California dreaming

di Ferdy –
Questo resoconto non è il classico racconto d viaggio scritto a caldo, sono passati ormai 8 anni e d conseguenza tutto ciò che verrà riportato sarà filtrato dal tempo trascorso.
Resta comunque in me un ricordo vivo e molto bello d queste 2 settimane passate negli states come turista, finto studente… Prologo
Sognando la California…
Colpa sicuramente del bombardamento mediatico ad opera principalmente delle reti mediaset, e + in generale dal decennale e oppressivo slogan americanwayoflife imposto dal dopoguerra ad oggi, sono cresciuto col desiderio d visitare questa “terra promessa”.
In particolare “volevo andare a Los Angeles”, mi interessava la cultura d cartone del patinato micromondo d Hollywood contrapposta alle difficili e variegate realtà sociali che si sono sviluppate in questa terra martoriata dai terremoti, che ha imposto una crescita urbana orizzontale (tolti i pochi grattacieli d downtown) coprendo un area letteralmente a perdita d’occhio, grande come la Lombardia…
Questo “sogno” si avverò nell’estate del ’99, godevo in quel periodo d una situazione economica quasi agiata, una situazione che fatico a immaginare possa riproporsi ancora nella mia vita.
Non sentendomi però sufficientemente sicuro per affrontare un viaggio fai da te (almeno sulla carta) decido d appoggiarmi ad una scuola internazionale d lingue che avrebbe poi funto da punto d riferimento per il periodo trascorso oltreoceano. Riesco a convincere un mio collega dell’epoca a seguirmi in questo sogno, Partivamo per cui già coscienti che il corso d lingua fosse l’ultimo dei nostri interessi.
La meta scelta, ovviamente Los Angeles e, nella fattispecie, il college CSUN (California State University at Northridge).

Day 1 Sunday
Partenza da Torino caselle alle 12 e 30 alla volta d Amsterdam, 1 oretta d volo con cielo velato e temperatura elevata.
Arrivo all’ aeroporto d Amsterdam: una città, enorme, dovevamo spostarci da una parte all’altra dell’ aeroporto e con l’ausilio dei tapis roulant impieghiamo 30 minuti! C imbarchiamo sul 737 in orario, un mastodonte da 150 posti della klm, hostess da film, in particolare quella che ogni 20 minuti mi chiede cosa preferisco da bere ed io rimbambito dalla sua bellezza rispondo sempre “yes”, che provoca in lei un mezzo sorriso infastidito, prima d ripormi la stessa domanda con la stessa ed identica inflessione della precedente. Nel frattempo chiedo d far cambio d posto ad un signore attempato ormai veterano dei viaggi intercontinentali, posizionandomi vicino al finestrino, cosa che si rivelerà molto piacevole vista la traversata nord atlantica con condizioni climatiche pressoché perfette e la possibilità d godere d oltre 10 ore d luce piena grazie alla rotazione terrestre contraria alla nostra direzione d viaggio.
Scatto una serie modesta d fotografie che ritraggono in sequenza: pack artico, baia d hudson, montagne rocciose, agricoltura intensiva dello stato dell’oregon, fino all’immensa distesa urbana dell’area d Los Angeles, che comprende 3 contee (ventura, Los Angeles e santa barbara).
Orario d partenza 15 e 30, orario d arrivo 17 e 30 (tra imbarco e sbarco) con ben 10 ore d trasvolata oceanica (e nel frattempo trovo anche il tempo d “godermi” un mediocrissimo film dal titolo ‘blast from the past” doppiato in italiano da indecenti doppiatori olandesi…non v dico che enfasi….)!
Arrivati al LAX, il + importante dei 5 aeroporti internazionali d Los Angeles, inizia la solita trafila per l’immigrazione, inutile sottolineare la lentezza della procedura, roba da farti passare la voglia e d tornare indietro. Ad ogni modo intorno alle 18 e 30 riusciamo ad uscire dall’ aeroporto e c apprestiamo a raggiungere il sevizio shuttle (navetta) che c porta direttamente al campus. Il tempo è spettacolare, cielo terso, aria fresca e stranamente pulita, temperatura 30 gradi, condizioni climatiche che per nostra immensa fortuna c accompagneranno per tutto il periodo.
Sullo “shuttle” incontriamo quello che poi diventerà un nostro affiatato compagno d avventure in questi 15 giorni d VACANZA(studio), Un ballerino belga semiprofessionista con il sogno nel cassetto d diventare un divo d Hollywood!
Arriviamo dunque al campus intorno alle 20, routine d ingresso, questa volta molto + rapida e accompagnamento alla nostra stanza, una camera di un mini appartamento condiviso con 2 giapponesi, molto simpatici….Se solo c fossimo sforzati d conoscerli meglio!
Visto che per noi erano le 5 del mattino (9 ore d fuso orario!) cominciavamo ad avvertire stanchezza, anche perchè bene o male c eravamo sistemati, a questo punto c sale una fame atavica da dinosauro! chiediamo informazioni ai nostri compagni d’appartamento su dove poter reperire un po’ d cibo, i quali c rispondono che ormai nel campus non si trovava + nulla e che se volevamo mangiare dovevamo necessariamente uscire e farci almeno un paio d isolati per trovare un supermarket o un fast food. Allorché noi pensiamo, ok, che vuoi che sia, c facciamo una passeggiata…Fermi li dove siete (i giappi)! 2 isolati a Los Angeles significano qualcosa come 8 km!!! (avremmo avuto modo d imparare in fretta le proporzioni statunitensi sulle distanza, relativamente a quelle italiane!), cosicché chiamano le loro amiche (3 bambole californiane – e noi: se sono tutte così altro che bay watch!- 2 delle quali fidanzate dei rispettivi giapu, 2 d loro da colpo apoplettico e l’altra al limite del passabile…Indovinate quali 2 delle 3 stavano con i giapu?) le quali con grande spirito d sacrificio c offrono 10 fragole e 2 panini…Gran cena!!! Fatto sta che erano ormai le 21 e 30 (ore 6 e 30 italiane) e crollavamo proprio dal sonno, quindi affranti ed esausti decidiamo d andare a letto, salutando i nostri simpatici nuovi amici….

