Nakupenda Kenya

di Franca Filippini –
Finalmente dopo tanto cercare, sono riuscita a trovare un’offerta davvero vantaggiosa e ho coronato il mio sogno di tornare in Kenya, stavolta all’Angel’s bay di Mambrui, a nord di Malindi. Siamo partiti in quattro, io, mio marito e i miei figli di 13 e 15 anni, da Bologna, abbiamo volato con la Neos e siamo arrivati a Mombasa dopo un volo tranquillo alle ore 6 del 7 gennaio. Questa volta l’impatto non è stato traumatico, come la prima volta, sapevo già cosa trovavo e la frenesia di rivedere i miei vecchi amici, conosciuti l’anno prima a Watamu era veramente tanta. Per percorrere 120 km, la distanza tra Mombasa e Mambrui abbiamo impiegato più di tre ore, vista la situazione drammatica delle strade del Kenya, infatti, non si può dire che siano dissestate, ci sono delle vere e proprie voragini e gli autisti sono davvero abili e zigzagando cercano di evitare le buche più profonde, ma, chissà se il governo del Presidente Mwai Kibaki, penserà di utilizzare le tasse di ingresso dei turisti per sistemare la viabilità del paese? L’Angel’s bay di Mambrui, gestito dalla Reliance, è un bel complesso, pulito e ordinato: le camere sono spaziose, anche se un po’ spartane, la cucina è buona, forse non c’è troppa scelta, ma il pesce è ottimo e la frutta qualcosa di indimenticabile, al solo pensarci, mi viene ancora l’acquolina in bocca.

La caratteristica dell’Angel’s bay è quella di affacciarsi su una spiaggia meravigliosa, lunghissima e quasi deserta, cosparsa di pagliuzze d’oro portate dal fiume Sakaki che sfocia lì vicino, ci si può arrivare anche a piedi e si possono vedere gli ippopotami che vivono lì e sguazzano nell’acqua, vicino alla foce del fiume. Noi abbiamo noleggiato due quads e ci siamo divertiti come matti a sfrecciare sulla spiaggia deserta, ad ammirare le dune di sabbia, a fare alzare in volo stormi di gabbiani, a rotolarci nella sabbia della famosissima “Spiaggia dorata”, dove veramente si ha l’impressione di camminare sull’oro e di fare il bagno nella “porporina” che usano i bambini per fare i lavoretti natalizi! Il mare a Mambrui è sempre un po’ mosso, perché non c’è la barriera corallina e perché è una zona molto ventosa, lì vicino c’è la spiaggia di Che Shale, unico posto della costa keniota dove è possibile praticare kite-surf, ma la trasparenza dell’acqua dipende dalle piene del fiume Sabaki, che attraversa la savana e riversa nell’oceano le sue acque.

Durante la nostra permanenza abbiamo visto il miglioramento, i primi giorni, infatti, l’acqua era rossa mentre alla fine, visto che non è piovuto, era già più pulita e trasparente. Per questo motivo, dall’Angel’s bay partono quotidianamente delle navette per Watamu, dove il mare, invece è fantastico e per Malindi, per chi vuole fare shopping o vivere l’esperienza della vita in città. Anche stavolta è stata una vacanza meravigliosa, resa così magica anche dal nostro amico Dasha, beach boy a Watamu, che nonostante la distanza si è fatto in quattro per farci vedere luoghi meravigliosi ed incontrare persone indimenticabili e ci ha trattato da amici e non da semplici turisti. Il primo giorno a Watamu, sarà per me indimenticabile, all’appuntamento davanti al Barracuda Inn, non c’era solo il mio beach boy, ma tutti i suoi amici, venuti per salutarmi o per conoscermi di persona; con loro a piedi abbiamo attraversato Watamu, siamo andati all’agenzia dove ora lavora il nostro “figliolo nero”, ci siamo fermati a chiacchierare con quelli che avevamo conosciuto l’anno prima, poi siamo andati all’isola dell’amore, spiaggia paradisiaca, dove con la bassa marea, affiorano lingue di sabbia talmente bianca che abbaglia e si può passeggiare per ore nell’acqua bassa, caldissima e piena di pesciolini variopinti.
Qui, i nostri amici, in un batter d’occhio hanno organizzato per noi una bellissima grigliata di aragoste e gamberoni, accompagnati da riso al cocco e da un ottimo e succosissimo ananas, poi abbiamo atteso che la marea risalisse e con una canoa di legno di mango, ci hanno fatto vedere dal mare, la costa di sabbia bianchissima, bordata di palme. Abbiamo fatto il safari allo Tsavo est e questa volta, viste le abbondanti piogge del mese di dicembre, abbiamo trovato una savana verdissima, tutta fiorita e con i funghi, per questo motivo, abbiamo visto meno animali rispetto allo scorso anno, perché c’erano pozze d’acqua ovunque, ma grazie all’abilità del nostro bravissimo autista Ringhi e del nostro Dasha, guida dagli occhi di falco, abbiamo potuto ammirarne comunque tanti, ma soprattutto abbiamo visto il ghepardo che puntava alcune gazzelle ignare del pericolo, le leonesse che riposavano sotto alle acacie, ma che quando hanno visto due zebre che si rincorrevano giocherellando, hanno provato a rincorrerle senza però riuscire, per fortuna, ad avere la meglio, i bufali che facevano il bagno, gli ippopotami, i facoceri ed ovviamente tanti elefanti, giraffe, zebre, babbuini e miriadi di uccelli coloratissimi.



