Estate a Barcellona e Madrid

di Christina e Matteo –
Siamo Christina e Matteo, due studenti di 22 anni. Dopo il nostro diario dell’anno scorso su Parigi, abbiamo deciso di ripetere l’esperienza raccontando la nostra vacanza trascorsa tra Barcellona e Madrid. Nel racconto cercheremo di dare grande spazio alle informazioni pratiche (prezzi, orari e altre indicazioni), così da dare un aiuto a chi stesse pianificando il suo viaggio. Naturalmente queste informazioni sono aggiornate al periodo della nostra vacanza, per cui prima di partire vi consigliamo di controllare nei siti ufficiali che vi segnaleremo. Prima di cominciare vorremmo ringraziare tutte le persone che ci hanno fatto complimenti e critiche (aiutano a migliorare) riguardo al diario dell’anno passato e ringraziamo anticipatamente per chi ci vorrà scrivere riguardo a questo racconto. Un enorme grazie anche a tutti i diari di viaggio che abbiamo letto e che ci hanno permesso di organizzare al meglio questa vacanza.
Alcune notizie pratiche: i prezzi dove non diversamente indicato si intendono a persona. Voli e hotel sono stati prenotati tre mesi prima su internet e pagati con carta di credito. Per la riduzione studenti abbiamo sempre usato il badge dell’università accompagnato dalla carta d’identità. Tutti i pareri e le emozioni descritte sono personali: pensiamo che un viaggio sia una cosa individuale, è molto probabile perciò che alcuni luoghi che ci sono piaciuti molto, ad alcuni di voi non piaceranno o viceversa.

Giovedì 02/08/07 – 1° giorno – Visita dell’Aeroporto Marco Polo
Arriviamo all’aeroporto Marco Polo di Tessera (VE) alle 7.00 con la felicità a mille, convinti che niente potrà rovinarci le tanto attese vacanze!!! Il nostro volo Clickair comprato su www.clickair.com a 73€ partirà alle 9.10. Abbiamo tutto il tempo perciò di fare il check-in con tranquillità e sederci a guardare gli aerei che decollano. Mentre siamo seduti sulle comode poltrone dell’aeroporto, i nostri occhi guardano distrattamente il monitor degli orari, notando così che la partenza è posticipata di una cinquantina di minuti a causa dell’arrivo in ritardo del volo corrispondente. Vabbè, sospiriamo, sicuri che questo piccolo ritardo non potrà rovinarci le tanto attese vacanze!!! In orario (sul ritardo) ci imbarchiamo. Si chiudono le porte, le hostess iniziano le spiegazioni di rito riguardo a cosa fare in caso di emergenza, l’aereo inizia a far retromarcia e… Il comandante annuncia: “piccolo problema tecnico, ritorniamo al parcheggio”.
Ci sembra doveroso informare che quanto seguirà del racconto di questa giornata è diretta conseguenza dell’esperienza negativa da noi provata. Nulla da dire sul volo, siamo rimasti però amareggiati dal modo in cui siamo stati trattati a terra dalla compagnia. Allora, dopo averci parcheggiati ci dicono che è un problema alla pompa dell’olio, problema che sarebbe stato risolto nel giro di un’ora. Ci fanno perciò scendere tutti dall’aereo notando che la partenza è prevista per le 11.30. A mezzogiorno siamo ancora a terra, quando dall’altoparlante dell’aeroporto informano che i passeggeri del volo possono recarsi al ristorante per il pranzo offerto dalla compagnia. Capiamo così che avremo come minimo altre 2 ore di attesa. Mentre mangiamo, il boccone ci va di traverso quando vediamo che il nostro volo è segnato nel monitor con un ritardo indefinito: partenza stimata ore 20.30. Senza ricevere nessun’altra informazione, arrivano le 16 quando un operatore incaricato dell’aeroporto convoca tutti i passeggeri dandoci il numero di telefono della Clickair per fare reclami. Numero verde che non può essere contattato da cellulare e al quale non risponde nessuno. Ci assicura inoltre che ci verrà offerto anche il merendino e che, cosa più importante, il nostro pezzo di ricambio arriverà con il volo da Barcellona delle 19.05. Dopo aver visitato per lungo e per largo tutto l’aeroporto (se volete qualche informazione chiedete pure, siamo diventati espertissimi!), arrivano le agoniate 20.30, tutti ci prepariamo al gate d’imbarco, arrivano persino due operatori convinti di imbarcarci. Arrivano le 21, poi le 21.30, le 22… Iniziano a scaldarsi gli animi, arriva addirittura la polizia! Ci assicurano che il pezzo è stato cambiato, che si stanno effettuando tutti i test necessari, ma che non si sa ancora se e a che ora si parte… Ore 22.30 ci fanno salire in autobus per portarci all’aereo e dopo una mezzora di attesa si accende il motore (dell’autobus). Finalmente saliamo sull’aereo, altra spiegazione delle stesse hostess (per fortuna il comandante è cambiato!) sulle uscite di emergenza e alle 23.20 finalmente si decolla!!! Dopo un volo tranquillo, alle 0.55 l’aereo tocca il suolo dell’aeroporto El Prat, accompagnato da un’ovazione liberatoria di tutti i passeggeri. Dopo una lunga attesa per recuperare le valigie, data l’ora (la metropolitana era chiusa), decidiamo perciò di prendere un taxi che ci porti all’hotel. La tariffa normale è attorno ai 18€, a cui vanno sommati il supplemento aeroporto, il supplemento valigia, il supplemento notte: paghiamo così un totale di 27.25€. In 12 minuti arriviamo al nostro hotel: Hotel Auto Hogar, Avenida Parallel 64, 2 stelle, 38.75€ per notte con colazione, prenotato su www.hotelopia.it.

