Da Grosseto al Marocco in moto

di Roberto –

Salve, prima di tutto voglio presentarmi e presentare tutta la mia ciurma che con tanto entusiasmo, almeno spero… mi ha seguito in questa pazza pazza idea.
Sono Roberto, Honda Varadero, Grossetano doc, nato nel Novembre del 1969, motociclista da sempre, con la voglia matta di macinare km su km. Accanto a me Sabrina, mia moglie, classe 1974 anche Lei, a forza di dai ..vieni.. coraggio .proviamo. Si è appassionata alla moto ma più che altro alle mitiche vacanze in moto, rinunciando al classico confort di una vettura con aria condizionata, e grande bauliera per potersi portare 1000 valige!,,,,,,,il tutto dimostrato dal precedente viaggio in Spagna in sella ad una fiammante ed iperspotiva Honda CBR900RR, dove ha.soggiornato per molti km senza mai lamentarsi.

Questo si che è vero amore!!!!

Nell’altra Varadero ci sono Massimo, il nonno del gruppo e sua moglie Roberta, scooteristi da poco e poi finalmente motociclisti…spero per sempre.

Tutto ebbe inizio durante una caldissima mattina di Giugno durante l’orario di lavoro, dove un po’ per sfida, io Roberto, lancia l’idea a Roberta, di raggiungere in Agosto il Marocco con le moto, costeggiando la Francia, la costa Spagnola fino a Gibilterra per poi imbarcarsi per il famigerato Marocco.

Il volto di Roberta fu “invaso” da un sorriso che gli correva da un’orecchia all’altra.
La risposta fu immediata ed esaustiva,…SIIIII!!!!.OK PARTIAMO..!!!.. E LA MOTO..??? NOI DOBBIAMO COMPRARLA!!!

Il giorno stesso girammo l’idea ai nostri reciproci partner, che sbigottiti per la lontananza del Marocco, cedettero al nostro entusiasmo finendo per accontentarci.

Come prima cosa io Roberto (anni 35) e Sabrina (anni 30 la piccinaccia del gruppo), permutammo la nostra carissima CBR 900 RR (con al seguito già un viaggio nel 2003 in Spagna) con una fiammante Honda Varadero 1000 di colore nero.
Altrettanto fecero la coppia Massimo (anni 40 il nonno del gruppo) e Roberta (anni 38) che permutano anche loro, il loro .. Vespone .. con un altrettanto Honda Varadero nera e bordeaux, entrando così finalmente a far parte del mondo dei veri motociclisti.

Durante i giorni che precedono la partenza, rinnoviamo tutto il guardaroba sia maschile che femminile, acquistando giacche pantaloni e stivali, abbinandolo a qualche accessorio extra, e programmiamo tutte le tappe nelle calde serate di Luglio.

Prenotiamo tutti gli Hotel della catena Ibis con il Call Center italiano, mentre per il traghetto (solo per il ritorno da Valencia all’Italia) dobbiamo cedere allo scalo di Salerno, per il rientro, dopo la ovvia e giusta sfuriata di Sabry con il responsabile della clientela della compagnia Grimaldi, che ci aveva disdetto, dopo aver versato la caparra all’agenzia, l’arrivo a Civitavecchia.
Oltre alle scuse della compagnia Grimaldi, abbiamo avuto anche i buoni pasto di pranzo e cena gratuiti per tutta la traversata… almeno questo!!!!!

Finalmente dopo tanta attesa..siamo arrivati al giorno della partenza, seguita dalla notte insonne, ormai un classico, del mio repertorio.
.La sera prima portai tutti i bagagli in garage e rimasi sbigottito nel pensare che tutto potesse entrare in una moto.!!
Prima iniziai con le valige laterali , poi con il bauletto seguita dalla rete a ragno per poi finire con la borsa a due paini da serbatoio.

Nella valigia laterale fissai il mini frigorifero collegato alla presa 12 volt , per portare, senza nessun problema l’insulina di Sabry, che con il gran caldo di agosto, necessitava di un luogo fresco.
Praticamente la mia Varadero era sparita sotto una montagna di valige!