Day 2 Monday
Apro gli occhi intorno alle 7 del mattino (ore 16 italiane!) e mi rendo quasi subito conto d non riuscire + a prender sonno, visto che non mi andava d svegliare il mio compagno d viaggio decido d fare una perlustrazione per il campus. Noto da subito che sono molto mattinieri, il campus è già vivo a quest’ora e molti ragazzi si recano alla mensa per la colazione, cosicché seguo il corteo e mi appresto anche io a sbafarmi una meritata e quanto mai anelata colazione!
Inutile sottolinearvi il gusto dell’orrido degli americani in fatto d cucina, l’unica cosa decente da mangiare era la frutta fresca!, bhè ad ogni modo tra un bicchiere d latte ghiacciato e uno d caffè (quella specie d brodaglia marrone trasparente) ustionante, mi faccio un caffelatte tiepido e acquoso con tanto d ciambella glassata (non c’erano le classiche ciambelle fritte!!, che adoro) dopodiché mi appresto a farmi un giretto x il campus…Verso le 9 rientro per controllare se il mio compagno d viaggio si fosse svegliato, ma niente, ancora perso tra le braccia d Morfeo, allora decido d proseguire la mia gita e noto con molto piacere che davanti alla nostra palazzina c’è un campo da basket e subito dietro una piscina! Che volete d +? 🙂 Assisto ad una partitella fra dilettanti cestisti (quasi tutti orientali, cosa che poi si rifletterà durante tutto il periodo, negli states c sono + orientali che occidentali) e mi appresto a ricontrollare il mio amico in camera….Niente da fare! Dorme ancora come un bambino! solo che alle 10 del mattino erano ormai 12 ore e mezza che dormiva decido per cui d svegliarlo.
Lui poverino salta la colazione perchè ormai in mensa si stavano preparando per il pranzo, girovaghiamo dunque nell’attesa del primo vero pasto americano e nel frattempo diamo un occhiata in giro alla fauna locale. Fortunatamente non sono partito dall’ Italia con Pamela anderson stampata sulla fronte, sapendo bene che gli states non sono certo una terra rinomata per le belle donne e nemmeno per la salute fisica, visto le schifezze che ingurgitano. Ad ogni modo nel campus, forse per la giovane età, non incontriamo troppi ragazzi/e obesi, ma quasi tutti comunque soprappeso. Passeggiando incontriamo uno dei personaggi dell’accoglienza che stava facendo fare un giro turistico del campus ad altri ragazzi giunti dall’ Europa, c uniamo così a loro e conosciamo altri 2 ragazzi italiani (che, insieme a tutti gli altri italiani presenti, avevamo deciso d snobbare ma, nonostante ciò, uno d loro riuscirà comunque ad accollarsi) una ragazza svizzera ed un ragazzo austriaco. c prendiamo subito in simpatia (io e il mio compagno d viaggio c facciamo prendere anche da altre cose osservando la ragazza!).
Finita la visita guidata c dirigiamo in mensa che nell’ordine serviva: Pasta scotta e insipida, uno strano agglomerato unico d grano semilavorato, hamburger, patatine, verdure transgeniche, la solita frutta fresca e le solite ciambelle glassate ipercaloriche.
Nel pomeriggio tutti i partecipanti al corso d lingue giunti la sera prima dovevano affrontare il test preliminare, per la successiva collocazione nei corsi d livello differente a seconda della preparazione (se non ricordo male erano 7). Ovviamente io e il mio amico lo compiliamo a 4 mani in modo da finire entrambi nella stessa aula. Il risultato del test (che viene comunicato immediatamente dopo, non come in Italia che si aspettano mesi) c colloca a livello 4, ossia pre-intermediate, i nostri 2 nuovi amici svizzero/austriaci al 5. Segue poi tutto lo spiegone sulla “terra ballerina” la prevenzione in caso d terremoti con simulazione annessa.
Nel pomeriggio assistiamo alla nostra prima ed unica lezione! Successivamente, era ormai quasi ora d cena, nell’attesa torniamo all’accoglienza per chiedere alcune informazioni pratiche che interessavano + il turista fai da te che lo studente universitario. Qui apprendiamo per la prima volta perchè Los Angeles è la città su ruote. A Los Angeles nessuno va a piedi, tutte le distanze sono dilatate e i mezzi pubblici, anche se numerosi (ma non in modo così eccessivo) non posso comunque coprire tutto il territorio urbano d questa immensa città, c convinciamo insomma che sarà necessario affittare un auto. Rincontriamo il nostro compagno d shuttle (al quale oltretutto dovevo dei soldi perchè non avevo contante per pagare la navetta!!), un tipo davvero molto simpatico, un po’ effeminato forse, come quasi tutti i ballerini (?) ma sicuramente non gay! facciamo amicizia e da quella sera si forma il nucleo d quello che poi sarà il nostro gruppo “vacanze”.
Prima d cena, volendo fare come San Tommaso, io e il mio amico decidiamo d avventurarci a piedi fuori dal college, non convinti della vastità d questa città che c era stata presentata.
Una desolazione. Praticamente non c’era nessuno per strada, ogni tanto passava un auto, un traffico molto leggero in quella zona, su strade che erano fatte tutte a 5 corsie (4 per le direzioni d marcia ed una per svoltare con percorsi obbligati) riusciamo ad arrivare alla fine dell’isolato del nostro campus dopo circa 20 minuti!, tutto l’isolato d fronte era una serie infinita d villette semi isolate, la tipica abitazione californiana, confinanti tra loro solo con la staccionata del giardino. Sconsolati dall’aver verificato d persona quanto dettoci al college, decidiamo d tornare indietro per cena.
La sera la passiamo a chiacchierare a bordo campo (letteralmente) con i nuovi amici a cui ne ne erano aggiunti altri 2, svizzeri anche loro, uno dei quali molto loquace e l’atro quasi silente, che c faranno poi da cicerone nei prossimi giorni (erano li già da 6 mesi e c sarebbero stai per altri 6). Nel frattempo il buio calava e con l’avanzare dell’oscurità e della luce artificiale, il campo da basket da orientale si trasformava via via in afroamericano e il livello d gioco si alzava notevolmente.
Con i nuovi amici concordiamo per il giorno dopo d affiatare un auto, coscienti, e ormai rassegnati, all’idea che senza un auto non avremmo visto un bel niente.
La stanchezza torna nuovamente a farsi sentire, soprattutto per me che ero sveglio dalle 7 del mattino, così, non essendoci molto da fare mi ritiro intorno alla mezzanotte, ancora stordito fortemente dal fuso orario, che comunque recupererò pienamente già dal giorno successivo, lasciando il mio compagno d viaggio a chiacchierare con i nuovi amici…