Venerdì 03/08/07 – 2° giorno – Sagrada Familia, Ruta del Modernisme, Parc Güell, Acquario
Dopo un meritato riposo di qualche ora ci svegliamo pronti a cominciare finalmente la nostra vacanza. Dovremmo cambiare un po’ il nostro itinerario a causa della mezza giornata persa, ma neppure questo riuscirà a rovinare le tanto attese vacanze!!!! Alla luce del sole la nostra stanza appare semplice senza tante pretese: abbastanza ampia, due letti singoli da una piazza e mezza, scrivania, aria condizionata, televisione e armadio. Il bagno è un po’ piccolo ma con water, bidet, lavandino, vasca e asciugamani puliti. Scendiamo a far colazione: varie pastine, tè, caffè, cioccolata, latte, cappuccino, tisane, spremute, macedonia, yogurt, frutta sciroppata, fette tostate, marmellata, cornflakes, pane, prosciutto, salame, formaggio, salsicce, wurstel, uova sode, fagioli in umido…
Non si può iniziare a visitare Barcellona senza sapere chi è Gaudì: architetto spagnolo nato nel 1852, con il suo stile di difficile collocazione ha reso unica questa città. La giornata di oggi la dedichiamo quasi completamente alla scoperta di questo Genio.
La fermata della metro Parallel (linea 3) dista meno di 80 metri dall’hotel. Qui compriamo un abbonamento T10 che costa 6.90€ per 10 viaggi (di massimo 75 minuti) su metro, bus, treno, multipersonale (basta timbrarlo, passare il cancelletto e consegnarlo all’altra persona che farà lo stesso). Il biglietto singolo invece costa 1.25€. Esiste anche la Barcelona Card (www.barcelonaturisme.com) che include il trasporto pubblico gratuito e molti sconti in ristoranti, negozi, musei e altri luoghi d’interesse. Per chi è studente e ha meno di 25 anni come noi non conviene perché i musei applicano già degli sconti.
Dopo un viaggio di una decina di minuti, sbuchiamo dalla fermata e ci troviamo direttamente davanti agli occhi l’imponenza della Sagrada Familia (orario 9.00-20.00, www.sagradafamilia.org). Con 9€ acquistiamo il biglietto di ingresso valido anche per l’entrata alla casa-museo di Gaudì che si trova al Parc Güell.
Iniziata nel 1882 e considerata all’unanimità il capolavoro di Gaudì, essi vi lavora per oltre 40 anni fino alla morte, avvenuta nel 1926 sotto un tram. Ad oggi sono stati costruiti 8 dei 12 campanili (superano i 100 metri) che rappresentano gli apostoli, la facciata della nascita e quella della passione. Rimangono da costruire 4 campanili, la facciata della gloria, la cupola centrale di 170 metri in onore a Gesù Cristo, la torre della madonna (125 metri) e quelle dei 4 evangelisti. Per volere di Gaudì, la costruzione è finanziata esclusivamente con le offerte dei fedeli e dei biglietti dei turisti.
L’interno è tutto un cantiere ma alzando gli occhi al cielo si riesce già ad intravedere la maestosità dell’opera che sarà completata forse per il 2020. Per chi desidera è possibile salire in ascensore per 2€ ma mettete in conto le file di attesa, che possono essere anche molto lunghe. Si entra poi nel museo molto interessante nel quale vi sono numerosi modellini, ricostruzioni a computer e progetti su come sarà la cattedrale una volta terminata.
Dopo un’ora e mezza lasciamo questo spettacolare spettacolo, iniziando a percorrere la Ruta del Modernisme. Lungo questo itinerario si possono ammirare molte costruzioni moderniste (l’art nouveau spagnola) di cui Barcellona è patria.
La prima che visitiamo è Casa Milà (orario 9.00-20.00, ingresso 8€), meglio conosciuta come La Pedrera, dalla sua caratteristica facciata ondulata. Dichiarata patrimonio dell’umanità dall’UNESCO nel 1984, è una tra le opere principali di Gaudì. In un’oretta abbiamo visitato l’appartamento di una famiglia borghese dei primi del Novecento, l’attico con un’esposizione sul valore artistico e geniale di Gaudì, e infine la terrazza con i famosi e singolari camini dalle sembianze di guerrieri.
Continuando con la nostra passeggiata, arriviamo alla Manzana de la Discordia, un quartiere dove è possibile trovare Casa Amatller, Casa Lleò Morera e Casa Batllò, progettate da tre architetti diversi e in competizione tra loro. L’edificio più straordinario è sicuramente Casa Batllò, opera dell’instancabile Gaudì (lun-sab 10.00-14.00, dom 9.00-20.00, 16.50€ intero, 13.20€ ridotto studenti, www.casabattlo.cat). Il prezzo sembra eccessivo, ma è inclusa l’audioguida e a nostro giudizio questa stravagante e straordinaria costruzione li merita tutti!! Dall’esterno è possibile ammirare l’inconfondibile e bizzarra facciata, che riprendendo una creatura acquatica, spicca in un anonimo contesto. L’interno esprime al meglio il pensiero principale di Gaudì “La linea retta è la linea degli uomini, quella curva è la linea di Dio”: in 75 minuti passando a bocca aperta tra il piano nobile, la soffitta e la terrazza non si riesce a scorgere nemmeno una linea dritta!