Provai a salire e.vi posso garantire che tenerla in piedi non era uno scherzo.
Ma l’ entusiasmo era a mille ..avrei dormito anche in garage pur di arrivare subito alla mattina seguente.
Dopo una notte ..praticamente in bianco, finalmente l’alba, Tutto è iniziato il 31 luglio 2004

Finalmente la motorata sta’ iniziando:

Partenza alle ore 8.30 puntuali (strano ma vero) con le nostre due Honda Varadero Roberto, Massimo e le rispettive mogli, Roberta (la sua) e Sabrina (la mia) da Grosseto come prima destinazione Nizza.

Durante il percorso, con i nostri magnificiVaradero 1000 carichi come somari, valige laterali bauletto con rete a ragno ed enorme borsa Givi da serbatoio, abbiamo fatto una sosta dopo Rosignano per toilette x le signore e ricca colazione per noi, e una seconda sosta a Savona per pranzo con pizza e rifornimento di carburante.
L’entusiasmo è a mille.
Se la mattina il caldo dentro le tute era accettabile, ora con quasi 40° gradi ed una fila ininterrotta di auto, a passo d’uomo, da Bordighera fino al confine, non lo era più.

E allora gas, sono iniziati i vari serpentini a culo e gambe strette tra le auto incolonnate fino a raggiungere Nizza, alle ore 15.30.

Conosciamo abbastanza bene la città francese, quindi troviamo facilmente l’albergo che si trova vicino all’aeroporto.

L’hotel Ibis è un po’ vecchiotto ma per noi è ok, facciamo una ricca doccia, una ramatina, e poi GO!!! per le strade del centro .

Parcheggiamo le moto sul lungomare, incatenandole assieme e proseguiamo a piedi per le vie del centro, invase da un fiume di gente.

Nizza è una gradevole città, anche se un po’ trascurata, i negozi abbondano e i ristoranti ci sono x tutte le tasche. Dopo un po’ di shopping per le vie del centro, e dopo aver assistito ai vari spettacoli improvvisati dai giocolieri delle strade, giunge l’ora di cena, optiamo x il ristorante Su Des Polmes, che si trova alle spalle della zona ztl, pasto leggero a base di pesce, cameriera simpatica, partita di carte autorizzata, totale x 4 = 84Euro.

Rientro verso le 22.30 in albergo e dopo la ormai classica partitina a carte. tutti a nanna per un meritato riposo.
hiamo il conto dell’ hotel = 88 Euro a coppia incluso la colazione (però faceva pena), e siamo subito pronti per un’altra sfacchinata con destinazione Barcellona…un calvario termico..che ha inizio così:
Partenza con il “fresco” delle 8.30 ma già dopo un’oretta iniziamo a sentire i primi bollori quindi ci fermiamo in un autogrill per una refrigeratina e svuotiamo gli stivali che erano già pieni del sudore che ci colava addosso.

Le ragazze si guardavano sbigottite e un po’ demoralizzate, ci dicono che non ce la faranno mai ad arrivare a Barcellona, ma noi x rincuorarle sdrammatizziamo, dicendogli che il peggio era passato e che d’ora in poi sarebbe stata una passeggiata rinfrescata dalla brezza del mistral, (grande cazzata.).
Rimessi in marcia proseguiamo fino alle ore 12:00 circa, poi la temperatura torrida e il vento bollito che ci bruciava i polmoni ci costringe ad un’altra sosta in autogrill.