Day 3 Tusday
Svegli d buon’ ora (grazie a me) facciamo colazione e rincontriamo i nostri amici con i quali avevamo appuntamento per affittare l’auto. Uno dei ragazzi svizzeri aveva comprato una vecchia golf con cambio manuale, restando li tutto l’anno gli era convenuto d + che affittarla. Il primo gruppo, che non comprendeva noi, viene accompagnato così ad affittare la prima auto, tornano indietro e c accompagnano, a noi restanti (nel frattempo si erano aggiunti una ragazza polacca, una norvegese ed un ragazzo francese) ad affittare altre 2 auto. devo dire che, forse grazie al fatto che l’auto in america, specie a Los Angeles è + utile delle scarpe, l’affitto non era carissimo, noi comunque da straccioni quali eravamo chiediamo la + economica…Una ford escort 2000 Iniezione! I nostri amici si accontentano invece in ordine: mercedes 2 posti cabrio, bmw serie 5, 2500 iniezione, Bmw serie 3 2500 iniezione.
Con le nostre belle macchinine torniamo al campus e cominciamo a pianificare la giornata. tra l’altro, comodissimo il cambio automatico, pure uno scimpanzé sarebbe in grado d guidare un auto così (che poi tanto diversi da una scimmia non siamo, messi al volante) ma t toglie tutto il gusto d guidare.

-Da questo punto in poi perdo l’ordine cronologico degli eventi, mi sforzerò comunque d seguire un percorso logico delle nostre escursioni.

In tarda mattinata partiamo per cui alla volta dell’ Hollywood boulevard! Per risparmiare tempo, Quasi tutti i nostri pasti (tutti tranne 1) fuori dal campus verranno consumati presso catene d fast food, dei quali all’ultimo posto il mac donald’s (perchè non aveva le bibite omaggio!!) cosa che causerà un rifiuto totale dei fast food una volta rientrato in Italia ancor prima che per l’aspetto etico per un aspetto puramente alimentare!
Parcheggiamo all’incirca a metà della walk of fame, in una traversa dell’ Hollywood boulevard e subito notiamo come c sia una così netta differenza tra questa via, meta delle star + famose, ma soprattutto del turismo + pacchiano, e le vie attigue. Il quartiere d Hollywood non è certo uno dei + ricchi d Los Angeles come c si potrebbe aspettare, anzi, molte costruzioni immediatamente vicine alla via principale sono fatiscenti e regna una miseria ed una disperazione che provoca disgusto se vista a fianco dello sfarzo della via principale….
Ad ogni modo c mettiamo a percorrere la walk of fame in direzione del famoso teatro(ristorante?) cinese dove, sul piazzale antistante sono impresse nel cemento le orme delle + grandi(?) star d Hollywood. Passeggiando entriamo e usciamo da numerosi negozi e negozietti molto variegati anche se tutti legati dal souvenir pacchiano della mecca del cinema, sembra una candem town in miniatura!
Finita la gita rientriamo verso il campus sostando nuovamente in un fast food a trangugiare un po’ d colesterolo transgenico.
Piccola parentesi, le strade a Los Angeles si dividono in strade urbane e highway che d norma sono sopraelevate e fungono un po’ come le nostre superstrade (in america non esistono strade a pagamento), sono prive d attraversamenti a raso e le uscite sono tutte a destra, inoltre per agevolare il traffico esiste da sempre il car pooling, ossia una corsia DEDICATA a chiunque porti con se uno o + passeggeri, cosa che avremmo imparato nei giorni successivi, evitandoci così ore ed ore imbottigliati nella famosa traffic jam della città su ruote.
Tempo d rilassarci un attimo e d farci una doccia e siamo nuovamente pronti per uscire e nuovamente nel quartiere d Hollywood, il nostro cicerone svizzero aveva una predilezione per le cose a pagamento, oltre che lasciare sempre laute mance (che negli states è “obbligatoria” ed in genere corrisponde al 15% dell’importo) c faceva sempre parcheggiare nei (pochi) parcheggi a pagamento esistenti, in un area, che essendo costruita in funzione dell’auto, aveva spazi a sufficienza per parcheggiare un po’ ovunque. Una cosa che notiamo da subito sono le numerose limousine bianche e nere lunghe anche + d 20 metri con i vetri oscurati che attraversano Hollywood in continuazione…Chissà se qualcuna d queste trasportava una celebrità?? Prima tappa una pub normalissimo, prendiamo qualcosa da bere e quella sera ho appreso che esser rasati (che tu sia calvo o meno non importa) vuol dire in genere esser gay. Vengo per cui avvicinato da un corpulento omaccione rasato che si mostra molto curioso d conoscere un insignificante(?) italiano come me. C spostiamo poi in una discoteca molto fighetta ma davvero d scarso interessa e dopo una mezz’oretta ne usciamo, ormai a notte inoltrata e con scarso traffico urbano decidiamo d percorrere tutto il sunset boulevard e questa, è stata forse la parte migliore della serata!
Dalle colline d Beverly hills, passando davanti al Beverly hills hotel, attraversiamo melrose place. Il sunset boulevard taglia mezza Los Angeles, quasi tutta in zona collinare. ritorniamo poi verso mattina al campus.