Ancora estasiati e sbalorditi, ritorniamo in strada e ci accorgiamo che il tempo è davvero volato: si sono fatte già le 15 e non abbiamo ancora pranzato. E noi che ci chiedevamo come facessero gli spagnoli a mangiar così tardi! Troviamo quindi un bellissimo locale in Rambla Catalunya 25, El Racò, dove per 10€ mangiamo un ottimo menù del giorno composto da primo, secondo e dolce.
Decidiamo di prendere la metro per arrivare fino a Parc Güell (10.00-21.00). Come avevamo letto in molti diari di viaggio, siamo scesi a Vallcarca invece che a Lesseps, in questo modo la strada per arrivare al parco è più breve e la salita è in parte facilitata dalle scale mobili. Inoltre la passeggiata nel parco risulterà da qui tutta in discesa.
Naturalmente sono anche qui visibili i segni di Gaudì: la Panchina più lunga al mondo tutta a curve e in ceramica colorata che ricordando le spire di un serpente permette una favolosa veduta del Mediterraneo, il sottostante Colonnato reso speciale dal geniale architetto grazie alla presenza di una fila di colonne inclinate verso l’interno, la famosa Salamandra coloratissima all’ingresso del parco che guarda due casette che sembrano uscite da una fiaba.
Visitiamo anche la casa-museo (10.00-20.00) dove Gaudì visse negli ultimi 20 anni prima di morire. Il biglietto è incluso in quello fatto alla Sagrada Familia, biglietto che può essere acquistato anche qui. Ad essere sinceri questa visita non ci ha per niente entusiasmato.
Prendiamo nuovamente la metro e ci rechiamo al porto, dove dopo essere passati per la Rambla del Mar, andiamo a vedere l’Aquàrium (9.30-23.00, 16€ intero, 14.40€ ridotto studenti però solo con carta studenti internazionale, www.aquariumbcn.com). L’acquario, suddiviso in 20 vasche tematiche, non è paragonabile ad acquari del calibro di Londra o Genova, ma come punto di forza ha un tunnel di 80 metri che permette di osservare da vicino e da ogni angolo visivo grandi creature come squali, razze e pesci-luna. La visita vi occuperà all’incirca un’ora.
Ceniamo al Pans & Company, uno degli innumerevoli locali del Maremagnum.
Torniamo al hotel a piedi facendo due passi sul lungomare in una romantica passeggiata al chiaro di luna.

Sabato 04/08/07 – 3° giorno – Cattedrale, Barrio Gotico, Museu d’Història, Parc de la Ciutadella, Porto, Museu Marìtim, Fontana magica
Iniziamo la giornata con un’enorme delusione: il Palau de la Musica Catalana (www.palaumusica.org), patrimonio dell’UNESCO dal 1997, è chiuso fino al 2 settembre 2007 per ristrutturazione.
Passato lo sconforto andiamo a visitare la Cattedral de la Santa Creu i Santa Eulàlia (8.00-12.45 e 17.15-19.30, www.catedralbcn.org). Anche qui la facciata è in restauro, però è possibile vedere il bellissimo interno gotico. Per chi vuole è possibile anche la salita in ascensore per 2.50€. La visita dura all’incirca un’ora, compreso il verde chiostro con 13 oche che rappresentano gli anni del martirio di Santa Eulàlia e fungono come la versione starnazzante di un cane di guardia di notte.
Dopo una passeggiata romantica tra le stradine strette del Barrio Gotico, arriviamo in Plaça del Rei dove entriamo nel Museu d’Història de la Ciutat (www.museuhistoria.bcn.es, 5€ intero, 3.50€ ridotto studenti. Audioguida inclusa nel prezzo, mar-sab 10.00-20.00, dom 10.00-15.00. Chiuso lunedì). Con lo stesso biglietto si può visitare anche il Museo Monestir de Pedralbes, il Museo Casa Verdaguer, il Centre d’Interpretaciò del Parc Guell.
Il tour inizia con un video sulla storia di Barcellona per poi continuare con un’entusiasmante passeggiata nel sotterraneo del museo al quale si accede attraverso un ascensore che vi porterà fino al piano -12, che sta ad indicare l’anno 12 avanti Cristo. Per un’ora e mezza vi sembrerà di essere in un altro mondo camminando tra i resti delle mura e delle case dell’antica città. Una cosa davvero fantastica e molto divertente.
Risaliti in superficie giungiamo in Plaça de Catalunya dove data l’ora andiamo a fare acquisti (cibo!) al El Corte Inglès, un enorme centro commerciale all’interno del quale potreste essere attratti dal comprare qualsiasi cosa, anche inutile. Di buon passo arriviamo all’ombra dell’Arc de Triomf dove ci sediamo in uno dei pochi fazzoletti d’erba presenti. Qui hanno tentato di rubarci lo zaino. State attenti!!! Il metodo è sempre lo stesso: arriva uno dall’aria molto gentile, parlando di cose assurde in maniera incomprensibile, mentre l’amico sbuca da dietro senza farsi sentire e fugge col malloppo. Fortuna che avevamo letto di queste cose in vari diari e ci siamo voltati in tempo! Passata la paura abbiamo continuato a camminare attraverso il Parc de la Ciutadella. A differenza dei parchi londinesi o parigini, quelli di Barcellona, dato il clima, non sono molto verdi.