Mancano ancora 300km da fare ma alle ragazze le diciamo che ne mancano 100, e loro prese dal miraggio di fare una bella doccia in hotel mettendo così fine alle loro sofferenze, ci costringono a ripartire sotto le fiamme delle13.30..
L’ultimo tratto di autostrada che confina con la Spagna è caratterizzato da vento forte che ci costringe a rallentare un po’ l’andatura, ma via via che incontriamo i cartelli indicanti i Km x Barcellona,(sempre meno) ci rincuoriamo e al sogno di una bella e rinfrescante doccia, diamo gas alle moto e via!
A 115 km dal traguardo altra sosta obbligatoria x rifornimento e ricca parte a culo, nella quale però Massimo ne è uscito ferito nell’orgoglio xchè durante il rifornimento, nel fare manovra, la moto. come dire, gli è scivolata dalle mani. ed è rimasto incastrato sotto i suoi 250 kg e passa di peso.
Sono le 17.00 e finalmente siamo a Barcellona , ma dove sarà l’hotel ????
Facciamo avanti e indietro per i viali, ma pur avendo la piantina, perdiamo più di due ore e altri 120 km x trovare quel cazzo di albergo Ibis che era in culo al mondo e che poi abbiamo deciso di cambiare x un altro Ibis più vicino al centro .
Sono le 19.00, siamo dentro l’ascensore dell’ hotel Ibis Meridiana, di nuovissima costruzione, e dopo aver parcheggiato le due affidabili Varadero nel parcheggio sotto l’Albergo, incazzati come babbuini e sudati mezzi, tanto che il liquido inizia a scorrerci dalle estremità dei pantaloni e dalle maniche delle giacche creando una pozza molto grande, tanto che, quando si aprì la porta dell’ascensore, un inserviente la guardò e pensò che uno di noi non aveva retto e se l’era fatta addosso.
La doccia è stata una goduria, ci ha risvegliati, e lo stomaco adesso vuole la sua abbondante razione: andiamo in uno dei locali dentro il centro commerciale vicino all’ hotel e con 51 euro abbiamo cenato benissimo in 4 a base di tapas hamburgher giganti patatine e birraaaa.!
Dopo aver cenato, mini giro per il vivissimo centro commerciale e poi a letto per un meritato riposo.

La mattina seguente ci alziamo tutti tronchi,non abbiamo voglia di rinforcare le moto quindi optiamo per andare nella grandissima piscina, che si trovava proprio davanti all’albergo, dove trascorriamo tutta la mattina fra bagni e solina.
Verso le 13.00 doccetta in hotel e pranzo in un ristorante del centro commerciale.
Lì abbiamo conosciuto un’italiana, gestiva una serie di locali sia a Barcellona che a Madrid, che ci ha consigliato vivamente di non proseguire x quest’ultima città xchè il caldo è insostenibile, ma di proseguire lungo la costa del Sol e quella Blanca che sono più caratteristiche.
Nel pomeriggio siamo andati con la metropolitana in centro per vedere la Sagrata Famiglia, favolosa e inquietante, e le Ramblas, piene di gente, di spettacoli, di negozi e ristoranti.
Ormai è l’ora e abbiamo già individuato il locale giusto, indicato da me e Sabrina che avevamo già provato nel precedente viaggio in moto nell’estate 2003, proprio per cenare sulle ramblas con paiella, sangria crema alla catalana ecc. ecc. cena ottima, la Paiella era favolosa, prezzo nella media.
Al rientro io “soprannominato dagli altri il principino” confondendo il biglietto della metro con quello del parking della moto, inserendolo nella macchinetta x l’accettazione veniva puntualmente respinto, suscitando l’attenzione della vigilanza, che mi ha rinchiuso in un gabbiotto x accertamenti ma poi visto il tipo lo hanno graziato.
Rientro in hotel x briefing x l’orario di partenza, x la destinazione e x prenotare l’hotel.
Partenza ore 8.00 destinazione Alicante, Madrid e’ stata bocciata all’unanimità, ci aspettano 570 km e noi maschietti rinunciamo alla “giacca sauna” a favore di un bel giacchetto di jeans, erroneamente io ,Roberto, per avere ancora più refrigerio gli avevo tirato un po’ su le maniche ma, sorpresa, all’arrivo, dopo varie ore di solo cuocente, avevo due stupende strisce trasversali che andavano dal polso fino quasi al gomito, mentre le bimbe preferiscono squagliarsi dentro le loro fantastiche tute Daynese Yes.
Per noi è tutta un’altra storia tant’ é che facciamo tutta una tirata fino all’ora di pranzo in Autogrill dove facciamo conoscenza con dei ragazzi di Genova che erano diretti a Valencia.
Dopo aver fatto una piccola siesta al fresco di un sottobosco, ripartiamo alla volta di Alicante.
Il traffico non è intenso e il manto stradale è ottimo, la moto scivola liscia come l’olio, ogni tanto il vento ci avverte della presenza di qualche allevamento di tori nei paraggi, il paesaggio è un po’ monotono, brullo, desolato ma allo stesso tempo in sintonia con i nostri pensieri, solo vicino alle città c’è un po’ di movimento.

