Nella terra di Tamerlano

Di Aldo e Paola
E’ finalmente giunto il momento da tempo desiderato. E’ deciso, quest’anno si andrà in Uzbekistan.
Devo dire che le premesse non erano delle migliori. Nel mese di maggio erano rimbalzate in occidente le notizie relative ai tragici incidenti avvenuti ad Adijan (valle di Fergana). Inoltre le informazioni riportate sul sito “www.viaggiaresicuri.mae.aci.it” non erano propriamente rassicuranti, anzi veniva vivamente consigliato di non intraprendere viaggi in questo paese. Nonostante tutto ciò decidiamo (io e la mia compagna) che ad agosto andremo in Uzbekistan.

Per la realizzazione del tour, dopo aver contattato via internet vari tour operator uzbeki, abbiamo optato per la Sackvoyage Tour (www.sackvoyage.com) con il quale ci siamo accordati sui servizi che avrebbe dovuto fornirci e sull’itinerario del viaggio (che rispecchiava fedelmente quello da noi proposto).
Alla conclusione del viaggio ci sentiamo di esprimere tutta la nostra soddisfazione nei confronti della Sackvoyage Tour sia per la loro affidabilità che per l’impegno e l’attenzione prestata al fine di renderci il soggiorno il più piacevole possibile (così almeno è stato per noi).
Un particolare ringraziamento vogliamo rivolgerlo al sempre cortese e disponibile Mr. Albert (nostro driver) e a Ms. Saida (nostra guida/accompagnatrice) che, oltre ad essere una ragazza graziosa e gentile, si è rivelata molto preparata, fornendoci dettagliate informazioni sulla storia del suo paese e sui luoghi che abbiamo visitato.

La prenotazione dei voli della Uzbekistan Airways, sia per quanto riguarda la tratta Roma-Tashkent che per il volo interno Tashkent-Urgench, l’abbiamo effettuata presso una rappresentanza della compagnia di bandiera Uzbeka a Roma.

Il visto è stato richiesto personalmente da noi presso il consolato dell’Uzbekistan a Roma (costo € 66,50 a persona).

Il mese di agosto non è forse il periodo più indicato per visitare l’Uzbekistan a causa del clima. Perchè se è vero che non piove, è altrettanto vero che si registrano delle elevate temperature specialmente nelle ore pomeridiane (anche se comunque noi le abbiamo sopportate abbastanza agevolmente in quanto il tasso di umidità è piuttosto scarso).

Diario di viaggio



15-08-2005 (Roma/Tashkent)
Partenza da Roma con volo Uzbekistan Airways delle ore 11,00 ed arrivo a Tashkent alle 20,05 (ora locale). Solito disbrigo delle formalità per l’ingresso nel paese (con compilazione di un modulo scritto in cirillico !!!!). Appena fuori l’aeroporto era ad attenderci la nostra guida Ms. Saida che, dopo averci accompagnato all’hotel Le Meridien, ci ha dato appuntamento per l’indomani mattina alle ore 9,00 per la visita di Tashkent.

16-08-2005 (Tashkent)
Sveglia e colazione presso l’hotel. Puntualissima Ms. Saida ci attendeva nella hall. Dopo aver effettuato il cambio di alcuni Euro in valuta locale (sum) ci siamo incamminati per le strade della capitale dell’Uzbekistan. Tutto il giorno è stato dedicato alla visita della capitale dell’Uzbekistan. Le visite hanno interessato, tra l’altro, la Moschea Tillya Sheykh dove è conservato il Corano di Osmal, il più antico del mondo; la Madrassa di Barak Khan; la moschea Tillya Shalyk; il mausoleo di Kafal Shashi.

17-08-2005 (Tashkent/Urgench/Muynaq/Nukus)
Di primo mattino trasferimento all’aeroporto per imbarcarsi sul volo in partenza alle ore 7,00 con destinazione Urgench. All’aeroporto di Urgench ci attende Mr. Albert che ci scorrazzerà per l’intero tour alla guida di una berlina Daewoo Nexus (se ricordo bene) di colore rosso amaranto che aveva l’accortezza di tenere sempre estremamente pulita.
Siamo partiti da Urgench per raggiungere la cittadina di Muynaq (ex porto sull’altrettanto ex lago d’Aral) che non svolge più tale funzione perché, come è ormai noto, le acque del lago si sono ritirate di molti chilometri in quanto molta acqua dei suoi due principali affluenti, l’Amu Darya e il Syr Darya, a partire dagli anni ’60 viene deviata attraverso una rete di canali ed utilizzata per l’irrigazione di terreni da dedicare alla coltivazione del cotone.
Desideravamo visitare Muynaq poiché avevamo letto molto sul suo cimitero di pescherecci e sul disastro ambientale relativo al progressivo prosciugamento del lago d’Aral.
La zona ormai è desertificata e dei numerosi pescherecci arenati non ne restano che pochissimi in quanto, ci è stato riferito, la maggior parte di essi sono stati demoliti dalla popolazione del luogo per rivenderne i pezzi.
Abbiamo potuto constatare che, venendo a mancare la fonte primaria di sostentamento che era la pesca, la zona di Muynaq è una delle aree più povere che noi abbiamo visitato.
Se doveste avere la ventura di transitare da quelle parti vi consigliamo vivamente di evitare l’hotel Nukus B & B, e poiché è l’unico hotel della zona è consigliabile pernottare presso qualche famiglia.