Ci dirigiamo al tanto sognato mare, mica per fare un bagno, si intenda. Il mare di Barcellona infatti, non è molto famoso!! Vicinissima al porto, una piccola lingua di sabbia con qualche palma funge da spiaggia… forse data la giornata festiva, la spiaggia era piena di bagnanti, ma le meduse nelle calde acque erano pronte ad attendere i malcapitati!! Dicevamo, la spiaggia, tutta libera, non è molta e la gente si ammassa dove può. In compenso la passeggiata del lungomare è molto romantica.
Se volete trovare spiagge cristalline dovete recarvi verso est, tipo a Terragona e Sitges. Abbiamo visto che da Plaça de Catalunya sono diversi i bus che partono in direzione di queste località balneari. Facciamo una foto al famoso Peix, una scultura in ferro che riprende le sembianze di un enorme pesce, che si erge a controllare la vita che scorre sotto lui!
Sempre camminando vicino alla sabbia, si giunge alla colonna di Colon, con all’estremità la statua del navigatore genovese che scruta il mare, puntando il dito in direzione dell’Africa più che dell’America, a dire il vero. Cosa ci facciano diverse statue di Cristoforo Colombo sparse per tutta la Spagna è presto detto: gli spagnoli ritengono infatti che il buon Cristoforo non abbia origini italiane ma che sia invece un loro compaesano. Dalle 10.00 alle 18.30 è in funzione un ascensore che per 2€ vi porterà alla sommità della colonna dove si può vedere il mare e Barcellona da uno scorcio diverso.
Nelle vicinanze di questa piazzetta si trova anche il Museu Marìtim (10.00-20.00, www.museumaritimbarcelona.org, 6.50€ intero, 3.25€ ridotto, gratis primo sabato del mese dopo le 15.00). Col biglietto è incluso l’ingresso al veliero Santa Eulalia ormeggiato in Moll de la Fusta. Una nota particolare la riserviamo all’audioguida: compreso nel prezzo vi danno il palmare della Vodafone che permette non solo di ascoltare le tracce audio con la spiegazione delle varie sezioni, ma anche di vedere immagini e conoscere curiosità varie correlate con ciò che è esposto. Il museo, che si trova nei Cantieri Navali Reali (Drassanes Reials) di Barcellona, l’edificio gotico civile più importante del mondo, è visitabile in due ore durante le quali viene ricostruita la storia della navigazione, naturalmente con grande attenzione a Cristoforo Colombo e a tutto ciò che riguarda la scoperta dell’America. Si può ammirare anche l’esterno della ricostruzione a grandezza naturale della galera reale di Giovanni d’Austria.
Uscendo facciamo un salto in hotel a cambiarci e proseguendo l’Avenida Parallel arriviamo al numero 169 dove ceniamo al Ristorante Ana dove con una decina di euro mangiamo una paella eccezionale. Per una buona paella ci vogliono come minimo 20 minuti di attesa, il che significa che il riso lo stanno cuocendo al momento e non è precotto.
Molto soddisfatti ci mettiamo nuovamente in cammino per andare a vedere la fontana magica. Gli spettacoli con acqua e luci iniziano alle 21.00 fino alle 23.30. Alle 21.30, 22, 22.30 e 23 ci sono invece degli spettacoli di dieci minuti con il sottofondo musicale. Davvero da non perdere!!!



Domenica 05/08/07 – 4° giorno – Ramblas, Santa Maria del Pi, Museu Nacional d’Art de Catalunya, Santa Maria del Mar, Museu Picasso
Di buon mattino, svoltando per una stradina vicino all’hotel e dopo essere passati davanti al Palau Güell (ennesima creazione di Gaudì, chiuso per ristrutturazione fino a gennaio 2009), giungiamo all’incrocio con la parte finale delle Ramblas. Sono le dieci di domenica mattina, il famoso viale super affollato che abbiamo intravisto ieri sera si è trasformato in una strada quasi deserta. Un’esperienza davvero particolare se siete abituati al caos dei giorni prima… Prendiamo una laterale che porta a Plaça Reial, una piazzetta molto graziosa decorata da palme e circondata da palazzi, dove si sta tenendo il mercato del collezionismo e dell’antiquariato. Prendendo invece la successiva stradina andiamo a visitare l’Esglèsia de Santa Maria del Pi, (9.00-13.00 e 16.00-21.00), una chiesa in stile gotico ad un’unica navata, costruita tra 1319 e 1391. Da ammirare il rosone della facciata con un diametro di 10 metri. Ultima tappa delle Ramblas è il Mercat de la Boqueria, famoso per il suo modo artistico di esporre i prodotti. Purtroppo l’abbiamo trovato chiuso; va beh, sarà per la prossima volta…
Lungo la strada passiamo davanti al MACBA (www.macba.es), il museo di arte moderna e contemporanea. Dopo quello che abbiamo visto alla Tate Modern di Londra e al Centre Pompidou di Parigi, abbiamo deciso di non farci fregare anche quest’anno e abbiamo tirato dritto. Che volete farci, sarà un nostro difetto ma l’arte moderna proprio non ci attrae… Sempre che si possa definire arte una tela con dei tagli o un quadro bianco con un quadrato nero al centro…
Siamo ormai fuori dal centro storico, spariscono le stradine strette tutte contorte e si apre davanti a noi la Gran Via de les Corts Catalanes, una mega stradona con un unico senso di marcia a quattro corsie più quella riservata ai bus. A cui si aggiunge un enorme viale pedonale che seguiamo fino ad arrivare in Plaça d’Espanya dove si sta restaurando l’antica Arena. Voltando lo sguardo, due campanili (saremo anche un po’ campanilisti ma per un momento ci è sembrato di vedere doppio e di essere in Piazza San Marco! Chissà se l’architetto si è ispirato al campanile veneziano…) lasciano intravedere la fontana ora spenta, che abbiamo visto ieri sera. Saliamo le scale dove ci attende il Museu Nacional d’Art de Catalunya (www.mnac.es, mar-sab 10.00-19.00, dom 10.00-14.30, chiuso lunedì, 8.50€ intero). Sfruttiamo il fatto che la prima domenica del mese l’entrata è gratuita. Qui si trova un’esibizione dell’arte catalana che va dall’anno 1000 agli anni quaranta del Novecento. Dopo circa 2 ore usciamo con qualche chilo in più di depliant, e osserviamo l’intera città dall’alto prima di scendere le scale.