Arriviamo ad Alicante velocemente, la prima impressione non è un gran che, sembrava la classica Città del Far West, circondata da un ambiente arido e torrido; l’Ibis lo troviamo subito ed abbiamo quindi il tempo di cambiarci per andare a fare 2 tuffi nel mare antistante, “l’acqua era calda e la spiaggia poco frequentata e pulita ma dato che al principino non piaceva ci siamo” rimessi in marcia a cercare la caletta che non c’è. In un piccolo safari fuori pista Massimo si è pure insabbiato, capitano sempre a lui, ma grazie a Sabry che lo ha spinto da dietro, con una gran derapata ne è uscito indenne, Sabry un po’ meno..era diventata una duna di sabbia.
La sera andiamo alla ricerca di un ristorantino in una zona che reputiamo sia il centro, ma di ristoranti aperti nemmeno l’ombra (aprono l’ingresso alle 20.30) per cui, incazzati xchè ci hanno chiuso la porta in faccia in malo modo, ma allo stesso tempo affamati, ci rintaniamo in un Pizza Hat sudicio e sgangherato, dove oltre a non mangiare xchè non c’era niente abbiamo speso una cifra.
Sempre più neri e demoralizzati per la città e la sua accoglienza, inforchiamo le moto per un altro giro dirigendoci piu a nord , e.. sorpresa! come per magia finalmente troviamo il vero centro, con uno stupendo lungomare, con ristoranti, passeggiate mercatino con ninnoli locali e spiagge attrezzate.
Quest’ultima scoperta ci aiuta sicuramente a dormire più felicemente, aspettando con ansia l’indomani per una stupenda giornata di mare.
Un po’ più sollevati il giorno dopo abbiamo fatto veramente i vacanzieri.
Qui le spiagge sono molto grandi e i bagnetti (si contavano sulla punta delle dita) sono solo con ombrelloni e lettini privi di qualsiasi struttura recettiva.
Senza badare a spese, abbiamo preso 2 ombrelloni e 4 lettini x la modica cifra di 15 euro; Come sempre giunti verso le 12.30, noi maschietti ci offriamo volontari per organizzare il pranzo, ed affamati ci rechiamo nei negozietti che costeggiano la spiaggia, troviamo una alimentari che vendeva di tutto dalla frutta ai salumi solo confezionati agli articoli da bazar ed accessori per i bagnanti e ferramenta varia.
.. tutto tranne che il pane.
Optiamo allora per una vicina tavola calda dove acquistiamo due splendidi hamburger e due panini più dietetici per le signore, (tonno ed insalata. buonissimo!) il tutto per pochi Euro.
Trascorriamo il restante pomeriggio sulla spiaggia fra una partita a carte, vinta sempre da noi maschietti, (col cavolo!) ovviamente, e un bagno fino a che rientrammo in albergo per una velocissima doccia e via pronti a ritornare in città.
Verso le 18.00 visita al castello che arroccato su un altopiano domina tutta Alicante.
Il panorama è bellissimo come del resto l’interno della rocca.