Day 4 Wednesday
Orario al limite della colazione (scherzi? Perdermi quel popò d colazione americana??), mi sveglio e corro in ciabatte verso la mensa, riesco ancora a recuperare il mio caffelatte tiepido e la mia ciambella glassata (che verrà poi sostituita dalla frutta fresca), questa volta scelgo d far colazione all’aperto viste le continue belle giornate che questa gita californiana c stava offrendo. rientro per una lavata d zanne veloce ed un controllo al mio amico, amico d Morfeo, e noto dei piccioni che bivaccano allegramente nel salotto/ingresso del nostro miniappartamento, come se fosse casa loro! mi cambio e scendo a fare 2 tiri a basket. Rientro per svegliare il mio amico e andiamo a pranzo.
Dopo pranzo incontriamo il nostro cicerone svizzero che c racconta un po’ d cose riguardanti Los Angeles dal punto d vista elvetico, c’è da dire che questo ragazzone a vederlo sembrava il prototipo dell’americano medio, si esprimeva ormai come un tamarro west coast, veste largo con la canotta del college (ma non quello in cui stava!) ed è abbondantemente soprappeso. Ad ogni modo è un ragazzo a suo modo simpatico, solo un po’ troppo spendaccione per le nostre limitate finanze. C accordiamo dunque per un nuovo giretto.
Questa volta c aspettano gli universal studios a downtown. Recuperiamo il gruppo per metà pomeriggio e c avviamo verso il micromondo d cartapesta. Io non ero molto entusiasta, in realtà non mi importava molto, cosi decido insieme ad alcuni del gruppo, d non entrare e d fermarmi a fare un giro nella parte antistante gli studios, visitando negozi vari. Qui, molto vicini a Hollywood, c’è uno dei 2 hard rock café d Los Angeles, all’epoca ero interessato a collezionare le magliette della famosa catena d ristoranti inglesi per cui entro a fare un giretto e noto con un po’ d stupita curiosità che al centro del ristorante ruotava, sospesa sopra un perno, una cadillac enorme! curiosa come trovata, in fondo per gli americani queste son cose normali….Acquisto la mia maglietta e continuo il giretto insieme alla metà del gruppo rimasta fuori con me, dopo poco meno d 2 ore c riuniamo con gli altri e torniamo verso il campus. Non ostante il colesterolo via flebo che c eravamo iniettati in uno dei tanti fast food (con bibite omaggio annesse, delle quali la misura + piccola è quella da mezzo litro!) erano ormai le 4 del mattino ed avevamo comunque ancora fame, cosicché impariamo un altra delle “meraviglie” delle grandi metropoli come LA, c dirigiamo a circa 4 isolati dal campus (circa 15 min d macchina!) presso un supermercato aperto 24 ore e compriamo un po’ d cose + o meno sane tra cui alcune baguette sulle quali si sprecheranno le solite battutacce sull’ igiene dei francesi…



Day 5 Thrusday
Questa volta riesco a saltarmi la colazione anch’io e mi alzo intorno alle 10 del mattino, ma visto lo spuntino notturno della sera precedente non morivo particolarmente d fame, il mio compagno ovviamente era perso nel magico mondo Paul e nina per cui mi vesto e scendo per un altra perlustrazione del campus, questa volta mi dirigo nella sala internet per leggere e rispondere alle email (già nel ’99 negli states la connessione era DSL e gratuita nel campus) dopodiché mi dirigo verso la biblioteca, ma stranamente la trovo chiusa (?), tornando verso il nostro alloggio passo vicino alcuni alberi e noto un numero consistente d scoiattoli ruzzolare dal prato all’albero e viceversa, quasi come se io non esistessi,mi passano accanto, dietro, davanti, sembrava volessero giocare con me! rientrando nell’alloggio per svegliare il bambino me ne ritrovo pure uno in casa! Curioso no (ed eravamo al secondo piano!)? 🙂 Era ormai ora d pranzo e c dirigiamo per cui in mensa a consumare il prelibatissimo pranzo del college. nel pomeriggio convinco il mio compagno ad una partitella a basket con un paio d cinesi (se non sbaglio, faccio molta fatica a distinguere gli orientali tra loro) partitella + o meno equilibrata anche se il mio compagno gioca a basket + o meno come io gioco a calcio (per chi non lo sapesse io non gioco a calcio dall’età d 5 anni), Ad un certo punto si presentano 2 afroamericani che vogliono giocare, uno per parte, uno d loro con un ginocchio a pezzi e l’altro con i mocassini! =:| Non ostante questo giocavano al nostro livello. In questa partita mi faccio male ad un dito, cosa che precluderà tutti i miei incontri successivi (farò poi solo + una mezza partita il penultimo giorno a causa del dolore) Fra imprecazioni d vario genere, torniamo al nostro alloggio e c cambiamo per prepararci alla nuova serata. Nel pomeriggio tardo riuniamo il gruppo e decidiamo ( o meglio il cicerone svizzero decide) d fare una gita a Santa Monica, percorrendo l’altrettanto famoso Santa Monica boulevard, dove ad un certo punto c’è il famoso cartello luminoso in cui viene mostrato il conteggio dei morti causato dal fumo delle sigarette. Già da molti anni negli states si era aperta questa fortissima campagna d sensibilizzazione verso i danni causati dal fumo, infatti in nessun locale era permesso fumare (il problema era che all’aperto non potevi bere alcolici, in pratica, non potevi mai farti birra e sigaretta insieme, ed io all’epoca fumavo…) poi poco + avanti la pubblicità rifatta della marlboro con la sigaretta moscia e la scritta Impotent…Insomma, quando gli americani fanno qualcosa o la fanno in grande o non la fanno.
Arriviamo a santa Monica verso sera dopo aver trangugiato altro colesterolo, e qui scopriamo una via pedonale! incredibile, esistono strade in cui la gente va a piedi! ormai avevamo perso le speranze, notiamo i classici artisti da strada e vari gruppetti ballare break dance (li ancora molto diffusa) Durante questa serata comincio anche a tampinare la ragazza svizzera con la quale poi farò semi-coppia per i restanti giorni. Sosta ad un pub e poi d ritorno verso il campus. Gli svizzeri avevano sonno e volevano andare a letto presto, noi ovviamente no! così il restante gruppo tranne io e la svizzera decidono d tornare a downtown per un altro giretto mentre noi 2 c dirigiamo a comprare altre baguette per poi consumarle in auto insieme, ecc, ecc… :D).