Prendiamo la metro per scendere nelle vicinanze del Museu Picasso, nostra prossima metà, non prima però di aver messo qualcosa sotto i denti! Giriamo per le stradine caratteristiche e giungiamo finalmente davanti ad un Telepizza in Plaça Urquinaona. Per la cronaca, riusciamo a vedere circa gli ultimi venti giri del Gran premio di formula 1 (fate un po’ voi i conti di che ora era…) e ci riposiamo dalla calura con una buona pizza.
Dopo aver riempito ben bene i nostri preziosi stomaci, ci rechiamo a visitare l’Esglèsia de Santa Maria del Mar (9.00-13.30 e 16.30-20.00), una stupenda cattedrale che con stupendi giochi di luce scatena la curiosità di tutti quelli che hanno letto “La Cattedrale del Mare” di Ildefonso Falcones (che consigliamo vivamente).
Successivamente ci mettiamo in coda per la visita del Museu Picasso (www.museupicasso.bcn.es, chiuso lunedì, mar-dom 10.00-20.00. 6€ intero, 4€ ridotto studenti. Gratis prima domenica del mese). Qui la coda è abbastanza lunga ma molto scorrevole, così in meno di venti minuti riusciamo ad entrare. Il museo espone opere dei primi anni dell’artista, del periodo blu e del periodo rosa, per poi terminare con alcune opere del periodo cubista. Ci sembra di non aver fatto una scelta molto azzeccata: dato il fatto che oggi l’entrata è gratuita, c’è troppa gente nelle sale che non permette di apprezzare a pieno le opere e non c’è quell’affascinate silenzio museale che noi adoriamo per una visita perfetta.
Trascorsa all’interno del museo un’ora circa, torniamo verso l’albergo, facciamo una doccia veloce, incominciamo a riordinare le nostre cose e quando giungono le 21 scendiamo di fronte all’hotel per la cena. Ci attende una paella, sempre per una decina di euro a testa, a La Farandula…. fuori sulla terrazza ci rifilano un tavolino un po’ scomodo, però la fame è tanta!!

Lunedì 06/08/07 – 5° giorno – Montjuïc, partenza per Madrid, Plaza Mayor
Dopo aver sistemato le valigie, dato che alle 15 abbiamo il volo, decidiamo di fare semplicemente un giretto per il Montjuïc, uno dei due monti di Barcellona assieme a quello del Tibidabo… La zona purtroppo è molto povera di indicazioni, un po’ abbandonata ed è facile perdersi e non trovare quello che si cerca… La salita è stata un po’ faticosa, dato anche l’alto tasso di umidità di questa mattina nuvolosa. La parte più elevata, quella del Belvedere, offre una visione davvero molto interessante del porto e della città! Si può prendere sia la funivia per il giro del Montjuïc che la funicolare per giungere al porto.
Arrivano velocemente le 12, per cui ritorniamo in hotel, recuperiamo le valigie, salutiamo il sempre gentile personale alla reception e prendiamo la metro fino a Estaciò Sants. Da qui prendiamo il treno locale Rodalies (Cercanìas) in direzione dell’aeroporto per un viaggio di una mezz’oretta.
L’aeroporto ha 3 terminal, arrivati in stazione ci sono le indicazioni da quale terminal parte ciascuna compagnia. Comunque le stesse indicazioni le trovate anche sul sito www.aena.es selezionando l’aeroporto di Barcellona.
Il nostro volo da Barcellona a Madrid, acquistato su www.vueling.it a 32€, parte dal terminal B alle 15 e dura più o meno un’ora. Ci ha molto colpito la filosofia della Vueling: aerei Airbus A-320 da 180 posti molto confortevoli, nuovi, puliti, colorati, con televisori e prese per le cuffie durante il viaggio. Anche se è una compagnia low-cost, cercano di non far mancare nessun confort al passeggero.
Un altro modo per raggiungere Madrid è il treno che impiega 5 ore con un costo di 70€.