Scesi di nuovo in centro, parcheggiammo le nostre inseparabili Varadero all’inizio del lungomare, e dopo una breve passeggiata, facciamo una buona cena al Ristorante da Tarantino, con Pajella, sangria, formaggio e prosciutto serrano. Totale 74 euro. Poi shopping di collanine, anellini e ventagli lungo la passeggiata ricca di bancarelle. Rientro calmo in hotel visto le 2 caraffe di sangria e dei vari bicchierini che ci siamo scolati tra un brindisino e l’altro.
La notte passa veloce ma altrettanto lo è il suono della sveglia alle 6 di mattina per poter partire verso le 7 e guadagnare un po’ di tempo prima di giungere a Malaga. La scelta e’ stata giusta, partiamo al buio ma il traffico è scarso, l’aria è fresca e vedere l’alba in moto è favoloso.
Il paesaggio è sempre più brullo tipo quello della Sardegna con delle ventate di odor di toro nelle vicinanze degli allevamenti, ben riconoscibili dalle grandi raffigurazioni degli animali sulle colline. Quando però ci avviciniamo alla costa tutto cambia, le scogliere a picco sul mare, i paesini tutti bianchi in stile greco, e il movimento in generale.
Verso le 10.00, facciamo colazione a base di pane e prosciutto serrano in un “baretto” lungo la statale.
Alle 13.00 siamo a Malaga e l’Ibis viene raggiunto abbastanza facilmente grazie anche all’aiuto delle persone (tutti sempre molto gentili e disponibili). Siamo affamati e siamo ispirati ad andare al ristorante Harley Davison che vediamo di fronte all’ hotel, oltre la strada a 4 corsie che ci divide. Il fenomeno Di Massimo però, consigliò di andare avanti fino a trovare un cavalcavia ma aimè faccemmo 28 km prima di trovarne uno…Per quanto riguarda il ristorante, tutto sommato però ne è valsa la pena, ben arredato, con tanto di Harley all’interno, buon servizio, buona cameriera, totale in 4 = 38euro x un primo, un dolce e una bibita a testa.
Abbastanza cotti del viaggio, non tutti, ci rechiamo in albergo per un brevissimo, riposino e poi via per un sopralluogo del centro e per la caratteristica visita al castello, che come ad Alicante sovrasta la città.
Verso le 20.00 parcheggiamo le nostre inseparabili Varadero su un marciapiede in centro vicino alla bellissima cattedrale, (è consentito) ben allucchettate, e ceniamo al ristorante La Demesa, dove (Massimo, per risparmiare) scelse un piatto che fa’ veramente schifo tipo polpettone, mentre le signore si “accontentano” di un bell’antipasto di pesce e pesce arrosto, io ( Roberto) imperterrito e rispettoso della Spagna, scelsi ancora una volta un piatto di Paiella, poi x consolazione ci scoliamo 3 caraffe di sangria e paghiamo un conto di 69 euro.

Ore 8.39 sveglia, ricca colazione, e partenza x la spiaggia, siamo indecisi tra Torremolinos e Marbella, ma visto le distanze optiamo x la prima, non ad unanimità, che è più vicino. (ottima scelta).
Altri 2 ombrelloni e 4 lettini da sballo x 10 euro, e via a fare il bagno.c.zzo è marmata, pulita, cristallina, ma sempre gelida infatti pochi temerari sono in acqua. In compenso xò alla solina ci si sta’ benone .
Qui contrariamente ad Alicante le spiagge sono invase da bagnetti super organizzati con centinaia di ombrelloni e splendidi ristorantini che offrono qualsiasi tipo di pietanza, sembra quasi di stare a Rimini.
Pranzo al ristorante sulla spiaggia Il Veliero tutto ottimo, tot. 86 euro Roberta e Sabry hanno capito come funziona la vita, loro mangiano pesce a gogò mentre noi maschietti invece ci facciamo 2 piccole padelline di pajella .
Per concludere poi io e Massimo abbiamo voluto la crema catalana, assaggiata precedentemente in un altro ristorante con le sembianze tipiche del nostro budino,…ma aimè! ecco la sorpresa, arriva la cameriera con due bicchieroni di liquore alla catalana che crearono subito scompiglio e sgomento nei due maschietti, … non importa anche se faceva schifo buttammo tutto giù, come si dice dalle nostre parti quel che non ammazza …ingrassa.
Nel pomeriggio mi è venuta voglia della banana boat …ma nessuno mi ha ascoltato, poi della ciambella.. e allora Roberta ha abboccato, incuriosita si è fatta mettere il giubbino, ed assieme hanno iniziato la scorribanda su e giù a tutta manetta. Ma mentre lei leggera come una piuma stava ben attaccata in curva, io invece,un po’ meno, forse a causa delle succulenti e ricche cene dei giorni precedenti sono andato via di culo a 40 km e sono rimbalzato nell’acqua gelida come quando si lanciano i sassi piatti. Però nulla di grave ed appena è rientrato mi sono sentito riavere dal fatto che non avevamo immortalato l’evento .
Rimaniamo al mare finchè c’e’ luce poi alle 20.30 dopo una rilassante doccia in albergo, torniamo a Toremolinos ed andiamo a cenare al ristorante Roma. Sono le 22.30 ed ancora non ci hanno degnato di uno sguardo, la cameriera acida dice che mancano solo pochi minuti ma terminiamo la cena (pessima) alle 23.30, noi siamo tentati di alzarci e non pagare, come hanno fatto altre persone, ma purtroppo non ne abbiamo avuto il coraggio.
07 agosto 2004 oggi Roberta compie i suoi primi 3..anni e per regalo abbiamo deciso di portarla in Marocco. Sveglia alle 6.30, la solita colazione, poi subito via , direzione Algiasiras.
Durante il percorso incrociamo molte macchine stracariche di merce fino all’inverosimile, sono i pendolari marocchini che lavorano in Europa e stanno ritornando a casa con le loro mercanzie.