Day 6 Friday
oggi non c’è santo che tenga, si va in piscina! Devo fare una precisazione, il gruppo si riuniva bene o male verso sera perchè gli altri c tenevano a seguire le lezioni. Parliamo con alcuni americani presenti li in piscina e poi ce ne torniamo in camera dopo una serie infinita d tuffi dal trampolino. C rilassiamo e usciamo a fare altre 4 chiacchiere con l’accoglienza ed alcuni della compagnia che nel frattempo si erano liberati dalle lezioni. Decidiamo d tornare a downtown in serata, questa volta in direzione westin bonaventure hotel, il grattacielo + famoso d LA sulla cui cima è presente un ristorante/pub molto “in” che ruota a 360° mostrandoti in un ora tutta l’area urbana d Los Angeles nonché le colline d Beverly hills illuminate, molto suggestivo. Prima d ciò, però, c aspetta una visita al griffith park, dove c’è il famoso osservatorio astronomico, nonché museo, situato sulle colline opposte a quelle d Hollywood. In serata, chiacchierando sulla cima rotante del grattacielo, decidiamo per il week end d andare a Las Vegas! A me non è che fregasse + d tanto, avrei preferito san Francisco, ma non ho trovato molti sostenitori (in realtà il problema era che in 2 giorni san Francisco non te la giri, oltre al fatto che distava circa 700 miglia da LA, e solo io e il mio amico stavamo 2 settimane, gli altri si sarebbero spostati a san Francisco la terza settimana per visitarla per bene). Torniamo per cui al campus relativamente presto perchè il giorno dopo c aspettavano circa 450 miglia da percorrere!

Day 7 Saturday
Come al solito siamo in ritardo su tutti! I primi ad arrivare all’appuntamento (sotto il nostro stabile) indovinate chi sono?? GLi svizzeri ovviamente! Partiamo verso le 11 del mattino (in ritardo d quasi 2 ore!) Alla volta d Las Vegas!
Usciti dall’area urbana d Los Angeles…il deserto. Un paesaggio stupendo, una highway che taglia in 2 una terra aridissima appena sotto (a sud) il parco nazionale della death valley, il famoso deserto depresso della California, ad un certo punto, in mezzo al nulla + assoluto UN CENTRO COMMERCIALE!! Non potevo crederci, sti cazzo americani!!! avevano costruito una città in miniatura, quei famosi Outlet che arriveranno in Italia sono nel nuovo millennio inoltrato…C fermiamo a ristorarci e a far benzina. Negli states esisto 4 tipi d benzina senza piombo, distinta in base al numero d ottani (che fa anche la differenza sul prezzo) il consumo d benzina è elevatissimo, sia per i tipi d motori che producono (non esistono le utilitarie e la tipica macchina familiare è la grossa stationwagon o il furgone) in genere dal 2000 d cilindrata in su, fatto sta che facevamo il pieno all’incirca ogni 2 giorni e il costo variava tra 1 e 1,15$ al gallone…Al GALLONE!!! un gallone corrisponde a circa 4,5 litri, capite perchè possono permettersi certi motori?? Ecco perché non esistono distributori d Gasolio! Che sarebbe meglio chiamare diesel perchè la benzina in america si chiama Gasoline…
C rimettiamo per cui in marcia, ad un certo punto, sempre in pieno deserto (questa volta dell’ Arizona, the Silver state), verso le 19 avvistiamo le prime costruzioni tipicamente vegasiane, la piramide su tutte! Parcheggiamo in una piazzola (grande come piazza Vittorio per fare un paragone) e cominciamo a contattare un po’ d hotel per la notte (che poi sarà qualche ora al mattino). Ormai quasi presi dalla disperazione riusciamo a trovarne uno verso le 8! un po’ fuori Las Vegas, ma che ce ne fregava a noi? Avevamo la macchina! 😉 Las Vegas è un insulto alla miseria, ha il consumo elettrico + alto del mondo e sorge in mezzo al deserto, per cui non produce assolutamente nulla intermini d materie prime (ma fa circolare milioni d dollari) e tutto ciò d cui ha bisogno viene dall’esterno.
C fiondiamo dunque subito all’hotel per una rinfrescata e per sistemarci nelle camere prenotate (le ragazze scelgono d stare tutte nella stessa stanza, sigh! 🙁 ),Scendiamo per cenare, la mia Semi-compagna si presenta con un vestitino da infarto!, facciamo tutti cena in una specie d pub sotto l’hotel per non perdere tempo.
Tutti gli hotel a Las Vegas hanno il casinò annesso e, nella hall, tutta una serie d slot machine e macchinette simili per spendere “gli spiccioli” in pre o fine serata (anche io, per non essere da meno, spendo la mia unica moneta da 50 cent ad una slot machine, dovevo farlo capite? :D). Dopodiché le ragazze decidono d affittare una limousine come taxi, per farsi portare in centro a Las Vegas. Visto che tutti i maschietti dovevano ancora finire d mangiare, decido d andarle a raccattarle io da solo. Così mi metto a tampinare la limo, trovo anche una stazione radio che trasmette metal e mi metto a fare il tamarro x le vie d Las Vegas con i metallica a tutto volume!
Raccatto per cui le 3 starlette sotto la piramide e aspettiamo il resto della ciurma. Las Vegas è una città che non dorme mai, c’è la stessa vita sia d giorno che d notte, ma la notte ovviamente è la parte della giornata + importante. C giriamo tutte le riproduzioni d città famose con monumenti annessi (quasi tutti in scala però) ma fondamentalmente non facciamo nulla d particolare, girovaghiamo un po’ su d giri tutta la notte. Torniamo giusto in tempo per godere d una splendida alba sul deserto…