Atterriamo all’aeroporto Barajas e qui troviamo una sgradita sorpresa… La valigia di Christina esce dal nastro trasportatore mezza disastrata: ha una fiancata schiacciata e un buco molto evidente con una bruciatura sul davanti. All’ufficio reclami della Vueling ci compilano un modulo che dobbiamo consegnare in un negozio in centro per farci riparare o sostituire la valigia. Va beh, stavolta il tentativo di sabotarci le vacanze è stato un po’ subdolo, però ci diciamo che niente potrà mai rovinarcele e così partiamo alla scoperta di Madrid, con il nostro povero trolley intimidito dagli sguardi sbigottiti dei passanti. Per arrivare in centro prendiamo la linea 8 pagando un biglietto di 2€, nel quale è incluso il nuovo supplemento per chi parte e arriva all’aeroporto. Il biglietto della metro normale costa 1€.
Questa volta la fortuna è dalla nostra parte. Il negozio di valigie è poco distante dal nostro hotel. Ci danno subito una valigia nuova della stessa marca e prezzo di quella vecchia (Roncato, 60€) e la addebitano alla Vueling.
Finalmente felici arriviamo all’Hotel Asturias, Sevilla 2, 2 stelle, 32€ a notte con colazione, prenotato sempre su www.hotelopia.it.
La stanza è molto carina, arredata in stile classico con letto matrimoniale, scrivania, armadio, televisione e cassetta di sicurezza. Abbiamo anche un terrazzino che si affaccia direttamente sulla strada, un po’ trafficata anche durante la notte. Unica pecca, non c’è l’aria condizionata. Il bagno è dotato di lavandino, water, vasca con doccia e asciugamani. Eccezionale la pulizia: asciugamani e saponette vengono cambiati tutti i giorni! Dopo aver disfatto le valigie, facciamo una passeggiata verso Plaza Mayor, molto affascinante illuminata di sera. Ceniamo al ristorante Plaza Mayor, dove per primo, secondo, acqua e dolce paghiamo solamente 9€. Pensavamo che in questa zona i prezzi fossero molto più alti!

Martedì 07/08/07 – 6° giorno – Museo del Prado, Parque del Retiro, Museo Arqueològico, Real Accademia de Bellas Artes
La colazione non è varia come a Barcellona però non ci si può di certo lamentare. Una volta seduti al tavolo, i camerieri ci portano spremuta di arancia, latte, caffé, tè, cioccolato, croissant, plumcake, pane, affettati, formaggio, burro e marmellata.
Madrid sorge sulla Meseta, l’altopiano centrale della Spagna. È infatti la capitale più alta d’Europa, a 655 metri sul livello del mare. Lo sbalzo termico tra giorno e notte è notevole: in questa settimana la temperatura minima e massima era di 16-32°C, anche se le massime possono facilmente toccare i 40°.
Usciamo dall’hotel percorrendo Calle de Alcalà fino ad arrivare in Plaza de Cibeles dove svetta la statua della dea su un carro trainato da leoni e sullo sfondo il bianco Palacio de Comunicaciones. Svoltiamo su Paseo del Prado per andare a visitare il Museo Nacional del Prado (9.00-20.00, chiuso lunedì, 6€ intero, 3€ ridotto, gratis per gli studenti della Comunità Europea minori di 25 anni. Gratis ogni domenica). L’entrata principale è chiusa, si entra per le due entrate laterali. Il museo, tra i più importanti del mondo, espone lungo un percorso di 3 ore più di 3000 opere che coprono un periodo storico che va dal 1100 al 1800, e tra le quali spiccano quelle del Tiziano, Raffaello, Caravaggio, Rubens, Velàzquez, Goya e El Greco. Solo per citarne un paio, non perdetevi la Maja desnuda e Le fucilazioni del 3 maggio 1808 di Goya. Museo molto ben fatto, dove quasi ogni quadro ha delle spiegazioni molto dettagliate. La sezione staccata del Prado si trova al Cason del Buen Retiro, chiuso per restauro.
Pranziamo al Burger King di fronte al museo, e proseguiamo con una passeggiata attraverso il Parque de el Retiro, molto più curato e verde rispetto ai parchi di Barcellona. Al centro spicca il Palacio de Cristal, purtroppo chiuso il martedì, così non abbiamo potuto vedere cosa c’è all’interno.
Proseguendo arriviamo al Museo Arqueològico Nacional (http://man.mcu.es, 3€ intero, 1.50€ ridotto, mar-sab 9.30-20.00, dom 9.30-15.00. Chiuso lunedì. Gratis sabato dopo le 14.30 e domenica). Il museo raccoglie la storia dell’uomo dalle sue origini al Medioevo. La visita è stata veloce, circa un’oretta, perché per metà era chiuso per restauro e molte opere si trovavano in prestito. All’esterno, sotto il giardino, si trova la ricostruzione delle grotte di Altamira, famose perché vi sono stati trovati alcuni tra i più significativi esempi di arte paleolitica risalenti al 13-14 mila avanti Cristo. Beh, che dire, per noi è stata un po’ una delusione. Pensavamo di trovare quei bei graffiti di bisonti, cavalli e cervi raffigurati in tutti i libri di storia e invece abbiamo trovato un soffitto buio con qualche macchia indefinita…
Anche a Madrid c’è Plaza de Colon, dedicata a Cristoforo Colombo. Sono ormai le 19, prima di tornare in hotel decidiamo di visitare il Museo de la Real Accademia de Bellas Artes de San Fernando in Calle de Alcalà 13 (mar-ven 9.00-21.00, sab 9-14.30 e 16-21, dom e lun 9-14.30, 3€ intero, 1.50€ ridotto, gratis x studenti universitari. Gratis tutti i mercoledì non festivi). Un museo che ci è molto piaciuto per il modo in cui sono disposte le opere. Anche se non vi sono presenti opere molto famose, vi consigliamo vivamente di visitarlo. Ci sono comunque alcuni dipinti di Goya, Rubens, Picasso ma soprattutto l’unico Arcimboldo presente in Spagna. A quest’ora è praticamente deserto, per ogni sala abbiamo avuto una persona della sicurezza esclusivamente per noi! Altro che guardia del corpo! La visita vi richiederà all’incirca un’ora. Molto soddisfatti decidiamo di cenare al Telepizza di fronte all’hotel.