Facciamo i biglietti in un’area di servizio lungo il percorso, ed arriviamo in porto alle 9.15 pronti per l’imbarco. Alcuni marocchini sentendoci parlare in italiano ci danno una mano, apprezzano gli italiani e l’Italia in generale, e ci consigliano di portare i documenti della moto a bordo xchè sarebbe stato più veloce ottenere i vari permessi d’ingresso.
Dopo circa 2.30 ore di nave siamo arrivati a Tangeri (77euro a coppia e una moto), ed abbiamo capito subito di che pasta sono fatti i marocchini. Ci hanno riconosciuto al volo (italiani?) siamo stati per un po’ le loro mucche da mungere. Per uscire prima dalla dogana ci fanno strada, ci passano in consegna da uno all’ altro e ogni volta con i nostri documenti in mano ci fanno capire che dobbiamo sganciare, quando 20, 30 e più euro a volta.
La prima impressione che abbiamo avuto vedendo Tangeri è stata quella di tornare indietro, perché??
Sporca, maleodorante, caotica. Sabry poi veniva spogliata con gli occhi in quanto bionda e con occhi ovviamente celesti. Volevamo mangiare .ma la ricerca di un locale decente era quasi un miraggio!! Usciti dalla città direzione Rabat ci siamo fermati in un area di sosta per rifornimento e vista l’ora, le 15.00 circa, abbiamo ceduto le armi alla fame, e abbiamo mandato Sabry, come volontaria in avanscoperta nelle cucine del piccolo bar ristorante; Intanto noi tre ci sedemmo in un tavolo fuori dal locale, ci guardavamo intorno sbigottiti, nessuno parlava, certo l’ambiente non era come ci si aspettava.
Dopo qualche minuto la nostra volontaria esce dalla cucina con in mano una pirofila di coccio con dentro pollo verdure patate ecc ecc molto piccante (a detta di lei era l’unica cosa commestibile che era riuscita a vedere) .
Quello che però ci ha colpito è stata la gentilezza e l’educazione del ragazzo addetto al bar che dopo averci riconosciuto..italiani. ci ha pulito il tavolo, apparecchiato alla meno peggio portandoci tovaglioli e posate, quando alcuni vicini mangiavano tranquillamente con le mani.
Cosi rifocillati ripartiamo, io Roberto (che fo da navigatore) comunico che mancano solo 50 km ma ovviamente nessuno mi crede.
Paghiamo il conto, una eresia, e facciamo la mancia al ragazzo, per riprendere le nostre instancabili Varadero alla volta di Rabat.

Per curiosità, dopo due ore circa, lungo la strada ci fermiamo in un autogril , le ragazze rimangono fuori all’ombra di una pianta, tutt’intorno immondizia e sporco fino all’inverosimile, noi maschietti entriamo nel bar x un caffè, ma alla vista del sudicio ammassato x terra, e del bancone invaso da migliaia di mosche giriamo i tacchi e via.
Lungo il percorso abbiamo costeggiato l’oceano atlantico, visto la realtà del Marocco, dal cavallo che tira l’aratro, alla campagna coltivata come si faceva da noi 50 anni fa, la miseria, in contrasto con macchine di lusso Ferrari, BMW 745, Mercedes serie S e ville con parchi rigogliosissimi che incrociavamo lungo il percorso.
Arrivati a Rabat, la nostra impressione comincia a cambiare, strade ben curate e tanta vigilanza. (Sabry li ha salutati tutti).
Avevamo prenotato l’hotel Mercuri, che viene trovato grazie all’indicazione di un poliziotto; Già l’aspetto esteriore non prometteva niente di buono, comunque scarichiamo le moto e proviamo ad entrare.
Ci fanno parcheggiare le moto in una scantinato sotto l’Hotel, non vi dico cosa c’era! Alla vista delle camere lo sgomento aumenta, biancheria e lenzuola sudice, insetti sia morti schiacciati che vivi sulle pareti, all’unanimità decidiamo di rifare le valige x cercarne uno migliore costi quel che costi. ( io, a detta degli altri soprannominato Il principino, ero disposto a spendere fino a 500 euro, e Roberta che voleva festeggiare bene il suo compleanno vennero subito accontentati; Carichi come somari rientriamo in ascensore e riscendiamo alla Reception, dove ci scusiamo con l’inserviente, che letta la nostra disperazione in faccia, gentilmente ci indica il Sofitel, facente sempre parte della catena Ibis.
Ricarichiamo per l’ennesima volta le due Varadero e ci dirigiamo verso l’hotel Sofitel, ottimo 4 stelle, che costava 240 euro x notte, ma che ci costò tirando il prezzo 450 euro x 3 notti (ma ne valeva la pena).
Scarichiamo le moto e prendiamo possesso delle due camere per una meritata doccia.
Per la cena il portiere, che ha già conosciuto la mia generosità ( avevo lascito una lauta mancia per vigilare alle moto legate come galeotti davanti all’ingresso dell’Hotel), ci consiglia un ristorantino vicino, L’Eperon, il cibo è buono e l’ambiente è romantico, speso 86 euro.