Day 8 Sunday
Sveglia imposta a mezzogiorno (Alla mezza dovevamo lasciare l’hotel!!) Ovviamente usciamo in ritardo, ma non c hanno imposto d pagare anche la domenica.
Dopo aver fatto un tipico break fast all’americana (con tanto d pancetta e uova!) usciamo dall’hotel e decidiamo sul da farsi. io e il mio compagno e il ballerino belga premiamo per proseguire in Colorado e visitare il gran canyon, le ragazze (non la mia semi-compagna che è rimasta imparziale) premono invece per tornare subito al campus, gli svizzeri pure perchè vogliono essere presenti alle lezioni d lunedì. Non li maledirò mai abbastanza x questo! Alla fine i 2 svizzeri (che avevano affittato la mercedes cabrio a 2 posti) partono subito alla volta d Los Angels mentre noi rimaniamo ancora un po’ a discutere, cercando d convincere gli altri a seguirci nel gran canyon. alla fine riusciamo a tirare con noi anche l’austriaco ma le ragazze, l’italiano (che nel frattempo si era accollato) e il francese volevano tornare a LA e visto che in 6 non c stavano in una macchina, siamo costretti a tornare tutti. Questo è stato il momento x me + brutto d tutta la vacanza, ancora oggi rimpiango il gran canyon….riesco comunque a convincere i maschietti (tranne l’italiano che scarichiamo brutalmente alle ragazze) a deviare sul percorso d ritorno per passare nella death valley, così lasciamo andare le ragazze direttamente a LA.
Meno male che ero riuscito a convincerli, se arrendermi a non vedere + il gran canyon è stato il momento peggiore, attraversare la death valley è stato sicuramente il momento, durato circa 5 ore, + bello d tutta la vacanza.
Arrivati per cui alla death valley junction (una delle 2 uniche strade che attraversano la death valley) svoltiamo verso il deserto depresso lasciando alle nostre spalle una ghost town, sembrava davvero d esser in un film western!
La bellezza della death valley è che il paesaggio cambia d continuo. Il deserto, come molti erroneamente immaginano, è tutto uguale. Niente d + sbagliato! Dopo una cinquantina d miglia arriviamo al primo e UNICO punto d ristoro prima dell’ingresso nella death valley, c procuriamo per cui 2 galloni d’acqua, 2 sacchi d ghiaccio da 10 chili, facciamo il rifornimento, spegniamo l’aria condizionata e partiamo!
Ero, eravamo, emozionatissimi, la death valley è stupenda, finestrini abbassati e un aria calda (circa 50° a luglio) e secca che t asciugava l’anima, talmente secca che non sudavamo! (se non nelle parti non areate) dopo altre 50 (o erano 100?) miglia c fermiamo per ammirare la bellezza d zabriskie point, Una zona composta da sedimenti provenienti dal lago Furnace Creek, prosciugatosi 5 milioni di anni fa. Qui fu girato il film omonimo con la colonna sonora dei pink floyd….Davvero un posto stupendo. Proseguiamo verso il centro del parco nazionale e scendiamo fino alla zona depressa dove c fermiamo per camminare sulle dune d sabbia, ripartiamo e risaliamo verso la parte nord ovest del parco all’uscita della valle, non prima d esserci fermati sul cartello che segnava la fine della riserva per scattarci una foto al tramonto…Bellissimo.
Avete mai visto Il grande lebowsky? All’inizio del film c’è una scena girata in macchina, d sera in cui si intravede la metropoli arrivando dal deserto, bhè, io ho vissuto quella scena, dal vivo è davvero impressionante per la vastità dell’area urbana…Non finisce mai d stupire. C fermiamo ad un pizza hut, dove consumo la mezza pizza peggiore del mondo! Ma come faranno gli americani a mangiarla??? Giungiamo dunque a LA verso mezzanotte, ma non soddisfatti di quella specie d alimento intossicante che chiamano pizza, c cerchiamo un mac drive. Che esperienza ragazzi! Già è difficile parlare con un madrelingua, figurarsi poi farlo attraverso un interfono da una macchina! visto che lo spirito del gruppo era alle stelle decidiamo d far ordinare al francese, quello che avevo il livello d inglese + basso d tutti!! Quando passiamo dalla parte opposta per ritirare il cibo troviamo tutt’ altra roba rispetto a quella che avevamo ordinato….Raccontata così non fa ridere, ma v assicuro che quello è stato il momento + divertente d tutta la vacanza!