18-08-2005 (Nukus/Khiva)
Al risveglio ci prepariamo frettolosamente e, non avendo il coraggio di fare colazione presso l’hotel, usciamo il più presto possibile per andare a visitare il Karakalpak State museum of Art ed il museo del lago di Aral.
Terminate le visite ci mettiamo in viaggio per Khiva. Riattraversiamo il fiume Amu Darya transitando su un ponte di zattere.
Facciamo una breve sosta presso un rivenditore di meloni e ne gustiamo un paio (davvero squisiti).
Raggiungiamo Khiva nel primo pomeriggio ed andiamo a sistemare i nostri bagagli presso l’Asia Khiva Hotel (piccolo ma ottimo hotel) situato di fronte alla porta “Tash Darvaza” ed alle splendide mura di cinta della città che sono conservate ottimamente.
Poiché avevamo a disposizione del tempo libero, ce ne siamo andati (da soli) alla scoperta di questa città-museo ove, ci è stato riferito, vivono ancora circa ottanta famiglie.
Dobbiamo dire che il primo impatto con la città è stato davvero eccitante perché le sue Madrasse, le Moschee ed i suoi Minareti e tutti i sui monumenti, rivestiti quasi per intero da maioliche, sono di una bellezza eccezionale.

19-08-2005 (Khiva)
Tutto il giorno è dedicato alla visita di Khiva nella quale ci accompagnerà Ms. Saida che ci sciorinerà ogni tipo di informazione sulla storia di questa, non ci stancheremo mai di dirlo, stupenda cittadina. Di particolare bellezza è la Madrassa di Mohammed Amin Khan all’esterno della quale si trova il Kelte Minor (piccolo minareto) splendidamente ricoperto di maioliche color turchese che secondo il progetto originale doveva essere il più grande del mondo con gli oltre 70 metri di altezza, ma che alla morte del Khan ne fu interrotta la costruzione giunta ad appena 26 metri. Molto bello è anche il mausoleo di Pakhlavan Mahmud, tuttora molto venerato e meta di numerosi pellegrini, decorato da stupende piastrelle. Visita obbligata al Kunya Ark (Vecchia Fortezza) dal cui punto più alto si gode di un suggestivo panorama della città.
Di sera la città acquista un fascino particolare e si può passeggiare per le sue stradine con estrema tranquillità fino a tarda ora.

20-08-2005 (Khiva/Bukhara)
Dopo una abbondante colazione, partiamo alla volta di Bukhara.
Lasciamo Khiva avendo la consapevolezza di aver visto qualcosa di veramente splendido ed unico.
Per giungere a Bukhara percorriamo molti chilometri di deserto e durante il tragitto ci fermiamo presso delle yurta (tipiche tende circolari usate dalle popolazioni seminomadi della steppa dell’Asia centrale), dalle quali sbucano dei bambini che ci vengono incontro per farsi fotografare e racimolare qualche caramella.
Questo territorio tanto arido è però molto ricco di petrolio ma soprattutto di gas naturale, ed infatti in lontananza scorgiamo delle strutture per la sua estrazione comprese le classiche torri dalla cui sommità fuoriesce una lingua di fuoco perennemente accesa (Mr. Albert ci dice che questo posto viene chiamato la “città del gas”).
Dopo aver fatto una breve sosta presso una “trattoriola” situata lungo il percorso ed aver gustato degli squisiti shashlyk (spiedini di carne di montone), giungiamo a Bukhara nel primo pomeriggio. L’hotel che ci ospiterà è il Sasha & Son, esso è situato a due passi dal centro della città ed è estremamente grazioso ed accogliente (le sue pareti sono decorate in maniera pregevole), ed inoltre il cibo che viene servito è di ottima qualità.
Il resto del pomeriggio lo dedichiamo ad una prima scoperta di Bukhara. Dopo aver consumato la cena presso l’hotel, nonostante la stanchezza per il viaggio, non possiamo fare a meno di fare una passeggiata per il centro della città. Nell’aria si leva il fumo dei barbecue all’aperto, originato dalla cottura dei tipici shashlyk.

21-08-2005 (Bukhara)
L’intera giornata, fino a tarda sera, l’abbiamo trascorsa visitando la città.
Consigliamo, innanzitutto, di fare un salto al caratteristico, oltre che chiassosissimo e coloratissimo, Bazar, dove era difficoltoso perfino muoversi.
Luoghi da vedere a Bukhara ce ne sono molti, qui ne ricordiamo alcuni, quelli che ci hanno colpito maggiormente.
La fortezza di Ark (residenza dei reali) con le sue maestose mura.
Il minareto di Kalon, uno dei simboli di Bukhara, costruito nel 1127 e che con i sui 47 m. era probabilmente la più alta costruzione dell’Asia Centrale.
Le tre cupole bazar, la Taqi Zargaron (bazar dei gioelli), la Taqi Furushon (bazar dei cappelli) e la Taqi Sarrafon (bazar del cambio moneta). Attualmente esse ospitano dei negozi che vendono prodotti per turisti.
La Madrassa Kukeldash, una delle più grandi scuole islamiche dell’Asia Centrale, e la Madrassa Chor Minor.