La mattina guardiamo la capitale dall’alto delle terrazze, case tutte simili, bianche e senza tetto.
Dopo una ottima colazione andiamo a visitare la Medina ma il loro mercato e’ molto diverso dal mostro, bestie macellate fuori piene d’insetti, qualche topo morto grosso come un gatto in mezzo alla via, odori che non conosciamo ma che ci fanno rivoltare lo stomaco, noi come altri turisti vivevamo questa esperienza come 4 pesci fuori dall’acqua. Soddisfatti della visita siamo usciti a cercare il mare x respirare un po’ d’aria buona. Cosa strana nei bar al mare ci sono solo uomini sia a sedere che a servire, che fine hanno fatto le donne? Sotto il sole cocente abbiamo costeggiato le mura della città e siamo entrati nella fortezza attraverso la grande porta con i cannoni.
Qui abbiamo visto il suo giardino interno e bevuto un tè alla menta abbinato a dei dolcetti tipici della cucina Marocchina in stile beduino.
All’uscita delle mura Sabry si è fatta un totoo all’ennè sulla mano (suo malgrado ha dovuto cedere all’insistenza delle ragazze Marocchine che ti sbucano da ogni angolo). Lungo la via del ritorno abbiamo trovato un mercatino dell’usato, visto tanti “troiai” ma anche qualche pezzo interessante.
Non avendo visto nessun locale che ci ispirasse fiducia e decente per mangiare un boccone, abbiamo deciso di pranzare al ristorante dell’Hotel.
Nel pomeriggio, siamo andati a vedere il Mausoleo di Mohamed dove c’erano molti fedeli in pellegrinaggio e guardie in alta uniforme a fare da contorno, ed infine in serata siamo andati al Palais Royal , vicino alla zona universitaria, ricca di giardini e alberi in fiore.
Qui l’accesso ai mezzi è vietato, tranne che per i turisti; volevamo farci una foto di gruppo ed una famiglia marocchina si è gentilmente offerta di farlo poi abbiamo contraccambiato facendo salire i loro figli sulle moto x altrettante foto.
Cena al solito ristorantino davanti all’albergo.
L’indomani non contenti siamo andati anche a visitare Meknes e Fes con il suo grande mercato protetto da enormi fortificazioni. Il caos, lo smog, i rifiuti e il casino in generale abbondano mentre invece le strade di collegamento sono ben tenute e sorvegliate e il panorama verso Rabat si alterna a boschi di eucaliptus, sughere, olivi e campi scarsamente coltivati. Per il pranzo sentendo nostalgia per il continente e dato che era l’unico luogo accettabile almeno a prima vista, indovinate un po’ dove siamo andati? il classico McDonalds. Nel tardo pomeriggio rientro in hotel.