Abbiamo dormito al Lion Hill e dall’alto della collina, mentre osservavamo un bellissimo cielo stellato abbiamo sentito i ruggiti dei leoni, proprio sotto di noi. Ma la cosa più bella della vacanza è stato il contatto con la gente locale, tornando dal safari, ci siamo fermati alla Moi High School di Taita, per riabbracciare Omar, il fratello del nostro beach boy, che dall’Italia aiutiamo negli studi, è stato un momento veramente toccante: siamo stati ricevuti dal preside della scuola che ci ha accolti come fossimo i veri genitori, ci ha mostrato i quaderni ordinatissimi e la pagella dove abbiamo potuto constatare che i risultati sono eccellenti, poi ci ha fatto vedere che siamo perfettamente in regola con i pagamenti delle rette e qui il merito va a Dasha, che appena gli inviamo i soldi, provvede ai pagamenti, poi dopo la visita dell’intero istituto ci siamo salutati e qui abbiamo pianto, perché vedere che con pochi sforzi riusciamo a garantire l’istruzione di un ragazzo volonteroso e desideroso di cambiare la propria vita ci ha riempiti di gioia.
Sulla strada del ritorno abbiamo visto dove hanno girato il film “La mia Africa”, un angolo di Kenya con palmeti che si estendono a perdita d’occhio, da qui provengono, infatti, i cocchi che dal Kenya, vengono esportati in tutto il mondo, ci siamo fermati nei villaggi che abbiamo incontrato sulla strada, per lasciare ai bambini, quello che avevamo portato con noi: vestiti, cancelleria ed alimenti e siamo stati ringraziati con sorrisi che non dimenticheremo mai più. Ma il momento che resterà per sempre scolpito nel mio cuore è stato quando, il giorno prima di ripartire, Dasha, il nostro angelo custode ci è venuto a prendere per portarci a Watamu a conoscere la sua famiglia: siamo stati accolti nella loro casa, come parenti venuti da lontano, abbiamo conosciuto la nonna, la mamma che mi ha abbracciata così forte da togliermi il respiro, le sorelle e le nipotine, non ci sono stati grandi discorsi, anzi le parole dette sono state poche, ma dai loro sorrisi e dai loro sguardi intensi ho percepito tutto l’affetto e la gratitudine nei miei confronti.

Dopodichè siamo andati in spiaggia, davanti al Barracuda Inn per salutare tutti i nostri amici e lì abbiamo avuto l’onore di conoscere Esther, la fidanzata del mio beach boy, il ragazzo che mi ha fatto innamorare di questa terra meravigliosa e che considero il mio terzo figlio ed il piccolo Abu, il suo cucciolo d’uomo che io e mio marito abbiamo coccolato e tenuto in braccio come se fosse il nostro primo nipotino. Ecco, dopo questo incontro, dove mi sono emozionata nel vedere quello che credevo fosse solo un ragazzino, essere così premuroso ed affettuoso con suo figlio, ho deciso che per quanto mi sarà possibile aiuterò questo magnifico ragazzo, che ama la sua terra e che sta facendo di tutto per dare un futuro migliore al suo bambino. Non so quando ritornerò in Kenya, ma una cosa è certa ci tornerò perché ho trovato una nuova famiglia che mi vuole bene ed io farò di tutto perché possano avere quello che meritano. Un consiglio per chi va da quelle parti, uscite dai villaggi turistici, andate fra la gente, conoscerete persone meravigliose che vi terranno compagnia anche solo per la voglia di imparare qualche parola in italiano e mi raccomando non date nulla ai bambini in orario scolastico, perché altrimenti invece di andare a scuola, rincorreranno i turisti anche solo per una caramella. Un abbraccio… mamma Franca

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