Dove benvenuti si dice wellkommen

di Manuela Perego –
È veramente strano trovarsi in Italia e sentire parlare per di più il tedesco. Appena varcato il confine immaginario tra Trentino ed Alto Adige, la realtà che ci circonda è molto più complessa di quanto si possa immaginare: la segnaletica stradale, i cartelli pubblicitari, le insegne, i paesi, tutto è incredibilmente espresso in modo bilingue. Abbiamo approfittato del giuramento di mio fratello, ormai da quattro mesi a Bolzano come allievo della Polizia di Stato, per visitare questo parte di Italia così diversa dal paese che siamo abituati a conoscere.

23 luglio ’02

Usciti dall’Autostrada il casellante ci ha salutato con un buongiorno dalla “r” decisamente marcata, un strano sorriso è spuntato sul viso di Andrea.
Ci dirigiamo verso la nostra prima meta, abbiamo deciso di raggiungere Bolzano, “Bozen” attraverso la famosa “Strada del Vino” “Weinstrasse”?
Lo spettacolo è bellissimo, questa piccola strada passa in mezzo a vigneti che si estendono all’infinito ed a grandi campi di meleti, non a caso siamo nella patria del Pinot, del Traminer aromatico, del Cabernet Sauvignon e delle mele Marlene.
Passiamo i paesi di Salorno “Salurn”, Termeno “Tramin” e arriviamo al lago di Caldaro “Kalterer see”, qui lasciamo l’auto in parcheggio e ci incamminiamo in un sentiero naturalistico, il n°3 rosso, che compie l’intero giro del lago.
Il lago è incredibilmente tranquillo, l’aria attorno è fresca e le colline ricche di vigne donano un incredibile panorama.
Riprendiamo l’auto e continuiamo a percorrere la “Weinstrasse”, ogni angolo, ogni scorcio è un paesaggio da cartolina, lungo il percorso si affacciano una moltitudine di masi fortificati, vorrei scattare milioni di foto, ma la strada è molto stretta e i punti in cui potersi fermare sono davvero pochi.
Arriviamo ad Appiano “Eppan” in tarda mattinata, facciamo un breve giro in questa città che di Italiano ha veramente poco: gli edifici, la gente, i negozi…qui sembra davvero essere in un altro paese. Il calore tipico Italiano qui è qualcosa di più sottile, la gente è gentile ma mi sento comunque in terra straniera.
Tutt’intorno al centro abitato, sulle moltitudini di colline che formano questo paese e in mezzo alla distesa di filari, spuntano numerosi castelli.
Cerchiamo di raggiungere Castel Appiano “Schloss Hoch Eppan” , un ometto anziano, in un italiano un po’ ostentato, ci spiega la strada per arrivare, senza il suo aiuto non l’avremmo di certo trovata!!…una cosa che scarseggia un po’ da queste parti è la segnaletica, a tratti c’è ed a tratti sparisce.
Arriviamo al parcheggio sottostante il castello, qui lasciamo l’auto e ci incamminiamo a piedi attraverso il percorso che porta al maniero. La camminata dura circa una mezz’oretta, il percorso è abbastanza faticoso ed impegnativo ed è praticamente tutto in salita con una pendenza a tratti estrema.
Il castello, risalente al 1125 si erge su uno strapiombo, le sue condizioni sono ormai molto precarie, ma nel suo cortile vi è la cappella di Santa Caterina che conserva splendidi affreschi romanici al suo interno.
Dall’alto del castello si può godere una vista fantastica su Bolzano e sulle dolomiti.
Andrea approfitta della calma e dall’atmosfera fantastica che si respira tutt’intorno per rilassarsi al sole ai piedi della cappella.
Scesi dal castello decidiamo di raggiungere il paese di Laives “Leifers” dove abbiamo prenotato il nostro albergo, ed una volta arrivati sul posto prendiamo possesso della nostra stanza e decidiamo di rilassarci un po’ in piscina prima di cena.
Dopo cena decidiamo di andare Bolzano dove incontriamo mio fratello, facciamo un giro in centro tra la Via dei Portici e la famosa Piazza delle Erbe e sorseggiamo una birra in una delle tante birrerie locali.
A fine serata riportiamo Fabio alla sua scuola e torniamo a Laives al nostro albergo.



24 luglio ’02

La giornata inizia presto, ci prepariamo per andare a Bolzano per assistere al giuramento, davanti allo stadio comunale ci troviamo con la mia famiglia, gli amici di mio fratello e la sua ragazza con i suoi familiari.
La cerimonia è molto bella, l’emozione che traspare dai ragazzi e dai suoi familiari è palpabile nell’aria.
Finita la cerimonia facciamo numerose foto e poi ci dirigiamo a mangiare in un ristorante nei pressi di Appiano.
Qui possiamo assaggiare per primo i “Knodel” , meglio noti come “Canederli” fatti con pane raffermo bagnato con acqua e brodo e impastati con un po’ di tutto, dal formaggio alla verdura, mentre come secondo piatto ci portano, in un grande tagliere rotondo di legno, una variante del famoso “Herrehgrostl”, letteralmente tradotto “la padella del signore”, consistente in una quantità esagerata di carne costituita da fette sottili di manzo, vitello, maiale, pollo e wurstel (la ricetta originale prevede solo vitello) cotta con aglio, scalogno, cipolla, burro, olio, spezie varie e servita con un chilo di patate.
Il pranzo termina con un buonissimo dessert alla frutta e gelato.
Siamo tutti molto soddisfatti, la cucina di queste parti è davvero molto buona, le influenze dalla Lombardia e dal Veneto su piatti di origine austriaca o tedesca donano dei sapori davvero particolari e rispecchiano pienamente il carattere di questa terra, a metà strada tra il mondo tedesco e quello mediterraneo.
Finita la giornata la mia famiglia, fratello compreso, ritornano a casa mentre io ed Andrea prolunghiamo la nostra visita in Alto Adige per un altro giorno.
Ci salutiamo nei pressi di Bolzano e mentre loro prendono l’autostrada diretta a Milano, noi ritorniamo a Laives.
Facciamo un breve giro in paese e notiamo che i laivesotti hanno uno strano modo di parlare, non parlano in tedesco o in Italiano ma fanno un “collage” delle due lingue, per cui non è raro sentirli parlare per metà in italiano, e per metà in tedesco, dire due parole in una lingua e due in un’altra!!
Dopo una cena corpulenta in albergo (deve essere proprio un vizio di queste parti fare delle porzioni di cibo molto abbondanti) ci ritroviamo con degli amici che abitano da questa parti e passiamo con loro una piacevole serata sul lago di Caldaro.
Purtroppo è l’ultima sera che trascorriamo in Sud Tirol, domani faremo i nostri ultimi giri e poi dovremo anche noi tornare a casa.