Day 9 Monday
Solita colazione in mensa e cazzeggio a bordo campo in attesa della fine delle IMPORTANTISSIME lezioni del resto del gruppo. oggi c organizziamo per Venice beach!!
Avete presente? quel lungo corso su cui si trovano palestre sulla spiaggia, gente in rollerblade, altri in skate, campi da basket e artisti da strada d tutti i generi, davvero pittoresca! io in particolare volevo calcare gli stessi playground del film white man can’t jump (chi non salta bianco è) uno dei miei film preferiti! purtroppo tra il male al dito, la lunga fila d persone in attesa e la mancanza d partecipazione da parte del mio gruppo mi vedo costretto a rinunciare 🙁 -Altro vuoto d memoria, non riesco a ricordare cosa abbiamo fatto la sera-

Day 10 Tusday
Oggi il gruppo vacanze va in gita a malibu!! La mitica spiaggia d bay watch e Pam Anderson. Parcheggiamo a circa 1 km dall’oceano, cioè dove iniziava la spiaggia!!!
Anche la natura in america ha le dimensioni sproporzionate, una spiaggia larga un km e un bagnasciuga d 100 metri!, nonostante la giornata fosse calda tirava un bora oceanica che ad un certo punto siamo costretti a coprirci, non prima però d essermi fatto il mio primo e unico bagno nell’oceano pacifico! Le condizioni erano comunque proibitive a causa del vento e della temperatura dell’acqua, infatti si vedevano solo surfers con la muta termica. L’oceano era comunque calmo, nel senso che le onde erano alte “solo” 3 metri! Decidiamo per cui d farci una passeggiata e notiamo che è tutto uguale al telefilm baywatch, tranne che per le ragazze!!!
La spiaggia era colma d scolaresche e famigliole obese intente a bivaccare, i bagnini erano dei cloni del film (quindi per le ragazze poteva anche esser piacevole) ma per un maschio latino era una desolazione totale!
a metà pomeriggio c spostiamo a manatthan beach, un posto davvero triste a mio giudizio, una spiaggia molto vicino al porto industriale d LA.
– altro vuoto sulla serata, sigh! –

Day 11 Wednesday
oggi il calendario del gruppo era fitto d lezioni, così accompagniamo (io e il mio compagno d viaggio) il ballerino presso una famosa scuola d danza dove sperava d ottenere un audizione, ma purtroppo gli dicono che deve ripresentarsi a settembre!!
Sconsolato ma sempre allegro (ha una vitalità contagiosa questo ragazzo!), lo portiamo a distrarsi sull’ Hollywood boulevard nuovamente, rientriamo poi per raccattare il resto del gruppo dopo esserci dati una rinfrescata per una “seratona” in discoteca. Io non sono mai stato un amante delle discoteche, quindi non è che fossi proprio entusiasta, infatti ad un certo punto mi apparto in un angolino e mi viene una gran voglia d fumare, vedo una ragazza accendersi una sigaretta e stavo per chiederle se ne aveva una quando lei guarda me, guarda la sigaretta, la butta a terra e la spegne!!! Dimenticavo la legge sul fumo!

Day 12 Thrusday
La sera precedente c eravamo organizzati per una gita in un outlet a nord d LA, su suggerimento d una persona dell’accoglienza, visto che questi posti sono così grandi e che l’area urbana d LA è così vasta, quando si decide d andare a far compere bisogna prendersi almeno una giornata, infatti per raggiungere questo poso, non molto diverso da quello incontrato in mezzo al deserto sulla strada per Las Vegas, solo forse un po’ meno curato nell’aspetto estetico, c sono volute circa 3 ore (calcolando che una mezz’ora buona l’abbiamo persa xchè avevamo sbagliato strada, saltando l’uscita giusta della highway). Ovviamente bivacco selvaggio tra i negozi alla ricerca d prodotti locali (tipo Levi’s) sperando in un occasione. Occasioni non trovate xchè il costo della vita nel ’99 a LA era leggermente superiore (circa una volta e mezza Torino) per cui anche se i prezzi erano effettivamente convenienti, noi non trovavamo tutta questa convenienza a causa del cambio sfavorevole. Poco importa, eravamo li apposta x fare compere e nulla c avrebbe fermato! Negli states tutti i prezzi sono duplici, quello effettivo e quello maggiorato della tassa statale (una specie d iva, che da noi viene indicata solo nei magazzini all’ingrosso per rivenditori). Finite le compere si ritorna al campus. Si vociferava già da un paio d giorni d una festa abusiva che si sarebbe consumata all’interno dello stabile 15 (dove alloggiavano l’austriaco e la mia semi-compagna), sera in cui resterà famosa una battuta del poco loquace, ma molto sveglio austriaco:” Building 15? I know this building…”. Cosicché, dopo una fugace uscita a downtown rientriamo per goderci questa festa, potevamo perderci la classica festa collegiale americana?? Si potevamo, per il semplice fatto che dopo circa 15 min che eravamo arrivati, i sorveglianti c beccano e c cacciano via tutti! Che peccato, prometteva davvero bene! 😉 L’ora era tarda per cui andiamo a nanna.