22-08-2005 (Bukhara/Shakhrisabz/Samarcanda)
Sveglia di buon mattino e, dopo colazione, ci siamo messi in viaggio per Samarcanda passando per Shakhrisabz.
Shakhrisabz è la città che ha dato i natali al leggendario Amir Timur (Tamerlano).
Nella piazza principale della città ci imbattiamo in diversi cortei nuziali i cui neo sposi vengono a fotografarsi ai piedi della statua di Tamerlano. Da alcuni ragazzi, invitati ad una di queste feste, per una ragione a me sconosciuta vengo invitato a posare sia per una foto accanto agli sposi che per una di gruppo.
Proseguiamo il viaggio per la mitica Samarcanda. Ed anche qui abbiamo la possibilità di effettuare una prima escursione della città senza l’ausilio della guida avendo una parte del pomeriggio a disposizione. Il mausoleo di Tamerlano, specialmente di sera per effetto della illuminazione artificiale, è davvero molto bello.
L’hotel nel quale pernotteremo è l’Afrasiab Palace.

23-08-2005 (Samarcanda)
Samarcanda è davvero splendida. La piazza del Registan è maestosa e bellissima, peccato che fosse invasa da spalti, pedane ed attrezzature varie in quanto era in preparazione la festa dell’indipendenza dell’Uzbekistan, che ricorre l’1 settembre.
Le visite hanno interessato, tra l’altro, l’antico osservatorio astronomico di Ulugbek, la Moschea di Bibi Khanym, la necropoli di Shakhi Zinda ed il mausoleo Guri Emir ove sono sepolte le spoglie di Tamerlano.

24-08-2005 (Samarcanda/Tashkent)
Rientro da Samarcanda a Tashkent e visita pomeridiana dell’interessante History museum con successiva passeggiata per le vie della città. Dobbiamo dire che di tutte le città visitate Tashkent è quella che offre meno spunti interessanti per il visitatore.

25-08-2005 (Tashkent/Roma)
Alzataccia notturna per poter essere in aeroporto alle ore 3,40 ed effettuare il chek-in per il volo di rientro a Roma in partenza alle ore 5,40, e qui, unica nota stonata del viaggio, poco dopo in nostro arrivo all’aeroporto, l’indicazione del volo per Roma sparisce dal tabellone e, non senza fatica, riusciamo ad avere l’informazione che il nostro volo è stato cancellato e che verremo traghettati a Roma con un volo in partenza alle ore 8,00 che farà scalo ad Atene. E pertanto giungiamo a Roma alle ore 14,00 anziché delle previste 9,30.

Considerazioni finali
E’ un paese molto bello ed in particolare le città di Khiva e Samarcanda sono dei veri gioielli, e ci hanno colpito in modo particolare.
La situazione del paese, almeno per quanto riguarda il periodo in cui ci siamo stati noi ed i luoghi che abbiamo visitato, si è rivelata estremamente tranquilla.
Le persone si sono dimostrate estremamente cordiali (è sicuramente superfluo sottolinearlo, ma sarebbe opportuno rifornirsi di caramelle e penne per i bambini).
La religione professata dalla quasi totalità della popolazione è l’islam. Ma non aspettatevi un paese simile a quelli nord-africani o medio-orientali. I comportamenti tenuti, in particolare a Tashkent, sono estremamente tolleranti ed aperti. Per esempio l’abbigliamento indossato dalle ragazze è lo stesso che è di moda attualmente in Occidente, e non vi sono limitazioni alla vendita ed al consumo di bevande alcoliche (vino, birra, vodka ecc.).
Anche se noi ci riteniamo oltremodo soddisfatti dell’organizzazione del viaggio da parte del tour operator, è un viaggio che crediamo possa essere effettuato anche per proprio conto. Bisogna in ogni caso tener presente che la segnaletica stradale è piuttosto scarsa, che vi sono dei frequenti posti di controllo della polizia. Anche se abbiamo avuto l’impressione che i poliziotti tendono a non creare problemi ai turisti, bisogna considerare che non è particolarmente agevole comunicare con loro in quanto pochissimi parlano l’inglese.
Una curiosità, su molte auto viene installato un congegno “avvista poliziotti”, che quando nelle vicinanze rileva la presenza di poliziotti avvisa il conducente mediante l’accensione di un allarme. Ci è stato spiegato che esso è tarato sulla lunghezza d’onda del dispositivo utilizzato dai poliziotti per rilevare gli eccessi di velocità. E dobbiamo dire che il più delle volte funziona.
Una nota di colore, gli Uzbeki considerano non educato soffiarsi il naso in pubblico.

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