25 luglio ’02

Alla mattina decidiamo di andare sull’altopiano di Renon “Ritten” che si trova a 1200 metri e si affaccia sul Catinaccio e sullo Scillar.
Per raggiungere questa località attraversiamo una strada panoramica che sale tra vigneti sul fianco della Valle Isarco.
La nostra meta è il paesino di Longomoso da cui parte un sentiero che porta alle piramidi di terra visibili sul Monte di Mezzo.
Prendiamo il sentiero n°24 blu, l’aria è molto fresca e la passeggiata è così molto piacevole. Arriviamo al primo punto panoramico, le piramidi sono già ben visibili e sono veramente molto belle ma il panorama alle loro spalle è ancora più incantevole: credo di non aver mai visto un prato dal verde così acceso ed un cielo così azzurro e limpido.
Mi sento benissimo, anche Andrea rimane stupefatto dai colori di questo panorama.
Proseguiamo nel nostro percorso e ci avviciniamo sempre più alle piramidi, dai numerosi ponticelli in legno situati lungo il percorso si gode una vista panoramica eccezionale su questi fenomeni naturali.
Le piramidi sono costituite da coni argillosi alti anche una trentina di metri sulla cui sommità vi è il loro caratteristico masso, queste formazioni geologiche sono il frutto dell’erosione dovuta dalla pioggia e dalla neve; i massi soprastanti proteggono la porzione di terreno immediatamente sottostante così che la erosione ne viene rallentata, le piramidi che perdono il masso sono destinate purtroppo a scomparire in breve tempo.
Concludiamo il nostro percorso immerso in un ineguagliabile paesaggio e poi decidiamo di andare a pranzare alla “FORST” vicino a Merano. Tutti i nostri amici, conoscenti di questi luoghi, ci hanno consigliato di andare a vedere la FORST, dove fanno la famosissima birra e fermarsi li per degustare piatti tipici e bere una birra ineguagliabile.
Così decidiamo di prendere la statale diretta a Merano e dirigersi nel paesino di Foresta, “Forst” appunto.
Arriviamo alla fabbrica, che ora è in realtà costituita oltre dalla fabbrica stessa da birreria, ristorante, e probabilmente zona adibita a museo storico (visto le numerose comitive organizzate che entravano nella FORST con la guida) e ci dirigiamo al ristorante in tipico stile tirolese, con ampi banconi di legno su cui si mangia tutti assieme, soffitti in legno riccamente decorati e colorati, cameriere gentilissime in costume altoatesino.
Decidiamo di pranzare sorseggiando la famosa birra, (anche perché provare ad ordinare acqua o qualsiasi altra bibita in questo luogo è praticamente impensabile!!!) e degustiamo nuovamente i buonissimi piatti di questa regione.
Questa volta oltre i canederli ordiniamo gnocchetti verdi , grandi quanto dei piselli, con speck e panna, e delle buonissime “patate alla tirolese” fatte con Speck (il loro buonissimo ed insuperabile speck) e uova all’occhio di bue sopra il tutto.
Usciamo dalla FORST che siamo stra-sazi e anche con molta birra in corpo, almeno per me che non sono abituata a berla, e per smaltire un po’ il tutto decidiamo di fare un giro a Merano dove visitiamo il centro, facciamo un giretto per negozi e compriamo il tipico Strudel da portare a casa.
Per concludere la nostra giornata torniamo nei pressi di Bolzano per visitare il
Castel Roncolo “Schloss Runkeistein” , noto come il Maniero illustrato per il grande ciclo di affreschi medievali di soggetto profano delle sue stanze.
Purtroppo la nostra visita sarà solo esterna perché il castello chiude i battenti alle 18.00 e noi arriviamo troppo tardi per poter ammirare gli affreschi interni.
Ripartiamo così per tornare verso la nostra Milano, consci comunque che torneremo per visitare tutti quei luoghi che in pochi giorni non ci è stato possibile vedere e che certamente non mancheranno di stupirci.
Lasciamo così l’Alto Adige o Sud Tirol, unica parte di Italia capace di farti sentire “straniero in patria”; terra già colonia romana in tempi remoti ma dalla forte connotazione tedesca lasciata da secoli di dominazione asburgica e tirolese; luogo in cui le diverse etnie e culture hanno comunque saputo fondersi tra loro dando origine a questa particolare realtà.

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