Mercoledì 08/08/07 – 7° giorno – Palacio Real, Campo del Moro, Templo de Debod, Museo Reina Sofia
Percorriamo Calle del Arenal lungo la quale visitiamo la Chiesa di San Gines, per poi arrivare in Plaza de Oriente da cui si inizia a vedere il Palacio Real de Madrid (www.patrimonionacional.es, 9.00-18.00, 8€ intero, 3.50€ ridotto, mercoledì gratuito per tutti i cittadini dell’Unione Europea mostrando un documento d’identità). Ricordatevi di arrivare presto se come noi decidete di andare a visitarlo il mercoledì: alle 9.30 non c’era nessuno, alle 11 la fila all’entrata era interminabile. In un’ora e mezza si visita il palazzo costruito nel 1734 ai tempi di Filippo V dopo l’incendio che l’aveva completamente distrutto, e poi terminato e decorato sotto Carlo III. In una delle sue stanze venne firmata nel 1985 l’adesione della Spagna all’Unione Europea. Peccato non si possano far foto per immortalare e raccontare agli amici a casa la bellezza di questo edificio! Passando per la piazza racchiusa dalle mura del palazzo, si visita anche l’armeria reale che contiene una tra le principali esposizioni di armi e armature d’Europa, e la farmacia reale con le pareti nascoste da mensole piene di vasi per le erbe medicinali.
Usciti dai cancelli, andiamo a visitare l’antistante Catedral de Nuestra Signora de la Almudena, bellissima chiesa in cui si mischia lo stile filiforme del gotico con la luminosità e i colori del moderno.
Non facciamo a tempo per vedere la chiesa di San Francisco el Grande (11.00-12.30 e 16.00-18.30, chiusa lunedì), così decidiamo di passeggiare un po’ per le stradine del Barrio de la Moreria fino a sbucare nuovamente in Plaza Mayor. Vista con la luce del sole cambia completamente aspetto, si vedono tutte le decorazioni e i dipinti dei palazzi. Vi consigliamo di vedere i suoi cambiamenti nei diversi momenti della giornata. Andiamo a pranzare al Cenas y Tapas in una laterale, dove per i classici 10€ prendiamo il menu del giorno.
Ritorniamo sui nostri passi per arrivare al Campo del Moro, a lato del Palacio Real. Per entrare bisogna andare nella parte opposta del palazzo, dove si trova l’unica entrata in Paseo de la Virgen del Puerto. Anche questo parco è molto verde e ben curato.
In Plaza de S. Vicente, accanto alla Estaciòn Prìncipe Pìo, facciamo un giro per il nuovo centro commerciale che si chiama naturalmente Prìncipe Pìo. La passeggiata prosegue poi per Paseo de la Florida per andare a vedere gli affreschi del Goya sulla cupola della Chiesa di S. Antonio de la Florida, che puntualmente troviamo chiusa.
Andiamo così ad ammirare il Templo de Debod (entrata gratuita, mar-ven 10.00-14.00 e 18.00-20.00, sab-dom 10.00-14.00, chiuso lunedì, www.munimadrid.es/templodebod/). Costruito nel secondo secolo avanti Cristo in Egitto, con la costruzione della diga di Assuan sarebbe stato sommerso e così venne donato alla Spagna nel 1968 in segno di riconoscenza. L’interno, un po’ claustrofobico, è decorato con geroglifici scolpiti nella roccia.
Da qui, proseguendo verso nord, si trova il Faro de la Moncloa, costruzione abbastanza recente dalla quale si può ammirare tutta la città. Ha però un piccolissimo problema: è chiuso da alcuni anni perché non a norma. Si parla di problemi di elettricità statica e oscillazioni anomale in caso di vento. Non siamo solo noi italiani a buttar via soldi per niente!