Decidiamo di rinunciare a Casablanca, quel che abbiamo visto del Marocco ci è bastato e avanzato, preferiamo la Spagna e anticipiamo la partenza di un giorno. Il ritorno è quasi la fotocopia dell’andata, (partenza alle 04.00 di mattina perché l’ alba africana è unica ) tranne per il pericolo degli animali che attraversavano la strada, poi il solito traffico e rallentamenti vari, auto in panne e le solite richieste di denaro alla dogana, ma perlomeno scopriamo che il biglietto in nave costa quasi 20 euro in meno :-))))???? Ci imbarchiamo alle 10.15 e attracchiamo ad Algiasiras alle13.30.
Pranzo occidentale da MC Donald e partenza dopo la classica sfuriata di schizzo, Roberta, per la volta di Malaga, l’ambiente che ci circonda è già più familiare, sembra di stare a casa. Arriviamo alla meta alle 16.30, l’Ibis purtroppo è pieno e quindi approdiamo al Novotel corredato di una favolosa piscina, subito collaudata fino alle 19.30.
Doccia veloce e via, direzione Torremolinos ottima cena al ristorante del Torero con aragosta alla catalana, paiella e sangria a fiumi. Rientro stentato in hotel dopo le 01.30 .
La mattina colazione ad un “baretto” vicino alla spiaggia a base di cappuccino e briosche e poi al mare sotto i soliti ombrelloni a noi tanto cari, (per quel che costano) facciamo il riposino del guerriero, speluzzichiamo un po’ di frutta e facciamo 2 bigiangole.
Il giorno seguente e l’indomani sono praticamente la fotocopia di quanto sopra descritto, tranne che per la cena dell’ultimo giorno trascorso a Torremoilinos, caratterizzato da un’ottima “bivaccata” in Pizzeria, dove facciamo la conoscenza di una cameriera Brasiliana che conosceva molto bene l’Italiano, avendo lavorato per alcuni anni a Pisa.
Ci abbuffiamo con antipasti a base di cozze e vongole, pizza e due fantastici piatti di spaghetti alla carbonara ( per noi Maschietti), da far invidia al migliore cucina italiana.
Dopo cena, andiamo a fare shopping x le vie del centro invase da fiumi dai turisti per lo più Tedeschi Inglesi ed Italiani, noi non manchiamo mai, ci facciamo una bella coppa di gelato, poi una bella caraffa di sangria con 4 mega cannucce, ne abbiamo proprio bisogno perché domani ci attende una lunga e faticosa motorata di ben 900 km per raggiungere Valencia e imbarcarci x il rientro fino a Salerno.
A cavallo delle nostre affidabili ed instancabili Honda Varadero, partiamo di buon ora , optando per il percorso interno. Lungo il tragitto, passiamo da diversi paesini uno dei quali e’ caratterizzato dall’avere le case scavate nelle aride montagne di color giallo paglierino.
Ogni tanto saliamo su degli altopiani ricchi di vegetazione, e ci rinfreschiamo un po’, ma poi lungo le vaste depressioni la cappa si fa’ sentire, vogliamo fermarci ma davanti a noi c’è il nulla e fortunantamente il traffico è 0. Finalmente troviamo un area di servizio (eravamo in riserva fissa) che ci informa che abbiamo sbagliato strada x cui diligentemente torniamo indietro (altri 80 km in più). Pranzo veloce, e finalmente vediamo in lontananza le fortificazioni di Murcia, poi è la volta di Bodrum con quei grattaceli che non sanno di niente, poi finalmente vediamo le prime indicazioni per Valencia .

Piano piano ci rendiamo conto che la vacanza sta’ per giungere al termine e un velo di malinconia avvolge i nostri volti.
Prima di vedere il porto da cui ci imbarcheremo passeranno altre ore, non si arriva mai, e una volta raggiunto, trovare la nave è stato x noi, come x altri 10 turisti che ci seguivano con le loro auto e moto in fila indiana, un vero e proprio calvario. Stavano aspettando solo noi quindi l’imbarco è stato rapido ed altrettanto lo è stata la consegna delle chiavi delle cuccette.
Dopo 2 notti e 1 giorno di tranquilla navigazione, sbarco a Salerno alle 9.00 di mattina del 15 agosto 2004 e altra motorata liscia come l’olio di 400 km fino a casa per vedere i classici fuochi d’artificio che ci ricordano… che l’estate sta’ finendo….

Totale km percorsi 6800

Roberto e Sabrina — Massimo e Roberta

Honda Varadero 1000

Il Viaggio Fai da Te – Hotel consigliati in Marocco

 

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