.

Componente essenziale della vita in Brasile, ed in particolare a Salvador de Bahia, è la musica: la sera cè musica in tutte le piazze. Una di quelle sere si trovò coinvolto in una situazione pericolosa, anche se. non aveva fatto volontariamente nessuno sgarbo. Forse aveva solo guardato una persona in modo improprio si ritrovò circondato da quattro brutti ceffi con coltelli in mano che volevano spiegazioni o vendicarsi. Qui fu provvidenziale l’intervento di sua moglie Fiorella che lo prese per un braccio spingendolo sotto il palco dei musicisti, in mezzo alla gente che danzava. Dove i brutti ceffi non andarono perché sarebbero usciti allo scoperto. Ritornò a casa felice di aver scoperto il Brasile.

In Cina negli anni Novanta del Novecento

Da adolescente, quando pensava ad un paese lontanissimo, considerava la Cina; arrivato a Pechino fu felice di aver realizzato il suo desiderio. Essere sulla Grande Muraglia fu come un sogno ad occhi aperti: è la costruzione più imponente del mondo. I primi impasti edili avevano quale collante la farina di riso. A Pechino circolavano per l’80% biciclette, notò che le impalcature dei grattacieli in costruzione erano in canna di bambù. Visitò la città proibita, complesso imponente e bellissimo che si affaccia sulla piazza Tien an Men, come il mausoleo di Mao Tze Dong. In quegli edifici gli arredi non sono sfarzosi: lui se la immaginò come nel film “L’ultimo Imperatore” (1987) di Bernardo Bertolucci. La piazza Tien an Men richiamò in lui le immagini televisive delle proteste svoltesi dall’aprile al giugno 1989, quando furono fatti intervenire i carri armati.

Pechino – La città proibita

Prese un treno per Xian. Siccome ad ogni stazione si fermava almeno 20 minuti, lui né approfittò per scendere. In una di quelle fermate comprese lessenza della mentalità cinese quando offrì una caramella ad un bambino. Il piccolo prima di prenderla guardò la madre, al momento in cui la madre diede un segno di approvazione, la strinse sulla mano, la portò dietro la schiena e aspettò che la madre gli desse il permesso di aprila e mangiarla.

Nella provincia di Shaanxi

Nell’antica città imperiale Xi’an fu rinvenuto l’esercito di terracotta. Grande fu la sua ammirazione, i dettagli fanno sì che quei soldati sembrano veri: una situazione irreale! In quella città una sera cenò, dall’antipasto al dolce, con 35 varietà di ravioli cinesi!

Poi salì in montagna, a Shàolín-sì, detta la città delle arti marziali, dove ha sede una scuola. Si può assistere agli spettacoli che possono durare anche 5-6 ore, ove si esibiscono dai bambini agli anziani nelle loro arti.

Dice Franco: “Un viaggio è completo solo se, oltre a ciò che si vede, si penetrano le situazioni e le culture dei luoghi che si visitano”.

Eno Santecchia

Subscribe
Notificami
guest

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.

0 Commenti
Inline Feedbacks
Vedi tutti i commenti