di Eno Santecchia – Nel maggio 2024 il fotografo Marcello Tramandoni e la sua compagna Graziella li troviamo in Uzbekistan. Giunti in aereo nella capitale Tashkent poi si spostarono in treno a Samarcanda, Bukhara, Khiva e altre località meno conosciute.
Samarcanda, importante centro commerciale, fu fondata nel 2500 a. C. circa 1747 anni prima di Roma. Antica città lungo la via della Seta, conserva numerosi palazzi e siti di grande interesse storico-culturale, moschee, madrase, giardini ben curati e tanto altro da ammirare.
Marcello e Graziella, quando visitano a piedi un centro storico, spesso si dividono per scattare in modo individuale.
Un pomeriggio, a Samarcanda, Marcello era passato davanti ad alcune bancarelle del mercato, si stava allontanando, ai lati della strada si ammiravano dei negozi. Vide da lontano un’elegante ragazza orientale e scattò delle immagini con il teleobiettivo, mentre lei si stava avvicinando. La fermò e le disse in inglese che le aveva scattato alcune foto, lei capì che era italiano e le rispose: “Io parlo Italiano”. Così apprese che era miss Indonesia ed era in tour, privato, insieme alla madre e ad un gruppo di connazionali. Al momento le fece qualche ritratto veloce da vicino. Poi si recarono in un vicino parco pubblico alberato in un prato verde, scattando tante immagini mentre lei posava in modo leggiadro … non occorreva dirle nulla! Aveva capelli castani lunghi legati a chignon; indossava un abito lungo a tema floreale e un leggero soprabito rosa trasparente. La miss dovette ricongiungersi al gruppo in tour sempre nei paraggi. Dopo mezz’ora, mentre aspettava Graziella, sotto un monumento rivide la giovane ventottenne che le presentò la madre. Marcello le presentò la compagna. Sono occasioni che capitano solo a chi non viaggia in gruppo.
Farhana Nariswari Wisandana, miss Indonesia 2023, era una studentessa di 28 anni che aveva studiato un anno a Palermo. Su Wikipedia c’è una foto con il presidente dell’Indonesia Joko Widodo.
Le cipolle uzbeke
A Khiva Marcello si trovava in un mercato di periferia che si svolgeva lungo la strada e stava scattando delle foto ad un gruppo di donne che vendevano le cipolle. Lo chiamarono. Avvicinatosi, scattò altre foto, e si fermò a sedere su un banchetto, anche per riposarsi, per circa un’ora e mezza.
Una venticinquenne e le altre sulla cinquantina erano incuriosite dal fascino del fotografo italiano piacente. Alla fine, gli regalarono ben quattro chilogrammi di cipolle di colore chiaro tondeggianti sfuse e pronte da mangiare.
È bene dire che, ai controlli aeroportuali, i vegetali possono esser soggetti ad ulteriori ispezioni. Per problemi di trasporto non le avrebbe volute accettare. Provò a pagarle, ma non vollero e, dopo lo scambio di qualche saluto, ringraziò la gentile signora e si portò le cipolle in hotel e poi in Italia.
Sul treno
Il titolare del Bread & Breakfast dove alloggiavano li accompagnò alla stazione ferroviaria. Aveva piovuto, sulla strada asfaltata si notava qualche pozzanghera. Le stazioni ferroviarie in Uzbekistan si presentano ben pulite e curate; all’ingresso vi sono controlli anche con il metal detector.
Salirono alle ore 4.00 di notte su un treno lunghissimo Bukhara – Khiva; era un treno simile al nostro intercity.
Due giorni prima, al momento della prenotazione, le cuccette in scompartimenti chiusi erano al completo; le loro erano cuccette aperte, si riposava in letti a castello su due piani. L’addetto lasciò bianche lenzuola di cotone e un piccolo asciugamano.
All’alba si risvegliarono mentre ai finestrini scorrevano le immagini e i colori di una zona semi desertica, con qualche duna sabbiosa.
Anche qui Marcello non poteva passare inosservato alle signore uzbeke.
Appena svegliato iniziò a scattare foto a delle signore attorno a lui e a chi passava nel corridoio. Quando le vicine si svegliarono, dopo lo scambio di qualche saluto, apparecchiarono di tutto punto il tavolino pieghevole, tirando fuori i loro cibi e lo invitarono. Erano tre signore che nelle borse avevano di tutto e di più: formaggi, pizzette, dolci e tè. Il tè in Uzbekistan si gusta durante tutti i pasti. Una delle signore era andata a riscaldare l’acqua non si sa dove, forse l’aveva presa da un distributore automatico. Servirono la calda bevanda in una bella teiera di ceramica decorata. Dopo la colazione regalarono a Marcello una busta blu con dentro una forma di pane locale e un cioccolatino.
Risvegliatasi Graziella si mise a fare colazione con le signore delle cuccette sottostanti. Nella mattinata, alle fermate, salivano venditori ambulanti di oggetti e abbigliamento.
Poco prima dell’arrivo il vagone era in perfetto ordine: le signore avevano ripulito di tutto punto i loro spazi, il cuccettista ritirato lenzuola e asciugamani e messo i copri cuccetta azzurri con volants.
Alla stazione di arrivo, a Khiva, un gruppo folkloristico locale dava il benvenuto ai turisti. Una ballerina indossava un vestito bianco lungo con un copricapo dorato, mentre i suonatori con strumenti tradizionali locali eseguivano una musica allegra; offrirono anche dei cioccolatini su un vassoio. Un’accoglienza non certo comune.
In taxi raggiunsero la tradizionale casa uzbeka dentro le mura della vecchia città Khiva (patrimonio dell’Unesco), dove alloggiarono. I pavimenti erano ornati con bei tappeti, le scarpe si lasciavano sulla veranda.
La signora che preparò loro una ricca colazione non conosceva lingue occidentali, ma fu molto cortese.
I due protagonisti lo ritengono un bel viaggio, un piacevole soggiorno: persone gentili, disponibili, accoglienti e ospitali. I luoghi belli, interessanti e molto curati: un’esperienza di viaggio più che consigliabile.
Eno Santecchia
Altri scritti di Eno Santecchia nel suo sito “Storie e racconti”
di Monica Palazzi - Nova Gorica si trova nella parte occidentale della Slovenia ed è…
di Monica Palazzi - Quattro idee lungo lo Stivale, perché questa potrebbe essere un’idea alternativa…
di Monica Palazzi - Premetto che una delle mie grandi passioni sia lo sci di…
di Monica Palazzi - Le quattro capitali della cultura 2025 altro non sono che città…
di Monica Palazzi - Il Trenino Verde delle Alpi da Domodossola a Berna un viaggio…
Foto Maria Massari, testo di Eno Santecchia - Nel mese di agosto dell’anno 2014, Graziella…