Day 13 Friday
Oggi c aspetta una escursione giornaliera al griffith park e nella zona centrale d Beverly hills. Nonostante il clima c abbia graziato per tutto il periodo trascorso, oggi, che dovevamo fare delle foto con panoramiche dal colle dell’osservatorio, il cielo era velato…Pazienza, c spostiamo dunque verso la zona + vecchia d Beverly hills (che d vecchio aveva soltanto il fatto d esser stata fondata proprio li, ma l’ aspetto della zona è molto moderna). qui è l’unico posto dove ho potuto ammirare qualche bambolina californiana, dall’aria molto “rifatta” comunque. Giretto al nike town, foto con le statue dei fondatori del quartiere e ritorno al campus ripercorrendo nuovamente tutto il sunset boulevard, questa volta con la luce.
Non ne potevamo davvero + d mangiare sempre male, così questa sera avevamo deciso d concederci una Cena con la C maiuscola. Prenotiamo in un ristorante gestito da messicani, ma che cucinavano prevalentemente pesce a qualche isolato d distanza dal campus, tempo d darci una lavata e verso il tramonto c dirigiamo al ristornate.
Forse sarà il fatto che a forza d ingerire alimenti al limite del commestibile e ricchi d grassi eravamo davvero in astinenza dalla buona cucina, ma quella sera abbiamo mangiato da leccarci le mani! una cena a base d pesce davvero deliziosa! il prezzo non era modico (mi pare avessimo pagato 32$, che 8 anni fa erano già una bella cifra) ma ne era davvero valsa la pena!
Ritorniamo al campus verso la mezzanotte sazi e soddisfatti. Il giorno dopo avevamo deciso d andare a San Diego per cui la serata finisce qui

Day 14 Saturday
Sveglia d buon ora, come no! Come al solito io e l’amico d Morfeo siamo in ritardo, riusciamo comunque a partire per le 10, attraversiamo tutta LA e camp peddleton, la base militare che si estende per tutta l’area che va da LA a San Diego, per giungere a destinazione verso le 13. Qui c dividiamo in 2 gruppi uno va a visitare l’ acquapark e l’altro (cioè il mio) prima a mangiare e poi a downtown san Diego, dove purtroppo a parte un orto botanico, dove ho visto da vicino un colibrì in natura (infatti l’orto era aperto), non c’era davvero nulla da vedere, torniamo indietro per goderci la spiaggia non molto lontano dall’ acqua park, molto più bella d quella d malibu, Restiamo li fino a pomeriggio inoltrato in attesa dell’altro gruppo rilassandoci in un ambiente già + simile “per quanto gli states possano offrire” alle nostre spiagge. Raccattiamo per cui il gruppo e torniamo al campus per darci una lavata. La sera c aspettava una altra seratona in discoteca, solo che questa volta mi sono preoccupato d chiedere d che tipo fosse, il nostro cicerone svizzero c spiega che è una multisala e che mettono musica un po’ d tutti i tipi e che tra l’altro è aperta anche per i minorenni (che venivano marchiati quasi a fuoco!, cosa per noi assolutamente fuori da ogni immaginazione) cosicché potevano venire anche l’italiano e il francese (17enni entrambi).
Negli states per entrare in un locale devi SEMPRE mostrare l’ID card, una carta d’identità simile alla nostra ma con meno dati (è stato uno dei primi documenti che abbiamo fatto una volta arrivati al campus) questo perchè sono molto restrittivi sull’ alchool, che non può essere bevuto da chi ha meno d 21 anni (però t puoi comprare una pistola al supermercato, l’america!) e xchè la maggior parte dei locali sono vietati ai minorenni.
Dunque c dirigiamo nel quartiere d Hollywood dove si trovava la discoteca. Parcheggiamo relativamente vicini e facciamo la fila per entrare, La discoteca era abbastanza grande, ma noi in Italia abbiamo questo culto quindi non mi sono impressionato + d tanto, in compenso nella saletta centrale mettevano musica rock e qui per la seconda volta vengo abbordato da un gay che decide d passare subito all’azione prendendomi per mano e cercando d portarmi in mezzo alla pista, allorché mi aggrappo alla mia semi-compagna per non farmi trascinare via!! Credo che da quel giorno abbia cominciato a sviluppare una certa omofobia…
Ad un certo punto mi ritrovo anche in un pogo selvaggio su un pezzo degli offspring. Qui negli states la gente poga in un modo molto diverso, si spingono ferocemente con le mani invece che cozzare spalla contro spalla come in genere facciamo noi. Ad un certo punto della serata c becchiamo anche una bella gara d strip tease (e meno male che potevano entrare anche i minorenni), bella, insomma, l’unica ragazza che si salvava è stata poi quella che ha vinto che comunque non riusciva a nascondere una piccola pancetta….Una volta ancora v confermo che in america le belle ragazze non c sono, almeno non naturali!
Si fa tardi per cui rientriamo. Visto che il giorno dopo dovevamo partire per fare ritorno nel nostro amato paese, io e la mia semi-compagna restiamo appartati per salutarci in modo da evitare piagnistei e lunghi addii il giorno dopo.

Day 15 Sunday
E’ il giorno della partenza, c prepariamo e salutiamo le persone che c avevano accolto e che abbiamo trovato davvero disponibili, il gruppo c accompagna all’aeroporto e c salutiamo velocemente, un po’ per evitare scene mielose (con la mia semi-compagna), un po’ perchè le simpaticissime ragazze (le altre 2) avevano fretta d fare shopping.
Consumiamo l’ultimo pasto americano nel ristorante sopraelevato a forma d UFO del LAX, dopodiché c imbarchiamo, trattengo a stento una lacrimuccia, mi dispiaceva davvero partire soprattutto per tutto quello che ancora c’era da vedere. Durante il viaggio dormo praticamente tutto il tempo.

Day 16 Monday
Arriviamo ad Amsterdam in perfetto orario, da qui c attendono 5 lunghe ore d scalo prima del volo per Torino, così c accampiamo alla bene e meglio sulle sedie dell’aeroporto cercando d dormire ancora un po’. Nel pomeriggio arriviamo a Torino con 2 facce da profughi che stentavamo a riconoscerci, era finita…

Epilogo
Se all’andata il fuso orario l’ho recuperato in un paio d giorni, al ritorno mi c è voluta una settimana intera!, meno male che non dovevo lavorare (purtroppo ero disoccupato da maggio) cosicché dormivo d giorno e vivevo la notte, forse era un modo per cercare d mantenere vivo ancora per un po’ il sogno americano…

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