Dato che il sole è ancora alto proseguiamo per Plaza de España, dove dopo aver osservato il monumento a Cervantes con la statua di Don Chisciotte e Sancio Panza, prendiamo la metro in direzione del Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofìa (lun-sab 10.00-21.00, dom 10.00-14.30, chiuso martedì, www.museoreinasofia.es, 6€ intero, 3€ ridotto studenti. Il sabato dopo le 14.30 e tutta la domenica si entra gratis). Si trova qui (e non al Prado!) la famosa Guernica, l’opera più famosa e conosciuta di Picasso. Dipinta nel 1937 dopo la distruzione ad opera di aerei tedeschi dell’omonima cittadina basca durante la guerra civile, l’immensa tela misura 3,49 per 7,76 metri. Senza accorgersi del passare del tempo, rimaniamo una buona mezzora incantati e rapiti in contemplazione di quest’opera di protesta contro la violenza e contro la guerra in generale. Notate la deformazione dei corpi, il dolore sottolineato dal contrasto dei colori bianco-nero, il grido straziante della madre col figlio morto tra le braccia sulla sinistra, la luce spigolosa del lampadario, la spada spezzata del soldato morto. Ma la cosa eccezionale è che in mezzo a tutto questo dolore e sofferenza spunta un fiore, speranza di un momento di pace. Nelle stanze vicine si possono ammirare tutte le prove e i bozzetti fatti da Picasso per realizzare quest’opera e delle interessanti fotografie che mostrano l’evoluzione e i cambiamenti che hanno portato a questo capolavoro. Il resto del museo contiene “opere” di “arte” moderna tra cui spiccano nomi come Dalì e Mirò. L’abbiamo fatto in un’ora camminando abbastanza velocemente, guardando stupiti tutti questi dipinti. Ok, sapete già come la pensiamo…
In Calle Atocha ceniamo da Diamantino, un ristorante a buffet dove pagando l’ingresso (9.50€, bevande escluse) si può mangiare tutto quello che si vuole.

Giovedì 09/08/07 – 8° giorno – Museo Thyssen-Bornemisza, Puerta d’Europa
Cominciamo la giornata col Museo Thyssen – Bornemisza (www.museothyssen.org, mar-dom 10.00-19.00, chiuso lunedì, 6€ intero, 4€ ridotto studenti). La visita inizia al secondo piano seguendo la numerazione delle stanze e in due ore vi porterà dal Rinascimento alla Pop Art, attraverso pittori del calibro di Tiziano, Tintoretto, El Greco, Caravaggio, Sisley, Gauguin, Degas, solo per citarne alcuni.
Prendiamo la metro scendendo in Plaza de Castilla. Alzando gli occhi rimaniamo stupidi dalla Puerta d’Europa, due grandi grattacieli pendenti. Ci facciamo subito riconoscere facendo le classiche foto che ci riprendono nella posa cretina di reggere le torri! Torniamo verso il centro a piedi, fermandoci in un supermercato a comprare panini e affettato e organizzando un picnic sulla prima panchina libera che troviamo. Abbiamo in programma di visitare lo Stadio Santiago Bernabeu ma una volta visto il prezzo d’entrata decidiamo di tirar dritto. 15€ per vedere uno stadio vuoto, cose da pazzi anche per un patito del pallone come Matteo! E pensare che le statistiche dicono che ci sono più turisti che visitano lo stadio rispetto a quelli che vanno al Prado…
Optiamo allora per il Museo Nacional de Ciencias Naturales (www.mncn.csic.es, mar-ven 10.00-18.00, sab 10.00-20.00, dom 10.00-14.30. 5€ intero, 3€ ridotto studenti, chiuso il lunedì). Ci fanno entrare gratis perché gran parte è in restauro per una nuova mostra. Lo troviamo abbastanza deludente, a parte una mostra temporanea sui vulcani, ci sono solo animali imbalsamati.
Riprendiamo così la metro per tornare in hotel dove la mattina abbiamo lasciato le valigie nella stanza adibita a deposito bagagli. Salutiamo il personale, anche qui molto gentile e prendiamo per l’ultima volta la metro madrilena. Ricordatevi di comprare il biglietto con supplemento aeroporto perché altrimenti una volta arrivati non si aprirà il cancelletto! Tra un cambio e l’altro, l’intero percorso richiede 50 minuti. L’aeroporto di Madrid è composto da 4 terminal: i primi tre li troverete un po’ malandati perché sono in restauro. Il quarto invece è nuovissimo e ha una fermata della metro diversa. Nelle stazioni della linea 8, quella che porta all’aeroporto, ci sono i monitor con gli orari di partenza dei voli così si vede da quale terminal parte il proprio aereo. Comunque sul sito www.aena.es, selezionando l’aeroporto di Madrid, è riportato, per ogni compagnia, il terminal di partenza.
Ceniamo in aeroporto, prima di prendere il volo Myair da Madrid a Venezia (www.myair.com, 63€) delle 20.20. La sorpresa più grande per tutti i passeggeri è il momento in cui arriviamo davanti all’aereo, un Bombarder CRJ900 da 90 posti. C’è già qualcuno che dubita se tale coso possa volare… Invece anche i più scettici si convincono: l’interno dell’aereo sembra quello di un autobus, due posti a destra e due a sinistra, però la distanza dal sedile davanti è ottima, l’hostess e lo steward scherzano tra di loro anche mentre fanno la dimostrazione delle uscite d’emergenza, e il volo prosegue calmo finché tocchiamo terra con dieci minuti di anticipo.
Ritiriamo le valigie e dopo aver constatato che sono in perfetto stato ci guardiamo negli occhi e sorridendo ci diciamo finalmente: “Niente e nessuno è riuscito a rovinarci le nostre tanto attese vacanze!!!”

Speriamo che il nostro racconto sia stato interessante e che vi abbia dato informazioni utili nella programmazione del vostro viaggio. Se siete già stati in queste due splendide città ci auguriamo che questo diario vi abbia fatto tornare in mente bei ricordi o che vi abbia fatto sorgere una certa curiosità se avete in programma di andarci. Se avete dei dubbi, volete delle informazioni, avete delle critiche o per ogni altro motivo, potete scriverci a matfino@tele2.it.
Ciao e alla prossima!

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